Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 31
Riassunto esame Antichità greche, prof. Santucci, libro consigliato I Greci delle periferie: Dal Danubio all'Atlantico, Braccesi Pag. 1 Riassunto esame Antichità greche, prof. Santucci, libro consigliato I Greci delle periferie: Dal Danubio all'Atlantico, Braccesi Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Antichità greche, prof. Santucci, libro consigliato I Greci delle periferie: Dal Danubio all'Atlantico, Braccesi Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Antichità greche, prof. Santucci, libro consigliato I Greci delle periferie: Dal Danubio all'Atlantico, Braccesi Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Antichità greche, prof. Santucci, libro consigliato I Greci delle periferie: Dal Danubio all'Atlantico, Braccesi Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Antichità greche, prof. Santucci, libro consigliato I Greci delle periferie: Dal Danubio all'Atlantico, Braccesi Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Antichità greche, prof. Santucci, libro consigliato I Greci delle periferie: Dal Danubio all'Atlantico, Braccesi Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Antichità greche, prof. Santucci, libro consigliato I Greci delle periferie: Dal Danubio all'Atlantico, Braccesi Pag. 31
1 su 31
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Meleda e monti Cerauni.

 La contrada dei Lotofagi (i mangiatori di loto) è attestata sulla costa dell’Illiria, in

prossimità di una città greca di Eraclea (non ancora identificata sul terreno).

 La scogliera di Scilla/Cariddi è anch’essa in Adriatico orientale: ce lo dice Callimaco

che sostiene anche che una parte dei Colchi insegue gli Argonauti sul Danubio per

approdare presso l’Isola di Corcira

Corcira allude il poeta, la ionica o l’adriatica?

Ma a quale isola di Corfù (Corcira ionica) o

Corcira Melaina,

Curzola (l’antica cioè la Corcira adriatica)?

Per capire di quale isola di Corcira si tratta è necessario menzionare la patria dei Feaci. Infatti

anche l’isola di Scheria ha un’antica localizzazione in area adriatica, ed è identificata con Corcira

Melaina e non con Corcira ionica (Corfù). In Adriatico quindi la patria dei Feaci è identificata

con Curzola e non con Corfù.

Un’altra fonte collocava la patria dei Feaci (isola di Scheria) più a settentrione nello spazio

adriatico, facendola coincidere con Corcira dello Ionio.

La patria dei Feaci fu infine definitivamente collocata nell’isola dello Ionio, sulla rotta del

Canale di Otranto.

Ma molto probabilmente Callimaco si riferisce alla Corcira adriatica (Curzola).

E’ così ulteriormente provata la connessione fra la geografia occidentale dell’Odissea e l’attività

marinara degli Eubei, in questo caso alle loro primissime esplorazioni dell’Occidente, quando

ancora non avevano scoperto la rotta del canale di Otranto.

La loro frequentazione dell’Adriatico non fu certo episodica se ha dato origine alla

localizzazione della patria dei Feaci, della sede di Calipso ecc. Tutte località di fantasia che si

alle tappe dell’esplorazione euboica lungo una rotta che dallo

allineano, in direzione sud-nord,

Ionio conduceva all’arcipelago Dalmata.

Dopo lo stanziamento degli Eubei di Eretria in Corcira ionica (Corfù, nella metà dell’VIII

secolo), Scheria cambia localizzazione e con essa quella dei siti delle avventure di Ulisse. Le

quali si proiettano fra l’Italia e la Sicilia, nelle stesse aree della colonizzazione Euboica.

Gli Eubei e l’Adriatico

Agli Eubei si deve il nome più antico di Adriatico, quello di Ionios Kolpos.

Kolpos significa “Golfo è un nome riconducibile ad Io, l’eroina amata da Zeus,

Ionios di Io”, Se agli Eubei si deve il più antico

nata ad Argo e rifugiatasi a partorire in un antro dell’Eubea. 7

nome dell’Adriatico questo prova che le rotte di questo mare, in età arcaica, sono state da loro

intensamente battute.

L’Adriatico è anche definito “Mare degli Ioni” in quanto “Mare degli Eubei”.

