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Uno dei pilastri della bioetica è l’autonomia del paziente. Nel contesto del trapianto, questo si traduce nella
necessità di un consenso chiaro e informato alla donazione degli organi. In molti Paesi vige il principio del
consenso esplicito, in altri quello del silenzio-assenso. Ma qualunque sia il modello adottato, è fondamentale che
sia garantito il rispetto della persona e delle sue convinzioni, anche post mortem. Ogni persona ha il diritto di
decidere del proprio corpo, anche dopo la morte. Tuttavia, affinché questa autonomia sia reale, deve essere
accompagnata da una corretta informazione. È necessario quindi che le istituzioni investano in campagne di
sensibilizzazione, affinché ogni cittadino possa comprendere, riflettere e scegliere consapevolmente. La bioetica,
in questo senso, è alleata della legge: entrambe mirano a tutelare la libertà e la dignità della persona. Non si può
pretendere che le persone si esprimano su una scelta tanto intima e delicata se non sono informate
adeguatamente. Gli organi sono una risorsa scarsa. Chi deve riceverli? Con quali criteri? In base a che priorità?
Sono domande a cui le società devono rispondere con trasparenza, equità e responsabilità. Gli organi sono una
risorsa limitata e devono essere allocati secondo criteri trasparenti, equi e scientificamente fondati. In Italia, il
Centro Nazionale Trapianti (CNT), in collaborazione con le Regioni, gestisce le liste di attesa in base a criteri
oggettivi come l’urgenza clinica, la compatibilità e il tempo di attesa. Ma la vera giustizia richiede anche
accessibilità. Non basta che il sistema sia equo sulla carta: occorre che sia realmente accessibile a tutti, senza
disparità economiche, geografiche o sociali. Non possiamo permettere che l’accesso al trapianto sia condizionato
da fattori economici, sociali o geografici. Ogni essere umano ha diritto alla stessa possibilità di cura,
indipendentemente dalla sua origine o dal suo status. La morte encefalica e il trapianto di organi ci pongono di
fronte a scelte che toccano il cuore della nostra umanità. Non sono solo decisioni mediche: sono scelte morali,
sociali e culturali. È un campo in cui la medicina tocca i confini della vita, e proprio per questo deve essere
guidata non solo dalla tecnica, ma anche dal rispetto profondo della persona umana. Abbiamo il dovere di
costruire un sistema in cui la tecnologia non superi la coscienza, dove la morte sia riconosciuta con rigore, ma
anche con rispetto, e dove il trapianto non sia solo un gesto clinico, ma un atto di solidarietà consapevole, reso
possibile da una cornice legale giusta, chiara e condivisa. Perché alla fine, il trapianto non è solo una questione
di organi: è una questione di umanità.
Riassunto parte del prete
L’autore inizia definendo l’essere umano come persona, un essere razionale, capace di autodeterminazione,
dotato di interiorità e libertà. Questo lo distingue dagli animali e dagli oggetti. Quando si parla di sessualità,
bisogna evitare di ridurre l’altro a semplice oggetto di uso o piacere. Amare, infatti, è l’opposto di “usare”: l’amore
riconosce l’altro come fine in sé, non come mezzo per il proprio piacere. L’impulso sessuale nell’uomo non è un
istinto cieco, come negli animali, ma una tendenza che l’uomo può gestire consapevolmente. Per questo è
soggetto a responsabilità morale. L’impulso sessuale, pur nascendo da una base biologica, ha un significato
esistenziale: è legato alla vocazione relazionale della persona e alla trasmissione della vita. L’autore critica
l’utilitarismo e la visione freudiana della sessualità, che riducono l’impulso a pura ricerca di piacere (libido), e
propone invece la norma personalistica, secondo cui la persona deve essere sempre trattata come un fine e mai
come un mezzo.
Capitolo 2 – La persona e l’amore
L’amore è analizzato come un rapporto interpersonale fondato sul riconoscimento del bene dell’altro. L’autore
distingue tre forme di amore: la compiacenza (attrazione verso il bene percepito nell’altro), la concupiscenza
(desiderio possessivo) e la benevolenza (volere il bene dell’altro). Solo quest’ultima forma realizza pienamente la
dignità dell’amore umano. Viene approfondito il concetto di reciprocità, che è essenziale per ogni amore
autentico. L’amore cresce passando dalla simpatia all’amicizia e culmina nell’amore sponsale, che unisce uomo
e donna in un legame totale, stabile e aperto alla procreazione. Il matrimonio è visto come la forma più compiuta
di questa unione, dove l’impulso sessuale si integra nel dono totale di sé.
Capitolo 3 – Analisi psicologica dell’amore
In questo capitolo l’amore viene analizzato nella sua dimensione psichica. Si parte dalla percezione e
dall’emozione, che sono le prime forme di contatto con l’altro. La sensualità è vista come una forza che orienta il
desiderio corporeo, mentre l’affettività stabilisce legami più stabili e profondi. L’autore sottolinea l’importanza di
integrare queste dimensioni – fisica, emotiva e razionale – per raggiungere una forma matura di amore. Il vero
amore non si lascia dominare dal sentimento momentaneo, ma si costruisce attraverso atti volontari e scelte
responsabili. È una realtà che coinvolge tutta la persona, nel suo corpo, nella sua psiche e nel suo spirito.
