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BASQUIAT: DALLA POP ART AL NEOESPRESSIONISMO
“Non è mai cresciuto. Non gli è stata data l'opportunità di farlo” (frase amico Basquiat).
Questa frase è molto significativa. Già in vita
Basquiat si rese conto di non aver un'esistenza al
di là del suo mito. La difficoltà di separare mito e
personaggio fa sì che l'arte di Basquiat sia tuttora
oggetto di discussione.
“Non voleva esser un artista nero. Voleva essere
un artista famoso”.
I 9 anni di carriera di Basquiat abbracciano un
cambiamento storico nel mondo dell’arte, che si
identifica col passaggio DALLA POP-ARTAL
NEOESPRESSIONISMO.
Basquiat rappresenta un outsider sia come persona
che come artista. La trasgressività del suo
comportamento si combina infatti con le offensive
[Digitare il testo]
all’establishment dell’arte contemporanea.
che egli lancia
Biografia
Nasce il 22 dicembre 1960 da una famiglia benestante a Park Slope, Brooklyn. Il padre è
un ragioniere haitiano e la madre è di origine portoricana.
Basquiat inizia fin dall'età di tre anni si interessa per la pittura; parallelamente coltiva
anche la passione per la musica e in particolare per il jazz.
A 5 anni Basquiat si trasferisce con la famiglia a Flatbush (New York).
A 7 anni Basquiat viene investito da un auto e gli viene asportata la milza. Durante il
periodo di degenza la madre gli regala il testo di anatomia Gray's Anatomy, che lo
influenza molto: nelle sue opere gli elementi atomici rappresenteranno un motivo
ricorrente.
La madre lo porta regolarmente a teatro e in musei; lei parlava inglese, francesce,
spagnolo. Lo stesso Basquiat impara queste lingue, cui aggiungerà poi un po' di italiano.
A 7 anni i genitori si separano e la madre è internata in un ospedale psichiatrico.
Fino alla quarta elementare Basquiat frequenta una scuola privata, mentre
successivamente passa a quella pubblica. Sin dalla tenera età si distingue per le doti che
ha nel disegno.
L'infanzia di Jean-Michel Basquiat è tutt'altro che facile ed è segnata dagli atteggiamenti
violenti del padre su di lui, che più volte lo fa finire in ospedale. Si dice che Jean-Michel
una volta andò al teatro del Family Life così pesto da dover camminare con un bastone. Il
padre di Jean-Michel lo picchia regolarmente con una cintura perché secondo lui era
questo l’unico modo per riportare il figlio sulla diritta via.
All'età di 12 anni Basquiat trascorre un paio di anni a Porto Rico col padre.
In seguito torna a Brooklyn e si rivela un pessimo alunno: fu l’unico della classe ad esser
bocciato in disegno.
Dai 14 anni fa già uso di droghe.
A 15 anni scappa di casa per la prima volta e poi è ritrovato dal padre.
Di Basquiat un'insegnante del liceo afferma: “Era un ragazzino che a 15 anni era già
stanco di tutto”. Frequenta la City-as-school e successivamente la School of Visual Arts in
cui conosce Scharf e Haring. I tre vengono presto visti come una sorta di triumvirato
all’avanguardia rispetto al movimento dei graffiti che stava ricoprendo Manhattan.
Scharf:
[Digitare il testo]
A 17 anni Basquiat se ne va definitivamente di casa. Da allora passa tutta la vita alla
ricerca di genitori “sostitutivi” e soprattutto di un'approvazione, che dai veri genitori non
aveva mai avuto.
A 17 anni stringe amicizia con Al Diaz, con cui fonda SAMO (same old shit). Nasce tutto
come uno scherzo tra amici: i due stanno fumando marijuana alla City-as-School di New
York e la sigla di parole si riferisce probabilmente all'erba
che stavano fumando. Successivamente vari critici
provano ad interpretare il significato dell’acronimo
SAMO. Come si può osservare SAMO rappresenta
anche l’anagramma di
Amos, come Amos ‘n’
Andy, celebri personaggi
razzisti che Basquiat cita
nei suoi ultimi lavori.
SAMO rappresenta per
Basquiat l'unica religione e può esser riassunta dalla
frase: "facciamo tutto quello che vogliamo sulla Terra e
poi confidiamo nella grazia di Dio con la scusa che non lo
sapevamo" . La vera esplosione di SAMO avviene nel
maggio 1978 e la sua durata è di circa un paio di anni.
Proprio a partire dal maggio 1978 alla tag “SAMO” viene accostato il simbolo di copyright.
Le tag sono sempre accompagnate da frasi ad effetto : "SAMO come la fine della religione
che ti lava il cervello, della politica inconcludente e della falsa filosofia", SAMO come
clausola liberatoria", "SAMO salva gli idioti", "SAMO come la fine del punk in vinile",
"SAMO come alternativa al fare arte con la setta radical- chic finanziata dai dollari di
papà", "SAMO come espressione dell'amore spirituale", "SAMO per la cosiddetta
avanguardia". Questi giochi di parole saranno
successivamente incorporati nei quadri di Basquiat.
La coppia Basquiat-Diaz si separa nel 1980, per diverbi
personali tra gli artisti. Diaz voleva che i graffiti
rimanessero anonimi, al contrario di Jean-Michel che era
determinato nel voler ottenere il riconoscimento che era
convinto di meritare.
