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L A VIA GUCONEOGENETICA
La gluconeogenesi utilizza gli enzimi glicolitici, e quindi si trova di fronte ad un grosso problema:
sostituire con altre le reazioni catalizzate da PFK, esochinasi e piruvato chinasi, che sono molto
esoergoniche (le prime due sono accoppiate all’idrolisi di ATP, mentre l’ultima passa da un enone
ad un chetone) se seguite nel senso della glicolisi, ma fortemente endoergoniche se seguite nel verso
opposto. Come sempre, in pratica, vie degradative e vie biosintetiche seguono strade diverse (pag.
651).
Nella glicolisi, la piruvato chinasi trasforma il fosfoenolpiruvato in piruvato. La reazione inversa è
endoergonica, e per renderla esoergonica è necessario passare attraverso la sintesi dell’ossalacetato,
permessa dall’ATP. Il passaggio piruvato-ossalacetato, consiste (pag. 648) nell’aggiunta al piruvato
-
di un gruppo COO , che vi si lega grazie alla biotina, un trasportatore di CO (sotto forma di
2
bicarbonato) presente sull’enzima piruvato carbossilasi.
Un fortissimo attivatore della piruvato carbossilasi è l’acetil-CoA: l’attivazione dell’enzima
aumenta la [ossalacetato], che entra nel ciclo dell’acido citrico. L’ossalacetato può entrare nella via
gluconeogenetica solo se il ciclo dell’acido citrico è inibito.
A questo punto, la fosfoenolpiruvato carbossichinasi dovrebbe convertire l’ossalacetato in
fosfoenolpiruvato, in modo che questo possa intraprendere in senso opposto la reazione di glicolisi.
Gli enzimi glicolitici però si trovano nel citosol, mentre la gluconeogenesi avviene nel mitocondrio,
e non ci sono modi per far uscire l’ossalacetato dal mitocondrio: bisogna convertirlo o in aspartato
oppure in malato. La differenza fra le due vie, consiste nel fatto che la via dell’aspartato
amminotransferasi non coinvolge NADH (ossalacetato aspartato ossalacetato – ricorda
che l’ossalacetato è il chetoacido dell’aspartato), mentre la via della malato deidrogenasi lo fa
+
producendo NAD mitocondriale e NADH citosolico (ossalacetato malato ossalacetato).
Visto che la gluconeogenesi necessita di NADH citosolico, la via del malato è sempre favorita.
Quando però il precursore dell’ossalacetato è il lattato, visto che per arrivare all’ossalacetato è già
stato formato NADH citosolico, possono essere seguite entrambe le vie. Quindi, la reazione della
105
fosfoenolpiruvato carbossichinasi avviene grazie all’idrolisi di GTP ed è associata all’espulsione di
CO .
2
A questo punto, può avvenire la reazione del PEP carbossichinasi: provoca la decarbossilazione
dell’ossalacetato, che quindi attacca un GTP, privandolo di un gruppo fosforico, con formazione di
fosfoenolpiruvato.
Le reazioni della PFK e dell’esochinasi invece sono sostituite da due reazioni di idrolisi con rilascio
di P ed uso di acqua, catalizzate dalla fruttosio-1,6-bifosfatasi per l’FBP, e dalla glucosio-6-
i
fosfatasi per il G6P.
Quindi la formula generale della gluconeogenesi è:
+ +
2piruvato + 2NADH + 4H + 4ATP + 2GTP + 6H O glucosio + 2NAD + 4ADP + 2GDP + 6P
2 i
C C
ONTROLLO DELLA GLUCONEOGENESI E CICLO DI ORI
La velocità e la direzione delle due reazioni (glicolisi e gluconeogenesi) sono controllate a livello di
quelle tappe in cui le vie si dividono. I meccanismi principali di regolazione si basano sulla
mediazione del cAMP e su interazioni allosteriche, queste in particolare da parte del fruttosio-2,6-
bifosfato che inibisce la FBPasi e attiva la PFK. Inoltre, l’attivazione della gluconeogenesi nel
fegato inibisce la glicolisi a livello della piruvato chinasi.
