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FOSFATO.
La glicogenolisi comprende enzimi che eliminano le ramificazioni del glicogeno, la glicogeno sintasi
e la glicogeno fosforilasi infatti sono importantissimi per mantenere il glicogeno come riserva ed
essere utilizzato come glucosio, motivo per cui l’attività dei due enzimi è sottoposta a controlli di
natura metabolica e ormonale. Il controllo ormonale dipende da: INSULINA, GLUCAGONE e
ADRENALINA.
Regolazione della glicemia
Con GLICEMIA si intende la concentrazione di glucosio nel sangue che, in condizioni normali, ha
un valore costante che può oscillare da 75 mg/ 100 ml dopo il digiuno notturno a 110 mg/ 100 ml
dopo un pasto.
È importante che la glicemia mantenga questa soglia di valori perché se essa viene superata si
possono avere danni a molti tessuti, soprattutto a quello nervoso, motivo per cui è attentamente
regolata da ormoni i quali, a seconda dell’effetto che hanno sulla glicemia, si dividono in
IPERGLICEMIZZANTI se la aumentano come il GLUCAGONE e l’ADRENALINA e il CORTISOLO,
o IPOGLICEMIZZANTI che la abbassano come l’INSULINA.
- Quando la glicemia diminuisce o quando c’è un improvviso bisogno di glucosio nel sangue
ad esempio in una situazione di pericolo, vengono riversati in circolo ormoni
iperglicemizzanti come GLUCAGONE e ADRENALINA. L’azione di questi ormoni sul fegato
stimola la liberazione di glucosio dai depositi di glicogeno quindi STIMOLA LA
GLICOGENOLISI e BLOCCA LA GLICOGENOSINTESI, quindi il glucosio aumenta nelle
cellule epatiche in forma di glucosio 6 – fosfato.
- Quando la glicemia aumenta, come dopo un pasto, l’organismo risponde secernendo
INSULINA che rimuove il glucosio dal sangue favorendone l’utilizzazione STIMOLANDO LA
GLICOLISI E LA GLICOGENOSINTESI e INIBENDO LA GLUCONEOGENESI e la
liberazione dal tessuto adiposo di acidi grassi.
La glicemia risulta oltre i valori normali quando ci sono alterazioni dei meccanismi ormonali
che la regolano, come avviene nelle persone affette da diabete mellito, in cui non c’è
produzione di insulina.
VIA DEI PENTOSO FOSFATI
Molte cellule hanno la possibilità di utilizzare il glucosio attraverso vie alternative alla glicolisi e al
metabolismo del glicogeno.
La più importante di queste è la VIA DEL PENTOSO FOSFATO le cui reazioni si svolgono nella
parte solubile del citoplasma cellulare soprattutto in tessuti come fegato e cervello.
La via del pentoso fosfato è suddivisa in 2 fasi: FASE OSSIDATIVA e FASE DELLE
INTERCONVERSIONI.
Attraverso questa via 1 ATOMO DI CARBONIO DEL GLUCOSIO 6 – FOSFATO VIENE OSSIDATO
A CO dall’enzima GLUCOSIO 6 – FOSFATO DEIDROGENASI, con FORMAZIONE DI 2
2
MOLECOLE DI NADH + H e il resto del glucosio trasformato in PENTOSIO (zucchero a 5 atomi di
carbonio).
FASE OSSIDATIVA:
- Il CARBONIO 1 del GLUCOSIO 6 – FOSFATO viene ossidato a CO e questo si trasforma
2
in 6 – FOSFOGLUCONO-δ-LATTONE dall’enzima GLUCOSIO 6 – FOSFATO
DEIDROGENASI. Viene prodotta la prima molecola di NADPH.
- Il 6 – FOSFOGLUCONO-δ-LATTONE viene trasformato in 6-FOSFO-GLUCONATO
dall’enzima LATTONASI mediante idratazione.
- Il 6 – FOSFO-GLUCONATO viene trasformato dall’enzima 6 – FOSFOGLUCONATO
DEIDROGENASI in RIBULOSIO 5 – FOSFATO , un isomero del ribosio, con liberazione di
una molecola di CO e produzione di una molecola di NADPH + H.
2
FASE DELLE INTERCONVERSIONI:
- UNA PARTE DEL RIBULOSIO 5 – FOSFATO viene isomerizzata a RIBOSIO 5 – FOSFATO
dall’enzima RIBULOSIO 5 – FOSFATO ISOMERASI.
