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“ART NOUVEAU”
(anni ’80 dell’Ottocento – 1910)
Questa nuova tendenza artistica nasce dalla volontà di opporsi allo scadimento del gusto che i nuovi
procedimenti industriali di produzione avevano provocato con la loro “pedissequa” imitazione di
stili del passato (la reazione fu già preannunciata dal movimento dell’Arts and Crafts”). Il
linearismo ispirato a ornamenti vegetali e naturali fu abolito a favore della linea curveggiante, che
più imita la realtà di ciò che ci circonda.
E’ un fenomeno tipicamente urbano che nasce nelle grandi città e si diffonde in provincia, a
carattere cosmopolita ed è classificato come modernismo perché è “moda”, cioè si tratta di uno stile
legato a tutte le manifestazioni creative e ai relativi prodotti: si parlerà di architettura, ma anche di
oggettistica.
La decorazione viene vista non come rivestimento del nuovo stile, ma come EMPATIA. Il concetto
di “EINFULUNG” appare particolarmente proficuo e rivelatore per dischiudere la poetica di questa
nuova arte. Secondo tale principio del bello, infatti, esso non risiede nell’oggettività dovuta al
consolidamento di uno stile passato, ma è la capacità che ha l’uomo di riconoscere un principio
originario che lo lega all’arte. Questa concezione che lega l’uomo ad un rapporto primigenio con
l’arte è uno dei temi fondamentali della nascita dell’Impressionismo (in cui la pittura “en plain air”
voleva descrivere proprio questo atteggiamento di uscire dagli scemi classici, nel particolare dalle
botteghe, e iniziare a dipingere le emozioni dal vivo e cioè immergendosi nella natura che ci
circonda) CARATTERI
1) motivi tematici e iconici derivati dall’arte giapponese
2) tematiche naturalistiche MORFOLOGIA
Derivazione arabesca, impostata su linee curve ed a spirale, su colori a tinte piatte, piuttosto freddi e
sfumati IL NOME
Stati Uniti e Francia = ART NOUVEAU (dal nome dell’insegna della galleria di esposizioni aperta
da SIGFRIED BRING a Parigi)
Inghilterra = MODERN STYLE
Austria = SEZESSIONSTILL
Germania = JUNDESTIL (rivista)
In Germania si ebbe il punto più alto della tendenza “fitomorfica” (forme delle piante), che
condurrà a un rapido degenerare del decorativismo
Italia = FLOREALE O LIBERTY (emporio londinese)
Nell’esposizione internazionale di Torino, del 1902, parteciparono:
RAIMONDO D’ARONCO
ERNESTO BASILE
GIUSEPPE SOMMARUGA
Il cartellonista del gruppo fu MARCELLO DUDOVICH
Il ceramico del gruppo fu GALILEO CHINI
Spagna = all’interno del Modernismo catalano (JUVENTUD), il centro vitale ne fu Barcellona
L’ART NOUVEAU IN BELGIO E FRANCIA (Victor Horta e Hector Guimard)
VICTOR HORTA è il massimo esponente della corrente in Belgio e in particolare a Bruxelles.
Parliamo dell’ “Hotel Tassel”, che in realtà fu costruito come una dimora privata commissionata
all’architetto da un docente universitario di geometria descrittiva. Egli ambiva a edificare un luogo
di ritrovo per i suoi amici ove fosse possibile anche dedicarsi alla fotografia, l’arte che Tassel tanto
adorava. E’ un’ “architettura personale e viva”, in cui non compare una rigida diversificazione tra
un materiale e l’altro, dove convivono nel “bow-window” della facciata gli elementi ferrei
prefabbricati, gli elementi manifatturieri sempre in ferro e la muratura portante in ferro, nonché il
rivestimento vitreo. Al di sotto del bow -window vi è la presenza di un architrave bullonato, in cui i
capitelli delle colonne sottostanti fanno da nodo con esso, in una splendida soluzione “utilitas
-firmitas - venustas”. Struttura e decorativismo insieme, dunque. Il concetto del “ritmo” è molto
importante per Horta. Fu il primo che si pose il problema dell’ergonomia, naturalmente secondo un
approccio filosofico- psicologico. Egli era convinto che l’architettura influenzasse la psicologia
umana e, in questo, era grande sostenitore del concetto “empatico” professato dagli Impressionisti.
Nella sua particolare licenza usata nell’articolazione delle piante e della sezione della casa, va
ricordato che nel piano interrato vi era la presenza di locali dedicati alla fotografia, studiata
attraverso i suoi vari processi. Nel piano terra l’atrio ottagonale e la scala sono gli elementi cardine.
La scala è posta al centro della casa, quasi a volerne esaltare la struttura e la componente
architettonica. Le scale di Horta sono famose per il ricco decorativismo floreale (empatia con la
natura). Il bow- window dell’Hotel Tassel
Famosa è anche la bellissima scala dell’ “Hotel Solvay”, sempre dello stesso Horta.
Salinate “Hotel Tassel” e “Hote Solvay” messe a confronto
Citiamo anche la ormai demolita “Maison du Peuple”, sempre a Bruxelles. Fu concepito come un
edificio polifunzionale, in cui all’inizio fu previsto solo un forno cooperativo, al quale si aggiunsero
altri locali ideati per la collettività. Horta elaborò autonomamente il progetto, anche se fu costretto a
limitare il suo gusto “fitomorfico” nella decorazione per i limiti di spesa imposti da una
committenza che non era più privata ma pubblica. La pianta ellittica in cui l’edificio si impostava
venne captata nello stesso organismo grazie all’introduzione di un’opposizione concavo-convessa,
che sfruttava l’andamento della piazza e ne favoriva l’incapsulamento. Al piano terra vale la pena
citare la presenza di alcuni elementi decorativi in ferro che vengono incapsulati dalla pietra, in
quella sincronia tra i materiali che abbiamo visto essere già importante nelle committenze private di
Horta. La sala più interessante al piano terra è quella del caffè. Al piano superiore, cui si accede
attraverso una scala che è anche rimarcata in facciata, si nota la presenza di una grande sala
conferenze che poteva divenire, all’occorrenza, sala teatro grazie a numerose sedute e alla presenza
di due balconate a loggia che si aprivano sopra la sala. Esse hanno una particolare pendenza per
favorire l’amplificazione fonica e sminuirne il riverbero sonoro.
La facciata e la grande sala-teatro della “Maison du Peuple”