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 PRINCIPIO DI NON MALAFICIALITA’

Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale

consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.

In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno

volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e

schiavi.

Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli

uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.

 PRINCIPIO DI RISERVATEZZA, esisteva già allora il segreto professionale.

Oggi sono poi sempre presenti dei temi antichi, ma rivisitati e adattati alle implicazioni aggiuntive

delle nuove tecnologie e dell’indiscusso protagonista del mercato: il denaro che, ormai, regola

qualsiasi azione e decisione. Per esempio i test genici hanno amplificato il concetto di segreto

professionale, che non riguarda più solamente il paziente in cura, ma anche tutta la famiglia

biologica a cui esso appartiene; oppure esistono oggi tecniche per tenere in vita delle persone

anche per decenni, ma si tratta di una vita vegetale. È giusto far vivere delle persone in questo

modo? L’eutanasia, in questo caso si potrebbe attuare?

La bioetica è in stretto legame con lo sviluppo della scienza, che spesso è molto ambigua. Rodotà

definisce le nuove tecnologie “le tecnologie della libertà”, poiché esse offrono nuove possibilità,

nuove scelte e liberano dal dolore, dalla malattia, dalla sessualità praticata con timore, dalla

procreazione temuta come una maledizione. Le nuove tecnologie, però, portano anche delle

prigionie e sofferenze, come nel caso del signor Welby: aveva una malattia invalidante che non gli

permetteva di avere una vita normale, ma gli è stato vietato di morire, anche se questo era il suo

desiderio.

Nella scienza vi sono delle ambiguità profonde e forti, uomini della chiesa, come Hans Kung, il

quale afferma di voler essere lasciato morire quando sarà il momento.

La nascita della bioetica attuale può essere fatta risalire a tre momenti chiave della storia:

1. 460-370 a.C. Giuramento di Ippocrate (Primum non nocere, fare del bene,

segreto professionale)

2. 1946 Codice di Norimberga (Principio di autonomia)

3. Anni ’70 Van Rensselaer Potter e i suoi tre libri.

Il Codice di Norimberga fu stilato in un momento storico in cui vi era l’estrema necessità di porre

dei limiti e delle regole per tutelare la salute e la vita degli uomini, di tutti gli uomini, anche quelli

portatori di un qualche handicap o malattia invalidante. Nel 1946 si era appena conclusa la

seconda guerra mondiale, un periodo di estrema sofferenza in cui i tedeschi si erano anche

ritenuti in diritto di poter “giocare” con la vita di altri uomini: avevano compiuto ogni genere di

sperimentazione su bambini e uomini affetti da una qualche patologia invalidante, esseri umani

considerati imperfetti, utili solo alla sperimentazione scientifica. Si sentì così il bisogno, la

necessità, di stilare un codice che tutelasse ogni singola persona, che affermasse la supremazia del

singolo sugli interessi della scienza e della società. Si stabilì il primato dell’essere umano. Il Codice

di Norimberga si apre infatti col principio secondo cui “nessuna sperimentazione può essere

effettuata senza il consenso della persona”. Emerse per la prima volta quella che noi oggi

chiamiamo la volontarietà del trattamento.

 PRINCIPIO DI AUTONOMIA DELLA PERSONA

CODICE DI NORIMBERGA (1946)

1. Il consenso volontario del soggetto umano è assolutamente essenziale. Ciò significa che la

persona in questione deve avere capacità legale di dare consenso, deve essere in grado di

esercitare il libero arbitrio senza l'intervento di alcun elemento coercitivo, inganno, costrizione,

falsità o altre forme di imposizione o violenza; deve avere sufficiente conoscenza e comprensione

degli elementi della situazione in cui è coinvolto, tali da metterlo in posizione di prendere una

decisione cosciente e illuminata. Quest'ultima condizione richiede che prima di accettare una

decisione affermativa da parte del soggetto dell'esperimento lo si debba portare a conoscenza

della natura, della durata e dello scopo dell'esperimento stesso; del metodo e dei mezzi con i quali

sarà condotto; di tutte le complicazioni e rischi che si possono aspettare e degli effetti sulla salute o

la persona che gli possono derivare dal sottoporsi dell'esperimento. Il dovere e la responsabilità di

constatare la validità del consenso pesano su chiunque inizia, dirige o è implicato nell'esperimento.

E' un dovere e una responsabilità che possono essere impunemente delegati ad altri.

2. L'esperimento dovrà essere tale da fornire risultati utili al bene della società, e non altrimenti

ricavabili con mezzi o metodi di studio; la natura dell'esperimento non dovrà essere né è casuale né

senza scopo.

3. L'esperimento dovrà essere impostato e basato sui risultati della sperimentazioni su animali e

sulla conoscenza della storia naturale del morbo o di altri problemi allo studio, cosicché risultati

antecedenti giustifichino lo svolgersi dell'esperimento.

4. L'esperimento dovrà essere condotto in modo tale da evitare ogni sofferenza o lesione fisica o

mentale che non sia necessaria.

5. Non si dovranno condurre esperimenti ove vi sia già a priori ragione di credere che possa

sopravvenire la morte o un'infermità invalidante, eccetto forse quegli esperimenti in cui il medico

sperimentatore si presta come soggetto.

