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Le risorse sul web si possono cercare attraverso un motore di ricerca: si inserisce il titolo, una frase, una

parola chiave per cercare le informazioni; le risposte possono essere filtrate inserendo limiti linguistici,

temporali, per tipologia, formato dei file. Gli operatori booleani e i caratteri jolly sono utilissimi per una

interrogazione su un motore di ricerca online: i principali sono 3 , AND, OR, NOT. I risulti con AND

appartengono a due insiemi; la ricerca con OR restituisce i record che appartengono ad almeno una

delle due parole inserite nella stringa; NOT restituisce i record che contengono solo una parola, la

prima. Il carattere jolly o wildcard è un simbolo usato per sostituire uno o più caratteri: i due più usati

sono l’asterisco e il punto di domanda. Si può fare anche un troncamento attivabile usando l’asterisco o

il dollaro. Il limite dei motori di ricerca è che non possono vedere o scandagliare il deep web: analizzano

velocemente i dati nel world wide web ma non reperiscono moltissime altre informazioni nel deep web.

Quindi si consiglia di utilizzare almeno tre motori di ricerca diversi per una ricerca più esaustiva. I

meta motori sono strumenti che consentono di interrogare più motori di ricerca nello stesso momento:

per es. Dogpile interrogherà contemporaneamente Google, Yahoo, Bing e Ask.Com. Google Scholar ,

nato nel 2004, è un motore dedicato alla letteratura scientifica e consultabile gratuitamente; Scirus è un

motore specializzato per la ricerca scientifica; Google Art Project ricerca e visualizza in alta risoluzione

opere artistiche, visita musei, crea una galleria. La web directory , o elenchi di siti, serve per ottenere

velocemente informazioni, notizie, selezionate da esperti; esempi sono Yahoo Directory, SegnaWeb,

Open Directory Project. Se i cataloghi e i repertori bibliografici non sono sufficienti, ci si avvale dei

cataloghi di vendita degli editori online: il più noto è ALICE accessibile su dvd e in linea a pagamento,

offre notizie su oltre 700mila titoli in commercio, 500mila titoli esauriti e 6mila titoli di prossima

pubblicazione. Aggiornate sono le banche dati di IBS, InternetBookShop e di Bol.it, Unilibro, Amazon

Libri. Cataloghi di vendita online di antiquariato sono Maremagnum, AbeBooks, Biblio, Bookfinder.

Che cos’è il servizio di reference? È un servizio di informazione bibliografica, un servizio personalizzato

di assistenza, consulenza e orientamento svolto da bibliotecari specializzati per rispondere alle richieste

degli utenti: lo scopo è quello di impostare correttamente dall’inizio la ricerca. Il reference può essere

in presenza, quindi face to face, fra utente e bibliotecario e a distanza, ossia in remoto tra bibliotecario e

utente, tramite mezzi telematici; questo servizio di reference a distanza è offerto con due modalità, in

modo sincrono per telefono o via chat, o in modo asincrono, via modulo o mail e spesso lo si vede sotto

“Chiedi al bibliotecario”. Il reference è un servizio utilissimo e importantissimo: fa risparmiare tempo

allo studioso e lo aiuta. Ranganathan nel 1931 enuncia le 5 leggi della biblioteconomia:

1°. Books are for use = i libri esistono per essere usati.

2°. Every reader his book = ad ogni lettore il suo libro, il lettore deve poter individuare il libro di suo

interesse.

3°. Every book its reader = ad ogni libro il suo lettore, il libro deve essere sfruttato.

4°. Save the time of the reader = risparmia il tempo del lettore.

5°. The library is a growing organism = la biblioteca è un organismo che cresce, che si sviluppa.

Molti strumenti sono disponibili il biblioteca o sul sito web della stessa, come guide, depliant, tutorial

all’uso, i virtual reference desk ( VRD ) che sono specializzati per disciplina. Vari reference desk sono:

AskBob , della Biblioteca dell’Università di Bolzano, è un chatterbot, tramite un avatar risponde

automaticamente in diverse lingue alle richieste scritte degli utenti, ed è sincrono, da la risposta in

tempo reale; WWW Virtual Library; VRD Toscano, ecc.

Esaminando il mondo del libro, ci si accorge che il mondo è ampio: l’editore ha un ruolo chiave, perché è

l’imprenditore dell’industria del libro. Investe capitale; il suo lavoro comprende la ricerca,

l’acquisizione, la valutazione, la cura editoriale, la produzione, la distribuzione e vendita dei testi, che

trasforma da manoscritti a veri libri. La cura editoriale, o editing, è complessa, dopo questa il testo è

pronto per la stampa o per la conversione e pubblicazione digitale, compresa l’assegnazione di metadati.

Cosa sono i metadati? Sono dati su altri dati, i dati sono informazioni collegate ad una risorsa; un

metadato è composto da un’etichetta, tag, che specifica la funzione, e da un contenuto, che specifica il

valore. Alcuni autori auto pubblicano il proprio testo, fenomeno conosciuto come self-publishing:

affermatosi negli USA , si è diffuso in poco tempo in altre nazioni. Fondamentale è anche il ruolo del

lettore: esistono vari tipi di lettori, come esistono vari tipi di modi di leggere. I bibliotecari sono l’anello

di unione fra questi elementi, possiedono le conoscenze culturali e tecniche necessarie per il

reperimento dell’informazione, fanno circolare, incrementano, organizzano, valutano, tutelano,

conservano le risorse, fungono da mediatori. Con le attuali tecnologie, si sono diffusi i wiki, siti che,

previa autenticazione, permettono di inserire, modificare, cancellare contenuti ( es. Wikipedia). Un

pericolo è il rischio di trovare informazioni sbagliate: proprio perché senza mediatori, le informazioni

possono essere giuste, come possono essere inattendibili, erronee, mal presentate. Il ranking di una

fonte è un buon modo per determinare l’autorevolezza della fonte: motori come Google, organizzano i

risultati in base alle interrogazioni su specifici criteri. Viene favorita nel frattempo la

disintermediazione, cioè l’individuazione diretta di risorse da parte del lettore: OPAC, meta opac,

cataloghi di nuova generazione, discovery tool, motori di ricerca..