Nel muscolo non esistono meccanismi di inibizione per questa via, perché esso sintetizza glucosio
solo attraverso la via gluconeogenetica e quindi sarebbe controproducente.
Il muscolo e il fegato, comunque, partecipano allo stesso ciclo metabolico nel ciclo di Cori. Le
fibre rosse (lente) producono ATP con la fosforilazione ossidativa, mentre quelle bianche (veloci) lo
fanno con la glicolisi e la fermentazione anaerobia che produce lattato. Quando la domanda è
davvero alta e immediata, anche le fibre rosse si mettono a produrre lattato. Da qui viene trasferito
attraverso il sangue nel fegato, dove viene convertito in piruvato dalla lattato deidrogenasi, e poi
a glucosio dalla gluconeogenesi. Il glucosio prodotto viene riportato al muscolo, dove viene
impacchettato come glicogeno e usato per produrre ATP. L’ATP usato dal fegato in questo
processo viene recuperato con la fosforilazione ossidativa.
L A VIA DEL GLIOSSILATO
È una via metabolica tipica solo delle piante, attraverso la quale l’acetil-CoA viene convertito in
ossalacetato e da questo in glucosio (pag. 654). Questa via metabolica ha luogo nei mitocondri e
nei gliossisomi.
L’ossalacetato mitocondriale è convertito in aspartato dall’aspartato amminotransferasi e trasportato
α-chetoglutarato/glutammato.
nei gliossisomi attraverso i trasportatori Qui può essere riconvertito
in ossalacetato (la reazione precedente era necessaria per trasportarlo) dallo stesso enzima.
L’ossalacetato si condensa con l’acetil-CoA per formare citrato e poi isocitrato. L’enzima isocitrato
liasi rompe l’isocitrato in succinato e gliossilato: il primo è riportato nei mitocondri dove,
attraverso il ciclo di Krebs, è convertito di nuovo in ossalacetato, mentre il gliossilato è trasformato
in malato dalla malato sintasi, con utilizzo dell’acetile dell’acetil-CoA, e viene trasferito nel
citosol. +
Qui, la malato deidrogenasi citosolica NAD dipendente ossida il malato in ossalacetato
citosolico, che viene usato nella gluconeogenesi.
In pratica, questa via serve a formare una molecola di ossalacetato da due molecole di acetil-CoA.
L A VIA DEL PENTOSIO FOSFATO 106
Il NADPH ed il NADH differiscono per un gruppo fosforico legato all’ossidrile 2’ dell’adenosina
del NADH. Mentre il NADH partecipa alle reazioni di sintesi dell’ATP, il NADPH partecipa alle
reazioni di biosintesi. Visto che per produrre NADPH sono necessarie varie reazioni di ossidazione,
un altro vantaggio di questa via è la formazione di intermedi ridotti da usare nelle altre vie
metaboliche (pag. 664).
Lo svantaggio maggiore, però, sta nel fatto che si tratta di una via poco remunerativa: in genere si
parte utilizzando sei molecole di G6P. Se una sola di queste fosse stata demolita nella glicolisi,
trattata nel ciclo di Krebs e passata alla fosforilazione ossidativa, avrebbe prodotto 38 o 39 molecole
di ATP; il ciclo del pentosio fosfato, invece, a partire da sei molecole di G6P porta alla formazione
di 12 molecole di NADPH mitocondriale, ossia 24 molecole di ATP.
Il NADPH viene generato dall’ossidazione del G6P nella via del pentosio fosfato, che avviene nel
citosol. La sua reazione complessiva è:
+ +
6G6P + 12NADP + 6H O 12NADPH + 12H + 6CO + 4F6P + 2GAP
2 2
Comunque, è possibile dividere questa equazione complessiva in tre fasi:
1. Le tre reazioni ossidative che producono NADPH e ribulosio-5-fosfato (Ru5P):
+ +
6G6P + 12NADP + 6H O 12NADPH + 12H + 6CO + 6Ru5P
2 2
2. Le due reazioni di isomerizzazione ed epimerizzazione, che trasformano Ru5P in ribosio-
5-fosfato (R5P) e in xilulosio-5-fosfato (Xu5P):
6Ru5P 2R5P + 4Xu5P
3. Varie reazioni di rottura e formazione di legami C-C, che convertono quattro molecole di
Xu5P e due di R5P in quattro molecole di F6P e due di GAP:
2R5P + 4Xu5P 4F6P + 2GAP
L NADPH
E REAZIONI OSSIDATIVE PER PRODURRE
Le tre reazioni in questione sono:
1. La glucosio-6-fosfato deidrogenasi catalizza il trasferimento dello ione idruro del C del
1
+
G6P al NADP formando 6-fosfoglucono-lattone.
