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AVVIO, FASE LANCIATA,
i migliori atleti varia dai 18 ai 20 passi. Si possono distinguere tre parti :
ACCELERAZIONE FINALE. La rincorsa del lungo è quella dove si raggiungono le velocità più elevate. La velocità
della rincorsa deve svilupparsi progressivamente.
2. Stacco : il saltatore fornisce velocità verticale e
minimizza la perdita di velocità orizzontale. È la parte
più importante del salto. All’azione di stacco partecipa
la totalità del corpo. Dallo stacco dipende l’angolo di
proiezione del baricentro. Il tempo di stacco, perché
sia buono, deve essere molto veloce e deve avvenire
sull’asse di battuta.
Per andare più in alto bisogna portare il piede più
avanti rispetto al baricentro. Se riduco l’angolo di apertura farò una parabola più bassa.
3. Volo : il saltatore si prepara all’atterraggio. Durante questa
fase tutti i movimenti che vengono compiuti non allungando
il potenziale salto predeterminato con lo stacco. Gli obiettivi
mantenere l’equilibrio, coordinare
principali sono quelli di
i movimenti degli AASS con gli AAII, predisporsi per
l’atterraggio.
Si possono osservare tre diverse tecniche di volo:
Veleggiato o hang : molto aperti, posizione di ipertensione
A raccolta o tuckstyle
Con i passi in aria
4. Atterraggio : il saltatore rende al massimo la distanza potenziale del volo e minimizza la perdita di distanza al
contatto al suolo. Avviene nell’apposita zona, con gli arti inferiori uniti. Il risultato finale dipende anche da una buona
chiusura.
Qualità atletiche
Velocità
Spesso i saltatori in lungo si cimentano anche nelle gare di velocità.
Dotati di buona forza esplosiva che si manifesta in particolare nella fase di “stacco”.
Buona “rapidità” (ultima parte della rincorsa).
Caratteristiche antropometriche
Di statura medio alta
Peso corporeo al di sotto della media
Personalità estroversa
Poco inclini alla fatica fisica
Angolo di stacco Salto triplo
Si differenzia dal salto il lungo per la posizione del baricentro durante la fase di stacco.
Il primo risultato accertato risale al 1893 (m 14,78 dell’atleta americano Edwin Bloss)
(Atene 1896)
Presente nelle specialità olimpiche fin dalle origini
Nell’anno olimpico 1960 il polacco Jozef Schmidt supera per primo i 17 m (17,03)
Il salto triplo femminile viene inserito nel programma nel 1990
L’atleta che in questi ultimi anni ha dominato la specialità e che ha saputo interpretare la tecnica in maniera
moderna è sicuramente il britannico J. Edwards
Evoluzione tecnica
• È il salto in estensione che richiede più tecnica
• braccia sincrone alternate)
Esistono due principali tecniche (con uso delle oppure
• Attualmente, soprattutto dopo quanto ha fatto vedere Edwards, si è orientati verso un salto che evidenzi più la
velocità rispetto alla forza
• Il regolamento prevede che i primi due balzi (HopStep) siano fatti con lo stesso arto, il terzo (Jump) con l’altro
4 fasi
Il salto triplo si compone di :
1. Rincorsa : tecnicamente è simile a quella del salto in lungo. Le velocità che si raggiungono, solitamente, sono
rincorsa più controllata.
inferiori a quelle che si ottengono nel salto in lungo. È una La caratteristica principale
della rincorsa rimane lo sviluppo progressivo della velocità.
l’arto predominante,
2. Stacco : solitamente si usa tenendo presente che la scelta dell’arto di stacco vincola le fasi
successive del salto. Gli arti superiori si coordinano facendo un movimento “sincrono o alternato”.
tre balzi
3. Volo : si compone di (hopstepjump). Una buona tecnica prevede una equilibrata distribuzione della
lunghezza totale del salto sui tre balzi. La lunghezza ottimale dei balzi si ipotizza sia pari a: 36%30%34% rispetto
alla lunghezza del salto. Durante la fase di volo le principali difficoltà riguardano:
Il mantenimento dell’equilibrio
La coordinazione tecnica
Il mantenimento della velocità orizzontale durante i tre balzi
4. Atterraggio : la fase di atterraggio è simile a quella del salto in lungo. La componente più importante è l’equilibrio.
tre categorie di saltatori
Si possono individuare :
• Hop dominanti
• Jump dominanti
• Balzi più uniformi
Qualità atletiche dei triplisti
• Velocità
• Generalmente molto forti negli arti inferiori (forza massima)
• Forza elastica arti inferiori
• Coordinazione
Caratteristiche antropometriche
Longilinei
Tendenzialmente di alta statura
Caratteristiche psicoattitudinali
Metodici e scrupolosi nelle esercitazioni allenanti
Prediligono il lavoro di forza rispetto alla corsa
Salto in alto
Fa parte del programma olimpico fin dalla prima
olimpiade dell’era moderna (Atene 1896)
Tra i salti è quello che ha conosciuto la maggiore
evoluzione tecnica (frontale, a forbice, Horine,
ventrale, Fosbury)
Evoluzione tecnica
Inizialmente il salto era frontale e veniva praticato in due modi: con e senza rincorsa
Dal 1900 in poi sono stati sviluppati quattro diversi stili:
Forbice americana (misure ottenute: 1.90 m circa)
Horine (dal nome dell’atleta che lo praticò per primo intorno al 1910. Con questa tecnica G. Horine supero 2.07 m)
Ventrale (il primo atleta a praticarlo fu Dave Albritton nel 1936. Ultimo Yashenko che ottenne l’ultimo record
mondiale con tale tecnica 2.35 m a Milano nel 1978)
Fosbury (dall’atleta che lo praticò per primo e che vinse le olimpiadi del 1968)
Il salto in alto si compone di 4 fasi : due parti
1. Rincorsa : deve essere molto breve (6/8 passi) con o senza preavvio, si compone di (parte rettilinea,
parte curvilinea), deve prevedere uno sviluppo progressivo della velocità, deve essere molto precisa. Il centro di
massa (o baricentro) deve trovarsi all’interno del tratto di corsa curvilineo.
