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COOPERAZIONE NELL'ORDINAMENTO COMUNITARIO
1. Il principio di leale cooperazione
A livello comunitario, il principio di leale cooperazione non trova
alcun riferimento nel testo dei Trattati; in questo senso, tale
principio si differenzia da un altro principio strutturale
dell'ordinamento comunitario, che è quello di sussidiarietà, che
trova invece il proprio esplicito riferimento nell'articolo 5 del
Trattato istitutivo della Comunità europea. Questo tuttavia non ha
impedito alla Corte di giustizia europea di elaborare in maniera
giurisprudenziale il principio di leale collaborazione, facendo
richiamo all'articolo 10 del trattato istitutivo della Comunità
europea, ai sensi del quale gli stati membri adottano tutte le misure
di carattere generale o particolare atte ad assicurare l'esecuzione
degli obblighi derivanti dal presente trattato, facilitando la
Comunità nell'adempimento dei propri compiti e astenendosi da
qualsiasi misura che rischi di compromettere la realizzazione degli
scopi del presente trattato. Tale disposizione può essere considerata
un dovere continuo e perciò sempre attuale degli stati membri di
adoperarsi per rendere effettiva l'applicazione della normativa
comunitaria, un vero e proprio obbligo di lealtà. Gli stati membri
non solo sono tenuti costantemente ad adottare le misure
necessarie ad assicurare l'esecuzione degli obblighi che derivano
dal trattato, ma devono inoltre facilitare la comunità europea
nell'adempimento dei propri compiti. Successivamente, con
l'estendersi e il rafforzarsi dei poteri e del ruolo della Comunità, il
giudice comunitario ha sviluppato il principio di leale cooperazione,
contemplando la dimensione di reciproca lealtà e collaborazione tra
stati membri e comunità, ma secondo una struttura di tipo
bidimensionale conferente al concetto stesso di collaborazione, che
presuppone l'idea che i soggetti legati da un rapporto di tipo
cooperativo debbano collaborare a vicenda.
2. Obblighi di azione e di profilo verticale
Il principio di leale collaborazione è frutto della giurisprudenza nel
corso del tempo sviluppata dalla Corte di giustizia delle Comunità
europee. L'individuazione stessa del principio è opera della Corte
europea. Il sistema che si è venuto a creare appare abbastanza
complesso: il dovere di leale collaborazione si esprime per un verso
in obblighi di azione e obblighi di astensione e per un altro verso in
obblighi di profilo orizzontale e obblighi di profilo verticale che
intercorrono tra stati membri e comunità europea. Iniziando dagli
obblighi di azione e di profilo verticale (quelli che intercorrono nei
rapporti tra stati membri e comunità europea), la Corte ha chiarito
che il principio di leale collaborazione comporta tre vincoli reciproci:
− Trasposizione delle direttive comunitarie negli ordinamenti
nazionali : la Corte ha richiesto agli stati di adottare tutte le
misure atte a garantire la portata e l'efficacia del diritto
comunitario, imponendo alle Istituzioni comunitarie obblighi di
collaborazione basati su lealtà e fiducia. Uno stato membro
può invocare il principio di leale collaborazione in caso di
tardiva o incompleta ricezione della normativa europea dovuta
all'inerzia degli enti territoriali; in questo caso, il richiamo alla
lealtà comunitaria da parte dello stato viene fatto al fine di non
essere ritenuto responsabile di un'eventuale violazione del
diritto comunitario.
− Esecuzione di decisioni e di regolamenti comunitari : in caso di
esecuzione, da parte di uno stato membro, di una decisione o
di un regolamento comunitario, il principio di leale
cooperazione impone sia alla comunità che agli stati membri di
tenere un atteggiamento di tipo cooperativo che si concretizzi
nella possibilità per lo stato, in caso di ostacoli gravi
nell'esecuzione della decisione, di proporre alla Commissione
europea una proposta di esecuzione sostitutiva. La leale
collaborazione impone inoltre alla Commissione di motivare un
eventuale rifiuto della proposta di esecuzione sostitutiva
avanzata dallo stato membro.
− Obblighi di informazione e obblighi nella determinazione delle
sanzioni da applicare per le sanzioni di tipo comunitario: i
governi nazionali sono obbligati a fornire alla Commissione
tutte le informazioni necessarie per qualsiasi tipo di
provvedimento o decisione; le sanzioni applicate per violazioni
di diritto comunitario devono essere scelte in termini analoghi
a quelli previsti per simili violazioni del diritto interno.
Oltre agli obblighi di azione, si distinguono anche gli obblighi di
astensione (ossia di “non fare”): gli stati membri devono facilitare
l'esecuzione di norme comunitarie dotate di effetto diretto e di
diretta applicabilità, come i regolamenti. La violazione del principio
di leale collaborazione può essere invocata per colpire qualsiasi
comportamento di uno stato che rappresenti un'azione lesiva
dell'ordinamento comunitario o un comportamento omissivo, in
grado di mettere a repentaglio il raggiungimento degli scopi stessi
insiti nel Trattato.
3. Obblighi di profilo orizzontale
Oltre agli obblighi di profilo verticale, classificabili in doveri di
azione e doveri di astensione, dal principio di leale collaborazione
discendono anche obblighi di profilo orizzontale, che si applicano
nelle relazioni tra le varie Istituzioni europee.