2. La 6-fosfoglucono lattonasi idrolizza il 6-fosfoglucono-lattone a 6-fosfogluconato, in
presenza di H O di cui viene sfruttato il gruppo –OH.
2
3. La fosfogluconato deidrogenasi catalizza la decarbossilazione ossidativa del 6-
β-ossiacido),
fosfogluconato (un formando Ru5P, CO e NADPH.
2
In questa serie di reazioni si ottengono due molecole di NADPH, una di CO ed una di Ru5P per
2
ogni molecola di G6P.
R EAZIONI DI ISOMERIZZAZIONE ED EPIMERIZZAZIONE
In un solo passaggio, il Ru5P viene convertito in ribosio-5-fosfato (R5P), un precursore essenziale
per la sintesi dei nucleotidi, dalla ribulosio-5-fosfato isomerasi, e in xilulosio-5-fosfato (Xu5P)
dalla ribulosio-5-fosfato epimerasi.
In questa reazione, il risultato finale porta ad una quantità doppia di Xu5P rispetto a R5P.
R C-C
EAZIONI DI ROTTURA E FORMAZIONE DI LEGAMI 107
In queste reazioni, vengono convertite sei molecole di zucchero a cinque atomi di carbonio (2 x
R5P, 4 x Xu5P) in quattro molecole di zucchero a sei atomi (4 x F6P) e due di zucchero a 3 atomi di
carbonio (4 x GAP). Gli enzimi catalizzatori di questo processo, che si basa sull’addizione di
aldeidi a carbanioni stabilizzati, sono la transaldolasi e la transchetolasi.
La transchetolasi trasferisce un’unità C con un doppio legame (C=O) da due molecole di Xu5P a
2
due molecole di R5P, formando due molecole di un composto a sette atomi di carbonio, il
sedoeptulosio-7-fosfato (S7P) e due di uno a tre atomi (GAP).
A questo punto, la transaldolasi catalizza il trasferimento di un’unità C dal sedoeptulosio alla GAP,
3
formando due molecole di fruttosio-6-fosfato (F6P) e due di eritrosio-4-fosfato (E4P).
Di nuovo agisce la transchetolasi che trasferisce un gruppo C dalle altre due molecole di Xu5P
2
all’eritrosio, formando altre due molecole di F6P e due di GAP.
C ONTROLLO DELLA VIA DEL PENTOSIO FOSFATO
In pratica, transaldolasi e transchetolasi trasformano l’R5P in eccesso dalla biosintesi degli acidi
nucleici (se presente) in intermedi glicolitici. I prodotti vengono usati nella glicolisi, o nella
gluconeogenesi. In quest’ultimo caso, sommando questo processo alla via del pentosio fosfato si
ottiene la formazione di 6 molecole di CO e 12 di NADPH da una molecola di G6P.
2
Quando la richiesta di R5P è alta, F6P e GAP possono essere prelevati dalla via glicolitica e usati
per sintetizzare R5P attraverso le reazioni inverse di transchetolasi e transaldolasi.
Il flusso dell’intera via è controllato dalla reazione della glucosio-6-fosfato deidrogenasi, che
+
dipende dalla [NADP ].
In finale, si passa da sei esosi a cinque pentosi (R5P), con l’ossidazione completa di due
equivalenti di esoso. 108
LA FOTOSINTESI
Le piante e i cianobatteri utilizzano l’energia della luce trasformandola in energia chimica
mediante la fotosintesi, un processo in cui la CO viene fissata per formare i carboidrati (CH O)
2 2
+
attraverso il trasporto di elettroni dall’acqua al NADP . Ovviamente la reazione necessita l’energia
portata d