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ORGANULI INTRACELLULARI
Nucleo
Il nucleo è l’organulo che differenzia le cellule procariotiche dalle M
eucariotiche, ed è il più visibile all’interno delle cellule. Non ha una G
struttura costante, poiché nella cellula subisce modificazioni 2 G 1
durante il ciclo cellulare, ma generalmente ha una forma
rotondeggiante. Nel nucleo avvengono tutte le attività del
genoma e serve anche a proteggere il DNA dal citoplasma. G 0
Generalmente, il nucleo, si trova nella regione centrale del S
citoplasma, ma nelle cellule secernenti si trova in posizione basale.
È formato da involucro nucleare, lamina nucleare, matrice Il ciclo cellulare consiste in 4 fasi (le
nucleare, nucleolo, ed è in continuità con reticolo prime 3 dette interfase) che si ripetono,
endoplasmatico. con durata complessiva di 24 h:
fase G (11 h), dove la cellula è
Involucro nucleare (o carioteca). 1
metabolicamente attiva, ovvero fa
È costituito da una doppia membrana: una membrana esterna e quei processi necessari per la
una membrana interna. Le due membrane sono in continuità, ma sopravvivenza,
separate tra loro da uno spazio perinucleare. fase S (8 h), dove la cellula
La membrana esterna è in continuità con il reticolo sintetizza il DNA, ovvero duplica il
endoplasmatico, e spesso presenta dei ribosomi. suo materiale genetico,
Le due membrane, in alcuni punti (circa il 20-30% della superficie), fase G (4 h), fase di preparazione,
si fondono creando uno spazio libero, detto poro nucleare, che 2
fase M (1 h), o mitosi, la cellula si
permette il passaggio di alcune molecole. divide.
Appunto il complesso del poro nucleare, così chiamato il “foro”
che permette la comunicazione tra nucleo e citoplasma, presenta
una struttura di natura proteica altamente organizzata. È formato da due
anelli concentrici, che a loro volta sono costituiti da 8 proteine poste in
maniera simmetrica attorno al poro, sono presenti anche otto raggi che
si dirigono verso il centro raggiungendo un’unità, denominata
trasportatore perché appunto responsabile del movimento delle
macromolecole. Ci sono delle proteine che si estendono dal bordo verso
lo spazio perinucleare che fungono come ancoraggio, e inoltre otto fibre
si estendono dagli anelli (sia verso il nucleoplasma che verso il
citoplasma) formando una sorta di cesto.
Attraverso il poro passano spontaneamente (trasporto passivo) piccole
molecole e la velocità di ingresso delle particelle dipende dalle loro
dimensioni, mentre per quanto riguarda le subunità dei ribosomi e mRNA
vengono trasportate tramite dei recettori (trasporto attivo).
Lamina nucleare
È una sottile e densa rete di filamenti insolubili, costituiti da tre tipi di proteine, dette lamine nucleari A, B e
C. Hanno un dominio centrale a forma di bastoncino fiancheggiato da due domini globulari, e queste
formano dimeri che si assemblano con altri dimeri a formare tetrameri, e poi filamenti. Quando i dimeri
sono fosforilati, non si forma la lamina, come nella profase 2 della mitosi si ha un disassemblamento. La
lamina nucleare ha una funzione di sostegno, dove si attacca la cromatina periferica.
Matrice nucleare
Funziona come scheletro e ancoraggio per sistemi di duplicazione e trascrizione, e costituisce
un’impalcatura per le fibre di cromatina (→ per la cromatina vedi riassunto sugli acidi nucleici).
Nucleolo
È una struttura sprovvista di membrana, ma con contorni sufficientemente definiti. Il nucleolo è la sede
della sintesi dei ribosomi e quindi rRNA. Costituito da due regioni: regione fibrillare, dove si creano le anse
del DNA che contengono i geni per gli rRNA (NOR) che sono presenti in tandem in circa 300-400 copie
distribuite sui cromosomi 13, 14, 15, 21 e 22; e la regione granulare, che contiene le subunità dei ribosomi a
vari gradi di maturazione. 14
Reticolo endoplasmatico (RE)
È un organulo in continuità con l’involucro nucleare. Ha una struttura a
cisterne, sacculi e tubuli anastomizzate tra loro, e ognuno di questi
elementi membranosi delimita, al proprio interno, uno spazio che
costituisce il lume delle singole strutture.
Si divide in:
Reticolo endoplasmatico liscio (SER)
È costituito da membrane sottoforma di tubuli privi di ribosomi. Nelle
membrane sono inclusi enzimi che intervengono nella sintesi di steroidi,
fosfolipidi, glicolipidi. Inoltre ha anche una gunzione di detossificazione
da farmaci (xenobiotici) che vengono resi meno pericolosi attraverso
idrossilazione, e anche ha una funzione di deposito di Ca , infatti il SER
2+
sequestra CA dal citosol, detto anche secondo messaggio.
2+
È molto abbondante nei tessuti, soprattutto nei muscoli (per la necessità di accumulare e rilasciare Ca , e
2+
si chiama reticolo sarcoplastico), nelle cellule endocrine che producono ormoni steroidei e nel fegato.
Reticolo endoplasmatico ruvido (RER).
È costituito da una serie di cisterne appiattite, interconnesse e ricoperte da ribosomi. Infatti la principale
funzione è quella di sintesi delle proteine e rielaborazione delle stesse, rendendole glicoproteine. Inoltre
accelera la formazione della struttura terziaria delle proteine e ponti di solfuro.
