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CORSE A OSTACOLI

Cenni storici: nelle primissime gare gli ostacoli erano infissi nel terreno. In seguito all’avvento delle

barriere mobili, costruite inizialmente in legno a forma di T rovesciata e successivamente in metallo con

zavorra alla base. L’ostacolista è considerato a tutti gli effetti un velocista.

=> tecnica di passaggio dell’ostacolo: corsa veloce fra gli ostacoli, passaggio dell’ostacolo, passaggio e

atterraggio

=> fase di attacco: obiettivo impostare una traiettoria che riduca al minimo lo spazio sopra l’ostacolo

=> fase di passaggio:

- gamba: obiettivi ridurre la perdita di velocità di tempo durante il volo. Regolare l’inclinazione

in avanti e ridurre il tempo sull’ostacolo

- gamba di richiamo: obiettivo ridurre al minimo lo spazio sopra l’ostacolo e prepararsi per un

atterraggio attivo

=> fase di atterraggio: obiettivo fare una transazione veloce alla corsa

=> 400 ostacoli o HS: il ritmo è fondamentale, stesso metabolismo energetico della gara dei 400 metri.

13, 14 o 16 passi tra gli ostacoli, la collina che spezza il cuore

=> 3000 metri siepi: sono una gara di mezzofondo che contempla anche particolari aspetti tecnici, legati

a siepi e riviere da superare. 28 mobili 7 con acqua. Lo specialista delle siepi è un mezzofondista forte e

veloce, ostacolista agile ed energetico, fondamentale è il tono muscolare, senso del ritmo e la

coordinazione. Importante eseguire allenamenti a velocità diverse affinché il sistema cardiovascolare sia

in buona forma.

100 METRI

V = S / t

si possono distinguere in tre fasi principali: la partenza, l’accelerazione e l’arrivo.

=> la partenza dai blocchi - cenni di fisiologia: L’atleta parte dai blocchi, nei primi 2”-3” utilizza ATP,

(sforzo elevato ed intenso) e interviene meccanismo AA fino a circa 8”. Superati i 8” , subentra il

meccanismo aerobico, se si riduce l'intensità dello sforzo, con il consumo di zuccheri per la resintesi

dell'ATP;se invece la corsa procede ad alto impegno si innesca il meccanismo anaerobico lattacido, in

assenza appunto di ossigeno,con la produzione di acido lattico che limiterà la prestazione.

=> didattica della partenza dai blocchi: La prima cosa da fare è quella di definire l’arto anteriore della

partenza che va posizionato sul blocco anteriore e risulta essere il piede di spinta, mentre l’altro arto

posizionato sul blocco posteriore è il piede di richiamo. Un esercizio molto importante per la scelta di

posizionamento degli arti è la partenza con piedi paralleli e sbilanciamento in avanti. Dopo uno

sbilanciamento forzato verso l’avanti (la sensazione deve essere quella di partire un attimo prima di

cadere), flettere un arto ed incominciare ad accelerare. L’arto che viene flesso per primo è da

considerare l’arto posteriore e quindi l’arto che rimane a terra a spingere risulta essere l’arto anteriore.

I blocchi si dispongono in modo che quello anteriore abbia un’ inclinazione minore rispetto a quello

posteriore.

L’ esatta sistemazione dei blocchi sul terreno è legata a due misure: distanza del primo blocco dalla linea

di partenza e distanza dei due blocchi tra loro.

Il primo blocco (anteriore) viene posto ad una distanza di circa 2 piedi dell’atleta dalla linea di partenza

(50-60 cm.).

Per quanto riguarda invece la distanza tra i due blocchi è consigliabile circa un piede che prevede tra la

parte iniziale del primo blocco e il secondo (posteriore) circa un piede dell’atleta di distanza (30 cm.).

Tra i blocchi trasversalmente ci sono circa 10 cm. di distanza.

La disposizione dei blocchi resta comunque soggettiva, adattabile e modificabile in base alle

caratteristiche morfologiche e alle capacità atletiche del velocista.

=> analisi delle fasi: Una volta disposti, regolati e fissati adeguatamente i blocchi, al comando LA

SUCCESSIONE del giudice di partenza “preparatevi dietro i blocchi”, il velocista si porta in posizione

eretta dietro la struttura del proprio blocco di partenza nella corsia assegnatagli e attende i successivi tre

ordini dello starter:

- Ai vostri posti: L’atleta si porta sui blocchi entrando da dietro verso l’avanti e si sistema facendo aderire

prima il piede che va sul blocco anteriore e poi quello che va sul blocco posteriore, con il ginocchio

corrispondente appoggiato a terra all’incirca 10-15 cm. avanti rispetto alla punta del piede della gamba

anteriore. Le punte di entrambi i piedi devono toccare il terreno. Sistema poi le mani dietro la linea di

partenza, sul margine interno, in appoggio sui polpastrelli con il pollice e l’indice in posizione orizzontale

e le altre dita all’esterno leggermente divaricate a formare una sorta di ponte ad arco o “castelletto”

sostenitore. La distanza tra le mani è pari alla larghezza delle spalle, o leggermente superiore, e le

braccia sono poste distese perpendicolarmente rispetto al terreno o leggermente inclinate all’indietro. La

testa è in posizione naturale con lo sguardo rivolto verso il basso sulla linea di partenza.

