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DNA
La DNA polimerasi III si accorge di un errore, si stacca e
vengono reclutate le polimersi IV e V, sono polimerasi
TLS, risolvono il danno aggiungendo le basi al filamento
di neosintesi, si avrà una mutazione. Passato l’errore, IV e
V si staccano, la III si riattacca e continua la sintesi.
Modelli alternativi della sintesi translesione: i due modelli descrivono il meccanismo della sintesi
translesione, ciascuno di essi valido in particolari contesti:
A) modello di scambio delle polimerasi: la DNA polimerasi replicativa processiva sintetizza il DNA fino ad
incontrare una lesione nel DNA stampo. La DNA polimerasi si blocca ed è sostituita da una o più DNA
polimerasi translesione che sopraggiungono per replicare il DNA a libello del danno e subito dopo. In seguito
a questo bypass nella replicazione, la DNA polimerasi replicativa, ritorna, sostituisce la polimerasi
translesione e riprende la replicazione progressiva.
b) Nel modello di riempimento dell’interruzione, la DNA polimerasi replicativa progressiva sintetizza il
DNA fino a incontrare una lesione nel DNA stampo; invece di bloccarsi al punto dell’interruzione la
polimerasi oltrepassa il danno, continuando la sintesi del DNA a valle delle lesione al DNA e lasciandosi
indietro un’interruzione. Successivamente una o più DNA polimerasi translesione sintetizzano il DNA in
corrispondenza dell’interruzione, riempiendola.
2) INVERSIONE DEL DANNO:
Metodo di riparazione raro, riparazione del danno diretto
-fotoriattivazione o fotoliasi : elimina direttamente dimeri di timina che si formano per raggi UV, la fotoliasi
usa l’energia solare per rompere i legami covalenti che legano due timide adiacenti, le basi vengono riparate
perché viene tagliato il legame covalente che formava nella duplex una specie di angolo.
-rimozione dei gruppi metilici: rimozione gruppo metilico dalla metilguanina, la base ha una
conformazione più grande quindi causa una distorsione della doppia elica, l’enzima coinvolto è la
metiltrasferasi che stacca il gruppo metilico dalla guanina e lo trasferisce sui residui di cisteina
3) RIMOZIONE DEL DANNO:
Riparazione per escissione delle basi (BER):
I danni di origine endogena causati da ROS, idrolisi delle basi azotate, perdita spontanea di gruppi amminici
sono riparati da BER. Per danni causati da ROS, DNA glicosilasi specifiche, in grado di riconoscere i tipi di
lesione, rompono il legame glicosidico tra zucchero e base azotata danneggiata; quando enzimi identificano
la base alterata, comprimono la doppia elica del DNA cosi la base alterata viene inglobata in una cavità della
glicosilasi. L’enzima taglia il legame glicosidico tra base azotata e zucchero. Successivamente APE1
(endonucleasi) riconosce il sito privo di base e indice il legame fosfodiesterico.
A questo punto:
1) Short Patch BER: la DNA polimerasi β rimuove il desossiribosio privo della base e riempie il buco con
un nuovo nucleotide, saldato poi dalla ligasi
2) Long Patch BER: la DNA polimerasi δ o � e PCNA allungano 3’OH di alcuni nucleotidi, il filamento
spelato vie è poi tagliato da FEN1 (una nucleasi) che riconosce la particolare struttura che si forma durante la
reazione, la discontinuità è poi saldata dalla ligasi.
Riparazione per BER: questo meccanismi ripara i danni endogeni causati da stress ossidati o da danni
esogeni causati da agenti mutageni sulle basi; esistono due tipi di BER: short patch (viene sostituito solo il
nucleotide con la base alterata), long patch (la regione riparata è di una decina di nucleotidi).
Riparazione per escissione di nucleotidi (NER):
Ripara le lesioni che provocano una distorsione della doppia elica del DNA e che sono causate da agenti
chimico-fisici; il NER è richiesto per la riparazione dei danni causati da raggi UV.
La combinazione delle diverse mutazione e l’analisi della sensibilità ad un mutageno permettono di
raggruppare le mutazioni in gruppi di epistasi.
Il NER si suddivide in due vie che poi convergono in un meccanismo comune:
-GG NER: controlla intero genoma alla ricerca di eventi che causano la distorsione della doppia elica
- TCR NER: agisce su danni localizzati nelle regioni trascritte dalle RNA polimerasi
In tutti gli eucarioti il NER è diviso in: GG-NER e TCR-NER; i due meccanismi si distinguono nelle fasi
iniziali per poi convergere in un meccanismo comune.
In GG-NER il complesso proteico XCP individua regioni in cui il corretto appaiamento delle basi è alterato
a causa di una torsione della doppia elica; in TCR-NER diversi tipi di lesione nelle regioni trascritte
determinano un blocco delle RNA polimerasi che devono essere rimosse dal DNA per permettere la
riparazione, la rimozione delle RNA polimerasi richiede due proteine specifiche CSA e CSB.
Successivamente i passaggi di GG-NER e TCR-NER sono identici: il complesso multiproteico TFIIH apre il
DNA per un tratto di 30 nucleotidi attorno alla lesione, la proteine XPA conferma la presenza della lesione
legandosi ad essa (se non si lega, la reazione termina a questo stadio). La regione del DNA aperta
dall’elicasi è stabilizzata dalla proteine RPA; XPG e ERCC1 sono endonuclesi NER specifiche che tagliano
rispettivamente in 3’ e in 5’ il filamento di DNA contenente la lesione generando un frammento di 30
nucleotidi che verrà poi eliminato.
