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Articolazione dell'anca Pag. 1
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Lezione di Bove

ANCA

L’articolazione coxofemorale ha delle analogie con la spalla. La principale

differenza tra la spalla e l’anca è che l’anca è sotto il carico mentre la spalla è

fuori dal carico. A differenza dell’articolazione scapoloomerale, l’anca si articola

con una componente ossea femorale, che è la testa del femore, che è una

sfera. Mentre l’omero era un terzo di sfera, questa è una sfera. Se la testa

dell’omero era 1/3 di sfera e la glenoide era piatta, questa invece è una sfera e

quindi l’equivalente della glenoide non sarà piatta, ma sarà concava perché

servirà una superficie adatta ad accogliere un qualcosa di molto più invadente

di 1/3 di sfera. Il femore, al pari dell’omero, è un osso lungo. La parte distale si

chiama epifisi e prossimalmente è presente questa testa del femore, poi

abbiamo un collo del femore che rispetto al collo dell’omero, è molto più

pronunciato quindi c’è la testa, poi un restringimento per aprirsi di nuovo verso

il basso e nel caso del femore si riapre verso una superficie molto più ampia

che è la superficie dei massicci trocanterici. La parte concava è una parte

dell’osso del bacino, formato dall’unione di tre nuclei di ossificazione che sono:

il nucleo iliaco (che caratterizza l’ala iliaca), il nucleo ischiatico (che

caratterizza l’ischio) e il nucleo pubico (che caratterizza il pube). Inoltre l’ischio

è l’osso dove noi siamo seduti e chi è più magro lo sente bene. La cavità è

chiamata cavità acetabolare, formata dall’unione dei tre nuclei di ossificazione.

Analogamente all’omero, abbiamo una piccola protuberanza che è il piccolo

trocantere, posto medialmente e il grande trocantere, posto lateralmente ed

esternamente. Sono presenti poi il collo e il corpo del femore: qui dobbiamo

fare delle affermazioni che sono un po’ più importanti. Noi abbiamo un asse del

femore, che va dall’alto in basso, poi abbiamo il collo che si aggancia in modo

inclinato. Questa inclinazione è importantissima: l’angolo di inclinazione

corrisponde a 125°. Questo angolo che è formato dall’asse del collo con l’asse

del corpo del femore ed ha proprio questa apertura perché noi poggiamo il

nostro peso sopra; se fosse un angolo con ampiezza inferiore, sarebbe a rischio

di fratture e se fosse superiore impedirebbe alcuni movimenti. Nei bambini in

fase di crescita è 130° perché poi con la crescita e l’aumento del peso corporeo

questo angolo si abbassa e si adatta alle esigenze nei movimenti. L’angolo dei

valgo varo.

bambini è e tende con la crescita a diventare più In definitiva però

anche l’angolo nell’adulto è valgo perché per valgo si intende un’ampiezza

superiore ai 90° mentre si usa varo per descrivere un angolo con ampiezza

valgismo del femore

minore dei 90°. Questo è il cosiddetto che è superiore ai

90° (125°) per un problema biomeccanico perché deve dare la massima

resistenza quando si cammina, altrimenti si romperebbe. La cavità acetabolare

non è come la cavità glenoidea che guarda perfettamente verso l’esterno:

questa cavità acetabolare guarda verso l’esterno e anteriormente, è così

antiversa 20°.

definita di circa Per potersi mettere in relazione, se la cavità

acetabolare è antiversa, la testa del femore deve avere una retroversione della

retroverso

testa e del collo. Quindi il collo è inclinato di 125° ed è di 20°. Ma

anche la cavità acetabolare ha una inclinazione: l’inclinazione è data dall’asse

verso il piano per un’ampiezza di 45°. Ripetiamo: cavità acetabolare inclinata

di 45° e antiversa; il femore è inclinato di 125° e retroverso.

Se osserviamo bene l’interno della cavità acetabolare, vediamo come questa

non è interamente rivestita da cartilagine: infatti la parte centrale, detta fossa

acetabolare, è la parte che consente l’inserzione del legamento rotondo e

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Publisher
A.A. 2017-2018
3 pagine
SSD Scienze mediche MED/08 Anatomia patologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martiune di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Familiari Giuseppe.