6. Il grado di rischio da correre non dovrà oltrepassare quello determinato dalla rilevanza

umanitaria del problema che l'esperimento dovrebbe risolvere.

7. Si dovrà effettuare una preparazione particolare, e particolari attenzioni dovranno essere usate

al fine di mettere al riparo il soggetto dell'esperimento da possibilità anche remote di lesione,

invalidità o morte.

8. L'esperimento dovrà essere condotto solo da persone scientificamente qualificate. Sarà richiesto

il più alto grado di capacità e attenzione in tutte le fasi dell'esperimento a coloro che lo conducono

o vi sono comunque coinvolti.

9. Nel corso dell'esperimento il soggetto umano dovrà avere la libera facoltà di porre fine ad esso

se ha raggiunto uno stato fisico o mentale per cui gli sembra impossibile continuarlo.

10. Durante l'esperimento lo scienziato responsabile deve essere pronto a interromperlo in

qualunque momento se è indotto a credere in buona fede , dopo una ponderata riflessione con

tutte le sue facoltà, che la continuazione dell'esperimento comporterebbe probabilmente lesioni,

invalidità o morte per il soggetto umano.

Negli anni ’70, Potter, un medico oncologo e ricercatore, scrisse tre libri, che segnarono la nascita

della Bioetica Moderna: 1) The Science of Survival (1970)

2) A Bridge to the Future (1971)

3) Global Bioethics (1988)

In questi volumi Potter cerca di definire la Bioetica e gli ambiti in cui essa opera. La bioetica NON E’

UNA SCIENZA, non è un accordo intersoggettivo pubblico, raggiunto tramite il metodo

sperimentale, che si instaura in un determinato momento storico. In essa non esiste il metodo

sperimentale, non è in grado, la bioetica, di dire se un’affermazione si corretta o sbagliata, non le è

possibile convalidare le proprie risposte. La bioetica consiste in una serie di opinioni e non c’è

modo di stabilire se l’opinione di una persona sia più corretta o meno di quella di un’altra, ogni

singolo individuo ha le proprie opinioni.

BIOETICA = è lo studio del comportamento umano nell’ambito del vivente (bios), alla luce di

principi e di valori morali.

La bioetica cerca quindi di argomentare, di dare un’opinione riguardo a determinati argomenti che

interessano l’uomo e i suoi rapporti con la società e con l’intero ambiente che lo circonda. Si

possono distinguere tre principali ambiti nella bioetica:

1) ETICA MEDICA come si comporta l’uomo con gli altri uomini (donazione degli organi,

clonazioni, eutanasia, banche dati, obiezione di coscienza, …)

2) ETICA ANIMALE come si comporta l’uomo nei confronti degli altri esseri viventi

(alimentazione, allevamento intensivo, sperimentazione animale, clonazione, …)

3) ETICA AMBIENTALE come si comporta l’uomo nei confronti dell’ambiente (OGM, …)

La bioetica moderna nasce negli anni ’70, quando erano in corso i primi esperimenti sulla

ricombinazione genica, quando si è assistito all’incredibile sviluppo delle biotecnologie e di altre

nuove tecnologie scientifiche. Nel primo libro, Potter definisce la bioetica come la scienza della

sopravvivenza, ma non una scienza nel senso stretto della parola: la bioetica è una sorta di

“tecnica” che può aiutare la sopravvivenza dell’uomo sulla terra. Infatti, con l’evoluzione delle

biotecnologie, si ebbe paura, timore, che un loro sviluppo incontrollato, senza alcun principio

morale, avrebbe potuto compromettere l’esistenza dell’uomo sulla Terra; si aveva paura di una

bomba biologica.

La bioetica cerca di rispondere alla domanda “Si fa ciò che si può?” e si chiede se quello che si fa

sia o meno moralmente accettabile. Pone quindi dei problemi morali, li rende evidenti a chi non se

li era mai posti e cerca di argomentare e mettere in discussione quelle che alcuni ritenevano

certezze. La bioetica si pone quindi come un ponte tra due culture, tra la cultura UMANISTICA e

quella SCIENTIFICA-TECNICA.

I tre ambiti dell’etica non sono scollegati, ma sono in stretto rapporto tra di loro, vi è un forte

legame tra l’uomo e l’intero ambiente che lo circonda. Per esempio, lo sviluppo di un farmaco

richiede diverse fasi di sperimentazione che coinvolgono prima di tutto gli animali, solo in una

fase successiva l’uomo.

Vi è quindi una tensione tra il fattibile e il faciendum; la bioetica non è una bacchetta magica, ma

ha come obiettivi:  Porre problemi a chi non se li era posti;

 Chiarire le idee;

 Confronto di opinioni.

Soprattutto non vuole mettere dei paletti, non vuole arginare la scienza: il suo obiettivo principale

è mettere in discussione, argomentare i vari aspetti di una nuova scoperta scientifica e gli effetti

che essa ha sull’uomo e sull’ambiente.

Lo scopo della bioetica non è

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Publisher
A.A. 2015-2016
24 pagine
2 download
SSD Scienze mediche MED/02 Storia della medicina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chicca143 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bioetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Ciliberti Rosagemma.