E’ stato così generato un buco con un’estremità 3’OH nel filamento danneggiato che può ora essere riparato
di normali enzimi che replicano il DNA copiando il filamento complementare che non è stato danneggiato.
Riparazione di errori replicativi (MMR):
Durante la replicazione del DNA, l’apparato replicativo può compiere degli errori:
-inserire un nucleotide che non rispetta la complementarietà delle bas
-provocare delezioni/inserzioni di nucleotidi in corrispondenza di sequenze ripetute più volte.
Questi errori vengono riparati dal MMR, è un meccanismo complesso che richiede proteine specifiche e
proteine normalmente coinvolte nella replicazione del DNA.
L’apparato enzimatico che agisce durante la replicazione può compiere degli errori durante la replicazione:
sul filamento neosintetizzato può venire inserita una base sbagliata (generando appaiamento sbagliato AC)
o si possono formare piccole bolle dovute allo scivolamento dell’apparati replicativo in corrispondenza di
sequenze nucleotidiche ripetute. Tali strutture anomale sono riconosciute da MutSα e MutSβ che reclutano i
complessi MutLα e MutLβ; il filamento neosintetizzato contente gli errori replicativi viene riconosciuto e
processato da esonucleasi (Exo1) che degrada il filamento di DNA in direzione 5’ 3’, successivamente
attraverso interazioni con tutto l’apparto di replicazione, viene ri-sintetizzato il filamento di DNA corretto.
Riparazione di rottura su entrambi i filamenti di DNA:
La lesione più pericolosa è la rottura su entrambi i filamenti del DNA, chiamata DSB; è generata da agenti
chimico-fisici (in particolare le radiazioni ionizzanti) e possono anche generarsi durante la replicazione del
DNA se il filamento di neosintesi incontra un’interruzione (nick) sul filamento stampo da copiare.
La risposta ai DSB è molto complessa e collegata a meccanismi di checkpoint; la riparazione di DSB avviene
principalmente mediante un meccanismo di ricombinazione tradizionale o mediante giunzione diretta delle
estremità rotte.
Il primo meccanismo è HR e coinvolge numerose proteine ricombinative; dallo schema si vede che HR
richiede l’esistenza di una copia di DNA identica a quella contenente la rottura e che la copia intatta di DNA
viene usata come stampo per riparare quella contenente il DSB.
La giunzione diretta delle estremità di un DSB può avvenire anche tramite un meccanismo alternativo NHEJ,
una reazione più semplice e che richiede un numero limitato di fattori proteici.
La possibilità di riparare un DSB tramite uno o l’altro dei processi dipende dalla fase del ciclo cellulare,
infatti il meccanismo HR richiede una copia di DNA intatta presente o nel cromatide fratello o sul
cromosoma omologo; mutazioni nei geni coinvolti nella riparazione dei DSB causano una predisposizione a
vari tumori.
HR richiede l’azione coordinata di diverse proteine: il complesso MRN con l’ausilio di alcune proteine
modifica il DSB originario causando la degradazione in direzione 5’->3’ delle estremità 5’ di ciascun DSB;
si generano cosi delle regioni a singolo filamento che sono stabilizzata dal legame con la proteina RPA.
Successivamente Rad51 altre proteine formano un nucleo proteico in cui il DNA a singolo filamento viene
ricoperto da una proteina (Rad51) e procede verso le sequenze omologhe di DNA presenti sul cromosoma
omologo non danneggiate formando la Giunzione di Holliday. La perdita dai Rad51 all’estremità 3’OH
innesca la neosintesi di DNA, la risoluzione degli intermedi di ricombinazione e l’azione della ligasi genera
due molecole riparate
Risposta cellulare a danni sul DNA e connessione tra riparazioni e ciclo cellulare:
Negli eucarioti la corretta successioni delle fasi del ciclo cellulare è assicurata da meccanismi di
sorveglianza, i Checkpoint, tra questi uno dei più importanti è il Checkpoint da danno al DNA; la
conseguenza più evidente dell’attivazione del checkpoint è il rallentamento o blocco temporaneo del ciclo
cellulare. Se la quantità di danni al DNA è tale da non poter essere riparata la cellula attiva l’apoptosi (morte
cellulare programmata), in modo da non correre il rischio di trasmettere alle generazioni successive
un’informazione genetica alterata e quindi dannosa.
L’attivazione dei checkpoint determina un blocco parziale o un rallentamento del ciclo cellulare e questo
fornisce più tempo alla cellula per riparare i danni o per innescare l’apoptosi. Attraverso interazioni fisiche
con proteine riparative o riconoscendo particolari strutture sul DNA danneggiato, alcune proteine richieste
per l’attivazione del checkpoint vengono reclutate in prossimità della lesione; queste proteine vengono
definite Sensori del danno.
Le proteine che agiscono agli stadi iniziali del checkpoint sono ATM e ATR, esse innescano la trasduzione
del segnale del checkpoint.
La ricombinazione:
Ricombinazione genica: tutti i processi che modificano l’organizzazione strutturale del DNA mediante
rotture e unioni della molecola; è fondamentale per la diversità genetica, per assicurare la corretta
segregazione dei cromosomi, e per la riparazione di alcuni tipi di danno al DNA: essenziale in meiosi, per
generare la diversità genetica e per la segregazione cromosomica, e in mitosi per riparare i danni al DNA e
far ripartire le forche replicative bloccate.
L’appaiamento dei cromosomi omologhi durante la meiosi permett