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DNA
4. Terminazione della trascrizione
Nella fase 1 l’RNA polimerasi avvia il processo di trascrizione legandosi ad una regione speciale, il promotore. I promotori sono
solitamente in prossimità del 5’ (negli eucarioti a volte potrebbero essere all’interno). La prima base che viene copiata è il +1. Questa
base +1 non coincide con l’AUG (ossia la proteina vera e propria), ma in genere è una regione non codificante. Una volta riconosciuto
il sito di inizio e la polimerasi è partita, la polimerasi si lega al promotore e comincia la trascrizione dal +1 fino alla sequenza di
unità di trascrizione:
terminazione. Questa sequenza che va dal +1 alla fine del terminatore viene chiamata questa è scritta nel DNA e
non è altro che l’informazione genica. Questa unità trascrizionale nei procarioti è definita policistronica poiché più geni sono
contenuti nello stesso trascritto. Negli eucarioti l’unità trascrizionale è invece monocistronica, ossia vi è un’unica sequenza
codificante. Solitamente, dunque, abbiamo l’informazione di un solo gene con qualche eccezione. Le eccezioni sono riferite ai geni di
classe I che sono le eccezioni all’unità monocistronica. Gli elementi policistronici nel DNA vengono chiamati anche ‘operoni’.
C’è un solo promotore che regola l’unità trascrizionale. E’ policistronica
poiché abbiamo una sequenza codificante 1 fatta a sua volta da gene 1,
gene 2 e gene 3. Queste tre diverse sequenze (geni) sono accomunate, ossia
partecipano alla stessa via metabolica. Quindi non sono geni
completamente diversi con funzioni completamente diverse.
Questi operoni dei procarioti possono essere puri quando i geni sono tutti
dello stesso tipo (immagine B) oppure misti (ad esempio nell’immagine C
abbiamo unità ribosomiali per 16S e per tRNA, sono quindi coinvolti più
tipi di RNA: ciò significa operoni misti).
RNA POLIMERASI PROCARIOTICA
Parliamo quindi di RNA polimerasi dei batteri, in particolare E. Coli.
α, β, β’, σ, ω. α α
Abbiamo un complesso formato da più proteine: Abbiamo due coppie di (α e ). Queste proteine, quando tutte
1 2
oloenzima.
insieme, prendono il nome di
Ruolo delle diverse subunità dell’RNA polimerasi di E. coli
- β: interviene nella formazione del legame con i ribonucleosidi trifosfati durante l’inizio e l’allungamento.
β.
Quindi l’agente polimerasica è affidata alla subunità
- α : sono responsabili dell’assemblaggio del complesso. Contengono 2 domini: il dominio carbossi-terminale
2
si lega ad una zona del promotore, quindi prende contatto con il DNA (vi è interazione tra elementi in cis,
ossia sequenze del DNA; gli elementi in trans sono invece le proteine che interagiscono con il DNA); il
dominio N-terminale è responsabile delle interazioni con le altre subunità della proteina stessa (RNA
polimerasi).
- β’: ha un’affinità generale per il DNA, dovuta in gran parte all’attrazione elettrostatica tra la proteina basica e
l’acido nucleico. Grazie a questa subunità, le RNA polimerasi di cui abbiamo molte copie nei procarioti si
legano in maniera aspecifica al DNA, ossia trovano un posto a cui legarsi poiché c’è attrazione tra la parte
basica della proteina e il DNA. Non si legano a livello del promotore ma in un punto qualsiasi del DNA,
quindi in maniera aspecifica.
- ω: promuove e mantiene stabile il complesso (non è una subunità fondamentale).
- σ: consente il riconoscimento del promotore.
α β’ ω
Il core della proteina è formato da , e quando l’RNA polimerasi è legato in maniera aspecifica al DNA
2 σ,
e quando, quindi, non c’è ancora trascrizione. Quando subentra questa permette il riconoscimento del
promotore e quindi consente alla RNA polimerasi oloenzima di poter cominciare la trascrizione dal suo +1.
Questa trascrizione infatti non può perdere informazioni, quindi deve per forza partire da +1 per essere precisa e partire da +1.
Modello a chela di granchio dell’RNA polimerasi
Possiamo notare che c’è la proteina e che c’è il filamento che sporge nella chela; il DNA ad un
certo punto si è denaturato e diventa aperto. Il DNA forma quindi la bolla di trascrizione, la
quale indica una regione di DNA aperta. Possiamo notare inoltre l’RNA che si forma. C’è inoltre
una regione in cui RNA e DNA sono attaccati, formando un ibrido.
RICONOSCIMENTO DELLO STAMPO σ.
La RNA polimerasi riconosce il promotore ad opera del fattore I promotori sono sequenze di RNA che servono per l’aggancio
dell’RNA polimerasi affinché questa possa iniziare la trascrizione nel punto corretto, ossia nel +1.
I promotori sono caratterizzati da BOX, ossia sequenze conservate (sono sempre le
stesse nei procarioti e negli eucarioti).
Nei procarioti possiamo avere tre tipi di box:
- Pribnow box TATA box
E’ la box più frequente, ossia quella vicino al +1, ed ha una sequenza a -10 formata
da 6-7 coppie di basi. Contiene una sequenza consenso TATAAT dove T è costante in
dominio di svolgimento del promotore.
tutti i promotori. Viene definita Svolgimento
significa che in questa regione avviene l’apertura della doppia elica di DNA per
cominciare la trascrizione; è infatti ricca di TA, ossia quelle basi che consentono più
facilmente l’apertura.
