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Il protorazionalismo di Van de Velde
È proprio Van de Velde a dimostrare come un repertorio organico in cui dominano le curve possa essere già la base di un atteggiamento funzionalista. Con il termine protorazionalismo si indicano in genere le tendenze del primo novecento, successive all'Art Nouveau e precedenti alla cesura segnata del Bauhaus a Weimar nel 1919, in cui si rifiutano i riferimenti agli stili storici e gli ornamenti sovrapposti alla struttura dell'edificio.
Van de Velde: le forme organiche in cui sono concepiti mobili ed oggetti da lui disegnati non derivano da un repertorio fitomorfico, ma dalla struttura del corpo umano. Le incurvature diventano essenziali, le forme si semplificano, è rifiutato il principio dell'ornamento aggiunto. Van de Velde esordisce come pittore capace di usare il repertorio formale Nabis. La sua influenza arriva in Germania dove dirige a Weimar la scuola d'artigianato, poi confluita nel Bauhaus. Nel 1896 aveva
Progettato l'arredamento, con la scrivania dalla forma avvolgente, per lo studio di Julius Meier-Graefe, intellettuale e storico dell'arte. Apparentemente opposto nella sua freddezza, Loos si forma nell'ambiente della secessioneviennese, di cui contesta il repertorio decorativo e simbolista. Otto Wagner, riduce progressivamente il repertorio storicistico riportandone gli elementi in una trame disegnativa di estrema essenzialità. Nelle severe ville di Loos domina la preoccupazione di ripartire funzionalmente lo spazio, adottando anche un utilizzo di diversi livelli su uno stesso piano, appreso negli stati uniti: ma ricorrono anche illusioni a motivi classici scarnificati, dove il classico diventa uno stile sovra storico. La Germania sta diventando il centro della sperimentazione e della riflessione nell'architettura e nelle arti applicate. Nel 1907, due anni dopo la formazione della Brücke, è fondato a Monaco il Deutscher Werkbund, costituito da architetti.
intellettuali, artisti industriali. Nella rivista "der Sturm" appaiono per la prima volta tanto la denominazione architettura espressionista, quanto il concetto di sachich, di una valutazione positiva di tutto ciò che è oggettivo e funzionale.
Nel 1914 si apre a Colonia, che è tra l'altro il centro dell'espressionismo renano cui si è accennato, l'esposizione del Werkbund, con proposte molto diverse tra loro: ci sono Behrens e Hoffmann, due figure di passaggio verso il protorazionalismo geometrizzante (nello studio di Peter Behrens lavorarono Gropius e Mies van der Rohe, per breve tempo, Le Corbusier), c'è Van de Velde con un teatro modello, sintetico nella sua impostazione organica e sinuosa, e ci sono il giovane Gropius con una fabbrica modello, il prodotto protorazionalista più rappresentativo in questa occasione, e Bruno Taut che coniuga, nel Padiglione per le industrie del vetro, virtuosismo tecnicistico.
Simbolismo espressionista. La Torre osservatorio di Einstein, costruita da Mendelsohn a Postdam nel 1920, da molti è considerata il prototipo di un'architettura espressionista dagli scarsissimi riscontri, e una tardiva traduzione in gigantesche forme cementizie (in realtà è di mattoni) di una poetica organistica di derivazione Art Nouveau.
TRA T EC NI C I S M O E AS T RA TT A P ERF E ZI O NE. Sant'Elia respinge tanto l'architettura accademica quanto la pseudo architettura d'avanguardia delle secessioni, ma ribadisce una concezione dell'architettura come arte e non come arida trasposizione della tecnica; l'espressione della vita moderna è l'enfasi posta sulle direttici diagonali ed ellittiche e sulla forma in perenne cambiamento.
Il futurismo agisce nella conformazione dello spazio architettonico come spinta ideale, non direttamente sviluppata in territori italiani e di cui si possono indicare i segni.
Piuttosto, nell'ambito delle avanguardie russe, dove la componente futurista, come si è detto, ha un peso rilevante: pensiamo alla serie degli architecton di Malevic, iniziata nel 1920. È ancora improntato al futurismo il monumento della terza internazionale di Tatlin, esposto in un modello del 1920 e mai realizzato, che non è architettura, ma celebrazione della tecnica e dell'ascensionalismo rivoluzionario incarnato utopisticamente nella spirale.
