Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
AMMONIACA: AMMINA PRIMARIA: AMMINA SECONDARIA:
AMMINA TERZIARIA:
H N H R N H R N H
R N R’’
H H R’ R’
Aldeidi e chetoni :
Sono composti caratterizzati dallo stesso gruppo funzionale, il cosiddetto gruppo
carbonilico (C O)
La differenza tra aldeidi e chetoni sta nel fatto che i primi hanno un solo gruppo
funzionale R, mentre i chetoni hanno due gruppi funzionali R.
Acidi carbossilici :
Sono caratterizzati dal gruppo funzionale carbossilico, il quale può essere considerato
come un gruppo carbonilico legato ad un gruppo ossidrilico. Es. acido acetico
CH COOH
3
Acidi grassi :
Sono acidi carbossilici alifatici a lunga catena, in generale presentano dai 10 ai 26
atomi di carbonio.
Nel lipidi sono presenti solo a numeri pari di atomi di carbonio.
I derivati degli acidi carbossilici si ottengono dagli acidi per sostituzione dell’ossidrile.
I principali derivati degli acidi carbossilici sono i seguenti:
esteri --> si possono ottenere da un acido carbossilico e da un alcol
alogenuri
degli acidi --> si
possono ottenere dagli
acidi carbossilici per
sostituzione
dell’ossidrile con un alogenuro; gli alogenuri sono il cloro, il bromo, il fluoro e lo
iodio.
ammidi --> si
possono ottenere da un alogenuro di un acido e da un’ammina lezione del
20/03
CARBOIDRATI:
Dal punto di vista chimico, i carboidrati sono considerati dei poliidrossialdeidi o
poliidrossichetoni. Gli aldeidi, a differenza dei chetoni, hanno il gruppo carbonilico in
posizione 1.
La loro formula generale è la seguente: C (H O)
n 2 n
I monosaccaridi sono gli zuccheri più semplici che non possono essere idrolizzati in
carboidrati più semplici.
La forma delle molecole ci permette di distinguere le varie molecole; più la molecola
presenta una forma complessa e più è facile riconoscerla in maniera specifica.
Ad esempio, i carboidrati a 6 atomi di carbonio sono 16. Questi carboidrati hanno la
stessa struttura, ma forma differente; la possibilità di avere 16 molecole con forma
tutta differente è possibile grazie al concetto di chiralità.
Le molecole chirali sono per definizione molecole non sovrapponibili alla propria
immagine speculare; in altre parole, le molecole chirali non presentano un piano di
simmetria e sono dunque più complesse. Quasi tutte le molecole sono chirali.
Al contrario, una molecola che presenta un piano di simmetria viene definita achirale
ed è più semplice.
Lo stesso concetto di chiralità può essere facilmente ampliato agli oggetti, i quali
possono presentare o meno un piano di simmetria; un esempio di “oggetto” chirale è
la mano.
Per capire se una molecola è chirale, devo guardare gli atomi di carbonio. Se i 4 gruppi
di legame del carbonio sono tutti diversi definiremo quell’atomo di carbonio
stereogenico: se in una molecola nessun atomo di carbonio è stereogenico, la
molecola è achirale. Invece, se in una molecola un solo atomo di carbonio è
stereogenico, la molecola è chirale. Infine, se in una molecola 2 o più atomi di carbonio
sono stereogenici, la molecola può essere chirale; per capire se è chirale o meno devo
guardare se c’è un piano di simmetria.
Glucosio:
Il glucosio è un poliidrossialdeide con 6 atomi di carbonio. Essendo un monosaccaride,
non è possibile scinderlo ulteriormente, ma si può unire formando i polisaccaridi.
I monosaccaridi sono definiti anche zuccheri semplici, mentre gli zuccheri complessi
sono i polisaccaridi.
Il glucosio immerso in acqua può essere un anello aperto (0,02 %), un anello chiuso α
(36 %) o un anello chiuso β (64 %). Queste 3 forme si scambiano continuamente.
Quando il glucosio si è chiuso a formare un anello α o β, il gruppo OH può unirsi
ulteriormente ad altri zuccheri generando i polisaccaridi. I legami tra i polisaccaridi
possono essere α o β e per rompere tali legami è necessario l’enzima α o β
corrispondente. Gli esseri umani sono in grado di idrolizzare solo i legami α (es.
amido). Al contrario, la cellulosa contiene solo legami β che l’uomo non è in grado di
idrolizzare.
L’amilosio contenuto nell’amido è un’importante fonte alimentare che l’uomo è in
grado di sintetizzare grazie ai legami α. La cellulosa, invece, è formata dalle stesse
unità dell’amilosio, ma legate con legami β che l’uomo non è grado di sintetizzare.
LIPIDI:
I lipidi sono una classe vasta ed eterogenea di biomolecole.
Si possono distinguere 2 grosse categorie:
lipidi di deposito --> hanno funzione energetica e protettiva. Es. trigliceridi
lipidi strutturali --> compongono le membrane cellulari. Es. fosfolipidi
Hanno come costituenti essenziali uno o due residui carbossilici (RCOO) di acidi grassi.
Gli acidi grassi sono acidi organici monocarbossilici costituiti da una catena
carboniosa. Gli atomi di carbonio vengono numerati a partire dal gruppo carbossilico, il
carbonio in posizione 2 viene anche indicato con la lettera greca α ed è quello
direttamente adiacente e legato al carbonio considerato, il carbonio in posizione 3 è
detto anche β e il carbonio alla fine della catena viene indicato con la ω.
