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ODELLO SOCIOLOGICO UTILITARISTA

Il modello sociologico-utilitarista è il terzo dei quattro modelli etici di riferimento.

Fa riferimento all’utilità come criterio o principio di etica scelto. È un modello sempre

più emergente.

L’utilitarismo (19° secolo) risale a Jeremy Bentham e John Stuart Mill. Bentham è

considerato il fondatore dell’utilitarismo. Quest’ultimo affonda le sue radici nella

filosofia di Hobbes, Locke, Hume e Adam Smith.

Bentham sosteneva l’abolizione della pena di morte, difendeva i diritti civili della

donna, dedicò la sua vita alla lotta contro l’ingiustizia e affermò il principio dell’utilità,

denominato principio della massima felicità.

Nell’agire morale è necessario stabilire dei criteri oggettivi, valutabili dal punto di vista

degli effetti che si producono in termini di beneficio o svantaggio. Un’azione è giusta in

quanto tende a realizzare la massima felicità per il maggior numero di persone

possibili. In caso contrario è ingiusta.

Trials clinici: sperimentazioni clinici effettuati su un certo numero di individui in più

parti dell’Italia (internazionale) o del mondo (es. la sperimentazione di un farmaco).

Maggiore è il numero degli individui maggiore è la validità statistica più è efficace lo

studio.

P RINCIPIO DI UTILITÀ E FELICITÀ

Il principio di utilità non va inteso in senso meramente economico.

La felicità perseguita non si basa sul benessere materiale, non mira al raggiungimento

di una posizione sociale, ma, al contrario, mira a comprendere la dimensione spirituale

e civile, espirando alla realizzazione completa dell’uomo.

L’utilitarismo è una dottrina consequenziale, cioè che pone attenzione alle

conseguenze dell’agire umano. Ciò è fondamentale perché un’azione è giusta quando

produce effetti positivi in misura maggiore rispetto a quelli negativi.

Soltanto le conseguenze sono verificabili e valutabili. Ed è da questa valutazione che è

possibile capire se è opportuno effettuare o meno una determinata azione. Le

intenzioni non sempre producono conseguenze positive, bisogna quindi valutarle. Ed è

per questo che l’utilitarismo è una dottrina consequenziale.

Per questo modello la cultura è il valore di riferimento. Essa è intesa come costume del

momento, potere economico dominante e quindi legge positiva.

Per definire il limite etico, in ambito scientifico, è necessario procedere ad un

compromesso, ovvero accontentare il più possibile i soggetti interessati.

Il principio etico è una valutazione dell’azione sulla base del rapporto danno/beneficio,

con rifiuto della metafisica, perché si parla di un modello esclusivamente laico. Si

auspica un calcolo dei piaceri e dei dolori in chiave aritmetica.

Un’azione è giusta se risultano maggiori i piaceri “calcolati” in base all’intensità, il

valore e alla durata. È ingiusta se risultano maggiori i dolori.

Obiezioni:

La valutazione dell’agire, che dovrebbe precedere la sua attuazione, è spesso

problematica.

Le conseguenze delle azioni possono avere ripercussioni mondiali o verificarsi dopo

lungo tempo dal loro accadimento (inquinamento ambientale).

N - di Henry Sidgwich

EO UTILITARISMO

Al concetto utilitarista viene aggiunto il principio della probabilità, ove si considerano

le conseguenze delle azioni che reputiamo probabili in base alla “ragione”. Ma la

capacità di giudicare problemi le conseguenze di un’azione si fonda su elementi

qualificativi e credenze soggettive che l’utilitarismo di Bentham aveva escluso. 30

Nella concezione neo-utilitaristica si compendia un triplice precetto: massimizzare il

piacere, minimizzare il dolore e estendere la sfera della libertà.

Pensare prima di tutto al proprio interesse è una condizione della rottura umana. Il

sommo scopo della vita è la maggior felicità per il maggior numero possibile di uomini.

La moralità consiste nel riconoscere che il maggior utile del singolo coincide con l’utile

altrui.

Obiezioni:

Riguarda il suo rifiuto di prendere in considerazione le motivazioni dell’agire.

Obiezione dell’etica deontologica Kantiana è che non prende in considerazione il

“dovere”.

Obiezione cattolica è che il modello origina da una concezione di “egoismo biologico”

inconciliabile con la moralità.

Osservazioni:

L’etica utilitarista adotta un criterio che riguarda la massima utilità generale, l’utilità

del maggior numero possibile di soggetti, l’utilità di tutti gli individui interessati, mai il

singolo individuo. In questi termini non si può parlare di “modello egoistico”.

L’etica utilitarista è un’etica pubblica che sacrifica l’interesse del singolo per il bene

della collettività.

L’utilitarismo è una dottrina aperta alle istanze democratiche della società. Tutti i

cittadini sono considerati uguali sul piano dei diritti politici e civili, senza distinzioni di

sesso, classe sociali e religiosa.

L’utilitarismo è universalista, ovvero postula una serie di principi che valgono per tutti

gli uomini, indipendentemente dalla loro tradizione culturale e fede religiose.

