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I MANOSCRITTI

I Benedettini erano particolarmente legati alla produzione manoscritta. Vi era un forte legame negli ordini religiosi con i libri perché essi erano fondamentali per accompagnare tutte le fasi della giornata del religioso. Essendo attività spesso collettive, i libri dovevano essere molto grandi. Vi erano anche di più piccoli: quelli destinati all'ascolto (due tipi di produzione libraria, quindi). La scrittura era una delle attività giornaliere: era una pratica produttiva e conservativa, finalizzata allo studio. L'oggetto libro era legato alla sua utilità e al suo riutilizzo. La committenza era rarissima, soprattutto fatta dalle autorità più potenti. Muovendosi all'interno della comunità per necessità di culto, i monaci si portavano appresso i libri che facevano parte della loro dotazione personale (1-2), per cui c'era un certo dinamismo dovuto ai propri studi, per cui negli studia dei monasteri.

arrivavano anche i laici, in cerca dei libri collocati diversamente dalluogo di provenienza del soggetto. C'erano poi anche piccole raccolte legate alle attività manuali del convento. Il lavoro dei copisti era molto impegnativo, con dei requisiti (alfabetizzazione e buone doti calligrafiche), ed una divisione fra il calligrafico e il miniatore. Il righello a pettine era fondamentale per la copiatura sulla pergamena. Serviva per il conteggio delle righe, perché si doveva sapere di quanti fogli si necessitava. A monte di questo stava la decisione delle dimensioni del foglio e del carattere. Successivamente il foglio era fissato con quattro chiodini per evitare che si muovesse, poi la rigatura: o a punta secca (incisa) o a lamina di piombo. C'è una standardizzazione nella produzione testuale, che aiuta anche l'ordine all'interno del foglio. Le parole erano spesso abbreviate, sia per allungare la parola sia per farla entrare nei margini: l'aspettoerafondamentale. C'era anche la scelta della pergamena, diverse nella consistenza, per l'uso. La normalizzazione della scrittura fece si che si avesse una standardizzazione grafica nella calligrafia, utile per rendere il testo omogeneo con la divisione del lavoro. La conservazione del libro li vedeva coricati cioè messi di pancia, per evitare che si piegassero per il peso. Lo strumento scrittorio aveva poi una influenza nella scrittura: il taglio della penna era compatibile con le scritture epigrafiche (le omogenee). Nel Medioevo Occidentale si usavano tre tipi di scrittura: - Onciale (grafica tondeggiante derivata dalla epigrafia) - Minuscola Carolina (tondeggiante ma col corpo del carattere ridotto, con legature fra le lettere che possono avere dimensioni diverse) - Gotico (completamente diverso dagli altri due perché estremamente verticalizzato – caratteristiche in effetti del gotico stesso). L'evoluzione era spontanea e determinata dall'uso, ed ognunadelle tre aveva delle variazioni (es semi-gotico; semi-onciale). Le rubriche (le lettere in evidenza), marcavano i paragrafi, poiché il testo era privo di elementi per orientarsi al suo interno, come le iniziali parlanti che contenevano una scena con chiaro riferimento al testo (servivano per la mnemotecnica). Con la laicizzazione del libro la figura dell'amanuense, diversa da quella dello scriba, diviene una professione. La spinta fondamentale è l'aumento della domanda dovuto a chi studia: i libri non erano più solo usati per le professioni. Altro elemento furono poi gli ordini mendicanti, che dovevano adattare la predica al contesto. C'erano già in questo senso dei libri stampati con immagini per aiutare la memoria. Il materiale era stampato attraverso le incisioni sul legno: le xilografie, già usate dal Duecento per fare le carte da gioco, i tessuti, ora questi libriccini (non era una tecnica nuova quindi). Questi libretti avevano una parte.

manoscritta e una scritta (cioè non fatta a mano). Riprendevano le vetrate nella disposizione dello spazio, ecc. erano chiamate Bibliae Populum. Le incisioni venivano fatte dagli xilografi su un legno abbastanza duro (come il pero), incidendo seguendo la venatura e poi, attraverso esse. L'impressione, prima di Guttenberg, era già diffusa, anche se è differente dalla stampa è l'elemento che preparò il terreno affinché ci fosse l'interesse crescente per la parola scritta, le immagini, ecc.

LA CARTA: supporto relativamente nuovo, consente un accesso più rapido, durevole e resistente, con costi minori e tempi di produzione inferiori. La carta separa il luogo di produzione del supporto (CARTIERA) dal luogo di produzione del libro. La carta venne inventata in Cina da un eunuco della corte imperiale. Prima usavano tavolette di bambù (stesso procedimento del papiro), che però dava un supporto troppo rigido e pesante, per

