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H O).
2
-Le proteine dei perossisomi vengono sintetizzate sui ribosomi liberi nel citoplasma.
Vengono dirette ai perossisomi perchè hanno all’N-O-C terminale una specifica
sequenza (serina-leucina-serina) chiamata segnale 1 o 2 di targeting per i perossisomi.
68 3.novembre.2014
Il mitocondrio produce ATP, esso viene considerato come la centrale che produce
energia. La cellula prende il glucosio (uno zucchero) e lo utilizza per generare energia
(definita come ATP).
La cellula prende il glucosio e lo inizia a demolire all'interno del citoplasma; la prima
reazione che avviene nel citoplasma è la glicolisi (reazione costituita da diverse
tappe) e attraverso essa viene generata una quantità piccola di ATP.
E’ a livello del mitocondrio che avviene la produzione maggiore di ATP. L'ultimo
metabolita che si forma dalla demolizione del glucosio è il piruvato, esso mediante un
meccanismo particolare, viene preso dal mitocondrio e dentro esso avvengono una
serie di reazioni biochimiche che vengono chiamate ciclo di krebs. Subito dopo il ciclo
di krebs si ha un fenomeno che porta alla produzione di una grande concentrazione
di H nello spazio tra la membrana esterna e interna del mitocondrio. Grazie a questa
+
alta concentrazione viene prodotto ATP.
Il glucosio preso dalla cellula attraverso la glicolisi viene trasformato in piruvato e
portato dentro al mitocondrio per entrare nel ciclo di krebs.
Si viene a formare un'alta concentrazione di H tra membrana interna e esterna del
+
mitocondrio. Su questa membrana vi è ATPasi che utilizza il gradiente di
concentrazione degli H e spinge quindi gli H verso la matrice (reazione esoergonica
+ +
favorita, passa da una soluzione più concentrata a una meno concentrata) e utilizza
quest'energia che si forma dalla reazione per formare ATP a partire da ADP+P.
ADP + P → ATP
L'ATP è essenziale per far avvenire le reazioni endoergoniche per esempio il trasporto
della pompa sodio-potassio. 69
Origine dei mitocondri: teoria endosimbiontica
Si pensa che una cellula ancestrale abbia inglobato un batterio con un metabolismo
aerobio: utilizzava l'ossigeno per creare ATP mentre la cellula aveva un metabolismo
anaerobio ossia utilizzava la CO per creare ATP. Il batterio è diventato il nostro
2
mitocondrio.
Osservazioni a favore della teoria:
Alcune osservazioni sono a favore della teoria endosimbiotica, vi sono infatti delle
somiglianze tra il mitocondrio ed i procarioti:
-composizione della membrana interna (non ha il colesterolo)
-le dimensioni dei mitocondri
-la struttura e dimensioni dei ribosomi
-hanno un genoma costituito da molecola di DNA circolare
-i mitocondri si dividono per scissione
Il mitocondrio deriva dall'inglobamento di una cellula eucariotica ancestrale di un
batterio.
Comunicazione intercellulare negli organismi procarioti:
La comunicazione intercellulare è fondamentale che possa avvenire negli organismi
pluricellulari. Tutto l'organismo è formato da molte cellule ma per l'omeostasi
dell'organismo devono collegarsi le une con le altre.
La comunicazione intercellulare regola diverse funzioni:
regola il differenziamento cellulare
regola la crescita e la divisione cellulare
regola i processi vita /morte cellulare
coordina le diverse attività cellulari
Le cellule comunicano tramite molecole di varia natura dette molecole segnale.
Esistono molti tipi di molecole segnale e portano il messaggio ad una cellula detta
cellula target.
A seconda della modalità con cui viene fatta la comunicazione e delle molecola
segnale prodotta si parla di vari tipi di comunicazione intercellulare:
-paracrina
-sinaptica
-endocrina 70
A seconda di quale tipo di comunicazione si parli anche le molecole segnale hanno
nomi diversi:
-paracrina → mediatore chimico
-sinaptica → neurotrasmettitore
-endocrina → ormone
Oltre alla cellula che produce la cellula segnale ci deve essere una cellula target sulla
cui superficie vi sono dei recettori (proteine) che possono interagire con la molecola
segnale. Se la cellula non ha il recettore non può rispondere alla molecola segnale.
Comunicazione paracrina: la molecola segnale è il mediatore chimico
Il mediatore chimico
viene detto locale
perché agisce a corto
raggio (sulle cellule
vicine)
La comunicazione
autocrina significa che
la cellula che produce il
mediatore chimico è
anche la stessa che
risponde a tale
mediatore chimico.
La comunicazione sinaptica: la molecola segnale è un neurotrasmettitore
Anche queste sono a corto raggio poiché la cellula target è subito vicina. Le cellule
nervose secernono i neurotrasmettitori, mediatori chimici a corto raggio, che
agiscono sulle sinapsi.
Le sinapsi si istaurano tra un neurone portante il messaggio (presinaptico) e un
neurone ricevente il messaggio (postsinaptico).
Lo spazio chi vi è tra
il neurone
presinaptico e il
postsinaptico è il
vallo sinaptico.
I neurotrasmettitori si
riversano nelle
sinapsi a dosi
elevate (500um).
Agiscono ad alte
concentrazioni. I
recettori con cui
interagiscono
hanno una bassa
affinità di legame
verso tali molecole. 71
La comuncazione endocrina: la molecola segnale è un ormone
Le cellule
endocrine
secernono gli
ormoni che
influenzano cellule
bersaglio anche
molto lontane.