Problema di fondo dell’utilitarismo è la convinzione che l’etica possa essere ritenuta

una scienza esatta, positiva, come la matematica. Al contrario, si occupa delle scelte e

delle azioni dell’uomo, per cui non si può pensare di ricondurla a criteri inequivocabili

e indiscutibili.

La normativa utilitarista nel sociale si adopera per la liberazione della donna

dall’assoggettamento maschile e mostra un’apertura per una considerazione morale

estesa anche al mondo animale.

Per quanto riguarda il possibile uso della clonazione umana, l’utilitarismo ritiene sia

importate la valutazione delle conseguenze dell’applicazione della tecnica, in base al

rapporto danno/beneficio, proponendo verso il beneficio. Inoltre, si deve essere certi

della sicurezza della tecnica utilizzata.

G B

RAN RETAGNA

La morale utilitarista ha ispirato le scelte giuridiche del parlamento del Regno Unito

per l’utilizzazione degli embrioni per scopi di ricerca.

La legge britannica pone il confine di utilizzazione dell’embrione al quattordicesimo

giorno di sviluppo, cioè prima della comparsa della linea embrionale primitiva (fase di

pre-embrione).

Nella legislazione britannica vi è un chiaro influsso utilitarista sia per quanto riguarda

l’utilità della ricerca sull’embrione sia per l’esistenza di un complesso di norme legali a

protezione delle persone.

Il parlamento britannico tributa un progressivo livello di rispetto dell’embrione-feto,

parallelo allo sviluppo del sistema nervoso, deputato alla percezione della sensibilità

dolorifica.

La moralità utilitaristica evita la percezione del dolore.

Quindi secondo il modello utilitarista, se si studia l’ embrione prima della formazione

del sistema nervoso, non si provoca dolore, quindi i benefici sono maggiori dei danni e

di conseguenza lo si può usare nelle ricerche e nella sperimentazione. 31

Lezione 8

Precedentemente si è parlato dei primi 3 modelli, i quali sono tutti modelli etici laici,

con una morale laica: il liberal radicale o soggettivista, scientista-tecnologico e

modello utilitarista. Il quarto modello etico è quello personalista-cristiano (= etica

cattolica) che pone molti più paletti morali rispetto all’etica laica su tutte le

problematiche.

Ma come si pone in generale la dignità, il diritto dell’uomo nella religione cristiana?

Dobbiamo quindi parlare dello statuto biologico dell’embrione, perché occorre vedere

quanta importanza ha l’embrione umano, la vita umana e da quando si può parlare di

dignità umana.

S ’

TATUTO BIOLOGICO DELL EMBRIONE

È un argomento che solleva grosse polemiche; è difficile trovare un consenso in

quanto le posizioni sono estremamente soggettive e risentono dell’influenza delle

diverse religioni, culture e sensibilità personale.

Quando inizia una nuova vita sia dal punto di vista scientifico?

Quando si può parlare di persona e di dignità umana?

Sono due domande che aprono delle problematiche a cui si risponde in maniera

differente.

S - 1930

TATI UNITI

Parlando dell’embrione umano si inizia a parlare di 2 prodotti differenti:

Pre-embrione: prodotto del concepimento non ancora impiantato nell’

 utero;

Embrione: prodotto del concepimento ad impianto già iniziato.

Ora non si fa riferimento a queste definizioni Nell'anatomia femminile

le fimbria è l'ultima parte

delle tube di Falloppio. Le

fimbrie sono 10-15 linguette

della lunghezza di 1 cm circa

che fluttuano libere nella

cavità peritoneale. Solo una

di queste, la fimbria ovarica,

è fissa, legata all'estremità

tubarica dell'ovaio per mezzo

del legamento tubo-ovarico.

Le fimbrie, muovendosi sulla

superficie dell'ovaio, sono in

grado di raccogliere la cellula

uovo espulsa. Nella parte

distale della tuba avviene la fecondazione (cellula uovo + spermatozoo che è risalito

dall’ utero ed è arrivato nella parte distale della tuba). Avvenuta la fecondazione, ossia

la fusione della cellula uovo con lo spermatozoo, quindi la fusione dei 2 pronuclei

(maschile e femminile), ha inizio la prima fase dello sviluppo embrionale detta

segmentazione. La segmentazione è comprende una serie di divisioni mitotiche molto

rapide che avvengono a carico dello zigote (cellula uovo fecondata). Le divisioni

cellulari avvengono con dei piani di divisioni paralleli e perpendicolari tra di loro: si ha

la prima divisione mitotica cellulare (si tratta di moltiplicazione cellulare), si ha quindi

il primo stadio a 2 cellule, tali cellule sono dette blastomeri; da 2 blastomeri si ha

un’altra divisione, con un piano perpendicolare al primo, formando così 4 cellule, via

via si raddoppia e si passa da 4 a 8 a 16, 32… fino a quando non si ha una morula. La

morula ha l’aspetto morfologico di una mora, è un agglomerato di piccole cellule

32

ottenute per divisione mitotiche. Man mano che procede la segmentazione, questa

piccola massa di cellule scivola nella tuba portandosi sempre di più verso l’utero,

quindi nello stadio di morula scivola nell’ utero e l’embrione poi inizia ad impiantarsi

nell’ utero (l’ impia

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
99 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Vagnona di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bioetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Montinari Maria Rosa.