Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Meleda e monti Cerauni.
La contrada dei Lotofagi (i mangiatori di loto) è attestata sulla costa dell’Illiria, in
prossimità di una città greca di Eraclea (non ancora identificata sul terreno).
La scogliera di Scilla/Cariddi è anch’essa in Adriatico orientale: ce lo dice Callimaco
che sostiene anche che una parte dei Colchi insegue gli Argonauti sul Danubio per
approdare presso l’Isola di Corcira
Corcira allude il poeta, la ionica o l’adriatica?
Ma a quale isola di Corfù (Corcira ionica) o
Corcira Melaina,
Curzola (l’antica cioè la Corcira adriatica)?
Per capire di quale isola di Corcira si tratta è necessario menzionare la patria dei Feaci. Infatti
anche l’isola di Scheria ha un’antica localizzazione in area adriatica, ed è identificata con Corcira
Melaina e non con Corcira ionica (Corfù). In Adriatico quindi la patria dei Feaci è identificata
con Curzola e non con Corfù.
Un’altra fonte collocava la patria dei Feaci (isola di Scheria) più a settentrione nello spazio
adriatico, facendola coincidere con Corcira dello Ionio.
La patria dei Feaci fu infine definitivamente collocata nell’isola dello Ionio, sulla rotta del
Canale di Otranto.
Ma molto probabilmente Callimaco si riferisce alla Corcira adriatica (Curzola).
E’ così ulteriormente provata la connessione fra la geografia occidentale dell’Odissea e l’attività
marinara degli Eubei, in questo caso alle loro primissime esplorazioni dell’Occidente, quando
ancora non avevano scoperto la rotta del canale di Otranto.
La loro frequentazione dell’Adriatico non fu certo episodica se ha dato origine alla
localizzazione della patria dei Feaci, della sede di Calipso ecc. Tutte località di fantasia che si
alle tappe dell’esplorazione euboica lungo una rotta che dallo
allineano, in direzione sud-nord,
Ionio conduceva all’arcipelago Dalmata.
Dopo lo stanziamento degli Eubei di Eretria in Corcira ionica (Corfù, nella metà dell’VIII
secolo), Scheria cambia localizzazione e con essa quella dei siti delle avventure di Ulisse. Le
quali si proiettano fra l’Italia e la Sicilia, nelle stesse aree della colonizzazione Euboica.
Gli Eubei e l’Adriatico
Agli Eubei si deve il nome più antico di Adriatico, quello di Ionios Kolpos.
Kolpos significa “Golfo è un nome riconducibile ad Io, l’eroina amata da Zeus,
Ionios di Io”, Se agli Eubei si deve il più antico
nata ad Argo e rifugiatasi a partorire in un antro dell’Eubea. 7
nome dell’Adriatico questo prova che le rotte di questo mare, in età arcaica, sono state da loro
intensamente battute.
L’Adriatico è anche definito “Mare degli Ioni” in quanto “Mare degli Eubei”.
Ma chi sono gli Ioni? Un commentatore antico li identifica con gli Ateniesi del V secolo,
e di Spina. Ma in realtà gli ateniesi non c’entrano.
frequentatori dei mercati padani di Adria
Infatti Ionios Kolpos indica degli Ioni “periti”, cioè dei mercanti e marinai che – sperimentando
–
la dura realtà della navigazione naufragarono. Niente a che vedere coi grandi Ateniesi del V
secolo quindi.
Senz’altro questi mercanti-navigatori sono di nazionalità euboica: sono gli stessi esploratori
ellenici che codificano in Adriatico (e per la prima volta in occidente) le tappe delle avventure di
Ulisse. Quindi Ionios Kolpos (Adriatico) significa “Golfo
Gli Ioni sono i greci etichettabili come Eubei.
cioè degli Eubei. Significato poi caduto in disuso per la dilagante fortuna della
degli Ioni”
leggenda di “Io” (che suggerisce per l’Adriatico una nuova e affascinante – –
ma falsa
etimologia).
Gli eubei e i poemi omerici
Tutto poggia sull’idea che gli eubei conoscessero bene l’Iliade e l’Odissea, al punto che essi
potessero figurarsi di ripercorrere le rotte degli eroi omerici. Come possiamo provarlo? Una
scoperta archeologica ci permette di capire come le opere fossero conosciute dai primi coloni
euboici insediatisi a Pitecusa.
memorizzato il testo dell’Iliade con la descrizione della
Uno di loro aveva infatti coppa di
Nestore. Proprio a Pitecussa è stata ritrovata una tazza di produzione rodia in cui vi è una
comparazione fra il contenuto della tazza e, appunto, quella della celebre coppa. Quest’iscrizione
L’iscrizione sul
è in assoluto la più arcaica fra tutte quelle rinvenute in ambito occidentale.
prezioso manufatto testimonia appunto che i poemi omerici erano conosciuti dai primi coloni
euboici in occidente. si insediano a Pitecusa nella prima metà dell’VIII
Considerando che gli Eubei secolo e che la
sia databile all’ultimo quarto del medesimo secolo, possiamo
coppa di Nestore concludere che il
prima generazione di coloni dell’isola.
suo possessore sia uno appartenente alla Ai quali si deve
anche la più antica diffusione in occidente dell’alfabeto greco.
I coloni euboici di Pitecusa conoscevano anche i poemi del “ciclo troiano”, oggi perduti.
Capitolo 3: Dal Ponto all’Adriatico. La via Argonautica
La via “Egnatia” preromana
Dalle vie di mare passiamo a quelle carovaniere terrestri, precisamente quelle che univano le
regioni della Propontide e del Ponto all’Adriatico lungo un tracciato ripercorso dalle grandi vie
romane e, prima fra tutte, la via Egnatia.