Gli acidi grassi sono catene idrocarburiche con una testa polare e una doppia coda
apolare. Gli acidi grassi possono essere saturi o insaturi; i primi hanno solo legami
semplici, mentre gli acidi grassi insaturi presentano anche doppi legami.
A contatto con l’acqua, gli acidi grassi formano le micelle. Esse hanno le teste polari
rivolte all’esterno e a contatto con l’acqua e le code apolari verso l’interno. Il trasporto
dei lipidi avviene grazie a queste strutture, le quali incastrano i lipidi all’interno della
loro struttura.
Le lipoproteine plasmatiche sono un esempio di aggregati micellari costituite da
specifiche proteine
(--> apoproteine) e da combinazioni differenti di fosfolipidi, trigliceridi, esteri del
colesterolo e colesterolo.
La funzione delle lipoproteine plasmatiche è quella di trasportare i lipidi attraverso il
sangue dai tessuti dove vengono prodotti o assorbiti ai tessuti dove vengono
conservati o utilizzati.
Le lipoproteine, in funzione della loro composizione, possono essere così suddivise:
chilomicroni --> trasportano trigliceridi e colesterolo della dieta dall’intestino
ai tessuti periferici.
VLDL --> vengono sintetizzate nel fegato in una dieta ricca di zuccheri.
A differenza dei chilomicroni, i quali originano a livello intestinale e veicolano ai
tessuti i trigliceridi e il colesterolo proveniente dalla dieta, i VLDL originano a
livello epatico e trasportano principalmente trigliceridi di origine endogena.
IDL --> si formano dalle VLDL, dopo che hanno ceduto ai tessuti parte del loro
contenuto in trigliceridi. Sono più piccole delle VLDL e ricche di colesterolo ed
esteri del colesterolo.
LDL --> si formano dalle IDL che restano più a lungo in circolazione e hanno
perduto parte della componente proteica. Trasportano il colesterolo ai tessuti
periferici.
HDL --> vengono sintetizzate principalmente nel fegato, recuperano il
colesterolo in eccesso dai tessuti riportandolo al fegato,attraverso il “trasporto
inverso del colesterolo”.
Esistono 2 metodi per tornare a livelli adeguati di colesterolo: una prima modalità è
l’esercizio fisico ed una corretta alimentazione, mentre un secondo modo è l’utilizzo
delle statine, le quali inibiscono la sintesi del colesterolo.
La differenza sostanziale tra grassi e oli sta nel fatto che nei grassi abbiamo solo acidi
grassi saturi, mentre negli oli abbiamo anche acidi grassi insaturi e la presenza di
doppi legami cis impedisce alla molecole di impaccarsi come nei grassi.
Acidi grassi essenziali:
Gli acidi grassi essenziali sono generalmente suddivisi in omega 3 (ω-3) e omega 6 (ω-
6). Il primo si chiama così perché il primo doppio legame si trova a 3 carboni di
distanza dall’ultimo carbonio della catena (carbonio ω), mentre l’omega 6 si chiama
così perché il primo doppio legame si trova a 6 carboni di distanza dall’ultimo carbonio
della catena (carbonio ω).
Trigliceridi:
I trigliceridi sono esteri del glicerolo con 3 acidi grassi. Essi possono essere definiti
come degli esteri, formati da acidi carbossilici + alcol.
Sono lipidi fortemente idrofobici con un elevato valore calorico; infatti, 1 grammo di
trigliceride produce 9 kcal.
Dai lipidi, in particolare da una molecola di trigliceride, possiamo ottenere molta più
energia rispetto ad un molecola di glucosio. Il “problema” è che per sintetizzare i
grassi bisogna fare il ciclo di Krebs e dunque c’è bisogno di ossigeno; in altre parole, la
sintesi dei trigliceridi avviene solo in presenza di ossigeno.
La digestione dei lipidi è condizionata dalla loro scarsa solubilità in acqua, che
rappresenta l'elemento fondamentale all'interno del tubo digerente. Così, quando si
trovano nell'ambiente acquoso dato da saliva, secrezioni gastriche, intestinali,
pancreatiche e biliari, i grassi si aggregano tra loro, separandosi dal mezzo acquoso.
Nel lume dello stomaco i lipidi si riuniscono in macromolecole isolate dalla
componente idrofila del chimo, un po' come succede nel brodo dove le gocce lipidiche
si separano dalla parte acquosa.
Nello stomaco la lipasi gastrica attacca i trigliceridi, staccando uno dei tre acidi grassi,
con conseguente formazione di acidi grassi liberi e digliceridi.
L'efficacia digestiva di questo enzima è fortemente ridotta dalla natura idrofobica dei
lipidi e dalla forte acidità gastrica.
Nelle 2-4 ore in cui il cibo rimane nello stomaco questo enzima, insieme alle lipasi
salivari, digerisce circa il 10-30% dei lipidi alimentari.
La digestione dei lipidi avviene nel duodeno e nel digiuno e comprende diverse fasi. La
prima fase consiste nella formazione di un’emulsione e nella sua stabilizzazione ad
opera dei sali biliari; essi sono i sali di sodio (o di potassio) degli acidi biliari. Gli acidi
biliari vengono prodotti a partire dal colesterolo e si distinguono acidi biliari primari e
secondari.
Lipolisi:
Consiste nella idrolisi dei trigliceridi in acidi grassi liberi e glicerolo.
trigliceride lipasi-ormone sensibile
Tale reazione è catalizzata dall’enzima , il quale
viene attivato dal glucagone, dal cortisolo, dalle catecolamine e dagli ormoni tiroidei.
Gli acidi grassi liberi che provengono dal tessuto adiposo vengono trasportati nel
sangue legati all’albumina.
M