- UNA MOLECOLA DI RIBOSIO 5 – FOSFATO reagisce con 2 molecole di XILULOSIO 5 –
FOSFATO attraverso il trasporto di frammenti a 2 e a 3 atomi di carbonio da una molecola
all’altra, portando alla formazione dei prodotti finali della via: 2 MOLECOLE DI
FRUTTOSIO 6 – FOSFATO e 1 MOLECOLA DI GLICERALDEIDE 3 – FOSFATO.
In altre parole, attraverso questa via, ogni 6 molecole di glucosio, 1 viene eliminata completamente
(ossidata a CO ). Questa via nei globuli rossi è l’unica fonte di NADPH + H, importante per
2
mantenere in forma ridotta lo ione ferroso dall’emoglobina che a causa della presenza di ossigeno
3+
tenderebbe ad ossidarsi a Fe (ione ferrico), trasformando l’Hb in metemoglobina inattiva.
Il deficit di glucosio 6 – fosfato deidrogenasi è noto come FAVISMO e rende gli eritrociti più
soggetti a lisi in presenza di determinati farmaci.
GLUCONEOGENESI
La GLUCONEOGENESI è la via metabolica che porta alla biosintesi del glucosio a partire da
precursori non glucidici, soprattutto aminoacidi delle proteine.
Essa avviene perché le riserve epatiche di glicogeno possono rifornire di glucosio l’organismo solo
per brevi periodi di digiuno, quindi, quando il digiuno si protrae nel tempo, occorre che il fegato
trasformi in glucosio altre sostanze.
Il catabolismo degli aminoacidi fornisce alle cellule epatiche acido piruvico, acido ossalacetico che
possono essere considerati i punti di partenza della via.
Potremmo pensare che la gluconeogenesi, avendo come substrato iniziale l’acido piruvico e come
prodotto ultimo il glucosio, possa essere la via inversa della glicolisi, ma in realtà non è così perché
solo alcune reazioni sono comuni alle due vie e catalizzate dagli stessi enzimi.
Quando è attiva una, l’altra è bloccata e viceversa.
I passaggi della gluconeogenesi sono:
1) CONVERSIONE DEL PIRUVATO IN FOSFOENOLPIRUVATO dall’enzima PIRUVATO
CHINASI.
Questa reazione corrisponde all’inverso dello step 10 della glicolisi. Poiché questa è
fortemente esoergonica, è necessario l’impiego di energia libera. Questo è reso possibile
dalla CONVERSIONE DEL PIRUVATO IN OSSALACETATO il quale poi viene convertito in
FOSFOENOLPIRUVATO. Il piruvato viene trasportato dal citosol al mitocondrio dove
l’enzima PIRUVATO CARBOSSILASI lo converte ad OSSALACETATO. Una volta generato
l’ossalacetato c’è il problema di trasportarlo all’esterno del mitocondrio perché questo non
riesce ad attraversare la membrana mitocondriale. Il problema viene risolto dall’enzima
MALATO DEIDROGENASI che trasforma (riduce) l’ossalacetato in MALATO a spese del
NADH. Il malato abbandona il mitocondrio grazie ad un trasportatore e una volta nel citosol
viene ossidato ad ossalacetato con produzione di NADH.
2) OSSALACETATO CONVERTITO A FOSFOENOLPIRUVATO dall’enzima
FOSFOENOLPIRUVATO CARBOSSICHINASI, che richiede GTP come donatore del
gruppo fosfato.
3) FOSFOENOLPIRUVATO CONVERTITO (IDRATATO) in 2 – FOSFOGLICERATO
dall’enzima ENOLASI
4) Il 2 – FOSFOGLICERATO CONVERTITO IN 3-FOSFOGLICERATO dall’enzima
FOSFOGLICERATO MUTASI
5) Il 3 – FOSFOGLICERATO CONVERTITO IN 1,3 – BISFOSFOGLICERATO dall’enzima
FOSFOGLICERATO CHINASI
6) L’1,3 BISFOSFOGLICERATO CONVERTITO IN GLICERALDEIDE 3 – FOSFATO
dall’enzima GLICERALDEIDE 3 – FOSFATO DEIDROGENASI
7) La GLICERALDEIDE 3 – FOSFATO CONVERTITA IN DIIDROSSIACETONE FOSFATO
dall’enzima TRIOSOFOSFATO ISOMERASI.
