Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 30
Riassunto esame Biodiritto, prof. Casonato, libro consigliato Introduzione al biodiritto Pag. 1 Riassunto esame Biodiritto, prof. Casonato, libro consigliato Introduzione al biodiritto Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Biodiritto, prof. Casonato, libro consigliato Introduzione al biodiritto Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Biodiritto, prof. Casonato, libro consigliato Introduzione al biodiritto Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Biodiritto, prof. Casonato, libro consigliato Introduzione al biodiritto Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Biodiritto, prof. Casonato, libro consigliato Introduzione al biodiritto Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Biodiritto, prof. Casonato, libro consigliato Introduzione al biodiritto Pag. 26
1 su 30
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

SENTENZA ROE vs WADE (CORTE SUPREMA DEGLI STATI UNITI)

Roe vs Wade (1973) è una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America che ha rappresentato un precedente riguardo la legislazione sull'aborto. Secondo la sentenza Roe, la maggior parte delle leggi contro l'aborto negli Stati Uniti d'America violava il diritto alla privacy garantito dal Quattordicesimo Emendamento della Costituzione. Questa decisione ribaltò tutte le leggi statali e federali che proibivano o restringevano la possibilità di abortire in alcuni casi ben precisi. La sentenza Roe vs. Wade è una delle più controverse e politicamente significative nella storia della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America.

Il nodo centrale della Roe vs. Wade consiste nello stabilire che l'aborto è possibile per qualsiasi ragione la donna lo voglia fino al punto in cui il feto diventa in grado di sopravvivere al di fuori dell'utero materno, anche con

L'ausilio di un supporto artificiale. Questa soglia si verifica di solito intorno ai sette mesi (28 settimane), ma può presentarsi prima, anche alla 24esima settimana. La Corte ha inoltre stabilito che in caso di pericolo per la salute della donna, l'aborto è legale anche oltrepassata il punto oltre il quale il feto è in grado di sopravvivere al di fuori dell'utero materno. Questa sentenza della Corte ha condizionato le leggi di ben 46 stati.

La sentenza Roe vs. Wade ha dato il via a un dibattito nazionale che continua tutt'ora. Al centro si trovano diverse questioni: in quali circostanze l'aborto dovrebbe essere illegale; chi dovrebbe decidere quali siano tali circostanze; quali atteggiamenti la Corte Suprema dovrebbe adottare nel dirimere tali questioni, e quanto dovrebbero essere tenuti in considerazione i punti di vista religiosi e morali nella sfera politica. La sentenza Roe vs. Wade ha influenzato la politica nazionale, dividendo gran parte

della nazione tra pro-Roe (per lo più a favore della libertà di scelta) e anti-Roe (per lo più a favore della tutela della vita del feto) e ispirando gruppi di attivisti su entrambi i fronti.

SENTENZA WEBSTER vs REPRODUCTIVE HEALT SERVICES

Nella primavera del 2001 viene presentata negli Stati Uniti una proposta di legge che ha lo scopo di proteggere e difendere il ‘feto’ da possibili danni durante la gravidanza. Il motivo delle virgolette si chiarirà tra breve.

Il 26 aprile 2001 l'Unborn (H.R. 503, S. 480), sponsorizzata da un Victims of Violence Act sorridente Linsey Graham e fortemente sostenuta dal National NRLC Right to Life Committe, viene approvata dalla House of Representatives, con 252 voti favorevoli contro 172 contrari: provocare la morte del feto, questo il cuore della legge, equivale a uccidere una persona non nata (unborn child).

La legge, riaffiorata in seguito all’ondata ultraconservatrice che ha portato al potere

"Bush, 'vivacchiava da anni tra i banchi del Congresso americano, già una volta approvata simbolicamente dai deputati e respinta dal Presidente, che oppose il veto. Ma quel presidente si chiamava Bill Clinton e se ne è andato. Al suo posto, siede George W. Bush, che deve la sua (quasi) vittoria al partito di Dio, alla destra integralista..." (Zucconi, 2001, p. 17).

La posizione di Bush rispetto alla difesa della vita è nota e il presidente ha garantito che firmerà la legge, se passerà anche al Senato.

L'esigenza a cui tale legge vuole rispondere è la carenza di specifiche tutele del feto nella legislazione federale americana. Va detto, infatti, che già ventiquattro stati riconoscevano l'unborn come una vittima, equiparando feto e neonato, alcuni per tutto lo stadio della gestazione, a childpartire dal concepimento, altri solo a partire da un certo momento dello sviluppo prenatale.

Un caso emblematico di questa

Il caso di inadeguatezza legislativa è costituito dall'aggressione ai danni di una giovane donna incinta avvenuta nel 1996: nella base dell'Air di Wright Petterson, l'aviere Gregory Robbins picchiò la moglie, causando la perdita del bambino. L'aviere fu incriminato soltanto per le percosse inflitte alla moglie, ma non per l'interruzione della gravidanza.