cui spesso erasostituito con la seta, che però era costosa. La carta fu quindi la soluzione ad un problema: vennero presi dei residui vegetali presenti in abbondanza, soprattutto la canapa, e lavorati: raccolta; lavaggio; ammollo; bollitura; macinazione; raffinatura; composizione del foglio; essiccatura; ponitura. Era necessario isolare la cellulosa. La tecnica fu poi modificata e perfezionata dagli arabi e dagli italiani, perché entrambi usavano inchiostri più densi. La carta si diffuse prima nel mondo arabo: gli arabi avevano dei prigionieri di guerra cinesi e li obbligarono a rivelare il procedimento produttivo. Le modifiche arabe: la raffinazione viene ora fatta con una ruota meccanica ad energia idrica che percuoteva quella che sarebbe divenuta la carta. Alla fine il foglio era levigato con una lama, poi avveniva la collatura che evitava che l'inchiostro si espandesse sul foglio. Questa tecnica arrivò in Spagna e da li si diffuse in Europa. Il massimosplendore lo acquisì in Italia, soprattutto nella cartiera Fabriano (1200's). In Italia si usavano gli stracci (stracciaioli) di lino e canapa soprattutto, da cui se ne estraeva la cellulosa. Il procedimento (che rimase invariato fino al Sette - ottocento) era questo: selezione del materiale eposatura nelle vasche di lavaggio durante la quale erano eliminate le cuciture, i bottoni, e simili (fatto fare ai bambini); riduzione degli stracci in strisce (fatto fare alle donne) per velocizzare la fermentazione; passavano poi alla GUALCHIERA che azionava le vasche (pile) dalla forma rettangolare in cui i magli (martelli con lame) battevano e trituravano gli stracci fino a sfibrarli. Successivamente passavano al tino di fermentazione in cui si adoperava il MASTRO CARTAIO che doveva vigilare e comprendere quando porre termine alla fermentazione. A questo punto il mastro cartaio immergeva nel tino un telaio chiamato forma da carta cercando di distribuirvi in modo omogeneo la fibra. Laponitore. A questo punto veniva fattal’asciugatura appendendo di traverso i fogli, dopodiché la levigatura con la pietra pomice e la collatura.La collatura italiana era diversa da quella araba, fatta con residui vegetali: in Italia era usata una gelatinavegetale proveniente dalle concerie che non era aggredibile dalle muffe, ma dai topi.In Italia si usava inoltre della calce viva per accellerare il processo fermentativo, cosa non fatta dai francesiche rendeva quindi cosi la loro carta qualitativamente superiore.Le cartiere sorgevano accanto a percorsi d’acqua corrente, che serviva ad azionare il mulino per azionare asua volta la gualchiera. Inoltre doveva essere vicina ad un centro abitato, ma messa a monte del paese,dove l’acqua era più

pulita.La forma da carta: era una cornice di legno, all'interno della quale vi erano dei fili metallici perpendicolaritra loro.Paralleli al lato lungo, quindi orizzontali, e messi ravvicinati, vi erano le VERGELLE, verticali e più distanziatistavano i FILONI. Vergelle e filoni son fondamentali per stabilire il formato del libro, dato dalla piegatura diesso (?).All'interno vi era poi anche la filigrana posta al centro di metà foglio. In seguito venne poi introdotta alcontro marca, nel centro dell'altra metà del foglio con le iniziali del cartaio.Con lo svilupparsi dell'arte e il suo diffondersi, ci fu la necessità di una regolamentazione dell'arte, cheprevedesse forme e grandezze standard dei fogli di cata. Ad esempio la carta imperiale o reale era la piùgrande.Il mercato si allargava: il metodo della pecia, ad esempio, iniziava ad usare la carta, cosi come i documentimateriali. Solo i documenti ufficiali di cancelleria

rimanevano nell'uso della pergamena, più durevole e resistente, e pregiata. Discorso, questo del mercato, che si lega anche alla laicizzazione del libro. Aumentavano le persone che seguivano i predicatori, richiedendo maggiormente le Bibliae pauperum che già dal Medioevo erano cosi chiamate non perché erano le bibbie dei poveri, ma perché davano l'idea della riduzione. Le immagini sono accompagnate da brevissimi testi in latino. Ma questi oggetti creano interesse per cui piano piano iniziarono a finire anche tra le mani delle persone comuni, che compravano soprattutto i fogliettini con sopra le immagini (il modello di riferimento era quello delle vetrate delle chiese). Furono le professioni ad aumentare la richiesta di parola scritta. Nacque così il nuovo mestiere dell'xilografo incisore. Inizialmente le xilografie erano inchiostrate con un rullo impregnato di inchiostro da scrittura. Questo tipo di stampa ebbe un precedente ed un uso in Asia, maconfinante con l'Italia e l'Italia stessa. Inizialmente, i caratteri mobili erano realizzati in legno, ma presto si passò all'uso del metallo, in particolare dell'ottone. Questo permise una maggiore durata dei caratteri e una migliore qualità di stampa. La stampa a caratteri mobili si diffuse rapidamente in Europa, grazie alla sua praticità ed efficienza. Vennero creati dei set di caratteri, chiamati font, che potevano essere combinati per formare qualsiasi testo desiderato. Questo permetteva una grande flessibilità nella composizione e nella stampa dei testi. Con l'avvento della stampa a caratteri mobili, la diffusione delle idee e delle conoscenze divenne più rapida e accessibile. I libri potevano essere prodotti in grandi quantità e a costi più bassi, rendendo la cultura e l'informazione più accessibili a un pubblico più ampio. La stampa a caratteri mobili rappresenta una pietra miliare nella storia della comunicazione e ha avuto un impatto significativo sulla diffusione delle idee e sulla formazione della società moderna.

stessa e l'Italia settentrionale (qui Felice Feliciano inventò uno strumento a caratteri mobili). Sono tutti posti legati all'am

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Daniele.1992 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bibliologia e biblioteconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Moro Cristina.