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Il primo palmare capace di essere strumento di lettura è l’Apple Newton (primo modello nel 1993,

l’Apple Newton Message Pad 100); per l’epoca era avanzatissimo, aveva la possibilità di scrivere sullo

schermo con lo stilo e un software di riconoscimento della calligrafia, ma le batterie duravano

pochissimo e il costo era alto, circa 800 dollari. L’Apple Newton è stato il primo dispositivo palmare per

cui è stato sviluppato un software per la lettura di e-book incluso nel sistema operativo. Un nuovo

dispositivo esce nel 1996, il Palm Pilot: costava innanzitutto di meno, e aveva un’interfaccia nuova. I

Palm erano di dimensioni ridotte, con schermi non adatti alla lettura prolungata, ma si erano diffusi

moltissimo. Dal 1996 quindi viene sviluppato un formato apposta, usato dal sistema operativo Palm, il

PalmDOC, con estensione pdb. Dal 1997 lo sviluppo del formato è stato portato avanti dalla società

Aportis. I primi e-book in formato PalmDOC erano realizzati da appassionati. Accanto a questo formato

ne esisteva un altro, il formato mobi del programma di lettura Mobipocket, con estensioni mbp. O prc.

Lo Psion, l’Apple Newton e Palm sono 3 fra i contendenti negli anni 90 per il mondo dei palmari. Nel

1994 HP aveva introdotto l’HP 200LX, in un palmare vi era un intero computer MS-DOS; anche la

Microsoft aveva cominciato a lavorarci su, e nasce il Windows CE, poi Windows CE 3.0 fino

all’ibridazione con telefoni cellulari, Windows Mobile sostituito nel 2010 da Windows Phone. Nel 1998

un’azienda francese, la Cytale, produce un lettore di e-book di dimensioni e forma vicine a quelle di un

libro a stampa: il Cybook; pensato in origine per la sola lettura, è pesante, lo schermo lascia a

desiderare, le batterie non durano molto (max 3h), la casa produttrice fallisce nel 2003. Dal 2000

Microsoft produce un programma dedicato alla lettura di e-book, Microsoft Reader: tutt’ora disponibile

in formato LIT ( abbreviazione di Literature).

Questo primo boom degli e-book va quindi dal 1998 al 2001, con la prima generazione dei lettori, Rocket

eBook, softBook, eredi di questi, RCA. La lettura però continuava ad essere molto più scomoda che su

carta, il prezzo, la durata delle batterie, politiche gestionali chiuse, sono i fattori che hanno contribuito

al flop. Un ruolo importante è quello dei PDA e primi smarphone: esempi sono i Keitai, o m-books,

romanzi e racconti giapponesi per lo schermo del telefonino, caratterizzati da lettura rapida ed

essenziale, simile a quella dei fumetti. A muoversi è internet: dal 2001 al 2005 sono gli anni

dell’esplosione dello User Generated Content: il web cambia, la rete è la stessa, la banda si allarga, la

diffusione di CMS preparano al Web 2.0. Sono gli anni in cui si afferma l’idea di una biblioteca digitale:

vi sono 4 idee di modelli:

- grandi progetti istituzionali pubblici, come la biblioteca francese Gallica

- agrgegatori di contenuto autonomi, come Ebrary, Questia, NetLibrary

- piattaforme di aggregazione di contenuti diretti da gruppi editoriali quali Penguin, Parlgrave

MacMillan e altri

- progetti di digitalizzazione privata come Google Books

Una novità appare nel 2005, la tecnologia della carta elettronica: si basa su questa la seconda

generazione dei lettori per e-book, del Kindle e del Nook. Si usano i termini e-paper (carta elettronica) e

e-ink (inchiostro elettronico), e sono tecnologie della E Ink Corporation. L’idea di base c’era già negli

anni 70, ed è semplice: una cartellina trasparente, formata da 2 sottili fogli di plastica, all’interno dei

quali vi è un foglio stampato di carta: si legge bene il contenuto dato che la cartellina è trasparente. Così

la carta elettronica si basa su 2 sottili strati plastici trasparenti, sovrapposti, sigillati, all’interno dei

quali c’è un liquido oleoso e minuscole capsule sferiche bianche e nere. Le sferette bianche si caricano

positivamente, quelle nere negativamente: i due strati di plastica sono percorsi da un sottilissimo

reticolo di cellette , i pixel, ciascuno caricato o positivamente o negativamente. Per comporre una

pagina quindi si controlla la carica elettrica dei punti sullo schermo, ciascuno a comando diventa bianco

o nero. I punti neri sono l’inchiostro nero, i punti bianchi, sono lo sfondo bianco della pagina. Non è

come un vero foglio di carta, perché il foglio di plastica è grigiastro e un po’ lucido, stile carta patinata.

La carta elettronica non emette luce, la riflette solamente: si legge meglio se c’è luce, si legge meno bene

se c’è buio. Un vantaggio sono le batterie: un dispositivo con questo sistema usa corrente solo quando

cambia pagina, perche deve caricare le sferette di elettricità; quando il dispositivo resta fermo, sulla

stessa pagina, non consuma corrente. Esistono schermi sperimentali a colori, ma oggi esistono solo

schermi bianchi e neri, con poche tonalità di grigi. Le sferette di inchiostro elettronico si devono

muovere in un fluido oleoso, quindi impiegano un tot di tempo per visualizzare la pagina, per cambiar

pagina così ci si impiega circa 1secondo. La pagina in questo secondo è illeggibile ed è fastidioso, ed è

impossibile inserire animazioni, filmati. Il Libriè adottava per gli e-book un formato proprietario,

