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N. PAESE MILIARDI DI DOLLARI A PPP) PIL
USA 496.84 2,76%
1 Cina 372.81 1,98%
2 Giappone 164.59 3,39%
3 Germania 107.42 2,92%
4 Corea del Sud 74.53 4,04%
5 India 66.49 0,85%
6 Francia 59.17 2,26%
7 Russia 51.49 1,50%
8 Regno Unito 44.51 1,78%
9
17 Online: http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/pietro-greco/mondo-della-ricerca-2016-
record-assoluto-di-investimenti-livello. Consultato il 27/02/2017
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CAPITOLO 3 - IL DILEMMA ODIERNO
...
13 Italia 26.37 1,27%
Tabella 1: Investimenti in R&S per Paese (2015). Fonte: Scienzainrete
La stessa fonte evidenzia come, nonostante la differenza di capitali investiti, vi è una
stabilità tra la ricerca industriale e quella istituzionale (rapporto di 2:1). È molto
importante ricordare che gli investimenti non sono finalizzati allo sviluppo tecnologico,
ma il dato R&S comprende anche il fattore cultura e scolarizzazione, derivante dal fatto
che investire sui giovani e sulle scuole può equivalere ad un esborso successivo in
formazione del lavoratore non preparato in precedenza tramite percorsi professionali o
universitari. Nel prossimo futuro gli investimenti nelle nuove generazioni potrebbero
fruttare sbocchi occupazionali e nuove figure lavorative, con i dati che prevedono un
aumento delle competenze nel settore dell’informazione (31%) e delle nanotecnologie
(30%), nuovi settori in espansione e rappresentanti il futuro della tecnologia.
Una volta definiti i contesti storico ed economico ed analizzati gli scenari
ipotetici che si potrebbero creare una volta intrapresa una strada verso macchine o forza
umana, l’analisi matematico-economica si deve condurre su una logica di make or buy,
ovvero “decisioni relative alla produzione interna di un componente o semilavorato,
piuttosto che al suo acquisto esterno, che non comportano investimenti e, quindi,
cambiamenti nella struttura del capitale investito” (Arcari, 2010, p. 236). La formula
matematica è la seguente: –
(Costi cessanti + Ricavi emergenti) (Costi emergenti + Ricavi cessanti)
Se il risultato di questa operazione è positivo, conviene intraprendere la strada che si sta
scegliendo, mentre in caso di risultato negativo è necessario, in alternativa, abbandonare
il progetto o rivedere alcuni dati. Applicando la logica differenziale al nostro caso ed
ipotizzando che un’azienda stia cercando di comprendere la convenienza di investire in
una macchina, è necessario determinare i singoli elementi, inserendoli nelle singole
sottocategorie, ad esempio:
Costi cessanti: costi della manodopera, assicurazioni per i lavoratori;
Costi emergenti: costi di manutenzione, costi per personale tecnico competente;
Ricavi cessanti: ricavi per vendite ai soci o ai dipendenti;
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CAPITOLO 3 - IL DILEMMA ODIERNO
Ricavi emergenti: ricavi per maggiore produttività.
I fattori rientranti nelle categorie precedenti possono essere di vario tipo a seconda di
elementi particolari dell’azienda, a partire dal tipo di attività che svolge fino ad arrivare
al contesto politico in cui vive. della logica
Ma il fattore più importante da considerare nell’applicazione make
studiata sulla tecnologia è il costo opportunità, ovvero la “misura
or buy del sacrificio
che si sopporta per il fatto di non aver scelto l’alternativa migliore; in altri termini,
mancato beneficio economico che si sarebbe conseguito se le risorse fossero state
L’investimento in
impiegate per un altro scopo, più redditizio” (Arcari, 2010, p. 238).
macchine, o più ampiamente in tecnologia, comporta infatti un risultato prettamente
matematico positivo, il quale porta l’azienda a scegliere quasi sempre un impianto
automatizzato rispetto al fattore umano; ma il costo opportunità di tale operazione è
riferito al contesto sociale, ovvero il fatto che il dipendente scartato rimane senza
un’occupazione e, di conseguenza, senza un reddito. In mancanza di tale reddito, il
lavoratore non diventerà un consumatore di beni al quale si rivolge la produzione
dell’azienda, causando una possibile diminuzione delle vendite ed un risultato
paradossalmente negativo rispetto all’esito programmato con la logica del make or buy.
Questi costi devono essere quindi sempre considerati dalle aziende in fase di
scelta strategica partendo dal presupposto che l’impresa fa parte di un sistema che mette
in connessione più parti apparentemente scollegate tra di loro, e qualsiasi attività
intrapresa dall’azienda ha un risultato sociale che può essere molto mutevole nelle
conseguenze (Simon, 1988). La capacità strategica del management deve, tra le altre
competenze, tenere a mente sempre gli effetti delle proprie decisioni in quanto possono
essere anche devastanti per l’impresa stessa, come vista nell’esempio di poco fa della
mancata trasformazione dipendente-consumatore (uno dei pilastri del successo di Henry
Ford all’inizio del ventesimo secolo); il vantaggio competitivo nel connubio tra le scelte
aziendali e l’osservanza del sistema sociale di riferimento può quindi rappresentare per
l’azienda un complesso processo di scelta che non comporta un risultato certo e scontato
che gli Stati di tutto il mondo
come è facile pensare, a dimostrazione dell’importanza
dovrebbero dare al settore dell’istruzione che sia in grado di formare manager capaci di
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CAPITOLO 3 - IL DILEMMA ODIERNO
affrontare questo ambiente complesso e, allo stesso tempo, lavoratori high skilled in
grado di occupare posti di lavoro altrimenti risultanti vacanti.
