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DIAGNOSI INFERMIERISTICHE:
• Ridotta perfusione miocardica, dovuta alla riduzione del flusso ematico coronarico causata
da trombosi coronarica e placca aterosclerotica;
• Potenziale impedimento scambi gassosi, in seguito a sovraccarico di liquidi derivante da
disfunzione ventricolare;
• Potenziale alterazione della perfusione dei tessuti periferici a causa della riduzione di
gittata cardiaca, derivata da disfunzione ventricolare;
• Ansia, legata a paura di morire;
• Mancata informazione sui vari aspetti dell’autoassistenza dopo infarto miocardico.
PROBLEMI COLLABORATIVI E COMPLICANZE POTENZIALI:
• Edema polmonare acuto;
• Insufficienza cardiaca congestizia;
• Shock cardiogeno;
• Effusione pericardica e tamponamento cardiaco;
• Rottura del miocardio;
• Aritmie e arresto cardiaco.
• Sanguinamenti ed emorragia cerebrale
INTERVENTI INFERMIERISTICI:
1) alleviamento del dolore: Metodo PQRST per la valutazione del dolore toracico:
P (precipitating end palliative Factors)
Che cosa ha portato al dolore e cosa lo ha ridotto?
Q (quality) Tipo di dolore, a cosa assomiglia?
R (region and radiation)
Localizzazione ed irradiazione del dolore ?
S (severity) grado di dolore da 1 a 10 ?
T (time) da quanto dura il dolore ?
• somministrare farmaci prescritti: morfina
• rilevare parametri vitali e valutarli
• garantire riposo a letto con testata sollevata, oppure su una poltrona, per facilitare il sollievo
dal dolore e dalla dispnea. Infatti la posizione semiseduta: aumenta il volume respiratorio
perché la pressione addominale sul diaframma è ridotta, il che consente un miglioramento
degli scambi gassosi; aumenta il drenaggio dei lobi superiori dei polmoni; diminuisce il
ritorno venoso al cuore che riduce il lavoro cardiaco.
2) Assistenza alla funzione respiratoria: controlli regolari e accurati possono aiutare a
riconoscere le complicanze polmonari; il controllo del volume idrico permette di prevenire
un sovraccarico di lavoro pe cuore e polmoni. Il pz deve fare respiri profondi e cambiare
posizione per impedire il ristagno di liquidi alla base dei polmoni. la valutazione iniziale del
paziente coinvolge l’infermiere ad osservare problemi quali cianosi labiali o freddezza al
tatto. Polso, ritmo e respiro regolare così come normo espansione toracica sono da
osservare, come la Simmetria degli emitoraci, condizioni della cute e utilizzo della
muscolatura accessoria sono state valutate e documentate.
L ’ipossiemia nelle prime 24 ore è una manifestazione frequente e prevedibile, che può non
rivelarsi se non si usa il monitoraggio della saturazione.
3) Adeguata perfusione dei tessuti: il riposo favorisce un minor consumo di O2 del miocardio,
il che è ottimale per ristabilire la forza e resistenza del cuore; è importante controllare
temperatura della cute e polso periferico per verificare la perfusione dei tessuti. In tutte le
diagnosi è benefica l’ossigenoterapia.
4) Riduzione dell’ansia: bisogna conquistare la fiducia del pz e dimostrargli di averlo a cuore;
deve essere invitato a esprimere le sue paure e preoccupazioni in un contesto di
riservatezza. Un aumento dell’ansia corrisponde un incremento dell’attività neuroendocrina,
la quale può peggiorare l’ischemia miocardica. La verbalizzazione dell’ansia, l’espressione
del volto, la tensione facciale, e i movimenti del corpo sono indicativi dell’ansia del
paziente. In alternativa, il grado d’ansia viene ricercato attraverso i meccanismi di
adattamento all’ansia (elevata FC, elevata PA, tachipnea, midriasi, mucose della bocca
asciutte, vasocostrizione periferica). Il contatto fisico del paziente é uno strumento potente
per preservare la sua individualità ed unicità. Ulteriori misure di promozione del comfort e
riduzione dello stress sono state:
Controllo del rumore circostante
Spiegazione del significato del suono degli allarmi
Assicurarsi che la conversazione del personale non disturbasse il paziente
Riconoscimento delle sue paure e ansie
Rivolgersi nei suoi confronti con rispetto
Favorire la presenza della sua famiglia, permetterle di toccarlo e confortarlo
Ascolto attivo
Presentazione del personale col proprio nome
Appropriato utilizzo di tende o paravento per garantire la sua dignità e privacy
Controllo del dolore
Garantire la propria presenza
Fornire assistenza in un modo calmo, confidente e d’aiuto
Cura spirituale
Fornirgli un campanello di chiamata
5)monitoraggio delle complicanze, in particolare se usate terapia fibrinolitica: continua valutazione
neurologica attraverso la Glasgow Coma Scale come intervento infermieristico.
VALUTAZIONE. I risultati attesi sono:
• alleviamento o scomparsa del dolore;
• assenza di difficoltà respiratorie;
• mantenimento perfusione tissutale adeguata;
• riduzione dell’ansia;
• adesione al programma di autoassistenza;
• assenza di complicanze.
HUB E SPOKE
Il sistema in rete è di tipo HUB & SPOKE: esso prevede la concentrazione della casistica più
complessa, o che necessita di più complessi sistemi produttivi, in un numero limitato di centri
(HUB). L’attività degli HUB è fortemente integrata, attraverso connessioni funzionali, con quella
dei centri ospedalieri periferici (SPOKE).
Un centro viene definito “HUB” se dotato di UTIC con Emodinamica H24. Le UTIC dei Centri Hub
ricevono e gestiscono tutti gli STEMI che necessitano di angioplastica afferenti direttamente al
Centro, trasferite dai Centri Spoke o direttamente dal territorio entrambi tramite il 118. L’UTIC Hub
si trova quindi a trattare pazienti con un profilo medio di rischio più elevato.
Un centro viene definito “SPOKE” se dotato di UTIC senza Emodinamica. Le UTIC dei Centri
Spoke inviano le sindromi coronariche acute che necessitano di angioplastica direttamente al
Centro Hub. Il centro Spoke deve avere la disponibilità di ricevere il paziente dopo trattamento
interventistico, ove il paziente sia a basso rischio e trasportabile.