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SS.Radici e tuberi: la patata che ha il 20% di SS con il 60% di amido e poche proteine. Queste però devono essere cotte, eliminato il germoglio e le parti verdi da che contengono la solanina, alcaloide glicosidico tossico. La buccia è la parte che ne contiene di più. Se crude non sono adatte ai monogatstrici dato che appena entrate nell'organismo producono acido citrico. Per conservarla si pelletta. La manioca è una pianta tropicale che contiene il 75/80% di amido ma ha un glicoside cianogeno chiamato linamarina. Il suo sfarinato si chiama tapioca. La carruba invece ha il 2% di amido ma il 45% di zuccheri solubili. I glucosidi cianogeni sono una classe di sostanze vegetali costituita da una parte zuccherina e una non che per idrolisi producono acido cianidrico letale superata la dose di 0,5/3,5 mg/kg di peso corporeo. I principali sono amigdalina nel nocciolo, linamarina e durrina. I sottoprodotti della lavorazione di prodotti di origine vegetale: Buona parte dei

Concentrati deriva da trasformazioni commerciali. Vengono separati i semi per avere farine più o meno pregiate. Una delle industrie più importanti è la Molitoria. In essa viene diviso il seme in crusca (10%), cruschello (5%), tritello (4%), farinetta e farinaccio (3%), bassa (2%) e farina (75%). Le parti di scarto vengono date agli animali. La farina che si ottiene avrà proteine basse (5-18%) e amido in aumento da crusca a farina e fibra in diminuzione (da 40 a 20).

Dallo zucchero derivano i distillers, sono gli scarti della produzione di liquori e possiedono molto zucchero. Le trebbie sono ottenute dalla distillazione alcolica o dalla birra con il 25-30% di proteine. La birra è ottenuta dal seme in germinazione che distrugge amilosio e amilopectina. Le polpe e il melasso da barbabietola avranno zucchero grezzo e bianco. Le polpe possono essere umide e secche dato che per la conservazione sono insilate o essiccate. Il melasso ha il 25% di acqua e il 65% di zuccheri.

Il melasso si usa per distillare e fermentare i lieviti. Il melasso da canna da zucchero si usa nell'ambiente zootecnico dato che è molto ricco di cellulosa. Dalle piante invece abbiamo l'olio vegetale usato in coltivazioni primarie industriali per diversi scopi, nei monogastrici per dare energia ad alta digeribilità e nei poligastrici è protetto dalla degradazione ruminale per aumentare l'energia assorbita a livello intestinale. Le colture oleaginose sono soia, colza (ma contiene una sostanza secca quindi non è usato direttamente), girasole, arachide, ricino, sesamo e cotone. Per alcuni di questi è necessario effettuare la fioccatura o tostatura per eliminare fattori antinutrizionali.

I sottoprodotti della lavorazione di prodotti di origine animale sono il siero e il grasso. Il siero di latte contiene sieroproteine, lattoalbumine, lattosio e acqua. Può essere dolce presamico o acido lattico. Se fresco contiene il 6% di SS, se condensato

Il 30-35% di SS, se secco in polvere invece il 90-95% di SS. Questo è difficile da smaltire infatti è vietato gettarlo in giro. Si smaltisce grazie ad animali che lo mangiano come i suini. Il problema è che durante gli anni la produzione di latte è aumentata ma quella di suini è rimasta costante così il siero non viene smaltito del tutto. Il siero ha proteine facilmente digeribili e si usa per l'alimentazione dei ruminanti. Il sego dal bovino o strutto da suino è ottenuto dalla lavorazione delle carni al macello e viene preso in particolare dal grasso addominale e sotto la pelle. A temperatura ambiente è solido per via degli acidi grassi saturi a media catena. Questo permette di non influire sulla degradazione ruminal. Altri concentrati energetici sono il pastazzo di agrumi dato dal residuo di agrumi e marcomele ottenuti dal residuo di succhi che danno molta sostanza secca ma basso valore proteico. I concentrati proteici:

I concentrati proteici vengono usati perché sono digeribili sia nel rumine che nello stomaco e nell'intestino, aumentando così la quota di proteine nella dieta. Le proteine disponibili a livello intestinale sono quelle che arrivano all'intestino tenue, liberando aminoacidi. Solo se le proteine sono divise riescono a liberare aminoacidi. Nella vacca, una parte delle proteine deriva dall'intestino, l'altra dai microrganismi. Per aumentare le proteine nel latte, non vengono date più razioni proteiche, ma deve essere facilitato lo sviluppo dei microrganismi nel rumine, che producono aminoacidi da azoto ed energia fermentescibile. Dato che l'energia si ottiene in particolare da amido e zuccheri, dovranno essere usati in modo equilibrato nella dieta dell'animale.

I concentrati possono essere coltivati nell'azienda stessa. Questi si ottengono da foraggi proteici (di medica, pisello, fava e favino), granelli interi (di soia, girasole, favino o lino) o sottoprodotti delle

Coltivazione oleo-proteaginose (di soia, girasole, lino e cotone) spesso acquistati dall'estero.

I concentrati semi-interi di origine vegetale si ottengono da semi interi di soia, girasole, arachide, colza, fava, favino, lino, lupino e pisello proteico. Poi ci sono anche il cotone con il 22% di proteine e 44% di fibra e erba medica disidratata con 18-20% di proteine SS (la disidratazione è veloce quindi le proteine restano).

L'aumento nella dieta di proteine e fibra serve al fabbisogno della vacca.

