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PROBLEMI ETICI
1) soggetto umano pre-nascita—>
Si parte sempre da come si intende il bisogna
stabilire quindi se è persona o non è persona e se ha caratteristiche intellettive,
razionali e neurologiche.Citando la bioetica cattolica l’embrione è persona già dal
concepimento mentre per la bioetica laica estrema è persona dalla nascita e che
prima sono giustificabili gli atti tesi a modificarla .La bioetica laica si appella al
principio di terapeuticità dicendo che è lecito compiere un intervento anche invasivo a
beneficio di quella persona per migliorarne la qualità di vita anche in futuro. Il CNB
(comitato nazionale per la bioetica) nel documento del 1996 ha provato a dare una
spiegazione scientifica dell’argomento cercando di mediare queste due ideologie
opposte: esso sostiene infatti che dal quattordicesimo giorno dal concepimento in poi
si formino nell’embrione determinate strutture embriologiche e delle specifiche
caratteristiche intellettive-razionali che lo rendono persona. Questa posizione del CNB
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non è una decisione esattamente intermedia in quanto il quattordicesimo è molto più
spostato verso il concepimento e quindi verso la bioetica cattolica.
2) non esiste una legge in cui ci sia scritto quando si può considerare persona, le leggi
sulla’IVG (interruzione volontaria di gravidanza) e sulla PMA sono le uniche due leggi
che ci permettono di avere basi etiche a cui attingere ma che non forniscono una
definizione di embrione.
3) Salvaguardia della vita e dell’identità genetica di ogni individuo: La qualità di vita di
ognuno di noi è un criterio assolutamente soggettivo ma allo stesso tempo anche
oggettivo. La qualità di vita può essere espressa come la possibilità di una persona di
realizzare le sue ambizioni concretamente quindi valutare se una persona ha tutti i
mezzi fisici, economici, psicologici per potersi realizzare a livello personale,
professionale, sociale. Possiamo inoltre definire la qualità di vita come avere una
libertà di scelta che si traduce in autonomia di fare ciò che si vuole nel lecito. Allo
stesso tempo, la qualità di vita resta un criterio estremamente soggettivo perché
ognuno lo interpreta in maniera personale. Risulta prioritario chiarire il criterio da
assumere per discriminare o sopprimere delle vite, considerando che qualcuno dice
che questo criterio potrebbe essere un’offesa al principio di uguaglianza e di uguale
dignità.
4) principio terapeutico:
Il è lecito compiere un intervento anche invasivo a beneficio
del soggetto vivente per correggere un difetto o eliminare una malattia non altrimenti
curabile. Infatti, come ogni terapia anche quella genica ha il suo fondamento e la sua
giustificazione.
DIAGNOSI PRENATALE
diagnosi effettuata sull'embrione o sul feto allo scopo di evidenziare eventuali patologie,
per lo più di natura genetica o malformativa, attraverso tecniche non invasive (es:
ecografia) o tecniche invasive (es: amniocentesi, funicolocentesi...).
Per le tecniche invasive l’autorizzazione è in mano alla madre, queste tecniche vengono
valutate analizzando i rischi di aborto e dell’affidabilità diagnostica delle varie tecniche
invasive. Quando bisogna scegliere una metodica si sceglie quella che comporta minor
rischio e maggior affidabilità (ovviamente deve essere una tecnica affidabile ma non
perfetta).
È indispensabile una consulenza genetica per controllare se effettivamente l’indicazione
della diagnosi prenatale ha un suo fondamento. Ecco che entra in campo anche
l’interlocutore, che in questo caso è la donna e chi preferisce coinvolgere, il padre o altre
persone, che deve essere informato sui rischi legati alle varie metodiche, sulle alternative
possibili, in modo che sia adeguatamente informata e il consenso risulti pertanto libero e
informato.
Le opinioni al riguardo sono contrastanti:
• inutile,
la diagnosi prenatale e' in quanto si potrebbe praticare la cosiddetta eutanasia
eugenetica—> meccanismo selettivo,va rifiutata, perche' sarebbe diretta all'aborto
selettivo;
• utile
la diagnosi prenatale e' e al feto va riconosciuto il diritto alla vita, ma questo
diritto e' subordinato alla qualita' di vita fisica del feto stesso e/o ai costi economici e
psicologici per la famiglia;
• accettabile
la diagnosi prenatale e' e puo' essere utile per il feto, ma a determinate
condizioni, prima fra tutte il pieno riconoscimento della dignita' e dei diritti
dell'embrione umano.
• non si identifica
la diagnosi prenatale di per sé con l'aborto selettivo; d'altra parte,
esiste il diritto dei genitori di conoscere lo stato di salute del proprio figlio, anche 14
durante la vita intrauterina.
Esistono quindi concetti guida alla base di questa procedure —> necessità, domande,
efficienza e soddisfazione. bisogni sono dell'istituzione, come esigenze di progresso
scientifico e di funzionamento e sviluppo dei servizi, e della popolazione e delle singole
persone, come ricerca di benessere collettivo ed individuale (anche a scopo conoscitivo).
L'efficienza presume l'efficacia delle procedure, come rapporto rischi/benefici, ed esprime
la responsabilità nella valutazione dell'utilità sociale dei programmi, come rapporto costi/
benefici.