Gli ormoni vanno
ad agire sulle
cellule che hanno
il recettore per
quell'ormone. La
caratteristica della
comunicazione
endocrina è che le
cellule target
possono essere anche molto lontane dalla zona in cui è stato prodotto l'ormone.
L'ormone viene molto diluito nella circolazione sanguigna quindi i recettori hanno
un'alta affinità di legame per gli ormoni (ne basta poco affinché la cellula possa
rispondere).
Tipi di ormoni:
Peptidici: insulina glucagone (pancreas), ossitocina vasopressina (ipotalamo), FSH -
folliclo stimolante- LH – ormone luteinizzante- (ipofisi)
Steroidei: cortisolo, progesterone, estradiolo, testosterone, diidro-testosterone
(derivano tutte dal colesterolo)
Catecolaminici: derivano dalla tirosina come per esempio adrenalina e
noradrenalina
Iodinati: tiroideo.
Gli ormoni steroidei derivano dal colesterolo: sono piccole molecole apolari.
72
Le giunzioni cellulari connettono cellule adiacenti:
Nei tessuti animali le cellule sono caratterizzate da strutture che le fanno aderire le une
alle altre, dette in generale giunzioni.
Le giunzioni possono essere di 3 tipi: accludenti, desmosomi e gap.
Giunzioni occludenti (o serrate): impediscono alle sostanze di passare negli spazi
tra le cellule.
Desmosomi: tengono unite le cellule adiacenti tramite connessioni stabili mediate da
proteine, tuttavia i materiali contenuti nelle cellule sono liberi di spostarsi nella matrice
extracellulare. Sono fonte di stabilità meccanica per i tessuti che, come la pelle,
devono sostenere forti stress fisici.
Giunzioni gap: sono dei canali che uniscono i pori nelle membrane di cellule
adiacenti consentendo il passaggio di sostanze tra le cellule. Passano solo piccole
molecole come, per esempio, l'AMP ciclico.
Le molecole segnale possono essere:
Idrosolubili: tutti i neurotrasmettitori, la maggior parte degli ormoni e dei mediatori
chimici locali.
Sono idrofilici per cui non possono attraversare la membrana plasmatica e
interagiscono quindi con le cellule rimanendo all'esterno.
Liposolubili: gli ormoni steroidei e tiroidei. Sono idrofobici ed attraversano il doppio
strato lipidico.
Le molecole segnale idrofiliche hanno recettori sulla membrana plasmatica, mentre
quelle lipofiliche hanno recettori intracellulari.
La membrana svolge un ruolo chiave nella risposta della cellula ai segnali:
Un segnale può consistere in uno stimolo fisico o chimico. Il semplice fatto che un
segnale sia presente non implica che troverà risposta da parte della cellula, per poter
rispondere deve possedere uno specifico recettore in grado di rilevare esattamente
quel segnale. Una volta attivato dal segnale, il recettore specifico innesca all’interno
della cellula una serie di passaggi chiamati nel complesso via di trasduzione del
segnale, una sequenza di eventi molecolari e di reazioni chimiche che porta alla
73
risposta cellulare a un dato segnale.
La capacità delle cellule di recepire gli stimoli è cruciale per l’omeostasi.
Le cellule sono esposte ad una gamma di segnali e possono fornire risposte differenti:
I segnali chimici non sempre sono di origine endogena, a volte infatti provengono
dall’ambiente esterno. Perché l’informazione veicolata da un segnale sia trasmessa a
una cellula, la cellula bersaglio deve essere in grado di recepire il segnale e di
rispondere ad esso.
Soltanto le cellule dotate dei recettori specifici sono in grado di rispondere a
determinati segnali.
Una via di trasduzione del segnale è costituita tipicamente da un segnale, un
recettore e una risposta.
Le vie di questo tipo variano negli specifici passaggi che le compongono ma
condividono tutte uno stesso meccanismo comune: la regolazione allosterica.
La regolazione allosterica implica una modificazione della forma tridimensionale di
una proteina, come risultato del legame di un’altra molecola su un sito diverso dal sito
attivo della proteina stessa.
Una via di trasduzione del segnale può terminare con una risposta a breve termine,
come l’attivazione di un enzima, oppure a lungo termine, come un cambiamento
dell’espressione genica.
Le proteine di membrana svolgono la funzione di recettori:
La molecola segnale ha una forma che si adatta perfettamente a un sito
tridimensionale posto nella proteina del recettore corrispondente: una molecola che
si lega in questo modo a un recettore prende il nome di ligando. Il legame del ligando
provoca un cambiamento della forma tridimensionale del recettore che innesca la
risposta delle cellula. In molti casi il recettore ha una funzione enzimatica (si parla di
dominio catalitico), con il sito attivo sul lato citoplasmatico della membrana. Quando
si lega al recettore il ligando funge da regolatore allosterico, facendo in modo che il
sito attivo del dominio catalitico venga a trovarsi esposto.
Di solito il ligando non viene metabolizzato e il suo ruolo è semplicemente quello di
“bussare alla porta” della cellula.
I recettori (R) si legano ai loro ligandi (I) in modo non covalente, secondo la legge di
azione di massa valida nelle reazioni chimiche: il legame è quindi reversibile.
Anche un inibitore può legarsi ad un recettore, impedendone così il legame con il
normale li