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EMERGENZE GOTICHE ITALIANE
Duomo di Milano: fondato nel 1386, unico edificio davvero gotico in Italia. Corrisponde alla
flamboyant
fase del gotico. Si mantengono i lavori quando i lavori proseguono nel 1600. La
facciata nel 1500 viene progettata in forme manieriste ma siccome non finita nell’1800 viene
terminata sulla falsariga di come era iniziata.
EDIFICI GOTICI IN ITALIA
Battistero di Parma fondato nel 1196, e progettato da
Benedetto Antelami. Aspetto per cui può essere confrontato
idealmente con architetture gotiche francesi è nell’articolazione della
struttura muraria. Creazione di un gioco di pieni e vuoti. Antelami ha
radici nella tradizione italiana: articola la struttura muraria ma si
avvale di elementi architettonici classici (arco a tutto sesto e logge
assomigliano ai trifori ma sono logge architravate, secondo estetica
che rimanda alle abitudini classiche). Mette in rilievo personalità
colta e sofisticata quella di Antelami: pochi gli artisti così
lungimiranti. All’interno si articola con i pieni e vuoti e gioco tra i
volumi e la volta ha struttura a nervature che si confronta bene con
consuetudini dell’architettura gotica francese. Portali che trovano
corrispettivi nella tradizione italiana ma idea di renderli così profondi è idea del gotico francese.
Portale della Vergine si firma anche in
modo strano, indicando la data (1196).
Raffigura la Madonna con il bambino e i magi.
A destra Giuseppe a colloquio con l’angelo
(sembra stupido). Scultura è colorata. la
policromia medievale è recente e uscita allo
scoperto durante un restauro negli anni ’80 del
1900.
Terzo portale; iconografia sole e luna che simboleggiano il tempo che passa e la caducità della
vita umana. Leggenda orientale di Baalam e Josafat.
Lezione 9 (20 marzo)
EMERGENZE GOTICHE ITALIANE
Battistero di Parma , post 1196: edificio che si fa fatica a
definire gotico rispetto agli edifici francesi. Corrisponde ai
fondamenti del linguaggio architettonico che chiamiamo
Gotico. È di benedetto Antelami, corrisponde per forma ai
battisteri padani ma l’architettura con contrasti fanno
pensare all’architettura gotica d’Oltralpe. Le nervature
procedono da terra riecheggiando il Gotico.
L’esterno ha tre potali figurati, il più sontuoso guarda verso
la piazza dove si affacciano anche la cattedrale e il palazzo
vescovile. Questo portale è dedicato alla Vergine, ve ne è
uno con il Giudizio Universale e uno che riecheggia una
leggenda orientale.
Le figurazioni si rifanno ai bestiari, ricordano il Duomo di
Modena (di 100 anni anteriore9 di Wiligelmo. Questi rilievi
hanno perentorietà plastica, si ha attenzione naturalistica
(disinvoltura nell’articolazione delle figure). Il senso della forma plastica di Antelami lo si vede
nel fatto che si fecero inserire nel battistero delle vere e proprie statue scolpite
indipendentemente alla struttura, ma non sono a tutto tondo. Sono pensate con un punto di
vista frontale, sono le prime figure autonome che hanno comunque una funzione legata alla
struttura.
Il linguaggio di Antelami non è banale, colpisce il tono aulico e antico dei panneggi (ispirati
all’epoca antica), per uno dei due angeli si riutilizza un pezzo del marmo antico, dagli antichi si
recupera anche l’idea, per l’altro angelo, di scolpire la testa staccata dal corpo.
Vi sono altre sculture del Battistero per certi versi misteriose; anche
all’interno vi sono molte figurazioni scolpite, in parte si trovano nei
nicchioni, vi sono delle sculture poste nella loggia interna.
Vi sono le sculture del 12 mesi più 2 stagioni, oggi sono nella loggia, sono
altorilievi sistemati con il vuoto dietro, non vi è muratura su cui
addossarsi, il ritmo in cui sono sistemati è strano non sono sistemate a
caso, tutto il Ciclo dei mesi ha uno specchiamento nei segni zodiacali in
alcuni casi scolpiti nello stesso blocco del mese in altri casi sono
indipendenti e si trovano sotto ai mesi. Si può dire che questa
disposizione sia stata data a metà del 1200.
Vi è stata una campagna pittorica verso la metà del 1200 da parte di
alcuni serbi che hanno decorato la cupola e nicchioni più bassi, durante
un restauro degli anni ’80 del 1900 ci si è accorti che la pittura è stata
fatta dopo la disposizione dei rilievi (vi erano dei rilievi con strascichi di colore delle pitture).
Questa non doveva essere la disposizione voluta da Antelami.
12 mesi: hanno grande equilibrio fra naturalismo e stilizzazione. Si descrivono le attività del
lavoro agricolo con grande attenzione per i dettagli, si è però sintetici nella forma. È la cifra
caratteristica della fase più matura di Antelami. Le pose sono studiate dal vero, la forza plastica
è molta, le figure però sono nitide e chiare.
Agosto e settembre: nel primo si preparano le botti, nel secondo si vendemmia. In Settembre
in basso a destra vi è il simbolo zodiacale della Bilancia. Si mettono in luce gli strumenti del
mestiere, ma si varia.
Giugno e luglio: contadini con abiti semplici, ma sono diversi esteticamente. Nel primo si miete
il grano, nel secondo si trebbia.
Ottobre e novembre: nel primo si semina nel secondo si colgono le rape.
