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NALISI DEI FATTORI PRODUTTIVI DI USO DUREVOLE
I fattori produttivi di uso durevole fanno sempre parte del circuito degli investimenti caratteristici.
• Acquisto fattori di uso singolo;
• Valorizzazione vendita;
• Acquisizione fattori produttivi di uso durevole.
Possono esserci diversi metodi di acquisizione di questi beni (cfr. sopra). Dal punto di vista
contabile è come l’acquisizione di prodotti di uso singolo. Devono però essere assoggettati ad
ammortamento perché per loro natura devono essere utilizzati per più cicli produttivi nel corso
dell’anno.
• Valore fattori produttivi di uso singolo: Conto Economico. Fanno parte del consumo di
periodo. Esempio: ho consumato materie per 20.000;
• Valore fattori produttivi di uso durevole: Stato Patrimoniale. Ciò significa che è qualcosa
che posso ancora usare, in quanto lo Stato Patrimoniale fa la fotografia degli investimenti in
essere, qualcosa che posso ancora sfruttare.
Si possono chiamare in causa diversi processi di acquisizione: oneri di diretta imputazione. Se
acquistiamo un impianto quando l’azienda produttrice ce lo porta, la sua messa in uso potrebbe
non essere ultimata dalla stessa, ma serve un’altra azienda che ultimi il processo. Le fasi dei fattori
produttivi di uso durevole si dividono perciò:
• Fattura impresa produttrice;
• Fattura impresa che installa. Essa singolarmente sarebbe il costo per i servizi. Se è
assolutamente necessaria il suo valore va portato ad incremento contabile. Deve essere
aumentato del calore dell’installazione per arrivare al valore complessivo dell’impianto.
L’insieme della fattura impresa produttrice e fattura impresa che installa formano il valore contabile
dell’impianto, detto anche costo storico di acquisto. 30
Esempio 1
Il 02/10/15 riceviamo un impianto con fattura dall’impresa produttrice per un costo di 200.000€ +
IVA 22% con un pagamento a 90gg. Sorge così un debito:
Denominazione Dare Avere
(VF-) Debiti v/fornitori 244.000 (SP)
(VE-) Impianti 200.000 (SP)
(VF+) IVA ns/credito 44.000 (SP)
I debiti v/fornitori per 200.000 misurano il valore dell’impianto acquistato. L’IVA invece è ora una
posizione di credito. Debiti v/fornitori
244.000
IVA ns/credito
44.000 Impianti
200.000
Il 05/10/15 l’impresa che installa emette fattura per 20.000€ + IVA 22% con un pagamento a 60gg.
Riceviamo una fattura, quindi sorge un debito:
Denominazione Dare Avere
(VF-) Debito v/fornitori 24.400
(VE-) Impianti 20.000
(VF+) IVA ns/credito 4.400 Debiti v/fornitori
244.000
24.400 IVA ns/credito
44.000
4.400 Impianti
200.000
20.000
Valore ns impianto 220.000 31
Il valore complessivo del nostro impianto è quindi 220.000€, valore sul quale andremo a calcolare
le nostre quote di ammortamento. Il procedimento di ammortamento inizia quado l’impianto è
effettivamente utilizzabile (05/10/15). Con riferimento al 2015 lo posso usare ancora 2 mesi e
25gg. Il 05/12/15 si avrà:
Denominazione Dare Avere
(VF+) Debiti v/fornitori 24.400 (SP)
(VF-) Banca c/c 24.400 (SP)
Debiti v/fornitori
24.400 244.000
24.400
Al 31/12 abbiamo la posizione aperta dei 244.000 perché dobbiamo pagare il 02/01/16.