Questa collegava l’occidente con l’oriente, l’Adriatico a Tessalonica. Secondo una ricostruzione
avrebbe ripercorso una pista commerciale aperta dai Corinzi per congiungere Epidamno a
e quindi gli insediamenti dell’Illiria a quelli della Calcidica.
Potidea,
La funzionalità di tale pista (nella programmata politica di imperialismo coloniale perseguita dai
argentifere dell’Illiria meridionale e
tiranni di Corinto) era sfruttare simultaneamente le miniere
dell’alta Macedonia per iniziativa delle loro colonie Epidamno, Apollonia e Potidea (le prime
due situate sulla cosa dell’Adriatico, l’altra sul litorale della Calcidica).
Lo studio si può poi allargare ad un’altra traiettoria dell’Europa balcanica. In un distretto ricco di
giacimenti in Tracia è attestata la colonia di Kypsela, riconducibile a Corinto. La fondazione è
situata sul tracciato della via Egnatia, comportando così che la stessa ricalchi una precedente
pista commerciale corinzia.
Kypsela doveva rappresentare il punto terminale e glorificare Cipselo, tiranno di Corinto da cui
prende il nome la colonia, che aveva dato via alla politica di espansionismo commerciale. 8
Questa linea però affiancava una più comoda rotta marittima. La necessità logistica sembrerebbe
incomprensibile ma sappiamo che questa pista serviva per congiungere le molte articolazioni
verso altri distretti minerari dell’entroterra tracico.
intermedie che da essa di dipanano
Letteratura paradossografica e vie carovaniere
che nessuna fonte letteraria registri l’esistenza di tale via prima che diventi
È possibile Egnatia
(che unisce il Ponto all’Adriatico)?
romana Possiamo trovarla in un opuscolo paradossografico
all’interno del corpus aristotelico, il L’autore narra di una
De mirabilibus auscultationibus.
carovaniera greca che viaggia dall’Adriatico al Ponto lungo una traiettoria sovrapponibile a
quella della via Egnatia.
Egli parla di un monte chiamato Delfio situato tra la foce del Danubio e il paese dei Mentori,
dell’Adriatico. Si parla anche di un mercato comune posto
stanziati sulla costa nord-orientale a
pari distanza fra i due mari dove i mercanti del Ponto commerciano manufatti di Lesbo, Chio e
Taso, mentre quelli Adriatici anfore corciresi. via “argonautica”
Qual è il percorso di questa lunga carovaniera? Si tratta della grande che dal
l’alto Adriatico
Danubio raggiungeva tramite i suoi affluenti più prossimi allo spartiacque
occidentale, cioè la Drava e la Sava. L’attestano in molti autori, tra cui l’autore del nostro
opuscolo.
L’Istro (cioè il Danubio) nell’immaginario greco ha dunque due diramazioni: una adriatica e
un’altra pontica. Ciò avrebbe consentito agli di accedere dal Ponto all’Adriatico per
Argonauti
via fluviale. la realtà concreta di una carovaniera terrestre che ripercorre a ritroso
Al di là della leggenda c’è
penetrando nell’area balcanica.
la grande via del mito
la grande via “argonautica” non può essere quella descritta nell’opuscolo perchè sul suo
Ma
tracciato non abbiamo testimonianze di presenza ellenica. La grande via argonautica è via che
parte dalla foce dell’Istro sul Ponto per raggiungere il Caput Adriae: nasce e termina quindi in
regioni fuori dall’orizzonte di quelle da cui provengono le merci transitanti per la carovaniera
descritta nell’opuscolo pseudo-aristotelico. E’ illogico pensare, infatti, che anfore di Corcira
penetrino nell’entroterra balcanico a partire dal caput Adriae o che manufatti provenienti
dall’Egeo raggiungano il versante adriatico passando dalla valle del Danubio.
Le regioni di provenienza di questi manufatti ci devono portare a ricercare il percorso della
nostra via argonautica a meridione e non a settentrione. Da un lato qui pervengono anfore di
Corcira, dall’altro manufatti convogliativi dall’area dell’Egeo settentrionale (da Lesbo, Chio,
indirizzate nell’entroterra balcanico, si
Taso). Le anfore corciresi (di provenienza sud-adriatica)
avviavano ad oriente passando per la pista commerciale che passava da Epidamno a Potidea per
andare verso Kypsela. I manufatti egei (di Lesbo, Chio, Taso) invece si indirizzavano in
occidente risalendo la via costiera che collegava Kypsela a Potidea per andare verso Epidamno,
cioè al contrario. (da Epidammo a Kypsela, la carovaniera corinzia congiungente l’Adriatico
È questa la via
all’Egeo e l’Egeo alla Propontide) che sarà poi l’Egnatia romana, cioè quella di cui si è parlato
precedentemente.
Nulla ci vieta però di pensare che ad oriente di Kypsela questa via proseguisse fino alla costa
la via d’accesso per
pontica, dato che la rivale Megara poteva facilmente chiudere a Corinto
mare al Ponto tramite le sue colonie (Calcedone e Bisanzio) sul Bosforo. Quindi il secondo
troncone della via assumeva un’importanza fondamentale per i commerci corinzi.
Occupiamoci ora di quel mercato posto a metà strada fra i due mari. Esso probabilmente si
tronconi dell’Egnatia romana si congiungono: presso Tessalonica,
trovava nel punto dove i due
posta a met&agrav