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ATTACCO DEI MICROTUBULI DEL CINETOCORE AL CROMOSOMA
Questa struttura del cinetocore è
estremamente importante ed è
stata risolta nel caso del lievito, ma
nel caso dei cromosomi umani la
faccenda è complessissima, perché
ci sono moltissime proteine che
mediano il legame fra il
microtubuli e il cinetocore, come
potevamo pensare non è semplice,
c’è il cromatidio, la sua struttura
centromerica, il microtubulo che
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lega il centromero e basta, tutto questo dopo immediato da una grandissima
quantità di proteine, fra cui motori proteici.
Quindi è un complesso di proteine che vediamo (B) nell’uomo, rispetto al lievito
(A) è molto più ricco di componenti e quindi ancora una volta pensiamo quello
che succede se una o più proteine che formano il complesso di riconoscimento
non funziona.
Se una proteina è mutato in qualche maniera e nella forma mutata non riesce più
a riconoscere la proteina sottostante, tutta questa impalcatura non la possiamo
tenere, se non otteniamo l’impalcatura, non abbiamo l’aggancio del cromatidio
da parte dei microtubuli del cinetocore.
Dicevamo che ci sono una serie di azioni, di movimenti che avvengono
all’interno della cellula, i due movimenti più semplici sono l’uno l’opposto
dell’altro, perché uno è di tiraggio e l’altro è di spinta, e sono due movimenti
contrapposti.
Come si intendono questi movimenti? Se vediamo la figura e
abbiamo i due
centrosomi, che sono già
ai poli opposti della
cellula, noi abbiamo
bisogno dei microtubuli
per spostare questi
cromosomi all’interno
della piastra metafasica, noi stiamo uscendo dalla profase, abbiamo avuto la
condensazione dei cromosomi, e stanno in quella zona centrale che è il nucleo,
però ci troviamo con la profase la membrana nucleare che si è rotta e questi
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cromosomi stanno alla rinfusa al centro, quindi alcuni staranno già verso il polo
dove andranno, altri invece sono lontani, quindi in questo caso se i due
cromatidi fratelli sono agganciati in prossimità di uno dei due centrosomi,
succede che uno è già troppo vicino al suo polo e quell’altro ne è distante, quindi
ci deve essere un’azione di trazione (la dimensione della freccia indica la
quantità della forza di trazione) che spinge due cromatidi fratelli verso il centro,
nella posizione equatoriale rispetto due centrosomi.
Quindi questa è un’azione di trazione, però possiamo avere anche un’azione di
spinta dalla parte, quindi un centrosoma tira e l’altro centrosoma spinge,
otteniamo la stessa cosa, i cromatidi fratelli si dispongono sulla piastra
equatoriale.
Quindi la trazione agisce sempre sui cinetocori e tira i cromosomi, mentre la
spinta agisce sempre sui cinetocori e spinge i cromosomi all’equatore.
Ci possiamo figurare, come quando un pescatore pesca e l’amo è rappresentato
dal microtubulo che viene nucleato, cresce cresce fino a quando trova il
cromatidio, se non sta nella posizione ottimale, allora lo deve o tirare, mediante
depolimerizzazione, o spingere mediante polimerizzazione.
Poi c’è un’altra cosa che si può dimostrare e che
cioè tutto quello che non è agganciato dalle
fibre del fuso in realtà viene allontanato dal
centrosoma, secondo una forza che si chiama
forza di esclusione astrale, astrale perché
parte dal centrosoma e si irradia in tutte le
direzioni della cellula e quindi solo i cromatidi
fratelli possono essere agganciati e posizionati
sulla piastra metafasica, ma quello che non è
legato viene allontanato via.
Questo diciamo che è un esperimento molto
semplice da fare, perché si può sezionare un
cromosoma e sezionando in questo modo si
genera una porzione che è legata al centrosoma mediante il cinetocore, un’altra
porzione che non lo è e si può osservare che la porzione che non è legata al
centrosoma viene spinta via da una forza che parte dal centrosoma e va verso
l’esterno e per questo motivo si chiama astrale. 96
Come si fa quindi a spostare i cromosomi?
Abbiamo già detto che le due forze sono
contrapposte, una di spinta e l’altra di
trazione, ma chi opera queste due forze sono i
motori proteici.
A livello dei microtubuli del cinetocore ci sarà
una depolimerizzazione per spostare questo
cromosoma verso sinistra, qui ci saranno
delle proteine motrici che spingono verso
l’estremità + per allontanare il cromosoma,
questo è troppo vicino al centrosoma.
Quindi i due grandi movimenti, che
avvengono all’interno del fuso mitotico., sono
mediati dall’instabilità dinamica dei microtubuli, che devono polimerizzare e
depolimerizzare e dal movimento dato dai motori proteici che tirano verso
l’estremità + o verso l’estremità -, tutti questi movimenti risultano o in una
spinta o in una trazione, nel complesso noi ci ritroviamo i cromatidi fratelli sulla
piastra equatoriale.