Capitolo 4 – Analisi morale dell’amore
Il quarto capitolo affronta l’amore dal punto di vista etico. L’autore rifiuta il relativismo morale e il situazionismo,
sottolineando che l’amore vero è sempre ancorato alla verità del bene. L’amore comporta una affermazione del
valore della persona, il riconoscimento dell’appartenenza reciproca, la scelta libera e responsabile e un impegno
stabile nel tempo. Si pone l’accento sull’importanza dell’educazione all’amore, come cammino verso la maturità
affettiva e morale. L’educazione deve aiutare le persone a riconoscere i falsi amori – quelli basati solo
sull’attrazione o sull’utilità – e a costruire relazioni che rispettino la dignità e la libertà dell’altro.
In sintesi, Mauro Oliva propone una visione della sessualità umana radicata nella dignità della persona, in
opposizione a visioni riduzionistiche e utilitaristiche. L’amore, nella sua forma più alta, è inteso come dono
reciproco, responsabile e fecondo, fondato sulla verità e sull’impegno. Il testo offre così una base solida per una
riflessione bioetica integrata e profondamente umana.
Riassunto bioetica in generale
La dispensa offre una panoramica approfondita della bioetica medica con un impianto filosofico e antropologico
che mette al centro la persona umana nella sua integrità fisica, psichica e spirituale. Il testo non si limita agli
aspetti tecnici della medicina, ma propone una riflessione sui fondamenti etici dell’agire medico, sulla dignità
umana e sul valore assoluto della vita.
1. Fondamenti antropologici e filosofici
L’uomo è presentato come un essere:
● Culturale: capace di trasformare la realtà e di creare significato.
● Libero: dotato di volontà e intelligenza, in grado di autodeterminarsi.
● Personale: un individuo unico e irripetibile, dotato di spiritualità.
L’autore propone una sintesi tra natura e cultura, tra determinismo biologico e libertà morale. L’essere umano è
corpo e spirito, capace di elevarsi oltre la materia grazie alla razionalità e alla libertà.
2. La dignità e il concetto di persona
La persona è definita come un essere sussistente di natura razionale (seguendo la tradizione di Boezio e
Tommaso d’Aquino). È un valore assoluto, mai un mezzo per altri fini. Da qui derivano:
● L’inviolabilità della vita umana dal concepimento alla morte naturale.
● Il rifiuto di ogni forma di riduzionismo biologico o utilitarismo.
Il testo approfondisce anche la pro-esistenza: la persona si realizza vivendo per gli altri, attraverso la solidarietà,
la prossimità e l’amore.
3. Medicina e personalismo
La medicina deve umanizzarsi, riscoprendo la centralità della persona. Il medico non può trattare il paziente
come semplice corpo o caso clinico, ma come essere completo. Questo impone un’etica del rispetto, della
responsabilità e del dialogo. La biologia e la medicina, pur trattando di organismi, devono tenere conto della
dimensione spirituale e della libertà della persona.
4. Etica e bioetica
L’etica è descritta come tensione verso il bene e realizzazione del sé. Due livelli si distinguono:
● Etica descrittiva: osserva i comportamenti morali di una società.
● Etica normativa: cerca di stabilire cosa è giusto o sbagliato.
La bioetica è una branca dell’etica normativa che si occupa delle implicazioni morali delle scienze della vita e
della salute. Si fonda su quattro principi:
● Rispetto della persona
● Beneficenza
● Non maleficenza
● Giustizia
5. Volontà, coscienza e responsabilità
Il testo sottolinea l’importanza della volontà umana, che spinge all’azione verso il bene, e della coscienza morale,
intesa come giudizio della ragione sul valore etico di un atto. L’uomo è responsabile delle sue azioni in quanto
libero e cosciente. La coscienza è il luogo interiore dove si riconosce il bene e si prende posizione etica. È il
fondamento della responsabilità morale e giuridica.
6. Gerarchia dei beni e valori bioetici
Viene proposta una gerarchia dei valori:
1. La persona umana nella sua totalità
2. I beni spirituali e morali
3. La vita fisica e la salute
4. L’integrità fisica
5. I beni relazionali e sociali
Le scelte etiche devono sempre partire dalla tutela della persona e della vita. La vita non può mai essere
sacrificata per motivi sociali, economici o ideologici.
7. ABORTO
L’aborto viene trattato come uno dei temi più delicati della bioetica. L’opera difende la vita umana dal
concepimento, sottolineando che l’embrione è già una persona umana in potenza e merita pieno rispetto. La
riflessione parte da un fondamento ontologico-personalistico: non è la funzionalità (coscienza, autonomia, ecc.) a
determinare la dignità umana, ma l’essere stesso della persona. L’aborto viene dunque giudicato moralmente
inaccettabile in quanto soppressione diretta di una vita innoce