Ma chi sono gli Ioni? Un commentatore antico li identifica con gli Ateniesi del V secolo,

e di Spina. Ma in realtà gli ateniesi non c’entrano.

frequentatori dei mercati padani di Adria

Infatti Ionios Kolpos indica degli Ioni “periti”, cioè dei mercanti e marinai che – sperimentando

la dura realtà della navigazione naufragarono. Niente a che vedere coi grandi Ateniesi del V

secolo quindi.

Senz’altro questi mercanti-navigatori sono di nazionalità euboica: sono gli stessi esploratori

ellenici che codificano in Adriatico (e per la prima volta in occidente) le tappe delle avventure di

Ulisse. Quindi Ionios Kolpos (Adriatico) significa “Golfo

Gli Ioni sono i greci etichettabili come Eubei.

cioè degli Eubei. Significato poi caduto in disuso per la dilagante fortuna della

degli Ioni”

leggenda di “Io” (che suggerisce per l’Adriatico una nuova e affascinante – –

ma falsa

etimologia).

Gli eubei e i poemi omerici

Tutto poggia sull’idea che gli eubei conoscessero bene l’Iliade e l’Odissea, al punto che essi

potessero figurarsi di ripercorrere le rotte degli eroi omerici. Come possiamo provarlo? Una

scoperta archeologica ci permette di capire come le opere fossero conosciute dai primi coloni

euboici insediatisi a Pitecusa.

memorizzato il testo dell’Iliade con la descrizione della

Uno di loro aveva infatti coppa di

Nestore. Proprio a Pitecussa è stata ritrovata una tazza di produzione rodia in cui vi è una

comparazione fra il contenuto della tazza e, appunto, quella della celebre coppa. Quest’iscrizione

L’iscrizione sul

è in assoluto la più arcaica fra tutte quelle rinvenute in ambito occidentale.

prezioso manufatto testimonia appunto che i poemi omerici erano conosciuti dai primi coloni

euboici in occidente. si insediano a Pitecusa nella prima metà dell’VIII

Considerando che gli Eubei secolo e che la

sia databile all’ultimo quarto del medesimo secolo, possiamo

coppa di Nestore concludere che il

prima generazione di coloni dell’isola.

suo possessore sia uno appartenente alla Ai quali si deve

anche la più antica diffusione in occidente dell’alfabeto greco.

I coloni euboici di Pitecusa conoscevano anche i poemi del “ciclo troiano”, oggi perduti.

Capitolo 3: Dal Ponto all’Adriatico. La via Argonautica

La via “Egnatia” preromana

Dalle vie di mare passiamo a quelle carovaniere terrestri, precisamente quelle che univano le

regioni della Propontide e del Ponto all’Adriatico lungo un tracciato ripercorso dalle grandi vie

romane e, prima fra tutte, la via Egnatia.

Questa collegava l’occidente con l’oriente, l’Adriatico a Tessalonica. Secondo una ricostruzione

avrebbe ripercorso una pista commerciale aperta dai Corinzi per congiungere Epidamno a

e quindi gli insediamenti dell’Illiria a quelli della Calcidica.

Potidea,

La funzionalità di tale pista (nella programmata politica di imperialismo coloniale perseguita dai

argentifere dell’Illiria meridionale e

tiranni di Corinto) era sfruttare simultaneamente le miniere

dell’alta Macedonia per iniziativa delle loro colonie Epidamno, Apollonia e Potidea (le prime

due situate sulla cosa dell’Adriatico, l’altra sul litorale della Calcidica).

Lo studio si può poi allargare ad un’altra traiettoria dell’Europa balcanica. In un distretto ricco di

giacimenti in Tracia è attestata la colonia di Kypsela, riconducibile a Corinto. La fondazione è

situata sul tracciato della via Egnatia, comportando così che la stessa ricalchi una precedente

pista commerciale corinzia.