Il 02/01/16 si avrà così:
Denominazione Dare Avere
(VF+) Debiti v/fornitori 244.400
(VF-) Banca c/c 244.400
Debiti v/fornitori
244.400 244.000
L’ammortamento consiste quindi nel far comparire nel risultato di periodo un prodotto di uso
durevole:
• Valore da ammortizzare; 32
• Durata ammortamento. È necessario ipotizzare la vita utile del nostro bene. La legge
prevede che per le immobilizzazioni materiali (le non materiali sono per esempio brevetti e
software) dobbiamo ammortizzarli avendo come riferimento la loro durata. Per esempio se
produci pistoni e hai impianti per un valore di 200.000€, li puoi inserire nei costi di periodo
solo per il 10% del loro valore. La durata dell’ammortamento, vita utile del bene stesso,
coincide con la possibilità che il fisco ci dà per detrarre le spese dalle tasse;
• Criterio di ammortamento. Può avvenire in maniera costante; ci può essere uno
sfruttamento maggiore in alcuni anni e minore in altri; ci può essere un uso incostante.
Nonostante ciò è in realtà un criterio di tipo matematico a quote costanti.
Contabilmente parlando abbiamo (dati riferiti a prima):
Un ammortamento del 10%. La rilevazione dell’ammortamento va fatta il 31/12 perché solo lì ci
interessa il risultato di periodo.
Denominazione Dare Avere
(VE-) Ammortamento impianti 22.000
(VE+) Fondo ammortamento impianti 22.000
Ammortamento impianti
22.000 Impianti
200.000
20.000
TOT 220.000
L’ammortamento impianti serve per rilevare il costo di periodo. Quanto ancora posso utilizzare
quegli impianti? Fuori conto. Non si utilizza lo stesso conto degli impianti, ma un altro
(ammortamento impianti) perché serve a rettificare il valore egli impianti. Rettifichiamo in maniera
indiretta per le immobilizzazioni materiali, da qui fuori conto.
Valore contabile residuo: quanto vale ora il nostro impianto: Valore impianto 220.000€ - fondo
ammortamento 22.000€ = 198.000€.
Esempio 2 Fabbricati
200.000 Impianti
100.000 33
I fabbricati si ammortizzano al 3%; gli impianti al 15%. Il 31/15 eseguo la rilevazione.
Denominazione Dare Avere
(VE-) Ammortamento 6.000 (3% di 200.000) (CE)
fabbricati
(VE+) Fondo 6.000 (SP)
ammortamento
fabbricati
(VE-) Ammortamento 15.000 (15% di (CE)
impianti 100.000)
(VE+) Fondo 15.000 (SP)
ammortamento
impianti
Il fondo ammortamento impianti è una tecnica indiretta che rettifica il costo pluriennale.
Fondo ammortamento fabbricati
6.000
Ammortamento fabbricati
6.000 Fondo ammortamento impianti
15.000
Ammortamento impianti
15.500
5.5 L A DISMISSIONE
5.5.1 Dismissione con plusvalenza
La dismissione ci chiama ad azzerare i fondi contabili, a valorizzare il credito verso chi acquista e il
debito verso l’Erario. 34
Impianti
100.000 100.000
Fondo ammortamento impianti
15.000 15.000
Vendiamo ora gli impianti al valore di cessione di 90.000€. Il valore che il mercato è disposto a
pagare è superiore al valore contabile residuo. Il valore contabile residuo è infatti: Impianti
100.000€ - fondo ammortamento 15.000€ = 85.000€. Perciò: 90.000€ - 85.000€ = 5.000€ che
rappresenta una plusvalenza. Al contrario si avrebbe una minusvalenza.
Se vendo un impianto lo devo togliere dalla mia contabilità: dismettere dalla contabilità un impianto
significa fare arrivare il saldo a 0.
Denominazione Dare Avere
(VE+) Impianti 100.000
(VE-) Fondo 15.000
ammortamento
(VF+) Crediti diversi 109.800
(derivati dalla
vendita)
(VF-) IVA ns/debito 19.800
(VE+) Plusvalenza 5.000
5.5.2 Dismissione con minusvalenza
Può però anche verificarsi il caso contrario, nel senso che invece di una plusvalenza si ha una
minusvalenza al tempo della vendita, quando cioè il Valore contabile residuo è maggiore del Valore
di cessione. Automezzi
30.000 30.000
Fondo amm.to automezzi 35
15.000 15.000
I 30.000 sono il Costo di acquisto, nonché il Costo Storico degli automezzi.