4. Il principio di leale collaborazione nel progetto di Trattato costituzionale
Nel trattato costituzionale il principio di leale collaborazione trova
una formulazione molto articolata; l'articolo I-5, stabilisce che
secondo tale principio, l'Unione e gli stati membri si assistono, nel
pieno rispetto reciproco, nell'adempimento di compiti derivanti dalla
Costituzione. Gli stati membri agevolano l'Unione nell'adempimento
dei suoi compiti e si astengono da qualsiasi misura che rischi di
compromettere la realizzazione degli obiettivi dell'UE. L'articolo I-
19, inoltre, nell'ambito delle Istituzioni dell'Unione, contiene un
riferimento al profilo orizzontale della leale collaborazione, ovvero
alla collaborazione inter-organica che opera tra le Istituzioni
comunitarie.
CAPITOLO 7 : IL PRINCIPIO DI LEALE COLLABORAZIONE NEI
RAPPORTI TRA CORTI NAZIONALI E CORTE EUROPEA
1. La leale cooperazione nei rapporti tra giudice comunitario e giudici nazionali:
alcune fattispecie
Analizziamo adesso alcune fattispecie riguardanti l'influenza del
principio di leale cooperazione nel sistema giudiziario, in particolare
nei rapporti tra giudici comunitari e giudici nazionali:
Applicazioni del diritto interno conforme al diritto comunitario :
− Il giudice comunitario ha stabilito che spetti ai giudici nazionali non
soltanto l'applicazione e l'interpretazione del diritto comunitario,
ma anche l'interpretazione del proprio diritto nazionale in modo
conforme al diritto comunitario.
− Diretta applicabilità delle direttive : la Corte di giustizia obbliga
le giurisdizioni nazionali a garantire la tutela dei diritti dei
cittadini degli stati membri, anche davanti una direttiva
comunitaria non recepita in termini dallo stato membro.
− Ricorso da parte del giudice nazionale a strumenti di tutela
non previsti negli ordinamenti interni: la Corte ha stabilito che
il giudice nazionale non può ricorrere ad istituti di diritto
interno che si rivelino insufficienti a garantire una tutela; può
quindi ricorrere ad istituzioni di diritto processuale che, anche
se non previsti dal proprio ordinamento nazionale, risultano
necessarie ad ottenere la realizzazione di tale scopo. Questa
applicazione del principio di leale cooperazione mira ad
assicurare ai singoli il beneficio di una tutela giurisdizionale
effettiva dei diritti riconosciuti loro dall'ordinamento giuridico
comunitario; non vale solo sul piano nazionale, ma anche sul
piano comunitario.
− Responsabilità civile del legislatore : la responsabilità civile del
legislatore rappresenta la risposta più semplice ed immediata
all'esigenza pratica di evitare che un comportamento
inadempiente di uno stato membro si risolva in un danno per il
singolo (è riassumibile nel proverbio “chi sbaglia paga”).
CAPITOLO 8 : IL CARATTERE BIFRONTE DEL PRINCIPIO DI
SUSSIDIARIETA'
[Principio regolatore per cui se un ente inferiore è capace di
svolgere bene un compito, l'ente superiore non deve intervenire,
ma può eventualmente sostenerne l'azione]
1. Perchè la sussidiarietà in Europa?
Il principio di sussidiarietà nell'ordinamento europeo è stato
introdotto con il trattato di Maastricht, allo scopo di garantire che le
decisioni vengano adottate il più vicino possibile al cittadino; questo
principio si configura come presupposto per un intervento della
Comunità in settori che non sono di sua esclusiva competenza: la
Comunità è legittimata ad intervenire in base al principio di
sussidiarietà soltanto e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione
prevista non possono essere realizzati in modo sufficiente dagli stati
membri, e possono dunque essere realizzati meglio a livello
comunitario. L'Unione, nei settori che non sono di sua esclusiva
competenza, interviene soltanto quando la sua azione è considerata
più efficace di quella intrapresa a livello nazionale.
2. Sussidiarietà e procedimentalizzazione delle sue applicazioni
Nell'ordinamento europeo, il principio di sussidiarietà è
strettamente ancorato ai principi di proporzionalità e di necessità,
per cui l'azione dell'Unione non può andare al di là di quanto
necessario per il raggiungimento degli obiettivi del Trattato. La
Commissione europea è tenuta a presentare al Consiglio europeo e
al Parlamento europeo una relazione annuale dedicata
principalmente all'applicazione del principio di sussidiarietà; essa si
fonda sui settori che costituiscono gli obiettivi principali dell'UE. Tale
normativa è stata stabilita dal Protocollo sull'applicazione dei
principi di sussidiarietà e di proporzionalità, allegato al Trattato che
istituisce la Comunità europea. Il Protocollo ha avuto quindi il merito
di procedimentalizzare l'applicazione del principio di sussidiarietà:
ad una fase obbligatoria di consultazione si sono aggiunte esigenze
di trasparenza di tale procedimento e una pubblicazione dei
risultati.
3. Costituzione europea e sussidiarietà
Nei lavori della Convenzione per l'Europa, il principio di sussidiarietà
possiede una valenza