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AVANGUARDIE STORICHE E NEOAVANGUARDIE
Per NEOAVANGUARDIE consideriamo quelle dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, ciò che viene prima
è da considerarsi come Avanguardie storiche.
“Oggi il valore di un’opera consiste nel suo prezzo” (- Achille Bonito Oliva): al giorno d’oggi il valore
estetico nell’opera d’arte diviene condizione non sufficiente al fine di ottenere un riconoscimento valido
dalla società e dalla critica. La figura dell’artista, in sé, è divenuta una figura scomoda, di fatto marginale se
inserita all’interno del meccanismo dell’arte e del sistema. Egli rimane sempre nocciolo primo fondamentale,
in quanto creatore dell’opera d’arte, ma il suo potere, di fatto, termina qui; subentrano poi infatti tutta una
serie di figure che di fatto vanno a costituire il sistema dell’arte.
Che cosa differenzia l’Arte da un oggetto comune? Di fatto è con l’avvento del New Dada che assistiamo ad
un mutamento sostanziale all’interno del mondo dell’arte: l’oggetto comune vi entra come assoluto
protagonista e medium sostanziale. A differenza del Dadaismo e dell’operazione compiuta da Duchamp, la
cui rivoluzione consistette nel portare l’Arte nella realtà, è con il New Dada che le cose si invertono: la realtà
è ora portata all’interno dell’Arte. Una delle cause si può individuare nell’avvento della
GLOBALIZZAZIONE, la quale, di fatto, permise a moltissimi paesi di entrare a far parte del panorama
artistico, paesi che prima ne risultavano del tutto estranei. Nuovi impulsi diedero vita al MERCATO, organo
che di fatto andava a sostituire il mecenatismo e le commissioni laiche ed ecclesiastiche.
L’Arte diviene così anche uno strumento politico in quanto strumento di valorizzazione della propria
persona, dunque della propria posizione politica (es. discorsi elettorali spesso fatti con alle spalle grandi
opere); la cultura di fatto diviene strumento di strategia politica.
Da sempre l'Arte si presenta come elemento che coniuga al suoi interno due principali fattori:
- L’elemento ESTETICO in quanto prodotto culturale;
- L’elemento economico in quanto pur sempre prodotto che entra nei meccanismi dell’economia.
Durante il ‘900 si assiste ad uno squilibrio tra questi due elementi: prevarrà infatti l’aspetto extra-artistico:
non è più la qualità estetica ad essere valutata nell’opera d’arte, questa diviene caratteristica necessaria MA
non sufficiente. Dalla seconda metà del ‘900 l’opera d’arte necessita di tutta una serie di appoggi e sostegni
formati da strutture museali e mercantili che promuovono e sostengono l’artista. In mancanza di questi
elementi l’artista non riuscirà ad emergere.
Dagli anni ‘50 entra in campo un elemento comunemente chiamano il Sistema dell’Arte Contemporanea
anche se si inizierà veramente a parlarne in modo palese solo a partire dagli anni ‘70 in poi. Tale meccanismo
trova terreno fertile nell’ambito preciso della New York degli anni ’40-’50, la cui importanza, a partire dagli
anni ’80 diverrà preponderante. L’espressione vera e propria di “Sistema dell’Arte” viene per la prima volta
impiegato all’interno della rivista Artforum da Lawrence Alloway - Rete: Il mondo dell’arte descritto come
sistema - nel 1972. Questi fu un critico inglese trasferitosi a New York nel 1961 come curatore al
Guggenheim, dove inizierà a scrivere per Artforum; in precedenza era co-direttore della ICA, contesto nel
quale incontra un gruppo di giovani artisti assieme ai quali organizzerà una mostra dal titolo This is
tomorrow avente come manifesto un'opera di Hamilton. È proprio nella recensione della mostra che Alloway,
definendo l’arte Popular Art, darà vita all’appellativo di Pop Art.
Il Sistema dell'Arte si struttura a ridosso della crisi del '29: contesto nel quale crolla la borsa di New York la
quale, di rimando, fa fallire una quantità enorme di imprese e aziende. Contemporaneamente di formeranno
le prime grandi collezioni d’arte del ‘900: è infatti in questo contesto che molte aziende e imprenditori, in
difficoltà, vendendo i loro patrimoni di beni mobili, oro diamanti e quadri concorreranno alla nascita delle
grandi collezioni private. In seguito alla seconda guerra mondiale e all’invasione della Francia, diverrà New
York il nuovo rifugio degli intellettuali europei in fuga; intelligentemente gli Stati Uniti promuoveranno una
legge particolare a favore degli intellettuali ed artisti i quali venivano ammessi immediatamente con tanto di
carta verde a New York, da qui venivano poi inseriti all’interno delle gallerie e ammessi all’insegnamento nei
Collage pubblici. L’arte contemporanea in America diverrà un investimento sociale, economico, strategico,
mentre in Europa rimarrà sotto il macigno di un grande passato, di qui una maggior difficoltà per gli artisti
italiani nell’imporsi.
