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- 1^ parte -> documento con le sue caratteristiche individuali;
- 2^ parte -> edizione (rara) quando riguarda un documento contenuto all’interno di una pubblicazione. La
descrizione si dovrebbe limitare ai dati che si riferiscono al documento citato e non alla pubblicazione che lo
contiene.
La 2^ parte è introdotta dall’indicazione “in”: la descrizione della pubblicazione nella quale il documento è
contenuto è seguita dalla localizzazione del documento stessa: pagina preceduta dal numero del volume.
Esempio: “pag 25” “vol. 2 – pag 20”.
Per evitare pesantezza evitare dati completi sulla pubblicazione (si darà la data di edizione del volume). Esempio:
“dizionario,vol.11 pag 10”.
Per i periodici. Esempio: “3(1996) n.5 pag 21-30” -> volume del periodico, anno, numero del fascicolo. Il titolo è
sufficiente a meno che non ci siano omonimie -> in quel caso segnalare anche il luogo di edizione.
L’indicazione fornita da una nota bibliografica deve permettere di recuperare l’annata del periodico e, attraverso
questa, si può consultare il catalogo di una biblioteca.
La grafia
Le Maiuscole -> frequente per l’inglese l’uso della maiuscola per tutti i sostantivi e documenti più importanti.
Il Chicago Manual of Style consiglia il maiuscolo per la prima e l’ultima parola di un titolo e per tutte le parole che non
sono articoli.
Per il metodo autore/data si usa la maiuscola solo per la lettera iniziale del titolo e quella del sottotitolo.
Il corsivo viene usato come sottolineatura.
Parole in maiuscolo -> nome dell’autore, cognome.
Se il documento è in una pubblicazione, nelle note di spoglio i titoli saranno 2: quello del documento ospitato e quello
della pubblicazione che lo ospita. In questo caso il titolo della pubblicazione è corsivo. Altri usano il corsivo per il titolo
del documento e mettono il titolo della pubblicazione tra virgolette.
L’intestazione della citazione
La descrizione di per se non offre punti d’accesso -> non comporta il recupero delle info relative al documento -> le
possiamo recuperare in un catalogo in linea.
In un repertorio bibliografico o semplicemente nelle citazioni bibliografiche notiamo l’organizzazione secondo un
criterio che può essere alfabetico per autore, per soggetto, sistematico o cronologico.
Per la singola descrizione conviene limitarsi alla descrizione pura e semplice con tutte le indicazioni al suo interno
(compreso il nome dell’autore dopo il titolo) senza prevedere alcun criterio particolare per l’ordinamento? Oppure far
precedere la descrizione dal nome dell’autore considerato come un punto d’accesso per un ordinamento alfabetico?
Senza prevedere criteri per l’ordinamento, il riconoscimento del documento non è subordinato al nome dell’autore.
E’ difficile la tendenza a rifiutare come primo elemento di ricerca catalografica il titolo a favore di un nome di persona.
Quando il conflitto è tra titolo e curatore, le norme danno la preferenza al titolo.
Le Regole Italiane di catalogazione per autore non prevedono indicazioni intermediarie come “ed” “a cura di”. L’utente
ha un’info sul nome di una persona che cercherà nel catalogo e collegherà al titolo.
Una bibliografia che costituisce l’oggetto della pubblicazione potrà invece presentare accesso principale e secondario
organizzandolo in un’unica serie o con l’aiuto di appendici.
Come si presentano le citazioni bibliografiche
La citazione bibliografica alla quale un punto del testo fa riferimento tramite un numero può essere espressa a piè di
pagina o alla fine del testo (distrae il lettore).
Se i riferimenti sono pochi, più che parlare di bibliografia si parla di note bibliografiche.
Nel caso in cui si faccia riferimento ad una pagina particolare del documento citato andrà segnata. Esempio: “A.ROSSI.
Petrarca. Roma. Bulzoni, 2000. Pag 33”
Se il riferimento è ad una scheda di spoglio dove esiste già una paginazione che localizza il documento descritto, per
evitare confusione si indicherà quella tale pagina tra parentesi. Esempio: “A. NERI. Città. <<Tecniche>>, 8 (1990) pag.
500-509 (505).
Le citazioni vengono numerate nel testo.
Se un documento deve esser citato più volte nel testo, si evita di ripetere la descrizione indicando solo il nome
dell’autore o il titolo con l’aggiunta di IVI o IBID. Esempio: “A. Rossi ivi pag 90”.
La successione delle note segue l’ordine del testo -> la bibliografia non è organizzata.
L’ordinamento delle citazioni bibliografiche
Nel caso di documenti autonomi (esempio tesi) -> organizzare le citazioni con un criterio di ordinamento svincolato
dall’ordine con cui i documenti vengono citati nel testo.
Il più delle volte -> alfabetico per autore e nel caso d documenti intestati allo stesso autore l’ordinamento interno potrà
essere per titolo o data di edizione.
Ordinamento per edizione -> valido per le bibliografiche che comportano una trattazione storica della letteratura
sull’oggetto del documento in quando considera la bibliografia nel suo sviluppo cronologico.
La numerazione in una serie unica dei riferimenti bibliografici all’interno della bibliografia, nella quale essi saranno stati
ordinati con un criterio autonomo potrà permettere il collegamento con il testo.