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Estratto del documento

(ROC)

Seconda variante (PIL e MOL)

La prima sottrae al VAL ammortamenti e accantonamenti: Valore Aggiunto Lordo – Ammortamenti

e accantonamenti = Valore Aggiunto Netto. Dopo di che prendiamo in considerazione il primo dei

nostri portatori di interesse: lavoratori dipendenti: Valore Aggiunto Netto – Costo del Lavoro =

Risultato Operativo Caratteristico.

Nella seconda variante invertiamo l’ordine: + Prodotto Interno Lordo – Consumo di Materie –

Consumo di Servizi = Valore Aggiunto (Lordo). Poi: Valore Aggiunto (Lordo) – Costo del lavoro =

Margine Operativo Lordo. Poi: Margine Operativo Lordo – Ammortamenti e Accantonamenti =

Risultato Operativo Caratteristico.

Queste due differenze di impostazione sono dovute al fatto che nel primo caso prima di andare a

remunerare i nostri soggetti che hanno contribuito alla creazione togliamo tutti i consumi, anche

quelli che non sono veri e propri ma sono solo e soltanto operazioni di tipo contabile. Andiamo

quindi a distribuire un valore più piccolo perché è al Netto di un’operazione meramente contabile.

Nella seconda impostazione andiamo a remunerare i primi portatori di interesse prima di togliere

ammortamenti e accantonamenti, come se volessimo tutelarli maggiormente. Questa seconda

impostazione è stata ampiamente caldeggiata da quelle categorie sociali che volevano tutelare i

lavoratori, come i sindacati. Le due diverse impostazioni sono frutto di una diversa priorità data ai

lavoratori dipendenti. La prima classificazione si chiama PIL e VAN; la seconda PIL e MOL.

Da qui in poi le strade si uniscono, diventa tutto vero per entrambi. Una volta individuato il ROC

dobbiamo prendere in considerazione ± Proventi e oneri accessori. Alcune tipologia di conti

contabili che richiamano la gestione accessoria sono i fitti attivi, quelli passivi sono dentro

consumo di ricchezze da mettere sopra; interessi attivi; interessi su titoli. Una volta fatta la somma

algebrica di questi componenti otteniamo il Risultato Operativo Globale.

ROC

± Proventi e oneri accessori 32

= Risultato Operativo Globale (ROG)

Con quest’ultimo risultato andiamo poi a remunerare i terzi debitori: ROG – Oneri finanziari (terzi

debitori) = Risultato Ordinario.

ROG

- Oneri finanziari

= Risultato Ordinario (RO)

Procediamo ora con: Risultato Ordinario ± Proventi e oneri straordinari. Tra questi ultimi ci sono

per esempio le Perdite su crediti: sopravvenienze passive; risarcimenti assicurativi; minusvalenze;

plusvalenze. Questa operazione darà il Risultato Ante Imposte.

RO

± Proventi e oneri straordinari

= Risultato Ante Imposte (RAI)

Concludiamo ora con l’ultima operazione: Risultato Ante Imposte – Imposte sul Reddito = Risultato

Netto. Risultati Ante Imposte (RAI)

- Imposte sul Reddito

= Risultato Netto (RN)

4.3.3 Riassunto Schema di Riclassificazione del Conto Economico

Ricavi di vendita ROC

±  Rimanenze di prodotti ± Componenti accessori

+ Produzioni interne = ROG

= PIL ROG

PIL - Oneri finanziari

- Consumo materie = RO

- Consumo servizi RO

= VAL ± Componenti straordinari

VAL = RAI

- Costo del lavoro RAI

= MOL - Imposte

MOL = RN

- Ammortamenti e accantonamenti

= ROC

4.4 C E C

ONTO CONOMICO IVILISTICO

Vediamo ora come è fatto lo Schema Civilistico. Lo schema di impostazione dei documenti

civilistici è uno schema rigido. In questa analisi vedremo come è fatta la normativa prima e dopo la

nuova norma. Nel Conto Economico Civilistico mancano le classi.

Macroclasse A : Valore della produzione .

Questa Macroclasse ci evoca il PIL, un contenitore che ha come riferimento il Prodotto Interno

Lordo. Questo è formato da componenti dell’area gestionale solo e soltanto caratteristica. Ci

33

aspettiamo quindi che il contenuto della Macroclasse A prenda in questione solo e soltanto la

gestione caratteristica. Voci della Macroclasse A:

1. Ricavi delle vendite ;

2. Variazione delle rimanenze di prodotto ;

3. Variazione dei lavori in corso su ordinazione . Per un’azienda edile il ricavo di vendita si

realizza quando vende la casa. Prima però deve essere costruita, e il processo si può

collocare in un orizzonte temporale superiore a 12 mesi. Immaginiamo che ci siano stati

uno o più soggetti che abbiano ordinato la casa da costruire, e che il 31/12/15 di quell’anno

l’avanzamento nella realizzazione dell’immobile sia pari a 400.000. La casa verrà ultimata

tra due anni. Dal punto di vista dei consumi produttivi significa che per poter realizzare una

cosa che fino ad ora vale 400.000 abbiamo consumato dei fattori produttivi. Se a fronte di

questo consumo non mettessimo nulla come componente positivo di reddito dall’altra parte

ci sarebbe una decurtazione del nostro risultato di periodo di 400.00. Non si tratta però di

una perdita, ma di una tipologia di processo: 400.000 sono i costi sostenuti. Il 31/12

facciamo una rilevazione contabile pari alle rimanenze di prodotti, anche se questi sono

cose finite, mentre l’immobile è una cosa definita a priori, dalla quale non si avranno ricavi

di vendita fino al momento della vendita stessa.