chiamato BBeB, Broad Band e Book, con singola fonte privilegiata, la Publishing Link : questo dispositivo

non aveva avuto grande successo. L’ iLiad iRex , uscito nel 2006, prodotto da un’azienda europea , nata

come spin-off della Philips: questo dispositivo offre un display su cui si possono prendere appunti con

uno stilo e la connettività wi-fi. Lo schermo è largo, 8 pollici, l’uso del touchscreen lo faceva consumare

però più degli altri dispositivi, e la batteria durava tra le 10 e le 15 ore. Fra il 2007 e il 2008 esce un

dispositivo chiuso, il Kindle della Amazon; la Sony non poteva più competere con Amazon e quindi è

stata costretta a scoprire le virtù dei formati aperti. La svolta è stata annunciata con solennità durante

un incontro annuale, la conferenza Digital Book 2008, a New York: la Sony si apriva al formato aperto

esistente nel settore, il formato ePub. Il primo modello di Kindle di Amazon è stato lanciato nel 2007, lo

schermo non aveva nulla di innovativo, un display da 6 pollici e e-paper con 4 livelli di grigio, ma la

novità era nello scaricamento dei libri: è sempre connesso, può scaricare libri in qualunque momento.

L’aspetto estetico era tozzo e squadrato, lontanissimo dalle meraviglie del design di Apple, la tastiera

era bassa e scomoda. Gli utenti Kindle possono acquistare e-book solo su Amazon: è un gigante, e

contiene tutti i libri sul mercato anglosassone. Nel 2009 è uscito il Kindle DX, più riuscito esteticamente.

Il marchio Amazon è essenziale: è sia un negozio online di libri, ma non si limita solo a venderli, analizza

le ricerche e i libri che interessano, e offre dei consigli. Offre la possibilità di creare liste di opere

consigliate, scrivere recensioni, suggerire libri.. Amazon non è un catalogo, ma è un sito sociale. Il

Nook di Barnes&Noble è l’altro dispositivo della seconda generazione: Barnes&Noble è una catena di

negozi fisici, il negozio online è nato dopo, e non può competere con Amazon. Le librerie di

Barnes&Noble hanno un bar piacevole, attrezzato per sedersi, bere un caffè, mangiando una fetta di

torta, offre navigazione wi-fi gratuita e tessere, buoni sconto. Il Nook è rivolto a questa utenza: ha una

interfaccia innovativa, nella parte alta dello schermo c’è il display e-paper e nella parte bassa un display

a colori, con funzionalità touchscreen. Ha quindi una doppia interfaccia, che cerca di unire lo schermo

e-paper per la lettura, lo schermo a colori per copertine, tastiera e controllo della funzionalità del

dispositivo. Il Nook permette anche di usare schede di memoria e leggere e-book in formato ePub,

inoltre ha la possibilità di connettersi alla rete via wi-fi.

Lo smartphone più famoso è l’ i Phone, uscito nel 2007: il design è grandioso, la qualità dello schermo e

la sensibilità al tocco sono fantastici, l’interfaccia è disegnata da Apple, quindi è funzionale e molto

carina, con icone colorate e funzioni immediate. La qualità dello schermo è legata alla risoluzione, e alla

buona qualità dei componenti, che danno colori vividi e luminosi. Lo schermo dell’ iPhone è di

480x320pixel, molti di meno di quelli di un computer ma l’ iPhone è molto più piccolo. Con uno schermo

due volte più nitido, e definito, di un normale schermo di computer, non c’è da stupirsi se la resa del

testo è buona. Visto che uno smartphone è più piccolo di un libro, le pagine saranno più brevi,

conterranno meno testo. Quindi bisogna cambiare pagina molto più spesso, per farlo bisogna sfiorare lo

schermo, l’azione è veloce, meno faticosa del girare la pagina di un libro di carta. Mentre la Apple usa il

suo sistema operativo, iPhone OS, Android è un sistema operativo aperto: Google permette a terzi di

usarlo, ed è possibile usarlo su vari dispositivi, come il Nook di Barnes&Noble. Entra in gioco anche una

nuova tecnologia di schermo, la tecnologia OLED, alla base c’è l’idea di rendere elettroluminescenti le

piccole molecole organiche; negli schermi LCD si usano invece cristalli liquidi che non emettono luce

diretta ma devono essere retroilluminati. Il display OLED è pronto per una terza generazione di

dispositivi: spariscono i problemi per la visualizzazione di filmati, animazioni, il refresh della pagina è

immediato, al posto del bianco e nero si hanno colori vividi e perfetti, ma comunque emettono luce,

mentre carta e e-paper no. Questi display richiedono pochissima corrente per i pixel neri, mentre molta

corrente per i pixel bianchi; si è abituati a leggere nero su bianco non bianco su nero, quindi la

visualizzazione di una pagina consuma parecchia corrente. Il vantaggio dei display OLED è che

permettono la realizzazione di dispositivi che servano sia a leggere sia a fare altro. Da qui nasce l’idea

del tablet: il vantaggio è che può essere usato da lontano, per es. da una poltrona; con il tablet si

interagisce tramite una penna, uno stilo. Molti tablet hanno anche la tastiera, che si nasconde dietro

allo schermo. Altri hanno invece lo slate, ossia piccole lavagne interattive con solo schermo più stilo: la

tastiera è opzionale, esterna, volendo la si può collegare, ma resta comunque assente nel dispositivo.

Nel 2010 viene creato l’ iPad Apple: assomiglia ad un iPhone grande e senza telefono, offre un servizio

apposta, lo iBooks che imita da v

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
10 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rosy988 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biblioteconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Montecchi Giorgio.