L’abbiamo già detto che i microtubuli sono in equilibrio dinamico, dinamico
vuol dire secondo una curva sigmoide che arriva ad una fase di equilibrio, quello
è un equilibrio dinamico, vuol dire che subunità vengono aggiunte e subunità
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vengono rimosse e infatti nell’immagine possiamo vedere i simboli della
tubulina fatto dalle freccette, che sono direzionate verso il centro, indicando così
il verso della polimerizzazione, l’estremità + praticamente, così come le freccette
che sono dirette verso l’esterno nei microtubuli astrali.
Quindi noi qui abbiamo un continuo di polimerizzazione e depolimerizzazione
che accompagna esattamente tutto il processo.
E si può osservare un fenomeno che si chiama treadmilling (=mulinello), è uno
dei movimenti che avviene nei mulini quando si deve macerare la farina, un
movimento vorticoso di subunità che vengono incorporate e rilasciate.
Come si fa a mettere in evidenza questo fenomeno del treadmilling?
Se si marca la tubulina con una sostanza fluorescente, e la si marca nelle fasi di
crescita del microtubulo, noi possiamo immaginare che il microtubulo che
cresce in una direzione può incorporare tubulina fluorescente nelle porzioni
terminali.
Se il microtubulo non crescesse più noi avremo la marcatura solo nella regione
terminale, la fluorescenza solo nelle subunità neo aggiunte.
Se, invece, il microtubulo cresce e decresce la fluorescenza si sposta e varia ed è
quello che succede, perché il microtubulo cresce, poi depolimerizza a
un’estremità, poi depolimerizza all’altra, la fluorescenza corre lungo questo
binario.
A questo punto vediamo l’anafase A e l’anafase B. 98
In anafase A quello che è importante far si che i microtubuli del cinetocore
contattino i cromatidi fratelli, e questo è quello che succede in questo schema
sopra, quando ci troviamo in piastra metafasica e ci troviamo in anafase A,
incominicia il movimento di depolimerizzazione dei microtubuli che tirano i
cromatidi fratelli verso il centrosoma.
In anafase B è un movimento di scivolamento dei microtubuli polari gli uni sugli
altri che si allungano e determinano l’allontanamento dei poli.
Vediamo le dimensioni del fuso, andando da anafase A ad anafase B, questo
allungamento riflette la polimerizzazione dei microtubuli polari.
Queste cose che stiamo richiamando, poi ce le dobbiamo spiegare dal punto di
vista molecolare, nel senso che vedremo quali sono le proteine e i geni che in
questo preciso istante decidono quando si passa dall’anafase A all’anafase B;
quali sono i punti di controllo, nel senso di espressione genica, che ci assicurano
che noi siamo pronti per uscire dalla metafase ed entrare in anafase; quali sono
quelle proteine che ci garantiscono che avvenga prima l’anafase A e poi l’anafase
B.
Quindi è cruciale capire questi meccanismi, perché poi ci metteremo su i
componenti, il cavallo di battaglia della biologia, che sono le proteine.
In particolare durante
l’anafase A i microtubuli
devono tirare i cromatidi
fratelli e ci sono due
modelli che sono validi
entrambi, forse coesistono
entrambi in realtà, per
spiegare questo
movimento: un modello
che possiamo definire
ATP-dipendente e un altro modello che possiamo definire ATP-indipendente.
Il modello ATP-dipendente invoca i motori proteici, che lavorano con l’idrolisi
dell’ATP, infatti nell’immagine vediamo la direzione del movimento dei
cromosomi verso sinistra, immaginando che c’è il centrosoma e c’è il
microtubulo del cinetocore, legato a tutte le proteine del complesso del
cinetocore.
Queste proteine motrici legano contemporaneamente il cinetocore e il
microtubulo e, camminando lungo il microtubulo, consentono la sua
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depolimerizzazione, ma siccome l’estremità – è ancorata al centrosoma, se noi
depolimerizziamo qui il cromosoma si sposta.
Se depolimerizziamo ma il microtubulo rimane comunque legato al cromatidio
fratello, il cromatidio si sposta.
Il modello ATP-indipendente, invece, invoca altre proteine che hanno una
sensibilità al riconoscimento con la tubulina ed in particolare con la tubulina
polimerizzata, queste proteine senza l’intervento dell’ATP possono riconoscere
la porzione polimerizzata, ma quando la depolimerizzazione avviene perché
l’equilibrio è dinamico, la proteina che è legata contemporaneamente al
microtubulo polimerizzato e al cromatidio, fa sì che questo si sposti ancora una
volta verso l’estremità -, cioè all’interno del centrosoma.
Siccome sono state trovate evidenze sia di proteine motrici, sia di proteine che
invece hanno affinità per la tubulina polimerizzata, sembra che entrambi i
meccanismi possano essere validi.
Quindi nell’anafase A abbiamo separato i cromatidi fratelli, ora dobbiamo
cominciare a metterci in condizione di separare le due cellule figlie, quindi
dobbiamo andare in anafase B.
In questa immagine vediamo lo scivolamento dei microtubuli polari mediati da
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motori proteici, che mediano lo scivolamento di frammenti intermedi di
microtubuli che consentono l’allungamento e lo stiramento del fuso.
Ma oltre all’azione di motori proteici e quella che una volta era la piastra
metafasica, c’è l’azione anche di altri motori proteici che stanno sulla corteccia e
che tirano i microtubuli astrali, tirando i microtubuli astrali, il centrosoma si
sposta in questo caso verso destra sinistra e quindi si ottien