(VE+) Rimanenze finali lavori in 400.000 CE

corso

(VE-) Magazzino lavori in corso 400.000 SP

Componente economico negativo che è sempre una rettifica di costi.

Questa stessa situazione il 01/01/16 si evolverà in una rimanenza iniziale

(VE-) Rimanenze iniziali di lavori in corso 400.000

(VE+) Magazzino lavori in corso 400.000

Rimanenze iniziali (16)

400.000 Rimanenze finali (16)

440.000

Poi immaginiamo

È buono ciò che abbiamo alla fine, negativo ciò che abbiamo all’inizio. Contabilizzando ogni

periodo componenti positivi di reddito esattamente pari ai costi sostenuti, rimando

l’eventuale plusvalore realizzato alla fine. Come se io dicessi che l’utile economico

derivante dalla realizzazione di questo immobile si è prodotto interamente nel 2017,

quando lo vendo. Ma nella realtà sarebbe ugualmente corretto spalmare questo surplus nei

vari periodi. In questo modo lediamo il principio di prudenza che dice che gli utili vanno

contabilizzati solo quando si realizzano;

4. Produzioni interne ; 34

5. Altri ricavi e proventi . Al loro interno possono finire sia componenti di gestione accessoria,

come i fitti attivi, sia componenti di gestione straordinaria, come la plusvalenza sulla vendita

cespiti. In questo modo abbiamo messo in discussione il fatto che il valore della

Macroclasse A sia qualcosa di uguale o simile al nostro PIL, ma così non è. Bisogna quindi

cercare di spacchettare il contenuto di questa voce, analizzando nello specifico che tipo di

elemento abbiamo preso in considerazione dandone un’etichetta. Dobbiamo perciò

prendere la nota integrativa e guardare le informazioni in più per parcheggiare diversi pezzi

nella variazione della gestione accessoria piuttosto che in quella straordinaria.

Macroclasse B : Costi della produzione .

In questa Macroclasse B ci aspettiamo di trovare i consumi realizzati nel periodo.

6. Per materie . Contiene solo e soltanto gli acquisti. Come conto contabile ci va solo e

soltanto “Materie c/acquisti;

7. Per servizi . All’interno di questa voce ci vanno gli acquisti per servizi;

8. Godimento beni di terzi

. Alcuni esempi sono i canoni leasing e i fitti passivi;

9. Per il personale . Dentro questa voce come conti contabili ci vanno “Salari e stipendi”,

“Oneri sociali”, “IFR”. Tutti enucleati come costo del personale. Lo schema del costo del

personale era uno schema del valore aggiunto che andava distribuito tra i vari portatori di

interesse;

10. Ammortamenti e svalutazioni . Ammortamenti sia delle immobilizzazioni materiali che di

quelle immateriali. Per quanto riguarda le svalutazioni sono un componente che vanno in C

e D, non qui. Le partecipazioni sono componenti di natura finanziaria. Se le partecipazioni

in questa impostazione sono componenti di natura finanziaria, nella Macroclasse C ci

andranno tutti i dividendi e interessi relativi alla detenzione di partecipazioni. Ci sono

situazioni dove il detenere una partecipazione non è un investimento finanziario ma un di

cui della gestione caratteristica. I proventi da partecipazioni derivanti dal fatto che si è

investito all’intero di quell’azienda per esternalizzare un processo produttivo sono un di cui

della gestione caratteristica. Se all’interno della Macroclasse C ci sono proventi di

partecipazioni li spostiamo per metterli nella gestione caratteristica. “Perdite presunte su

crediti” è una svalutazione;

11. Variazione delle rimanenze di materie . Ci vanno i conti contabili “Materie c/rimanenze

iniziali” e “Materie c/rimanenze finali”, facciamo la differenza e sottraiamo alle materie per

valorizzare il consumo di materie;

12. Accantonamenti per rischi . Un esempio sono le “Controversie legali in atto”;

13. Altri accantonamenti. “Manutenzioni e riparazioni”, accantonamento a spese future;

14. Oneri diversi di gestione . Come per i componenti positivi, anche per quelli negativi

possiamo dire che anche all’interno di B14, così come in A5, ci possono finire sia

componenti di gestione accessoria che straordinaria. Un esempio può essere una

minusvalenza derivante dalla vendita di una attrezzatura. Quando leggiamo lo Schema

Civilistico anche per B14 dobbiamo fare la stessa cosa fatta per A5: prendere la nota

integrativa e guardare le informazioni in più per parcheggiare diversi pezzi nella variazione

della gestione accessoria piuttosto che in quella straordinaria.

Lo schema civilistico ci dà la prima e unica grandezza differenziale, che si chiama “Differenza

valori e costi della produzione” (A – B). Non è né un Risultato Operativo Caratteristico,

differenza componenti positivi e negativi gestione caratteristica, ma nemmeno un Risultato

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Operativo Globale, che si ottiene sommando o sottraendo dal ROC i componenti di gestione

accessoria.

Nel bilancio di esercizio prima di tutto non vengono separate le diverse aree gestionali. È poi uno

schema che si presenta in forma scalare ma non ci dà risultati intermedi parametrici. Terza cosa,

chi è un esperto contabile deve sicuramente metterci le mani con un processo di calcolo e vedere

il contenuto della norma integrativa.

Macroclasse C : Proventi e oneri finanziari .

All’interno di questa Macroclasse ci saranno da una parte gli oneri puri, dall’altra all’interno di

proventi gli interessi su titoli, che sono sicuramente un componente di reddito positivo che in quella

accezione assume veste finanziaria. Nello schema finiscono nei componenti di gestione

accessoria, qui nello schema civilistico

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
53 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Federico ® di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bilanci aziendali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gigli Sabrina.