La diagnosi prenatale viene considerata propriamente come prevenzione quando fornisce
una pronta correzione dell'anomalia rilevata, a breve distanza dal parto, prima che, se
ignorata, sia causa di morte o di ulteriori danni. Le condotte da prendere in esame nella
diagnostica prenatale possono essere analizzate in una triplice prospettiva: le
problematiche connesse agli interventi di politica sociale e sanitaria, i problemi etici che si
trova ad affrontare lo specialista che effettua la diagnosi, i problemi etici che riguardano la
coppia o la donna che richiede la diagnosi.
In riferimento agli scopi e agli obiettivi sociali si può affermare che la diagnosi prenatale,
come qualsiasi atto diagnostico, dovrebbe essere effettuata per curare o impedire la
manifestazione clinica di una malattia (finalità curativa o preventiva).
Lo screening genetico prenatale collocato in un contesto di politica socio-sanitaria non
eugenistica dovrebbe fornire la possibilità di un intervento a tutela della maternità a
rischio. È necessario far precedere e far seguire, in caso di responso favorevole, alla
diagnosi prenatale una consulenza genetica prestata da un'equipe interdisciplinare che
assicuri la "guida medica" in tutte le fasi. L'applicazione di qualsiasi tecnica di diagnosi
prenatale, incluse quelle per le quali è ipotizzabile uno screening di massa, per le
ripercussioni che esse possono avere sulla sfera psicologica dei genitori e della madre in
particolare, e per i problemi connessi con le scelte difficili che in alcuni casi esse
comportano, non può prescindere dal consenso informato della coppia considerata come
soggetto ultimo di ogni decisione.
L'informazione dovrebbe comprendere le finalità dell'indagine, le patologie
potenzialmente identificabili e le relative problematiche etiche, le incertezze attualmente
esistenti circa i rischi relativi della procedura proposta rispetto ad altre procedure.
TUTELA DIRITTI EMBRIONE
Per quanto riguarda la tutela dei diritti dell'embrione ci rifacciamo al documento del CNB
del 1996 che tratta dello “statuto ontologico dell’embrione umano”, scaturito dal fatto che
determinate pratiche biomediche (in particolare nel campo della procreazione assistita e
di certi progetti di ricerca sperimentale) possono comportare, a livello di mezzi o di
conseguenze, il danneggiamento o la soppressione di embrioni umani.
Chi sostiene che l'embrione sia privo di diritti afferma che l'embrione nei suoi primi stadi
non sia una persona, perché non è recepito e riconosciuto come tale dagli altri e perché
manca delle "caratteristiche" psicologiche ritenute necessarie per essere tale. In tal senso
vi è un'inevitabile arbitrarietà nel decidere quale grado e quale facoltà sia necessaria per
essere persona.
Il documento del CNB fa una dissertazione sui giorni di vita embrionale, afferma cioè che
in base alle caratteristiche dell’embrione, più si sviluppano determinate caratteristiche
neurologiche, più si va avanti e si può definire persona (intorno al 14esimo giorno si crede
insorgano determinate caratteristiche intellettive razionali).
Le conclusioni da esso proposte: nessuna proposta ontologica colloca l'embrione sul
piano delle cose, dal momento che la sua stessa natura materiale e biologica lo colloca
fra gli esseri appartenenti alla specie umana. 15
Al momento del concepimento viene riconosciuto come individuo perché viene
irreversibilmente persa la capacità di suddivisione in due o più embrioni, o di
ricostituzione di un singolo embrione, in seguito alla fusione di due embrioni.
- Il CNB ha riconosciuto illecite: la soppressione e ogni forma di manipolazione dannosa
di embrioni anche nello stadio di sviluppo pre - impianto, la produzione in vitro di
embrioni umani al solo fine di usarli per ricerche sperimentali, o per usi commerciali o
industriali , la generazione multipla di esseri umani geneticamente identici mediante
fissione gemellare o clonazione, la produzione di ibridi uomo-animale, il trasferimento in
utero umano dell'embrione di un animale o nell'utero di un animale di un embrione
umano, la diagnosi su embrioni pre-impianto, finalizzata indiscriminatamente alla
soppressione di embrioni, la sperimentazione su embrioni, in quanto di fatto implicante
la loro soppressione, la formazione in vitro di embrioni per i quali non si intenda
procedere all'impianto nell'utero
materno
TEST GENETICI (non si tratta di terapia ma si diagnosi e di prevenzione)
Non è solo un semplice test, il soggetto deve essere informato anche sulle prospettive
riguardo al risultato dell’indagine—> si può decidere se sapere i risultati o meno
Sono metodiche di biologia molecolare e di citogenetica che attraverso l’analisi di un
gene, del DNA, dei cromosomi, sono finalizzate, rilevando oppure escludendo delle
specifiche alterazioni associate con delle patologie genetiche, a perfezionare le
possibilità di controllo di queste, specie in termini di diagnosi e di prevenzione.
Forniscono informazioni di carattere medico e, non proponendosi come alternativa delle
metodiche di laboratorio, dovrebbero essere considerate alla pari di queste.
Vengono integrati con altri dati, l’informazione genetica non è modificabile nel corso
dell’esistenza e pu&ogr