8) Il DIIDROSSIACETONE FOSFATO e la GLICERALDEIDE 3-FOSFATO vengono uniti
dall’enzima ALDOLASI a formare il FRUTTOSIO 1,6 BISFOSFATO.
9) Il FRUTTOSIO 1,6 BISFOSFATO viene convertito in FRUTTOSIO 6 – FOSFATO
dall’enzima FOSFOFRUTTOCHINASI 1.
10) Il FRUTTOSIO 6 – FOSFATO convertito nel suo isomero GLUCOSIO 6 – FOSFATO
dall’enzima FOSFOGLUCOSIO ISOMERASI.
11) CONVERSIONE DEL GLUCOSIO 6 – FOSFATO in GLUCOSIO grazie all’enzima
GLUCOSIO 6 FOSFATASI con formazione di FOSFOISTIDINA come intermedio.
Mentre nella glicolisi la trasformazione di 1 molecola di glucosio in 2 molecole di acido piruvico
porta alla produzione di 2 molecole di ATP, nella gluconeogenesi la trasformazione di 2 molecole di
acido piruvico in 1 di glucosio necessita di 4 molecole di ATP e 2 di GTP.
Dunque la sintesi di glucosio attraverso questa via implica il consumo di una quantità di energia
molto superiore a quella restituita. La gluconeogenesi è un processo costoso ma necessario.
BETA OSSIDAZIONE
La beta ossidazione è la via ossidativa attraverso cui avviene il catabolismo degli acidi grassi.
È composta da 4 reazioni cicliche al termine delle quali vengono rilasciate unità di ACETIL CoA
accorciato di 2 atomi di carbonio, NAD e FAD RIDOTTI.
Essa si differenzia dalla biosintesi degli acidi grassi perché:
- Avviene nei mitocondri
- Porta alla liberazione di unità di acetil CoA
- Si accompagna alla produzione di NAD e FAD RIDOTTI e non direttamente alla produzione
di molecole di ATP (esse vengono prodotte dalla successiva ossidazione di CoA, FAD e
NAD nei mitocondri).
Perché possano entrare nella loro via catabolica gli acidi grassi devono essere attivati ad acil CoA
con consumo di una molecola di ATP ma siccome non possono attraversare la membrana
mitocondriale interna per giungere nei mitocondri è necessaria una trasformazione intermedia: il
CoA trasferisce l’acido grasso su una molecola trasportatrice, la CARNITINA, con una reazione
catalizzata dall’enzima CARNITINA ACIL-TRANSFERASI. Nella membrana mitocondriale interna è
presente un trasportatore che scambia la CARNITINA con l’ACIL CARNITINA che trasporta acidi
grassi nel mitocondrio. Dentro il mitocondrio l’acido grasso è trasferito nuovamente su una
molecola di CoA rigenerando ACIL CoA e CARNITINA in una reazione catalizzata dall’enzima
CARNITINA ACIL-TRANSFERASI II.
Le 4 reazioni della beta ossidazione sono:
1) DEIDROGENAZIONE (FAD DIPENDENTE): ossidazione dell’acetil CoA a TRANS – Δ2 –
ENOIL – CoA catalizzata dall’ACIL CoA DEIDROGENASI.
2) IDRATAZIONE: viene aggiunta una molecola di acqua al TRANS – Δ2 – ENOIL – CoA a
formare L – β – IDROSSIACIL CoA catalizzata dall’ENOIL – CoA IDRATASI.
3) DEIDORGENAZIONE (NAD DIPENDENTE): L – β – IDROSSIACIL CoA deidrogenato a β
– CHETOACIL – CoA ad opera della β – IDROSSIACIL – CoA DEIDROGENASI.
4) SCISSIONE: catalizzata dall’ACIL CoA ACETILTRANSFERASI nota come TIOLASI,
separazione dei due atomi di carbonio terminali sotto forma di acetil CoA. La porzione di
acido grasso rimanente è dunque una catena carboniosa più corta di due elementi.
Nel caso di acidi grassi a numero dispari di atomi di carbonio la beta ossidazione procede
regolarmente fino alla fine ma i 2 prodotti che si liberano non sono 2 molecole di acetil CoA, ma 1
MOLECOLA DI ACETIL CoA e 1 MOLECOLA DI PROPIONIL CoA.
BIOSINTESI DEGLI ACIDI GRASSI
La biosintesi degli acidi grassi è una via metabolica in cui una serie di reazioni si ri