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De Mesme ha dato a Naudè l’incarico di bibliotecario nel 1622.
L’opera del 1627 è diventata un punto di riferimento. Fino a quell’anno la sua conoscenza era limitata alle biblioteche di Parigi, Padova
e all’Ambrosiana di Milano.
Naudè ama citare, compilare liste di riferimenti.
La biblioteca ideale agli occhi di Naudè è quella di Jacques Auguste Thou, presidente al Parlamento di Parigi. Momento storico ove le
iniziative dei privati prendono il posto delle istituzioni tradizionali.
La biblioteca del re, della quale De Thou fu nominato bibliotecario tra il 1593 e il 1616 non ha incontrato l’interesse dei sovrani
successivi. La biblioteca di Thou manifesta l’importanza e la forza della cultura di toga nella Francia moderna: biblioteca come luogo
d’incontro e dibattito dove ci si trova a contatto con il sapere universale, per discutere liberamente.
Avvertenza
1626: un gruppo di amici si ritrova a casa del signor De Mesme spinti dal desiderio di consultare quella che era una delle più note
biblioteche francesi. Alcuni di loro erano gli esponenti di quella della Repubblica delle Lettere che tanto peso avrebbe avuto di li al 1600.
Naudè nasce a Parigi nel 1600, diventa bibliotecario di De Mesme. Ha scritto l’opera sotto forma di consigli a De Mesme per la
formazione della propria biblioteca.
9 capitoli dove parla della necessità di formare una biblioteca, spiega al lettore le norme pratiche e da suggerimenti per l’organizzazione
materiale dei libri.
Tutti gli sforzi mossi per dar vita ad una biblioteca devono esser mossi dalla convinzione di creare qualcosa che fa crescere la propria
fama, di ricordare ai suoi successori le proprie azioni.
La biblioteca è il luogo privilegiato dove sarà custodita la memoria.
Grandi raccolte di libri per accrescere la propria fama e consentire un accesso pubblico alla conoscenza. Libri a disposizione di tutti.
Delinea l’immagina di una biblioteca come luogo pubblico la cui funzione non sarà tanto quella di contenere e custodire i libri ma di
permetterne una consultazione agevole.
Critica le biblioteche italiane dove consultazione e accesso sono limitati -> mette in guardia De Mesme -> i libri nascosti diventano
tesoro del sovrano e non espletano la funzione per la quale sono stati scritti. Vuole organizzare un sapere universale facilitando
l’utilizzazione delle opere raccolte con l’ausilio di medici e strumenti necessari al miglior funzionamento.
L’attività ordinatrice dei libri e dei manoscritti ad opera del bibliotecario agevola la fruizione dei testi.
Naudè detta le regole:
- La biblioteca deve contenere testi antichi e moderni dei principali autori, divisi per materia, opere in lingua originale e le
migliori traduzioni. Seguiranno libri di tutti coloro che si sono distinti in un particolare ambito. Grande attenzione deve essere
riportata a quei testi che sono stati motivo di dibattito e di polemica.
- Devono esserci scrittori latini, censurati e allegorizzati in chiave cristiana, di essi si dovrà aver cura di ricercare i testi originali
per permettere a chiunque ne faccia richiesta di utilizzarli nella loro integrità.
- Non si dovranno dimenticare le opere di chi si è opposto ai grandi scrittori del passato.
Naudè suggerisce i criteri per la costruzione dell’edificio-biblioteca, descrive le caratteristiche che deve avere, studia l’ordinamento
sistematico del materiale che consenta un funzionamento agevole e una fruizione di testi.
CONSIGLI PER LA FORMAZIONE PRESENTATI AL SIGNOR DE MESME
1 – perché bisogna essere curiosi di creare biblioteche?
Per salvare dall’oblio, conservare e costruire menti di grandi uomini.
Un modo per guadagnare grande fama era istituire altrettante grandi biblioteche per destinarle ad uso pubblico.
2- modo di istruirsi sul come si forma una biblioteca
Due modi:
- Seguire i consigli di uomini di lettere e buon senso;
- Consultare e raccogliere i pochi precetti che possono ricavarsi dai libri di alcuni autori che hanno trattato questa materia
superficialmente.
Bisogna basarsi anche sulle grandi e famose biblioteche.
Non si possono imitare le biblioteche se non si conosce ciò che contengono attraverso i cataloghi.
3- la quantità di libri che bisogna mettere nelle biblioteche
Opinione di molti: “qualità e non numero”.
Naudè dice che è opportuno raccogliere tutti i tipi di libri -> una biblioteca pubblica deve essere universale e non può essere tale se non
possiede tutti gli autori principali che hanno scritto sulla grande diversità degli argomenti.
4- di quale qualità e condizione devono essere i libri?
- Fornire tutti i primi e principali autori, antichi e moderni, scegliendo le edizioni migliori, i migliori interpreti e commentatori
senza dimenticare le edizioni più rare;
- Mettere nella biblioteca i vecchi e nuovi autori degni di considerazione nella propria lingua (esempio, bibbie in ebraico, padri
in greco, Dante e Petrarca in italiano oltre alle migliori traduzioni (accorgimento necessario per coloro che non conoscono le
lingue. Si dovranno possedere testi in lingua originale come sorgenti originarie).
- Coloro che hanno trattato scienza o facoltà come Bellarmino, Toledo, Navarro o Gesner.