Dicembre e febbraio: nel primo si pota la vite, nel secondo si dissoda il terreno. I geti delle
figure sono studiati dal vero. Le notazioni naturalistiche sono sensibili, si vede il contadino che
preme la vanga e il terreno si gonfia.
Vi è un più alto riferimento al classicismo, ma anche alla realtà con poche osservazioni scelte e
studiate. La scultura è nitida nel chiaroscuro, efficiente e dettagliata. I Mesi non recano tracce
di colore, nel senso che non è mai stato dato e rispetto ad altre sculture di Antelami si sospetta
che le figure dei Mesi non siano state portate fino all’ultima lucidatura. Lucidatura, colore e
ciclo incompleto (mancano 3 stagioni) fanno pensare che questo ciclo non sia mai stato
completato.
Se il 1196 segna la partenza del cantiere, si pensa che questa opera interrotta sia l’ultima
opera fatta da Antelami nel cantiere. Sono stata fatte qualche anno dopo il 1196, forse già nel
1200.
IL CARDINALE GUALA BICCHIERI, BENNEDETTO ANTELAMI E SANT’ANDREA A
VERCELLI
Sant’Andrea a Vercelli, post 1219: uno degli edifici italiano che
più si confronta alla prima fase del Gotico. Esso rileva l’intenzione
di omologarsi all’Oltralpe. Conosciamo le circostanze in cui fu
progettata e costruita, l’architetto era un cardinale della curia
facente parte del corpo diplomatico della curia, si chiamava Guala
Bicchieri. Bicchieri viaggiò molto sia in Francia e Inghilterra
avendo a che fare con entrambi i regnati nel 1208 fu legato
pontificio in Francia e nel 1218 in Inghilterra. Facendo ritorno nella
sua città, Vercelli, nel 1219 diede avvio al cantiere della chiesa.
I pilasti sono fatti da pilastrini, il materiale dell’edificio è misto
con mattoni (tipico della zona padana) e pietra. Le pareti sono
alleggerite, vi sono però contrafforti. La fabbrica per tecnica e
linguaggio è un gran successo del Gotico in Italia. Qui è coinvolto
anche Benedetto Antelami, il suo intervento si trova in 2 dei 3
portali della facciata, sono decorate le lunette del
portale centrale e quello a sx. I portali sono
strombati, a botte, con modanature decrescenti.
Nella lunetta centrale vediamo una Crocifissione
con Cristo vestito, in realtà non è Cristo ma
Sant’Andrea che viene crocifisso su una croce a X e
legato invece che inchiodato.
(2)
Nella lunetta di sx vi è il cardinale in veste di donatore con il modellino della chiesa offerta a
Sant’Andrea. Le scritte ricordano il cardinale.
Fra le lunette del Battistero e della chiesa vi sono
elementi in comune quali piattezza, girali ecc… le 2
rosette nella porta della chiesa ricordano la
Deposizione dalla Croce di Antelami, oggi al
Duomo di Parma, ed è quanto resta di un pulpito
fatto nel 1178. Nella chiesa i girali sono interrotti
dall’ episodio dell’angelo che scende a prendere
l’anima del santo, l’anima è raffigurata di solito da
un bambino, qui il bambino è in un fiore che
l’angelo coglie. Il fiore si rivede nel Battistero usato
per raffigurare la luna.
Ritorna anche il piedistallo dell’uomo che fa eseguire la crocifissione di Sant’Andrea o nel santo
e cardinale della lunetta a sx che si ritrova nei mesi, dove vengono usate delle grandi foglie
come sostegni dei personaggi.
Nel 1219 Antelami era ancora in attività.
Deposizione,
Antelami, Duomo di
Parma, 1178: parte di un pulpito
smantellato nel 1500 assieme al
tramezzo. Si decise di conservare
solo 1 delle 3 lastra del pulpito,
quella con iscrizione con firma e
anno. Era la lastra più importante.
Oggi la deposizione è nella parete
del transetto dx del Dumo.
L’iscrizione corre sopra alla croce e
il nome di Antelami è grande. Le
iscrizioni sono molte, le altre fanno da didascalia delle figure.
La Deposizione è rilievo molto prezioso nella sua tecnica di presentazione e realizzazione, vi è
diverso grado di definizione rispetto ai rilievi del Battistero. La decorazione di un rilievo per un
luogo interno è importante e più definita, qui vediamo l’uso del niello dove si definisce la
decorazione incidendo la superficie e riempiendo gli spazi con una materia plasmabile scura
per fare contrasto (usata anche per le iscrizioni). Abbondano gli elementi decorativi nell’ornato
dei costumi. Questo passaggio da incisione a altorilievo coinvolge anche la figurazione vera e
propria, lo si vede nella figura a dx in ginocchio che è la Chiesa trionfante con vicino la
sinagoga sconfitta, essa ha in mano una lancia in gran parte incisa. Vi sono grandi decorazioni
floreali.
Una delle altre due lastre è andata rotta, l’altra è stata tenuta e usata come pietra sepolcrale, è
stata rinvenuta nella pavimentazione del Duomo. Oggi
si trova alla Galleria Nazionale di Parma. Essa doveva
raffigurare un Cristo benedicente in mandorla.
Della lastra si trova conferma in una copia del pulpito
di Antelami a Bardone nella Pieve di Santa Maria
Assunta ma proveniente da Fornovo. V è un Cristo in
maestà, riecheggia gli ornati di Antelami. Qui si
conserva anche una replica della Deposizione.
I rilievi di Bardone sono connessi alla figura di Santa
Margherita, la terza lastra di Bardone è ancora a
Fornovo e lì vi sono le scene della vita della santa (di certo la santa non era il soggetto del
pulpito di Parma).
Del pulpito di