I sottoprodotti dell'industria dell'olio rappresentano una parte molto ricca del prodotto. L'olio viene estratto tramite la spremitura meccanica lasciando un residuo del 4,6% sull'estratto etereo. Questo procedimento può essere fatto in modo discontinuo ottenendo il pannello oppure in modo continuo ottenendo l'expeller. Un altro metodo è l'estrazione con solventi, dove questi si usano per estrarre l'olio dal prodotto dopo aver decorticato.

Laminato e usato il vapore sul prodotto. In questo caso il residuo sarà solo lo 0,5-1%. Oltre all'olio il secondo caso ci permette di ottenere farine da estrazione. Le farine derivate da oleaginose sono in particolare date dalla soia. Questa è la più usata nel mondo e anche la più cara. Ha il 44% di proteine grezze oppure 48% di sostanza sul tal quale. La fibra arriva fino al 15% SS e ha un elevato valore biologico. Su questa vengono fatti dei trattamenti termici e meccanici successivi per aumentare le proteine. La farina di arachide invece non è più utilizzata perché è una pianta che tiene a proteggere il baccello, fatto da due o tre semi, sottoterra per evitare che venga danneggiato da sbalzi termici. Quando viene raccolto una parte della terra rimane attaccata e potrebbe far sviluppare le aflatossine. Per questo se venisse dato alle vacche le aflatossine verrebbero assorbite per poi arrivare nel fegato ed essere liberate nel latte.

Dato che questi semi vengono coltivati in particolare in Marocco e Asia, dopo aver analizzato diverse partite, nella maggior parte sono state trovate le tossine. Per ottenere la farina vengono decorticate e possiedono il 55% di proteine e il 18% di fibra. La farina del girasole è ottenuta dal seme decorticato e ha il 30-40% di proteine sulla SS e il 30-45% di fibra. Questa ha un buon valore biologico e necessita di trattamenti successivi. Il pannello di lino è molto appetibile e da un effetto rinfrescante. La percentuale delle proteine contenute è 35% e la fibra 25%. Questa oleaginosa ha il problema della linamarina, un glucoside cianogenetico che produce cianuro (infatti vanno tostati). Inoltre i grassi contenuti all'interno sono insaturi quindi c'è molto pericolo di irrancidimento. I sottoprodotti dell'industria del mais sono ottenuti tramite la macerazione a umido (50% di acqua, 50°C per 36-48h). Si ottiene la crusca, dal germe si ricava olio.

pannello di germe con il 22% di proteinee dalla granella avremo amido e glutine. Il glutine ci permette di ottenere semola glutinata con 25% di proteine, farina glutinata con 40% di proteine e glutine di mais con 60% di proteine.

I concentrati proteici di origine animale hanno elevate quantità di proteine e aminoacidi ma dopo il fenomeno della mucca pazza non possono più essere utilizzati per i ruminati. Quelli vietati sono il concentrato di sangue con 97% di proteine e la farina di carne, ossa. Sono usati invece la farina di pesce con 65-70% di proteine grezze e quella di aringhe con 75% di proteine. Oltre a questo, è stato anche vietato di somministrare ad un animale un prodotto fatto con un coetaneo.

I MANGIMI sono molto usati dato l'elevato numero di vacche in azienda e l'impossibilità di procurare solo prodotti coltivati nel proprio terreno zootecnico. Si tratta di un miscuglio di materie prime fatto in mangimificio che è l'industria

alimentare degli animali. Questi si dividono in mangimi complementari da abbinare ad altro, se hanno proteine inferiori al 25%, altrimenti viene definito nucleo proteico trovato sotto forma di pellet o sfarinati. L'unione e lo studio di concentrati di diversi nutrienti ha l'obiettivo di perfezionare la razione alimentare, così da ottenere maggiore redditività data la superiore produzione di latte. Per farlo si devono conoscere i fabbisogni alimentari di SS, energia, proteine e fibra, conoscere gli alimenti e le loro caratteristiche e usare diversi tipi di alimenti che raggiungano i fabbisogni. Quest'ultimo punto ci dice che deve esserci un giusto rapporto tra foraggi e concentrati, ottimizzare la razione e verificarla. Per studiare il pasto si usano programmi di ottimizzazione scegliendo quelli meno costosi. Si studia anche la produttività media ideale, peso vivo, ripartizione nei gruppi, stima dell'ingestione e dei fabbisogni nutritivi, disponibilità e.

Analisi delle materie prime e la risposta degli animali al cambio della razione. L'unione tra foraggi, concentrati e sottoprodotti forma un pasto perfetto per l'animale. Questo viene tritato per evitare che la vacca faccia distinzioni. Oltre allo studio, si sta sempre più meccanizzando l'intero allevamento. L'unifeed è una tecnica inventata dagli israeliani. Questi hanno terreni di proprietà di ebrei ortodossi per i quali il sabato, per religione, non si fa nulla. Per questo hanno inventato un metodo per mungere le mucche non manualmente.

Miglioramento genetico: Dagli anni '50 si è iniziato a studiare un metodo per migliorare geneticamente la razza bovina. I bovini da latte e quelli da carne sono stati differenziati per creare animali specifici, adatti al loro ruolo. Se il bovino è da latte avrà una forma a tronco di cono con sezione ovale. Essa avrà una spiccata femminilità.

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Publisher
A.A. 2019-2020
47 pagine
2 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/16 Microbiologia agraria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher NinaRottigni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia animale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Tamburini Alberto.