Kypsela doveva rappresentare il punto terminale e glorificare Cipselo, tiranno di Corinto da cui

prende il nome la colonia, che aveva dato via alla politica di espansionismo commerciale. 8

Questa linea però affiancava una più comoda rotta marittima. La necessità logistica sembrerebbe

incomprensibile ma sappiamo che questa pista serviva per congiungere le molte articolazioni

verso altri distretti minerari dell’entroterra tracico.

intermedie che da essa di dipanano

Letteratura paradossografica e vie carovaniere

che nessuna fonte letteraria registri l’esistenza di tale via prima che diventi

È possibile Egnatia

(che unisce il Ponto all’Adriatico)?

romana Possiamo trovarla in un opuscolo paradossografico

all’interno del corpus aristotelico, il L’autore narra di una

De mirabilibus auscultationibus.

carovaniera greca che viaggia dall’Adriatico al Ponto lungo una traiettoria sovrapponibile a

quella della via Egnatia.

Egli parla di un monte chiamato Delfio situato tra la foce del Danubio e il paese dei Mentori,

dell’Adriatico. Si parla anche di un mercato comune posto

stanziati sulla costa nord-orientale a

pari distanza fra i due mari dove i mercanti del Ponto commerciano manufatti di Lesbo, Chio e

Taso, mentre quelli Adriatici anfore corciresi. via “argonautica”

Qual è il percorso di questa lunga carovaniera? Si tratta della grande che dal

l’alto Adriatico

Danubio raggiungeva tramite i suoi affluenti più prossimi allo spartiacque

occidentale, cioè la Drava e la Sava. L’attestano in molti autori, tra cui l’autore del nostro

opuscolo.

L’Istro (cioè il Danubio) nell’immaginario greco ha dunque due diramazioni: una adriatica e

un’altra pontica. Ciò avrebbe consentito agli di accedere dal Ponto all’Adriatico per

Argonauti

via fluviale. la realtà concreta di una carovaniera terrestre che ripercorre a ritroso

Al di là della leggenda c’è

penetrando nell’area balcanica.

la grande via del mito

la grande via “argonautica” non può essere quella descritta nell’opuscolo perchè sul suo

Ma

tracciato non abbiamo testimonianze di presenza ellenica. La grande via argonautica è via che

parte dalla foce dell’Istro sul Ponto per raggiungere il Caput Adriae: nasce e termina quindi in

regioni fuori dall’orizzonte di quelle da cui provengono le merci transitanti per la carovaniera

descritta nell’opuscolo pseudo-aristotelico. E’ illogico pensare, infatti, che anfore di Corcira

penetrino nell’entroterra balcanico a partire dal caput Adriae o che manufatti provenienti

dall’Egeo raggiungano il versante adriatico passando dalla valle del Danubio.

Le regioni di provenienza di questi manufatti ci devono portare a ricercare il percorso della

nostra via argonautica a meridione e non a settentrione. Da un lato qui pervengono anfore di

Corcira, dall’altro manufatti convogliativi dall’area dell’Egeo settentrionale (da Lesbo, Chio,

indirizzate nell’entroterra balcanico, si

Taso). Le anfore corciresi (di provenienza sud-adriatica)

avviavano ad oriente passando per la pista commerciale che passava da Epidamno a Potidea per

andare verso Kypsela. I manufatti egei (di Lesbo, Chio, Taso) invece si indirizzavano in

occidente risalendo la via costiera che collegava Kypsela a Potidea per andare verso Epidamno,

cioè al contrario. (da Epidammo a Kypsela, la carovaniera corinzia congiungente l’Adriatico

È questa la via

all’Egeo e l’Egeo alla Propontide) che sarà poi l’Egnatia romana, cioè quella di cui si è parlato

precedentemente.

Nulla ci vieta però di pensare che ad oriente di Kypsela questa via proseguisse fino alla costa

la via d’accesso per

pontica, dato che la rivale Megara poteva facilmente chiudere a Corinto

mare al Ponto tramite le sue colonie (Calcedone e Bisanzio) sul Bosforo. Quindi il secondo

troncone della via assumeva un’importanza fondamentale per i commerci corinzi.

Occupiamoci ora di quel mercato posto a metà strada fra i due mari. Esso probabilmente si

tronconi dell’Egnatia romana si congiungono: presso Tessalonica,

trovava nel punto dove i due

posta a met&agrav

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
31 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eowyn87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antichità greche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Santucci Marco.