solo piede,
2. Stacco : si esegue con un quello interno. Può avvenire con uso sincrono o alternato degli arti superiori;
uso accentuato dell’arto inferiore libero. Il tempo di stacco deve essere breve.
3. Valicamento : Fosbury; valicamento in attitudine breve o lunga; controllo della muscolatura estensoria dorsale
dorso,
4. Atterraggio : avviene sul con uso delle braccia e del capo per evitare di atterrare sulla zona cervicale.
Controllo degli arti inferiori per evitare di colpire il viso con le ginocchia.
STACCO : Evoluzione tecnica nel Fosbury
Come noto, il salto prevede un valicamento dorsale dell’asticella.
Fosbury
Questo atteggiamento viene “programmato” al momento dello stacco ed è il risultato delle tre componenti di:
momento angolare,
capovolgimento laterale,
capovolgimento in avanti.
Altezza del baricentro
Come la posizione dei segmenti corporei influisce sull’altezza del
baricentro
VALICAMENTO : SCIVOLAMENTO SULL’ASSE LONGITUDINALE DELL’ASTICELLA
diagonalmente
Avviene rispetto all’asticella. Per un atleta che stacca di piede destro la traiettoria del baricentro inizia dal
punto A (stacco), termina sul punto B (atterraggio).
Se la parabola del baricentro è corretta il punto più alto si trova in corrispondenza del punto.
Regolamento
Lo stacco deve avvenire con un solo piede
o Tre salti per ogni misura tentata
o Tempo di preparazione limitato
o L’atleta sceglie la sua personale progressione nel contesto di una progressione prestabilita dai giudici. Quest’ultima
o varia in funzione del tipo di gara (provinciale, regionale ecc.)
Con il termine:“passo” l’atleta rinuncia al tentativo sulla misura prevista per quella chiamata
o La classifica prevede che, in caso di parità, vinca l’atleta con minor numero di errori.
o
Caratteristiche psicoattitudinali
Caratterialmente estroversi
Curiosi e desiderosi di apprendere
Ottime capacita di apprendimento motorio
Non timorosi delle cadute e predisposti ai movimenti acrobatici
Capacità condizionali
FORZA ESPLOSIVA ELASTICA, quando vi è un’azione pliometrica della muscolatura con movimenti articolari accentuati
(es: azione di semipiegamentoestensione delle gambe)
FORZA ESPLOSIVA ELASTICA RIFLESSA (stiffness), quando vi è un’azione pliometrica con movimenti articolari molto
ridotti (es: azione dei piedi nella corsa, saltelli, ecc.)
Qualità atletiche
• Buona elasticità muscolare
• Buona flessibilità e mobilità articolare
• Buona rapidità
• Ottima forza elastica
• Ottima forza esplosiva Salto con l’asta
Il salto con l'asta nacque in tempi assai remoti per far fronte a necessità belliche, quando l'uomo pensò di servirsi di pertiche,
più o meno lunghe, per proiettarsi al di là di fossati, barriere ed altri ostacoli. Per esempio, i romani, utilizzavano le lance
come aste per saltare le palizzate nemiche. Il salto con l’asta inizialmente era utilizzato per saltare, non solo in alto, ma
anche e soprattutto in lungo o verso il basso, cioè per scendere da rocce o dislivelli molto alti. Testimonianze dell’uso di
pertiche e aste in questo senso e per usi bellici sono evidenti in bassorilievi egizi datati intorno al 2500 a.C., ritrovati in alcune
piramidi. Tuttavia, la prima competizione di salto con l'asta di cui si ha testimonianza risale ai giochi del County Meath,
tenutisi a Taliti, in Irlanda, nel 1829 a.C. Questi giochi, che comprendevano altre attività come il lancio della pietra e la corsa
a piedi, duravano 30 giorni e anticiparono i giochi olimpici dei greci. Il salto con l'asta divenne sport presso i Greci antichi
circa nel 770 a.C. Fu chiamato "salto in alto con pertica.
Il salto con l’asta fa parte del programma olimpico maschile fin dalla prima olimpiade (Atene 1896)
All’inizio veniva praticato utilizzando attrezzi rigidi (di vari materiali: bambù, metallo); l’atleta atterrava sulla sabbia,
come nel salto in lungo
Tra i salti è quello che ha avuto la maggiore evoluzione tecnologica per quanto concerne le attrezzature
Il primo atleta a superare i 5 m è stato lo statunitense B. Sternberg
La prima medaglia olimpica femminile viene assegnata a Sidney nel 2000
Evoluzione tecnica
Aste
• Agli inizi del ‘900 si usavano aste di bambù, fragili e pericolose. Fino agli anni ‘60 si sono usate aste di alluminio
(non flessibili).
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