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Performance al Moma realizzata nel 2010

L’artista si siede su una sedia, davanti a lei una sedia vuota dove una persona del pubblico si siede,

lei inizia ad osservare imperterrita la persona che si è seduta fino a che essa non ce la fa più e distoglie

lo sguardo.

Durante questa performance, le si siede di fronte a sorpresa anche l’ex compagno Ulay e lei inizia a piangere

per l’emozione, quando l’uomo se ne va, riprende la performance tranquillamente come se nulla fosse.

Tania Bruguera

“Self Sabotage”, 2009 (Biennale di Venezia)

Una performance estrema inserita nel padiglione delle opere legate alla paura.

La donna è seduta a una scrivania con un foglio: legge un pezzo del testo scritto sul foglio, prende la

pistola e si spara alla tempia, così per tre volte; spara un ultimo colpo in aria facendo rendere conto

al pubblico che avrebbe potuto uccidersi se quel colpo sarebbe partito prima, mentre il pubblico era

convinto che la pistola fosse scarica -> modo incisivo per mettere in atto l’auto sabotaggio.

La donna, in seguito ad un'altra performance a Cuba dove le persone potevano dare la propria opinione sul

rapporto con gli Stati Uniti è stata arrestata ed è rimasta in carcere per molto tempo.

Generalmente non commissiona la registrazione delle sue performance, le documentazioni che si hanno sono

registrazioni fatte dal pubblico.

Vanessa Beecroft

“VB65”, 2009

Vanessa Beecroft è famosa per l’utilizzo di donne nude o semi nude creando delle coreografie inserite e

modificate poi in video e foto.

In questo caso crea un banchetto di polli allo spiedo dove dei ragazzi migranti, vestiti “eleganti”, li

mangiano con le mani -> tema dell’immigrazione: ne parla in modo simbolico.

Quando ha iniziato a lavorare (anni ’90) c’era il problema dell’anoressia soprattutto nell’ambito della moda:

ha fatto molte opere legate all’anoressia utilizzando donne con copri molto magri.

Regina Josè Galindo

“Quien puede borrar las huellas?”, 2003

Realizzata in Guatemala, c’è un catino con del sangue umano dove la donna immerge i piedi e

cammina in questo tratto (tra la Corte Costituzionale ed il Palazzo Nazionale in Guatemala) lasciando

delle impronte che rappresentano le vittime del genocida candidato alle presidenziali -> azione di

protesta in Guatemala poiché un genocida si era candidato alle presidenziali.

“Estoy viva”, 2014

La donna si fa addormentare da dei farmaci, si stende al PAC di Milano, sembra morta, ma con uno

specchio appoggiato sotto il naso si può vedere che in realtà è viva perché respira -> la performance

non si riferisce a un argomento in particolare.

Adrian Piper

“The Probable trust registry: the rules of the game”, 2009 (Biennale di Venezia)

Un ambiente come quello di ufficio con 3 scrivanie e 3 donne che danno la possibilità di firmare dei

contratti con tre frasi, il contratto è stilato come un contratto classico, si riceve la stampa del

contratto. Con quest’opera Piper vince il Leone d’oro.

01.org (due artisti di cui inizialmente non si conosceva il nome)

“No Fun”, 2010

Una simulazione di un suicidio sull’ambiente web, online la gente che assiste a suicidio non chiama

la polizia, come invece farebbe nella realtà.

Anne Imhof

“Untitled”, 2016 (Biennale di Venezia)

Con quest’opera l’artista ha vinto il Leone d’oro. All’interno del padiglione della Germania della

Biennale di Venezia è stata allestito un ambiente senza un senso ma che trasmetteva un forte senso

di inquietudine, con cani da guardia, persone sedute sotto al pavimento trasparente -> nonostante il

contesto tranquillo dell’arte, l’opera genera ansia nel pubblico. Mostre d’arte

Come nascono le mostre d’arte?

Le prime mostre d’arte erano le esibizioni dei bottini di guerra delle battaglie vite, questi bottini venivano

esibiti in una piazza o un altro spazio pubblico: uno sei più famosi è il Foro di Traiano.

Non erano molto belli, ma avevano un forte valore simbolico -> simbolo della potenza dell’impero.

Lo Studiolo

Uno studiolo è uno spazio annesso al Palazzo Ducale (del governo) o di un signore: consiste in un luogo di

raccolta di oggetti preziosi / opere e di riflessione e studio del signore dell’umanesimo.

Allo studiolo potevano accedere pochi, amici e collezionisti.

Lo studiolo di Federico da Montefeltro è molto importante per Raffaello, esso si trova a

Palazzo Ducale di Urbino e è stato realizzato tra il 1473 ed il 1476.

Le Wunderkammern (Stanze delle meraviglie)

Combinazione tra artificio e natura, repertorio esaustivo di tutto o scibile, oggetti prodotti dalla natura e dalla

creatività umana: piante, fossili, resti animali, oggetti scientifici, oggetti esotici, collane, orologi destinati a

creare stupore -> gli oggetti (naturali e realizzati dall’uomo) venivano messi insieme alla rinfusa.

Prima collezione: “Camera delle Arti e delle curiosità” Ferdinando II d’Austria, Castello di

Ambras (Innsbruck), XVI secolo.

Questi spazi sono tipici del Barocco ed erano utilizzati per l’isolamento dal mondo esterno.

Nascita dello spirito di condivisione

 20 maggio 1500, Giuliano Cesarini -> Prima mostra di scultura (statue, resti antichi dei templi

dell’area delle sue dimore e da Campo Marzio) nel proprio giardino-museo archeologico.