Dagli anni 70 si è determinato un fenomeno chiamato “crisi della comunicazione scientifica”: il prezzo

dei periodici sale, fino a raggiungere costi insostenibili per le biblioteche; i ricercatori, pagati dalle

università sono costretti a pubblicare e cedere quindi agli editori a titolo gratuito i diritti sulle proprie

opere. L’editore pubblica la rivista, le università sono costrette quindi a pagare cifre salatissime per

acquistarla, sostenendo così un doppio costo: lo stipendio dei ricercatori, attività di peer reviewing,

acquisto degli abbonamenti delle riviste. Ciò porta alla drastica diminuzione dei finanziamenti e fondi

delle biblioteche. La diffusione della rete non ha fatto altro che accentuare questa crisi. Per superarla, è

nato un movimento open access, che sostiene l’impegno da parte di istituzioni scientifiche, a pubblicare

gratuitamente su internet i risultati delle ricerche. Perche accesso aperto? Ci sono almeno 3 motivi: è

giusto che la ricerca finanziata con fondi pubblici (dai cittadini) sia resa disponibile a tutti; un saggio

scaricabile da internet ha visibilità e possibilità di essere visto e citato;l’eliminazione delle barriere

economiche aiuta le istituzioni di ricerca soprattutto nei paesi poveri. Nel 1999 nasce così l’ OAI = Open

Archive Iniziative, con lo scopo di favorire lo sviluppo degli open archives (archivi aperti). Nasce e si

diffonde così il movimento open access. Nella “Dichiarazione di Berlino” del 2003 viene affermato che la

missione di questo movimento è quella di sostenere le possibilità di disseminazione della conoscenza,

sempre più attraverso l’accesso aperto via internet. Il web del futuro deve essere trasparente,

interattivo e sostenibile. Un esempio è il sito PLEIADI, il Portale per la letteratura scientifica elettronica

italiana su Archivi aperti e depositi istituzionali. Il movimento open access si realizza in due modi:

attraverso la gold road, che riguarda le riviste che nascono nella forma dell’accesso aperto, e la green

road, che si esprime nel deposito in repository (depositi) online dei contributi già pubblicati. Questi

archivi aperti possono essere istituzionali, come quelli delle università e centri di ricerca, o disciplinari,

come quelli per la fisica e l’economia. Gli autori possono archiviare i loro preprints, senza necessità di

autorizzazione da parte di chichessia; se gli archivi sono compatibili con il protocollo di trasporto dei

metadati della OAI sono interoperabili.

Vi sono varie tipologie di risorse, come i saggi, che se il tema trattato deve avere più spazio, si

trasformano in monografie, o libri. Vi è un’opera generale, o manuale, o trattato, strumenti di studio, e

orientamento, che espongono i fondamenti della disciplina in maniera organica e precisa. C’è il

vocabolario che spiega con definizioni il lessico di una lingua o un dialetto; il dizionario enciclopedico,

ossia un’opera analitica che comprende il lessico e registra le voci principali dello scibile con varie

definizioni; l’enciclopedia, che espone sinteticamente i temi secondo lemmi disposti alfabeticamente. Le

enciclopedie possono essere universali o specializzate. Esistono i diritti d’autore, che sono i

riconoscimenti giuridici all’autore di opere dell’ingegno: comprende i diritti personali o morali, e i

diritti patrimoniali o di utilizzazione economica; nei paesi anglosassoni si usa il termine copyright, che

significa diritto di copia , evidenziabile con il simbolo C in un cerchiettino. Visto che le risorse sono di

quantità considerevole, si può usare un database management system, ossia un foglio di calcolo

elettronico che aiuta a gestire ed elaborare gli appunti. Il reference management software è un

programma apposito, per la gestione di riferimenti bibliografici nelle diverse fasi di registrazione:

esempi sono EndNote, Reference Manager, a pagamento; gratuiti sono Zotero e Mendeley. Per le risorse

bisogna spesso decidere in che formato le si vuole, ebbene i file e le estensioni più comuni sono: file

documento ( DOC, TXT, ODT, PDF, EPUB); file di linguaggi markup (HTML); file grafici (BMP, GIF, JPG);

file audio (MP3, WAV); file video ( AVI, DIVX). Diffusissimo è il PDF, Portable Document Format

sviluppato dalla Adobe nel 1993. Il libro elettronico e-book è un testo digitale di cui non esiste ancora

una definizione precisa; i testi elettronici sono di per sé i file, mentre i dispositivi in grado di leggerli

sono gli e-reader, che sfruttano la tecnologia dell’inchiostro ottico, e-ink, che permette di leggere il

testo alla luce del sole e affaticano poco la vista, simulando la pagina di carta. I formati liquidi sono file

che adatta

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
6 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rosy988 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biblioteconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Montecchi Giorgio.