Le modificazioni che possono essere:
N-glicosilazione, ovvero l’aggiunta di un’oligosaccaride preformato, trasferito in blocco sull’NH della
2
asparagina, grazie all’oligosaccaride transferasi;
O-glicosilazione, ovvero l’aggiunta di un olisaccaride ai gruppi OH di serina o treonina;
Ponti di solfuro, per esempio l'insulina. Questa viene prodotta in una forma immatura detta
preproinsulina ed è fatta da varie parti: una coda N-terminale (detta sequenza segnale), un tratto
peptidico, un tratto di peptide C e subito dopo un tratto C-terminale. Nel RE viene tagliata la parte
relativa al N-terminale, e il prodotto assume il nome di proinsulina, in cui vengono a formarsi dei punti di
solfuro tra il tratto peptidico e il tratto C-terminale. Si dice che ha subito un taglio proteolitico, ovvero la
rimozione di una parte della proteina rompendo il legame peptidico. Quando la proteina formata
passa nell’apparato di Golgi, abbiamo un nuovo taglio in corrispondenza dei due tratti e, grazie ai
ponti di solfuro, i peptidi rimangono uniti e formano l’insulina, con eliminazione del peptide C.
Ancoraggio delle proteine a glicolipidi (ovvero formato da una parte lipidica che lo fa rimanere
attaccato alla membrana, e una parte glucidica, vale a dire gli zuccheri). La proteina che rimane
attaccata alla membrana, viene tagliata e successivamente
ancorata ad un glicolipide, il glicosilfosfatadil inositolo (GPI).
Le proteine sintetizzate dai ribosomi liberi sono destinate al RE, al nucleo,
ai perossomi e ai mitocondri mentre le proteine sintetizzate al RER,
possono andare al RE, all’apparato di Golgi, ai lisosomi, alla membrana
plasmatica o extracellulare (proteine secretorie).
Le proteine sintetizzate al RER partono dal citoplasma, ad un certo
punto della sintesi si avrà una specifica sequenza (detta segnale) a cui
si legherà SRP (particella del riconoscimento segnale) che farà fermare
la sintesi. Dopodiché il ribosoma con la catena polipeptidica si sposterà
sul RER e, ben ancorato, finirà la sintesi iniziata. Il RER è molto
abbondante nelle cellule che producono ormoni proteici.
Il reticolo endoplasmatico è in continua comunicazione con l'apparato
di Golgi, perché emergono vescicole di trasporto, e queste contengono il materiale prodotto nel RE
(qualsiasi cosa che viene prodotta dal RE non viene mai messo libero nel citoplasma).
Dall'apparato di Golgi si originano le vescicole che vanno ad altre destinazione: extracellulare, a formare
lisosomi, possono anche dirigersi verso membrana plasmatica e così, le proteine del RE diventano proteine
di membrana.
Meccanismo generale origi nazione delle vescicole (Comunicazione compartimento all'altro). L'organulo è
fatto da membrane, che nel lume contengono delle proteine solubili, la membrana inizia a fare delle
estroflessioni, sempre più marcate fino a creare una strozzatura è da questa si staccherà la vescicola, che
avrà all’interno le proteine solubili (ovvero il materiale prodotto). Per prendere contatto con apparato di
Golgi, la membrana della vescicola si fonderà con la membrana dell'altro organulo e quindi permette il
passaggio del materiale. 15
Apparato di Golgi.
È formato da delle cisterne delimitate da una membrana, che si estendono per un certo tratto del
citoplasma e si dirigono verso la membrana citoplasmatica. A differenza del SE ogni cisterna è separata
fisicamente l'una dall'altra, ma tra ogni cisterna c'è comunicazione tramite vescicole.
L’apparato di Golgi ha due facce diverse: quella rivolta verso il RE è chiamata faccia cis, mentre la parte
rivolta alla membrana plasmatica si chiama faccia trans, mentre la parte intermedia è detta mediale.
L’apparato svolge la funzione di o-glicosidazione, continuo rimaneggiamento della parte glucidica
sintetizzata a livello del RE.
Ci sono particolari proteine, detti enzimi lisosomiali, che passano dal RE all’apparato di Golgi e che
vengono glicosilati al livello del RE (diventando glicoproteine) a cui viene attaccato al mannosio, al livello
del Golgi, un gruppo fosfato, che non è altro che un’etichettatura, è un modo per riconoscerlo e non far
modificare il mannosio (detto poi mannosio-6-fosfato)
Nel RE si formano proteine solubili e trasmembranali e le vescicole che devono trasportarle avranno
all’interno si l'una che l'altra. Questa vescicola prenderà contatto con l'apparato di Golgi, a questo punto,
dopo delle modificazioni, dalla cisterna del Golgi si ricreerà un’altra vescicola che arriverà ad emergere
dal lato trans ed avrà entrambe le vescicole.
Quando questa si fonderà con la membrana plasmatica, avremmo che le proteine solubili vengono
rilasciate all'esterno, mentre le trasmembranali rimangono nella membrana con il lato dello zucchero rivolto
verso l’esterno.
Questo meccanismo che riguarda il rilascio all'esterno di materiale, viene chiamata secrezione. Ne esistono
due tipi: costitutiva (è una via classica, costante, che avviene sempre) e regolata (avviene soltanto in
risposta ad un certo segnale ormonale che proviene dall'esterno verso la cellula).
Tutte le vescicole sono rivestite da proteine, per esempio dal RE
all’apparato di Golgi le vescicole sono rivestite da proteine che
si chiamano COPII, mentre quelle che vanno dall’apparato di
Golgi al RE si chiamano COPI.
(Se la proteina ha l'estremo NH verso il lume della vescicola,
quando è fusa nella membra