3.3 Il problema della riallocazione
La flessibilità si può anche applicare a livello occupazionale, basandosi sul criterio che
qualsiasi posto di lavoro è per definizione aperto a tutti e destinato allo stesso tempo alle
persone che dimostrano la competenza adatta. Analizzando i risultati raccolti
dall’ISTAT riguardo all’mercato di lavoro in Italia, il tasso di occupazione globale si
attesta al 57,3%, con una netta prevalenza dei maschi (66,3%) sulle femmine (48,3%);
precedente questi valori sono tutti aumentati, con l’incremento
rispetto all’anno
maggiore avuto nel settore femminile (+0,9%), accompagnato dall’aumento del tasso di
disoccupazione generale del 11,9% (+0,5%) e dalla diminuzione del tasso di inattività
(34,8%, -1,1% dal periodo precedente) (ISTAT, 2017).
Il tema della disoccupazione è indubbiamente un elemento molto discusso in
questo periodo, con diverse manovre a livello nazionale ed europee intente ad arginare
tale fenomeno e favorire l’ingresso in azienda di nuove figure lavorative, ma
l’attenzione sulla quale verrà posta l’attenzione è un dato diverso ancora: la seguente
tabella rappresenta il tasso di posti vacanti, ovvero il “rapporto percentuale fra il
numero di posti vacanti e la somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate. Il
tasso di posti vacanti misura, quindi, la quota di tutti i posti di lavoro dipendente,
occupati e vacanti, per i quali è in corso una ricerca di personale” (ISTAT, 2016, p.
23).
Industria 0,6%
Industria in senso stretto 0,6%
Costruzioni 0,6%
Servizi 0,8%
Servizi di mercato 0,8%
Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi 0,6%
Industria e servizi di mercato 0,7%
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CAPITOLO 3 - IL DILEMMA ODIERNO
Tabella 2: Tasso di posti vacanti nei settori industria e di servizi
Citando la stessa fonte, questo dato è fondamentale per un’analisi che cerca di
comprendere la situazione del mercato del lavoro, in quanto illustra quali posti di lavoro
sono liberi e, di conseguenza, quanti disoccupati hanno una possibilità concreta di
trovare un’occupazione. Secondo i dati, per ogni cento posti di lavoro occupati ce n’è
circa uno disponibile per l’insediamento di una figura lavorativa, e tale valore non è di
certo un valore molto elevato. Dalla tabella si denota anche come il settore che ha più
posti vacanti aperti (sempre nel primo semestre del 2016) fosse quello dei servizi di
mercato (assicurazioni e banche, commercio all’ingrosso ed al dettaglio, trasporto,
magazzinaggio ed in genere quelle del settore terziario), ovvero quei settori in cui
trovano più facilmente posto gli high skilled, che in precedenza abbiamo descritto come
coloro che hanno competenze più elevate; ciò denota il fatto di come si stia ampliando
la domanda di figure competenti che, per lo più, derivano da studi universitari o da corsi
di formazione specifici e professionalizzanti. Il settore con il tasso più elevato, oltretutto
in continua crescita, è quello dell’istruzione (1,5%), in aumento dal periodo precedente
addirittura dello 0,4%.
A questi valori devono essere però aggiunti dei posti che, malgrado non siano
aperti, sono comunque considerabili necessari per il normale funzionamento
dell’azienda o dell’ente a cui fanno riferimento. È il caso del personale assistenziale,
medico ed infermieristico che trova lavoro non solo negli ospedali ma anche nelle case
di riposo di tutta Italia. La particolare situazione economica dell’area europea, unita alla
direttiva UE emanata nel 2015 che obbliga i dipendenti sanitari a lavorare con un
massimo settimanale di 48 ore e uno stacco tra i vari turni minimo di 11 ore,
giustificava chiunque a pensare in un aumento delle assunzioni sia sotto forma di
concorsi che tramite procedure private; le previsioni non sono state invece risparmiate e
gli effetti sono stati ben altri, con le aziende ospedaliere e le case di riposo che
preferiscono ancora tuttora mantenere l’organico passato, creando molti disagi per il
mancato rispetto delle direttive e causando l’ammassamento delle ore di ferie. Il
risultato di tale operazione è il sovra sfruttamento orario dei dipendenti (anche 60 ore
settimanali su un tetto di 48), il continuo mancare di rispetto delle 11 ore di riposo
stabilite da legge e, di conseguenza, l’abbassamento di qualità dei servizi prestati da un
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CAPITOLO 3 - IL DILEMMA ODIERNO
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personale troppo sotto pressione . Tale situazione sarebbe facilmente risolvibile tramite
l’assunzione di personale aggiuntivo, ma le difficoltà economiche in cui versano le
aziende sanitarie odierne non rendono tale soluzione facilmente raggiungibile. Ad ogni
modo questi posti di lavoro che possiamo definire “posti (in riferimento al
opportunità”
valore di costo opportunità, derivante da un mancato sfruttamento di una qualche
risorsa) devono essere sempre considerati nel calcolo dei posti di lavoro disponibili, in
quanto potrebbero diventarlo nel prossimo futuro.
La tecnologia moderna, unitamente a