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Riassunto esame Bibliografia e Biblioteconomia, prof. Crimi, libro consigliato Il mondo di documenti, Ridi Pag. 1
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IL MONDO DEI DOCUMENTI

DATO: Non ha un proprio contenuto oggettivo,ma si plasma in base al conteso e in indica il

punto di partenza per sviluppare un’azione,come un’informazione. Un dato può essere un

numer,una lettera dell’alfabeto o una sequenza di cifre o lettere. IN ambito digitale viene

chiamato bit che può assumere il valore di 0 o 1.Ogni testo,immagine o suono può essere

identificato con una sequenza di bit.L’informazione può essere dunque definita come insieme di

dati contesualizzati in modo da acquisire un senso traducibile in azioni,mentre è considerata

conoscenza ogni insieme informativo capace di ricevere dati e contestualizzarli.

COMUNICAZIONE: Può essere inquadrata in due prospettive,una più umana e l’altra più

astratta; la prima si configura come la capacità che certe persone hanno di diffondere in modo

mirato l’informazione,facendola giungere alle persone considerate bersagli e in quest’ottica

rientrano la comunicazione commerciale o la comunicazione politica ad esempio. Nel secondo

caso si tratta di trasferimento di informazioni fra entità che possono anche non essere umane ed

è indipendente dall’efficacia raggiunta nel catturare l’attenzione .

La trasmissione dell’informazione può avvenire in due modi: attraverso una sorta di canale che

gli permette di passare da A a B senza che ne resti una traccia materiale,oppure previa

registrazione s un supporto fisico,che prende il nome di documento.Qualunque oggetto può

essere considerato documento,purchè funga da supporto fisico di informazioni,codificate per

mezzo di regole note sotto forma di segni registrati sull’oggetto stesso.Un oggetto diventa

documento quando emerge una specifica volontà individuale di diffondere informazioni.

METADATI,INDICI E SERVZI DI ASSISTENZA INFORMATIVA: Costituiscono la base di

ogni metodo di organizzazione dell’informazione .

METADATI: Sono informazioni semplici e standardizzate,facilmente trasferibili o

duplicabili ,relative a entità più complesse e non standardizzate.POssono essere costituiti da

lettere,cifre,immagini o suoi.Sono quindi microdocumenti che parlano di macrodocumenti (es. i

cataloghi delle biblioteche),le cui funzioni permettono di: a) individuare l’esistenza di documenti

con determinate caratteristiche; b) selezionare,valuare e filtrare una serie di documenti e

scegliere quelli più adatti alla nostra ricerca; c) localizzare il documento selezionato; d)

interoperare,per permettere la ricerca anche in altri ambiti disciplinari diversi,grazie a una serie

di equivalenze tra i metadati stessi; e) gestire ,per gantire la conservazione dei documenti.

A seconda delle funzioni possiamo individuare vari tipi di metadati: a) metadati per la

conservazione (istruzioni per il lavaggio sulle etichette dei capi d’abbigliamento); b) metadati

tecnici,che informano sul funzionamento di un oggetto (istruzioni per l’uso della lavastoviglie);

c) metadati sui diritti di accesso,che spiegano come e per quanto tempo si può utilizzare una

determinata risorsa.; d) metadati strutturali,che illustrano se l’oggetto è composto da più parti e

in che rapporto queste stanno fra di loro. Queste categorie di metadati rientrano nel gruppo dei

metadati amministrativo-gestionali,accanto ai quali troviamo anche i metadati valutativi (giudizi

strutturati sulle qualità e l’utilità della risorsa,come le pagelle scolastiche) e i metadati

descrittivi,in senso stretto o semantici , che servono per l’identificazione dei documenti primari

cui si riferiscono e sono costituiti da descrizioni di tali documento e dal loro contenuto semantico

(soggetto).Ad esempio se il mio documento è costituito da un quadro sugli elefanti,un metadato

descrittivo può essere il nome dell’autore e la data della composizione ,mentre il metadato

semantico sarà costituito dal soggetto del quadro,ossia gli elefanti. Questo rapporto tra il

metadato semantico e il documento viene definito “ aboutness”.I metadati possono avere una

struttura semplice,formata da singoli termini isolati,oppure una più complessa formata da una

serie di termini collegati fra loro: nel primo caso i termini verranno coordinati fra loro a

posteriori dall’utente in fase di ricerca,nel secondo caso invece i termini che costituiscono la

stringa sono collegati tra loro a priori da chi ha asseganto i metadati stessi al

documento.Affinchè i metadati risultino efficaci per garantire l’interoperabilità (capacità di

scambiare informazioni tra più sistemi),è necessario che siano standardizzati; tra i formati

standard ricordiamo: il MARC (machine readable cataloguing), creato nel 1965 dalla LIbrary of

Congress di Washington,per facilitare lo scambio automatizzato di metadati bibliografici fra le

biblioteche; il DC (Dublin Core) ,un insieme di 15 elementi come sottoinsieme del

MARC,individuati per permettere una descrizione semplificata di qualsiasi risorsa informativa; il

RDF (Resourche description framework) ,creato dal World wide web consortium (W3C) per

esprimere varie tipologie di metadati relativi a risorse disponibili online in un’unica cornice e

con una sola sintassi.