- Pronti: 1.Innalzamento delle anche ad un’altezza leggermente superiore a quella delle spalle,

formando un angolo di circa 90° al ginocchio anteriore. L’angolo del ginocchio dell’arto posteriore è di

circa 140° - 150° e, in qualsiasi caso, la gamba posteriore non deve risultare completamente distesa,

poiché, in tal modo, la muscolatura della coscia non potrebbe intervenire nell’impulso. 2. Leggero

avanzamento delle spalle rispetto all’appoggio delle mani, con spostamento di una parte del peso del

corpo verso l’avanti. 3. Caricamento dei piedi in modo che essi spingano contro i blocchi e vi

aderiscano con maggior superficie possibile. 4. Mantenimento della posizione del capo sul

prolungamento del busto con lo sguardo verso il basso che cade circa 50 cm. oltre la linea di

partenza

- Sparo- via: Il “via”, lo sparo, viene dato solo quando gli atleti sono nella posizione del “pronti” fermi

immobili per circa 2”. Al “via” il velocista, togliendo l’appoggio delle mani, deve eseguire delle spinte

efficaci sui blocchi, viene proiettato verso l’avanti per l’azione esplosiva del caricamento degli arti inferiori

e immediatamente deve trovare la coordinazione tra arti inferiori e superiori. Nella fase di avvio ogni

impulso sarà realizzato da una combinazione di movimenti dei due arti inferiori, tale da favorire

l’ampiezza più che una troppo elevata frequenza. Perciò l’estensione dell’arto in appoggio sul blocco

sarà completa e la flessione dell’arto libero ampia. Mantenendo l’ampiezza dei movimenti, si dovrà

trovare la frequenza che permetta lo sviluppo della migliore accelerazione. L’azione di uscita dai blocchi

quindi non è costituita da un balzello, che causerebbe un rallentamento del movimento per una

permanenza eccessiva in volo, ma il corpo va subito proiettato in avanti cercando di trovare prima

possibile il miglior rapporto fra ampiezza e frequenza dei passi.

=> valori fondamentali: tempo di reazione 1%, uscita dal blocco 5%, accelerazione 64%, mantenimento

della velocità massima 18% e decelerazione 12%.

=> falsa partenza : se un atleta spinge sui blocchi prima del colpo di pistola, la strumentazione segnala

l’irregolarità. Lo starter spara un secondo colpo. L’atleta responsabile viene richiamato e la partenza

viene ripetuta. Ad ogni atleta che parte dai blocchi di partenza, dopo aver completamente assunto la

posizione di partenza definitiva al comando “pronti”, iniziando la propria azione di avvio prima dello sparo

o dopo un decimo di secondo da esso viene assegnata una falsa partenza. Con il nuovo regolamento

OGNI atleta che effettua una partenza falsa dopo la prima viene direttamente eliminato anche se non era

il fautore dalla prima partenza falsa

=> l’accelerazione: l’azione di corsa prosegue con l’atleta che accelera progressivamente

=> l’arrivo: A 50-60 m circa dalla partenza il velocista raggiunge la massima velocità. Prosegue cercando

di mantenere costante, sino all’arrivo, la velocità raggiunta. Per far questo cerca di mantenere alto il

numero e l’ampiezza della falcata. Il tempo di arrivo viene misurato quando il petto dell’atleta supera la

linea di arrivo

=> didattica di base della partenza dai blocchi: partenze da varie posizioni ( da in piedi, da terra, proni,

supini, seduti…) in forma libera e con segnali diversi. Partenza con traslocazione e spinta su uno o due

blocchi. Partenza a 2 appoggi sui blocchi. Partenza a 4 appoggi sui blocchi. Partenza con traino e contro

resistenza. partenza con riferimenti a terra o fettucce in aria. partenza con balzo o in salita.

=> gli angoli: Posizione della testa Sul prolungamento del dorso. Inclinazione dei blocchi Blocco

⇒ ⇒

ant. 45° post. 70 °. angolo coscia/gamba ant. Circa 90°. angolo coscia/gamba post. Circa 135°.

⇒ ⇒

angolo coscia ant./ tronco Circa 55°

=> le caratteristiche del velocista: notevole capacità di forza, buona resistenza alla velocità ( seconda

parte della gara), buona mobilità articolare, buona capacità di controllo motorio (veloce efficace,

alternarsi di contrazioni e decontrazione dei muscoli impegnati)

=> allenamento del velocita: soggettivo, differenziato, capacità individuali.

=> che allenamento? generale (corsa continua, pot, generale, esercitazione analitiche), speciale

(andatura, balzi, corse in salita, corse con triano, corse in discesa)

I 200 METRI

La partenza avviene in curva, l’arrivo è identico a quello dei 100 metri. Gli atleti partono su linee sfalsate

per compensare le diverse lunghezze delle corsie metà della gara si corre in curva (rallentamento per

effetto della forza centrifuga

=> veloce o resistente?: due atleti con punte massima di velocità diverse avranno anche diverse le

capacità per mantenere più a lungo le stesse velocità relative, se la percentuale di questa si attesta su

valori elevati.

=> distribuzione dello sforzo 100 metri e 200 metri: Per attuare una buona distribuzione, quindi, nei primi

100 metri dovrebbe impiegare un tempo superiore di circa 4 decimi rispetto al suo personale sui 100,

dovuti alla curva e ad un impegno più ridotto. Tra i primi e i secondi 100 è buono un differenziale

compreso tra 8 e 10 decimi. Importante è analizzare come questo tempo viene ottenuto e, perciò,

osservare la tecnica e la fluidità della corsa, prendere il tempo e controllare il numero dei passi. Nel suo

straordinario record del mondo in 19”19, Usain Bolt ha corso i primi 100 metri in 9”92, i secondi in 9”27,

quindi il differenziale tra le due metà gara è stato di 0”65.

=> la corsa in curva: Uscito dai blocchi l'atleta

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
29 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/02 Metodi e didattiche delle attività sportive

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher A1B22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Atletica leggera e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Gemelli Tiziano.