Gli automezzi vengono venduti il 05/10/15 a 2.000€ + IVA 22%.
Valore contabile residuo = Costo Storico del bene, ovvero degli automezzi: 30.000
- Fondo ammortamento -15.000
= 15.000
- Valore di cessione - 2.000
= Minusvalenza = 13.000
Il primo problema che ci si pone è quello di togliere dalla contabilità gli automezzi e uccidere il
fondo ammortamento.
Denominazione Dare Avere
(VE+) Automezzi 30.000 (SP)
(VE-) Fondo amm.to 15.000 (SP)
automezzi
(VF+) Crediti diversi 2.440 (SP)
(VF-) IVA ns/debito 440 (SP)
(VE-) Minusvalenze 13.000 (CE)
Con il principio della quadratura, i 13.000€ in dare rappresentano la minusvalenza (CE-).
5.5.3 Rottura del macchinario
Prendiamo ora per esempio il caso in cui il macchinario si rompesse.
Macchinari
100.000 100.000
Fondo amm.to macchinari
50.000 36
Denominazione Dare Avere
(VE+) Macchinari 100.000 (SP)
(VE-) Fondo amm.to 50.000 (SP)
macchinari
(CE-) Sopravvenienze passive 50.000 (CE)
Le sopravvenienze passive rappresentano una perdita in termini economici.
La sopravvenienza è un componente straordinario di reddito che esula dalla normalità. È
importante evidenziarlo perché il bilancio di esercizio, documento obbligatorio per legge, deve
comunicare verso l’esterno i nostri movimenti. Per chi legge deve anche essere uno strumento di
garanzia. Se l’azienda chiamasse questo componente allo stesso modo di un costo di periodo, chi
legge capisce che l’azienda è stata meno efficiente rispetto a prima, ma in realtà è stata sfortuna
per la distruzione di un macchinario.
L’azienda deve essere costantemente solvibile: se è in difficoltà finanziaria può decidere di
vendere dei titoli e delle quote, ottenendo così grande plusvalenza che porta un risultato molto
elevato. Dall’esterno gli interlocutori devono leggere questa azione positivamente, ma in realtà è
qualcosa di negativo perché è stata compiuta per fare fronte ad una difficoltà finanziaria.
5.5.4 Rottura del macchinario coperto da assicurazione
Ci può anche essere il caso in cui queste immobilizzazioni che si distruggono o sono
impossibilitate siano coperte da assicurazione. Immaginiamo per esempio che ci venga
riconosciuto un risarcimento assicurativo pari a 45.000€. In termini finanziari vuol dire che noi
diveniamo creditori. Questo importo andrà poi a coprire la minusvalenza.
Denominazione Dare Avere
(VF+) Assicurazioni c/rimborsi 45.000 (SP)
(VE+) Risarcimenti assicurativi 45.000 (CE)
(componente positivo di periodo)
(VF+) Banca c/c 45.000 (SP)
(VF-) Assicurazioni c/rimborsi 45.000 (SP)
(estinzione del credito)
La perdita effettiva è di 5.000€ (50.000€ - 40.000€ = 5.000€). Questa la leggiamo nel Conto
Economico. Conto Economico
Sopravvenienze passive Risarcimenti 45.000
50.000 37
5.5.5 Problema delle immobilizzazioni materiali
Le immobilizzazioni materiali le possiamo acquisire o acquistandole sul mercato, o con un
conferimento da parte dei soci o con una produzione interna. L’acquisizione genera un
componente economico negativo di natura pluriennale, quindi come tale lo parcheggiamo nello
Stato Patrimoniale. Questo valore di acquisizione, chiamato anche Costo Storico, rappresenta la
part