Da quel momento la tag viene utilizzata ancora per poco
da Basquiat, che anziché le solite frasi filosofiche scrive
solamente "SAMO is dead" ("SAMO è morto") per un
breve periodo di tempo, prima di abbandonarlo
definitivamente. La fama di Jean-Michel Basquiat come autore di SAMO lo mette in
contatto con persone, che lo avrebbero fatto accedere al mondo dell'arte. Ciò significa che
SAMO consente a Basquiat di accedere in via non ufficiale al mondo dell’arte.
Si mette a vendere per le strade di West Broadway magliette e cartoline con giochi di
parole dipinte a spruzzo. Sarà proprio il tentativo di vendere una delle sue cartoline che
cambierà il corso della sua vita: entrato in un ristorante, Basquiat avvicina Henry
Geldzahler ed Andy Warhol il quale compra alcune delle sue cartoline.
Nel giugno 1980 Jean-Michel partecipa al Time Square Show, retrospettiva organizzata da
un gruppo di artisti e sponsorizzata da Collaborative Projects Incorporated (Colab) e da
Fashion Moda. Si tratta dell’evento che dà a Basquiat la spinta più grossa.
Incontro fondamentale è quello con Diego Cortez: gallerista e curatore di mostre.
Il 3 agosto 1980 suona per l'ultima volta al Mudd Club insieme al gruppo Gray con Vincent
[Digitare il testo]
Gallo; sempre nello stesso anno, Glenn O'Brian lo sceglie per interpretare se stesso nel
film-documentario "New York Beat", che uscirà nelle sale solo nel 2001 con il nome di
Downtown 81.
LA CARRIERA
La carriera di Jean-Michel Basquiat dura solamente 9 anni. In questi suoi anni di lavoro il
personaggio surclassa la sua arte.
Una prova di ciò è data dalla frase: “Jean-Michel divenne prima famoso per la sua arte, poi
famoso perché era famoso e poi famoso perché era malfamato..”
In Basquiat possiamo trovare temi ricorrenti, quali
Riferimenti autobiografici
Tema del razzismo: anziché tentare di accettare il suo essere di colore, lo volge a
proprio vantaggio. Il suo esser di colore gli permette di mantenere un ruolo di
outsider. Inoltre l’uso di certe sue immagini specificatamente nere o africane non
lasciano intendere che lui fosse di colore.
Cultura popolare
Writing
Frasi e parole scelti sempre accuratamente (anche in più lingue)
La sua carriera può esser divisa in 3 fasi, caratterizzate da profondi cambiamenti di stile,
motivi, riferimenti.
Fase 1 (1980-1982)
Domina la pittura gestuale, spesso rappresenta figure scheletriche con visi simili a
maschere.
Ciò mostra un'ossessione per la morte, cui si affianca un immaginario tratto dalla vita di
strada (auto, writers,, bambini).
Fase 2 (1982-1985)
Abbiamo pitture composte da più pannelli, linee sottolineate, scritte che coprono l'intera
superfici e collage.
Le opere che risalgono specialmente a questo periodo sottolineano il legame con il mondo
ispano-americano.
Fase 3 (1986-morte)
Sembra che abbia chiuso con la vecchia figurazione
ARTISTI E MOVIMENTI CUI BASQUIAT SI ISPIRA
Il lavoro di Basquiat in queste fasi rappresenta la sintesi delle principali tendenze
artistiche che coesistevano negli anni '70-'80.
Imagistic painting immagini chiare, definiteNegli anni Settanta immagini ben
definite, chiare riemergono dopo il periodo della cosiddetta “Minimal art” (arte
astratta, oggettiva, fredda ed inespressiva basata su una semplificazione della
realtà e sul fatto che ogni cosa era ridotta a figure geometriche basilari).
Protagonista del recupero di questa figuratività è Philip Guston
[Digitare il testo]
Philip Guston (Montreal 1913- Woodstock 1980): uno dei primi esponenti
dell'espressionismo astratto. Si rifà ai maestri del rinascimento italiano, in primis
Paolo Uccello, ma combina queste figurazioni con un modo moderno di trattare lo
spazio, che deriva dal cubismo.
Nei propri dipinti alle figure si unisce un modo moderno di trattare lo spazio: si tratta
di uno spazio compresso che deriva dall'esperienza cubista.
Alcuni esempi:
“The studio” (1969)
Rappresenta uno dei primi meta autoritratti. Guston
si raffigura mentre lavora
“Painting, (1971)
smoking, eating”
Molto interessante è la scelta dei colori:
prevalenza rosso,rosa, grigio.
Contribuisce ad aumentare l’effetto inquietante
del dipinto. Ne deriva un insieme grottesco.
“Giovane madre” (1944)
E’ qui evidente l’influenza dei pre-raffaeliti
“Martial memory” 1941
[Digitare il testo]
Movimento della transavanguardia. E’ un movimento teorizzato da Achille
Bonito Oliva e cui aderiscono Francesco Clemente, Paladino, De Maria,
Cucchi, Chia..
Il movimento della transavanguardia auspica un ritorno alla manualità, alla
gioia ed ai colori della pittura. Nasce come reazione all’eccesso della pittura
concettuale.
Francesco Clemente: nasce nel 1952. Nel 1981 si trasferisce a New York e
collabora sia con Andy Warhol che con Jean-Michel Basquiat.
Esempio:
“The midnight sun” 1982
78x93
Olio su tela
L’immagine occupa uno spazio
bidimensionale
Emerge il gusto per la pittura
orientaleggiante
Pieno e vuoto si equivalgono in
percentuale
“Self-portrait” 1980
Jenny Holzer: introduce l’ uso di parole in uno spazio pubblico. Dal 1977
inizia a lanciare truisms: si tratta di una serie di testi stampati su semplici
fogli bianchi, manifesti anonimi incollati sull