 1576, Cardinale Ferdinando De’ Medici -> Acquisto di una grande villa sul colle Pincio, trasformazione

della facciata posteriore e del giardino adiacente in un museo di antichità abbellendo la facciata con

statue e colonne.

 Fine XVII secolo -> Dispersione e vendita delle grandi collezioni d’arte contemporanea e di sculture

antiche delle casate nobiliari confluite poi nei musei di tutta Europa

Pubblico e Privato

Privato

Fino al XVIII secolo, anche le collezioni reali, che caratterizzavano l’identità culturale di uno Stato e lo

valorizzavano, erano private della famiglia reale e raramente aperte al pubblico.

Pubblico

Nel 1737 la Granduchessa di Toscana Maria Luisa di Borbone donò allo Stato le raccolte d’arte medicee, tra

le più importanti al mondo di quell’epoca. È lo spirito illuminista a spingere questa apertura nei confronti

della fruizione da parte del pubblico.

Museo e Mostra

Il Museo è uno spazio adibito che conserva un’esposizione permanente; una Mostra invece è temporanea.

Museo della Repubblica -> museo come spazio della Repubblica

Con la Rivoluzione Francese, nel 1793 il Louvre viene proclamato “Museo della Repubblica” con esposizione

utilizzata a scopo educativo. Il museo raccoglie molte opere provenienti dalle collezioni italiane fatte affluire

dall’esercito rivoluzionario francese.

Apertura al pubblico: più persone avrebbero visitato il Louvre, più cittadini francesi avrebbero compreso le

proprie origini e la propria cultura.

Mostra degli Artisti -> mostra come spazio degli artisti

L’intento iniziale (fine XVI sec.) era una auto-promozione dell’artista presso la borghesia, da poco interessata

a questo mercato. In precedenza, committenti erano la Chiesa o i nobili.

XVII-XVIII secolo: allestite a Roma in coincidenza di feste e ricorrenze religiose e poi diffuse anche altrove.

Erano frequentate soprattutto da artisti di genere (ritrattisti, paesaggisti, bamboccianti) e da stranieri giunti

in Italia, non erano gli artisti più grandi e famosi -> scopo di pubblicità e promozione.

La possibilità di vedere, conoscere e confrontare le opere degli altri ha contribuito nel corso dei secoli a

modificare l’arte.

Prime Mostre

Le prime mostre, nel senso moderno del termine, sono organizzate e gestite da:

- Artisti

- Confraternite religiose (es. Congregazione dei Virtuosi al Pantheon)

- Mercanti e case d’asta: esposizione effimera di opere antiche di artisti importanti prima della vendita,

prima di essere vendute (e tornare private) infatti venivano rese pubbliche ed esposte ai cittadini

- Mostre realizzate dall’Italia al Louvre (es. Apollo del Belvedere giunto nel 1798 dal papato),

soprattutto opere razziate dalle truppe rivoluzionarie

Art Treasures of the United Kingdom

Le mostre d’arte organizzate alla British Institution erano rivolte a una ristretta élite e costituiscono i primi

esempi di prestiti.

1857: Art treasures of the United Kingdom. Manchester, mostra blockbuster con oltre 1 milione di visitatori.

-> modello replicativo dell’altrove.

Carattere didattico e popolare: ridotti costi per trasporti e biglietti, visite per bambini e operai, orari estesi.

Manchester era la città importante per mostre in grado di competere con Londra o Parigi.

Esposizioni universali

XIX secolo: fine della grande committenza religiosa o nobiliare, crescita del mercato da parte della nuova

borghesia capitalistica -> allargamento del pubblico e maggior richiesta di opere a prezzi accessibili.

 Si diffondono in Europa le grandi esposizioni d’arte, d’artigianato e dei prodotti industriali di qualità

promosse dai governi e dalle associazioni degli artisti.

Le esposizioni universali erano un racconto della nuova società che si stava formando, per questo

attiravano un grosso pubblico; un racconto della nuova società produttiva della metropoli moderna.

Esse costituivano un’autocelebrazione del moderno concetto di Stato dell’espansione coloniale.

Prima esposizione universale La prima esposizione universale è quella di Londra nel 1851 -> un

omaggio simbolico alla nazione da cui partì la rivoluzione industriale

(Inghilterra). Per l’esposizione venne realizzato il Crystal Palace,

un’enorme costruzione in stile vittoriano. Alle Expo universali si

affiancano mostre a carattere locale o regionale.

In Italia invece possiamo ricordare la prima EXPO di Milano nel 1906.

Altro evento rilevante è la Biennale Internazionale di Monza (1923),

divenuta poi Triennale (1930) e spostata a Milano (1933).

Eventi rilevanti

1855 - Pavillion de Realism (Parigi) realizzato da Gustave Courbet per ospitare le tele rifiutate

L’Accademia delle Belle Arti in Francia:

- sovraintendeva all’organizzazione delle mostre (i Salons),

- controllava la formazione degli artisti

- e orientava il mercato

-> necessità di affrancamento dai canoni figurativi consolidati.

Agli artisti parigini non andava più bene essere così vincolati dall’accademia, nel 1855 Gustave Courbet

inaugura il Pavillon de Realism dove espose, a proprie spese, le sue circa 40 opere rifiutate dalla giuria

dell’Esposizione Universale.

1863 - Salon des Refurée (Parigi) vs il Salon ufficiale

Nel 1863 la giuria dell’E

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
22 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher KatiKey_96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Guerisoli Francesca.