Panza di Biumo parlerà del fenomeno come di nuovo Rinascimento, mentre in Italia, Achille Bonito Oliva,
leggendo l'articolo su Artforum, coglierà tali nuovi spunti cominciando a pubblicare tutta una serie di articoli
su Domus, raccolti e ripubblicati nel '75 in Arte e sistema dell'Arte. Alla domanda: “dentro a quale alveo si
muove l’arte oggi?”, Bonito Oliva afferma muoversi all’interno di un preciso sistema reggente su una
“Catena di Sant’Antonio”: L’artista crea, il critico riflette, il gallerista espone, il mercante vende, il
collezionista tesaurizza, il museo storicizza, i media celebrano, il pubblico contempla: questa la più ampia
cornice nel quale, da sempre, nasce e si evolve il processo creativo. Bonito Oliva, di fatto, attualizza lo
scritto di Oscar Wilde che definiva la critica come la più importante delle componenti dell'arte, colei che
individua l'opera contemporanea raccontandone i significati. Di fatto è il mercato che oggi definisce che cosa
è Arte e lo strumento che attualizza questa definizione non è altro che il suo valore concentrato nel suo
prezzo. Il valore di un'opera è il suo prezzo, l'aspetto estetico è secondario.
L'opera d'Arte si presenta come il punto di partenza dell'azione del sistema; la figura dell'artista e il valore
estetico dell'opera vengono successivamente inghiottiti dal girare di questa ruota. In ottica pragmatica, il
sistema dell’arte è definibile come un soggetto collettivo frutto dell’incontro di diversi individui portatori di
professionalità specifiche che alla fine crea una rete internazionale di interessi.
CASO BOETTI - Alighiero Boetti, artista che partecipa alla nascita dell'Arte Povera tuttavia difficilmente
collocabile all’interno di un movimento, metterà in difficoltà la critica da questo punto di vista. Le sue opere
erano, diffusissime già nel mentre era ancora in vita, subiranno ad un certo punto un incremento vertiginoso
di valore, avvenuto ad un'asta americana dove una sua mappa viene venduta a 450 mila dollari. L’opera di
Boetti si affaccia in quest’occasione per la prima volta all’interno del panorama del collezionismo
americano; intelligentemente, Simon de Bury, possessore di numerose opere dell’artista, acquistate quando
ancora il prezzo era accessibile, sceglie di esporre alcune opere concedendo poi l’asta delle stesse, le quali
verranno valutate di conseguenza con cifre esorbitanti rispetto a quelle pagate dal collezionista in principio.
… [mancano lezioni dal 10/10 al 12/10] …
La caratteristica principale era usare i più svariati materiali non comuni al mondo dell'arte, dando vita ad
opere mediante l’utilizzo di rimasugli della quotidianità (quasi sempre materiali di scarto, rifiuti che
rientravano nell'idea dell'objet trouvé).
Daniel Spoerri
Artista svizzero celebre per i suoi tableaux-pièges, "quadri trappola", ottenuti mediante l’assemblaggio di
oggetti di uso quotidiano incollati a supporti e ribaltati verticalmente così da simulare un vero e proprio
quadro tridimensionale. Spesso le sue opere si presentano come composizioni casuali di residui di cibo e
stoviglie usate, intrappolati nella resina e disposti in verticale, come quadri; è il caso de Le petit dejeunere de
Kichka (1960) dove gli oggetti “fissati” sul tavolo, in questo caso, sono quelli della colazione, o Les puces
(1961). Gli oggetti, incollati eternamente alla tavola, diventano portatori di memoria, veri e propri spaccati di
vita quotidiana. Le sue opere offrono una lettura immediata della società del tempo: una società dei consumi
dedita allo spreco e al consumo, un modo di vivere che cancella in modo definitivo il momento appena
superato, una civiltà senza memoria. L’opera di Spoerri si pone in forte contrapposizione alla visione più
classica della Pop Art, la quale ferma e individua un momento della civiltà nuova, di oggetti appetibili e
desiderabili.
Arman
Artista francese tra i massimi esponenti del Nouveau Réalisme. A partire dagli anni ’60 cambia bruscamente
il suo modo di fare arte dando vita alla notissima serie delle accumulazioni, consistente nell’affastellare cose
e oggetti trovati spesso nelle discariche rendendoli esteticamente belli, di fatto ricontestualizzandoli; è il caso
di Dechets (1959) e Accumulazione di brocche (1961). In Poubelle de Halles (1961) gli oggetti affastellati
sono stati raccolti al mercato di les Halles, compattati e pressati all’interno della scatola la quale funge quasi
da testimonianza per un’“archeologia futura”, come se l’artista preservasse la parte più umile ma anche la più
caratteristica della civiltà dei rifiuti. Arman compie di fatto un'operazione interessante: quella di usare la
quantità come elemento estetico.
César
Scultore francese neomaterico, si unirà al gruppo del Nouveau Réalisme nel 1960, dando vita, nello stesso
anno, anche alla famosa serie delle compressioni: queste "balle" compresse e calibrate all'uscita dalla pressa
le aveva trovate così belle da appropriarsene, da farne sculture sue. La compressione si identificava con la
fase finale di un'appropriazione, di una presa di possesso sempre più diretta dell'artista sulla materia. L’opera
di César prevede non solo un “nuovo pensiero” ma anche il coinvolgimento creativo diretto, seppur limitato,
dell’artista, il quale sceglieva per la sua opere i pezzi di rottame, i colori, la forma, lavorando di fatto assieme
all’addetto alla compressione; è il casso della Compression Richard (1961). Assieme a