INDICI: Consistono in insiemi di metadati e possono essere digitali o analogici o ibridi (sia

analogici che digitali).Gli indici digitali possono essere online oppure offline (su cd,dvd).Il

rapporto fra i metadati contenuti nell’indice e i relativi documenti può essere di tre tipi:

diretto,indiretto o potenziale. Se sia l’indice che i documenti sono in formato digitale,può essre

creato un collegamento diretto (link),fra il singolo metadato e la risorsa cui esso si riferisce.Per

quanto riguarda i collegamenti indiretti,questi sono caratteristici dell’ambiente analogico in

quanto qui i link non sono possibili: avremo quindi ad esempio le voci contenute nell’indice

analito o nel sommario di un libro,affiancate da un numero di pagina.All’interno della categoria

del collegamenti indiretti si possono individuare due sottoclassi,quella dei cataloghi e quella

delle bibliografie:i primi elencano i documenti materialmente posseduti e disponibili per la

consultazione,mentre le seconde sono elenchi di documenti dotati di particolari caratteristiche di

volta in volta esplicitare,privi però di informazioni sulla loro localizzazione. Nel caso in cui sia i

cataloghi che le bibliografie siano disponibili in formato digitale e offrano link al testo

completo,possono essere considerati indici diretti,mentre sono indici indiretti qualora non

permettano l’accesso diretto ai documenti a testi pieno,ma si limitino a garantirne l’esistenza

(bibliografie) o a indicarne la localizzazione (cataloghi).Un’altra tipologia di indici è quella degli

indici impropri o potenziali che contengono metadati che non sono attualmente collegati ad

alcun reale documento individuabile,ma che fungono da esempio per possibili futuri

collegamenti di questo tipo; servono principlamente agli indicizzatori per scegliere dei metadati

autorevolmente normalizzati da assegnare o agli autenti per farsi un’idea dei possibili punti di

accesso e della struttura generale di un sistema informativo.Indici diretti e indiretti possono

essere considerati pieni,mentre quelli potenziali,vuoti come ad esempio l’elenco dei soggetti

potenzialmente applicabili ai libri,fra cui il bibliotecario può scegliere quelli più adatto da

assegnare,e che rientra nella categoria dei “vocabolari controllati" o KOS (knowledgle

organization system) ,le cui funzioni sono l’eliminazione delle ambiguità,il controllo dei

sinonimi e l’esplicitazione dei rapporti tra termini e concetti .FRa essi possiamo ricordare: a) gli

archivi di autorità (elenchi di intestazioni omogennee collegate fra loro con vari tipi di rimandi);

b) i soggettari (archivi di autorità dedicati ai soggetti); c) i tesauri (elencano la terminologia

normalizzata di una determinata disciplina); d) le ontologie (esandono la nozione di tesauro

descrivendo le relazioni fra i termini,necessarie per rendere conto di un determninato dominio

concettuale).Dei KOS fanno parte anche le classificazioni semantiche (aboutness individuata con

termini convenzionali,ordinati logicamente soggettazione= aboutness individuata con termini

“naturali”,ordinati alfabeticamente).Le classificazioni sono divise in classi e possono essere

monodimensionali o gerarchiche,come la CDD o multidimensionali in cui,a ciascun elemento

vengono associate una serie di caratteristiche che lo identificano e la selezione di alcune di

queste restituirà all’utente l’elemento o gruppi di elementi ricercati:in questo modo si arriva

all’oggetto non tramite un percorsi definito ma grazie a diverse possibili interrogazioni (es Colon

Classification di Ranganathan del 1933).I tre problemi fondamentali di ogni classificazione sono:

come raggruppare in classi gli elementi che vogliamo classificare?, come ordinare le

classi?,come ordinare gli elementi di ciascuna classe?. -Per il primo problema Raganathan

individua alcuni canoni per scegliere i principi di divisione delle classi,ovvero quelle proprietà

che tutti i loro membri hanno in comune e che quindi le distinguono dalle altre classi: 1)

differenzazione (secondo cui la caratteristica adottata deve essere tale da produrre almeno due

classi); 2) rilevanza (prescrive che la divisione in classi produca un’organizzazione concettuale

utile rispetto alle finalità per cui si è deciso di adottare la classificazione stessa) ; 3) accertabilità

(secondo cui la carattetistica dev essere definita e facilmente osservabile) ; 4) permanenza

(secondo cui si dovrebbe poter prevedere che la caratteristica adottata come base id una

classificazione permanga nel tempo).Per il secondo problema Raganathan poi invidua altre tre

canoni relativi alla successione delle caratteristiche: 1) concomitanza (proibisce di utilizzare

caratteristiche identiche tra loro); 2) successione rilevante (le singole classi e il loro insieme deve

essere finalizzato all’utilità complessiva della classificazione; 3) successione coerente

(mantenere le stesse caratteristiche nell’intero arco della loro successione).Infine per il terzo

problema,ovvero relativo all’ordinamento delle “schiere”,cioè la serie di individui che si trovano

all’interno di ciascuna classe Ranagathan proprone 4 canoni principali e 8 principi per

l’ordinamento delle schiere. I 4 canoni sono: 1) esaustività (ogni schiera deve esaurire

completamente lo spazio concettuale assegnatole); 2) esclusività (le classi di una schiera non

devono sovrapporsi); 3) successione conveniente (l’ordine delle classi in una schiera deve essere

il più utile ) ; 4) successione coerente (se classi simili ricorrono i più schiere ,in ciascuna di esse

dovrebbero essere ordinat

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ostakista di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bibliografia e biblioteconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Crimi Giuseppe.