- Sequenza a -35
Contiene una sequenza di circa 9 nucleotidi che si mantiene più o meno costante
dominio di riconoscimento del promotore.
nei diversi promotori. Viene definita
- Elemento UP
Esistono poi dei promotori che, oltre al dominio di riconoscimento e quello di svolgimento, hanno un elemento UP. L’elemento UP
modula e aiuta ulteriormente la trascrizione genica; è il promotore meno sottile.
Questi sono i tre tipi di elementi (box) che sono presenti nei promotori. In base alla presenza di questi elementi nei promotori, si
distinguono tre tipi di promotori:
1. Promotore con -35 e -10
2. Promotore con elemento UP, -35 e -10
3. Promotore con -10 Interazione tra RNA polimerasi e promotore
σ
Il è il promotore più frequente.
70 σ σ σ
Nell’immagine il si lega con -10 mentre si lega a -35. E’ quindi il che determina
2 4
l’interazione tra RNA polimerasi e il promotore; la parte carbossi-terminale prende infatti
contatto con il promotore.
L’RNA polimerasi contatta inizialmente la sequenza -35 poiché abbiamo il dominio di
riconoscimento; in questo modo si forma un complesso chiuso. Nel momento in cui la
RNA polimerasi prende contatto con la regione -10, il complesso da chiuso diventa
aperto poiché a -10 abbiamo il dominio di svolgimento. Aprendosi la doppia elica, si
forma la bolla di trascrizione. σ
La bolla di trascrizione è grande 25 coppie di basi. Quando c’è la bolla, significa che ha
2
contattato il dominio di svolgimento; ciò significa che il filamento viola è lo stampo. In alto vi
deve essere il 3’ poiché dobbiamo rispettare l’antiparallelismo (nel segmento ibrido abbiamo
5’-3’, quindi in quello in alto ci deve essere l’opposto).
Il DNA ha formato un angolo retto poiché quando il DNA entra nella RNA polimerasi subisce
una curvatura. Sullo sfondo del disegno vi è RNA polimerasi. Per come è fatta la DNA
polimerasi e i legami avuti a -35 e a -10, il DNA riesce ad aprirsi in una determinata regione in
cui si forma la bolla. timone,
Nella RNA polimerasi c’è una zona chiamata in corrispondenza della bolla. Poi
muro ponte.
abbiamo una parte che accoglie il DNA chiamata e poi c’è un
Tra il ponte e il muro vi è un imbuto; dall’imbuto entrano i nucleotidi, ossia i mattoni del
polimero. In corrispondenza del muro si forma l’RNA.
Quando si forma l’ibrido RNA-DNA, la forma assunta dalla molecola ibrida è la forma A. Ha
quindi le caratteristiche della forma A della doppia elica.
C’è inoltre un foro di entrata per i nucleotidi e un foro di uscita per il filamento di RNA che si
sta formando: man mano che l’RNA si allunga prima ha un tratto a doppio filamento e poi
continua a singolo filamento. Da sopra il foro di uscita esce il DNA non più aperto.
Al contrario della bolla di replicazione che si allarga e poi continua allungandosi sempre di più, la bolla di trascrizione rimane sempre
costante. Abbiamo sempre un tratto che varia di volta in volta di 25 bp.
L’inizio della trascrizione è difficoltoso, si parla infatti di inizio abortivo. All’inizio i nucleotidi vengono messi e tolti fino al
raggiungimento di 9 nucleotidi. Superati i 9 nucleotidi, l’inizio è terminato. L’inizio è dunque il momento più lento della trascrizione.
Mentre compie la trascrizione, l’RNA polimerasi determina una tensione
torsionale. Si creano cioè dei superavvolgimenti a monte e a valle della bolla di
trascrizione. Questi saranno negativi al 5’ e positivi a valle della 3’. Quindi ogni
10 nucleotidi trascritti di genera un avvolgimento positivo davanti e uno negativo
dietro. Questi superavvolgimenti danno fastidio alla trascrizione, infatti vengono
rimossi dalle topoisomerasi. Esiste una topoisomerasi specifica per i
superavvolgimenti positivi e un’altra specifica per quelli negativi.
La velocità di sintesi nella trascrizione è di 50 nucleotidi al secondo a 37° (per l’E. coli), molto più lenta di quella di replicazione del
DNA. Il tempo necessario alla polimerasi per lasciare il promotore è almeno di 1-2 secondi garantendo così ad un’altra polimerasi di
avviare nuovamente l’inizio della trascrizione. β’ σ
Le polimerasi stanno tutte attaccate al DNA tramite il in maniera aspecifica; quando arriva che ha lasciato un’altra polimerasi
rivanno sul promotore e continuano a lavorare contemporaneamente più polimerasi. σ
La terminazione dell’inizio significa che il fattore si è distaccato
dall’oloenzima e l’RNA polimerasi ha lasciato il promotore. La RNA
σ; σ
polimerasi è diventata core e non ha più il il va a prendere
un’altra polimerasi e ricomincia la trascrizione. Immaginiamo
quindi che possono lavorare contemporaneamente sullo stesso
stampo più RNA polimerasi. Nei procarioti, man mano che l’RNA,
se l’RNA è messaggero e quindi contiene informazioni per le
proteine, verrà copiato, verrà subito processato e e avverrà subito la
sintesi delle proteine. Questo non avviene negli eucarioti p