La Francia in questi anni non è particolarmente preoccupata dai risvolti sociali dei rapporti tra arte e industria. Ma proprio a Parigi nasce l'edilizia in cemento armato visibile all'esterno, e non nascosto da un rivestimento in mattoni, con la casa in rue Franklin terminata da Perret nel 1903. Siamo al di fuori di ogni pretesa avanguardista. Per Perret l'architettura obbedisce a leggi universali, legate alle condizioni imposte dalla natura, secondo un principio che passerà a
LeCorbusier; condizioni che sono permanenti mentre la destinazione, gli usi i la moda sono passeggere. La casa di Perret non enfatizza il nuovo materiale, ma lo evidenzia nelle grandi finestre, lo rende prezioso senza sopraffarne la leggerezza con una sottile decorazione in gres. Perret evolve verso una fase classicista, mentre l'implicito classicismo di Le Corbusier e Rietrveld rappresenta lo spirito degli anni 20, ma l'esordio non si può staccare dal clima delle prime avanguardie. Le case di Le Corbusier del 1914 Case Dom‐Ino sono in una struttura modulare di cemento armato, previste per una produzione in serie e la prefabbricazione. La Chaise Longue è un'astratta perfezione che costituisce proprio lo spartiacque tra il concetto di purismo attribuito nel '12 da Raynal a Gri, e quello codificato del 1918. La casa Schroder a Utrecht, del 1924, è una sorta di manifesto di tale concezione, rimasto unico nella sua produzione, poi piegata verso un
più generico razionalismo.
Rietveldt: i suoi oggetti di questo momento somigliano ai giochi ad incastro delle costruzioni per bambini, facilmente influenzati da questi esperimenti atti a sviluppare la sensibilità per l’aggregazione di forme elementari. Nei due o tre anni successivi alla fine della grande guerra si brucia anche l’esperienza tedesca dell’utopismo architettonico espressionista. Negli anni sessanta si è sviluppata una serie di studi proprio intorno all’idea, oggi alquanto corretta e dimensionata, di un espressionismo architettonico poi soffocato nel Bauhaus. Novembergruppe, associazione di architetti ed artisti che si impegnano ad esprimersi attraverso disegni deliberatamente irrealizzabili, considerati ideali modello di una forma di abitare. Anima del gruppo è Bruno Taut con il suo comunismo cosmico. L’aspirazione ad uscire dall’idea del singolo edificio per ridisegnare l’intero globo terrestre, sia pure con
Un'invadenza dell'elemento artistico farebbe rabbrividire anche i meno sensibili al rispetto ecologico. Gli elementi comuni sono l'unione di arte e popolo, la cooperazione delle arti nell'architettura, una nuova didattica fondata sul lavoro pratico in officina, abolendo la distinzione tra architetto, scultore pittore e artigiano, dove si nota anche una forte reminiscenza delle idee di Morris. In effetti, i primissimi anni di produzione del Bauhaus sono dominati dal richiamo all'artigianato, e lo stesso Gropius crea in forme espressioniste il monumento ai caduti di marzo (1920-21). Di questi anni resterà "l'utopia della forma" in una società basata sul sistema produttivo borghese che è segnata dall'antiarte del dadaismo con cui Van Doesburg tenta una impossibile alleanza. Ma è dopo queste formidabili scosse che, sulla base del dialogo tra arte e tecnica, nascerà per l'architettura degli anni
ventiun’altra storia.
A p p un t i s i n t e t i c i d e l c o rs o – J . Co v r
Sull’utopia di Bruno Taut, sulla ambiguità della sua posizione ideologica e sulla continuità conquella del primo Gropius, è estremamente chiarificatrice una didascalia posta da Taut dopo duedisegni che prefigurano una trasformazione architettonica (assai poco ecologica) del “MonteResegone presso Lecco” e dei “Contrafforti di una montagna in Riviera”, nella raccolta Architetturaalpina pubblicata nel 1919: “Popoli di Europa! Coltivatevi i beni sacri – Costruite! Siate il pensierodel vostro pianeta […] siate pacifici! Predicate il socialismo! Perché tutti siete fratelli e perciòorganizzatevi, tutti potrete vivere bene, tutti potrete educarvi e godere la pace […] ognunocostruisce nel vero senso della parola. Tutti servono l’idea, la bellezza – come pensiero della terrache li ospita. La noia
costruzione del futuro,che si prefigga di abbracciare