Una scomoda eccezione

La nuova legge riconosce l'esistenza di due vittime nel caso di una aggressione ai danni di una donna incinta: una vittima, ovviamente, è la donna, l'altra è l'unborn definito come "un child, membro della specie umana, in ogni fase dello sviluppo, che è portato nel ventre materno". Se un criminale spara ad una donna incinta danneggiando o uccidendo l'unborn vi sono due crimini distinti commessi verso due persone distinte. La punibilità dell'offesa arrecata al feto non richiede la dimostrazione che l'aggressore

sapesse della gravidanza della sua vittima o intendesse causare intenzionalmente la morte o il danno al feto. La pena prevista è la stessa prevista dalla Legge Federale per l'omicidio o l'aggressione nei confronti della madre (omicidio colposo nel caso di morte). Nel caso in cui, invece, vi fosse l'intenzionalità di uccidere o danneggiare il feto, la pena sarebbe equivalente a quella stabilita per l'uccisione o l'aggressione ad un essere umano (omicidio volontario nel caso di morte). L'equiparazione tra la procedura penale riguardo il feto e quella riguardo la madre, e la conseguente considerazione del feto come un soggetto avente diritti, incontra un ostacolo: l'aborto, che deve essere ammesso (sentenza della Corte Suprema del 1973, Roe v. Wade). Ma sembra costituire una scomoda eccezione. Nella sezione del paragrafo c "Protection of unborn children", viene esclusa la perseguibilità di qualunque persona esegua un aborto con il

Il consenso della donna incinta è richiesto per l'aborto, a meno che tale consenso sia implicito dalla legge, e la madre che decide di abortire non è perseguibile.

Ma se l'unborn è considerato una persona, e se la sua morte comporta l'accusa di omicidio colposo o volontario per chi commette il crimine, cosa rende un tipo particolare di omicidio, l'aborto, legalmente ammissibile e non punibile?

Il feto diventa unborn child. Nella legge non compare mai la parola 'embrione' né la parola 'feto', ma solo la parola 'unborn child'. Tale scomparsa viene accompagnata dall'affermazione che la vita comincia con il concepimento. La legge del Missouri, ad esempio, riconosce da tempo l'unborn come una vittima durante tutto il periodo prenatale e gli conferisce tutti i diritti, i privilegi e le immunità valide.

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha trovato tale legge costituzionale.

con la per le altre persone; condizione di non restringere la libertà di aborto, condizione che sembra essere fragile nel suo intento e contraddittoria nella sua dichiarazione. Tale legge, oltre ad affermare che la vita inizia al momento del concepimento (the life of each human being begins at conception), proibisce l'utilizzo di fondi pubblici o di facilitazioni per eseguire aborti non necessari a salvare la vita della madre (the Act also prohibits the use of public employees and facilities to perform or assist abortions necessary to save the mother's life). Inoltre, rende illegali l'utilizzo di fondi pubblici o di facilitazioni allo scopo di consigliare una donna a decidere per un aborto non necessario a salvare la propria vita (Webster v. Reproductive Health Services, 1989). La libertà di aborto è messa a rischio dalla stessa modalità concettuale e dalla scelta lessicografica attuata dalla legge. George Lakoff analizza i termini 'embrione', 'feto',

‘bambino’ (‘baby’). ‘Embrione’ e ‘feto’ sono termini medici: un ‘embrione’ è il prodotto del concepimento ad uno stadio più organizzato rispetto a un agglomerato di cellule, ma non ancora riconoscibile come membro della specie; un ‘feto’ è uno stadio ancora più evoluto, ma non ancora nato. Non c’è, ovviamente, un preciso momento in cui l’agglomerato di cellule diventa un embrione e l‘embrione diventa un feto. Una volta che il feto è nato, è chiamato ‘bambino’. Questi modi diversi di riferirsi a diversi stadi dell’evoluzione umana a partire dal concepimento, vengono ridotti dall’Unborn ad un unico termine, ad un Victims of Violence Act unico ‘modo’ di essere appartenenti alla specie umana in questa fase dello sviluppo: sebbene child,È chiaro che tale riduzione terminologica impone un certo tipo di

concettualizzazione: unborn ‘baby’ è un essere umano che esiste autonomamente e che rimanda a una dimensione morale, mentre i termini ‘embrione’ e ‘feto’ rimandano a un contesto principalmente medico. Di conseguenza le decisioni morali relative all’aborto o allo statuto dell’unborn sono determinate una volta che si siano scelte le parole. Infatti, l'aggettivo ‘unborn’ non basta a cancellare le caratteristiche specifiche di ‘child’. Ma se viene considerato a pieno titolo persona umana, dobbiamo pensare a una persona bonsai? Oppure a una persona potenziale? Vi è qualcosa di incomprensibile sulla definizione di un ammasso di cellule come persona. È proprio per non incorrere in questa incomprensibilità che filosofi come John Harris propongono una distinzione tra pre-persona e persona. Il termine pre-persona comprende lo zigote, l’embrione e il feto fino all’emergenza di

alcune caratteristiche che permettono di individuare lo stato di persona, determinato dall'autocoscienza e da una rudimentale intelligenza, quindi dalla capacità di apprezzare la propria esistenza. Non è possibile stabilire l'esatto momento in cui una persona acquisisca tali caratteristiche. Pur ammettendo una zona chiaroscurale, Harris individua tuttavia due zone distinte dello sviluppo in cui gli individui sono chiaramente pre-persone e in cui, d'altra parte, essi sono chiaramente persone. Con un colpo ben assestato l'Unborn offre la soluzione al problema di stabilire una soglia o di indicare cambiamenti moralmente rilevanti in un processo continuo quale lo sviluppo e l'evoluzione di un grumo di cellule in persona umana: la vita ha inizio al concepimento. Ma l'affermazione che la vita umana comincia nel momento dell'incontro tra un ovulo e uno spermatozoo è problematica. In un certo senso tale

affermazione è falsa, in quanto sia l'ovulo che lo sperma

Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
30 pagine
7 download
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biodiritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Casonato Carlo.