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Riassunto esame Archivistica generale, prof. Paoloni, libro consigliato Archivi tra passato e presente, Zanni, Rosiello Pag. 1
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Estratto del documento

Criterio ispiratore dei modi conservativi tra 600 e 700 -> uso finalizzato ad esigenze

politico-amministrative.

Uso crescente della carta -> esigenza strumenti di ricerca -> manipolazioni di archivi, operazioni di

separazioni, di definizione di complessi di carte -> operazioni che non erano precise ( ad esempio, Bologna

divideva i documenti per tipologia di affari come atti, recapiti, scritture).

Si propose una prima classificazione per materie che portò ad un sistema basato in classi, sottoclassi,

categorie, sottocategorie -> si tornava a riunificare quanto era stato separato.

Si voleva un sistema classificatorio-organizzativo che fosse anche sistema conoscitivo del sapere

documentario.

700: furono criticati i riordinamenti per materie di interi fondi -> avevano sconvolto l’ordinamento

originario in favore di uno più razionale all’uso politico-amministrativo -> archivio come strumento utile

al potere. Alcuni documenti furono considerati inutili -> sappiamo della loro esistenza.

Esempio, scarti del Regno di Sardegna -> Carlo Emanuele 3 chiede agli archivisti di conservare la

documentazione che riguardava il governo e gli interessi della Corona e di eliminare il resto)

Spurgo delle Magistrature fiorentine -> resta un elenco dei documenti eliminati -> opinioni contrastanti

tra chi voleva eliminare tutto e niente.

Siena: l’archivista voleva eliminare i libri di entrata/uscita delle Biccherne (tavolette contabili) ma poi ci

ripensò perché potevano essere utilizzate per gli alberi genealogici delle famiglie senesi)

Firenze 1778: istituzione archivio diplomatico. Sorta di 1° istituto archivistico dove veniva conservata la

documentazione antica.

ANTICO E MODERNO NELL’ORGANIZZAZIONE DELLE CARTE

Fine 700: la documentazione archivistica che era stata conservata per utilità immediata (pratiche

amministrative) sembra inutile. Materiale dei secoli precedenti non era ben visto -> il futuro veniva

oscurato dal passato. Opinioni contrastanti.

800: alcune città trasportarono i documenti in luoghi di fortuna, altri cercarono di attuare politiche di

conservazione.

Milano -> pergamene religiose dettero vita dall’Archivio Diplomatico e ritenute di interesse nazionale.

Firenze -> documenti ritenuti utili per il governo

Napoli -> documenti utili per il regno e la pubblica amministrazione

Epoca napoleonica: si continuano a raccogliere e riunire carte. Periodo di cambiamenti nei rapporti tra

pubblico e privato, nell’esercizio del potere, importanza legislazione scritta, razionalità burocratica

amministrativa.

Documenti del passato facevano parte di una tradizione da cui ci si voleva distinguere, non separare.

Documenti come accumulo di conoscenze, segno di quello che il potere era stato nel passato.

Strategie conservative diverse in ogni città -> intendo di conservare documentazione che trasmettesse

immagine del potere.

Attraverso l’ordine dato al materiale, alla sua classificazione, si fissarono i tratti dell’immagine che si

voleva trasmettere.

Ripartizione del potere dell’amministrazione -> si rifletteva sui documenti.

Esempio: Napoli e Palermo (1811) decreto di Murat che divideva la documentazione in 5 categorie relative all’attività

amministrativa (affari, giustizia, storia dello stato, amministrazione, reali ministeri e politica diplomatica).

Esempio: Archivio di Palermo. Documentazione in 3 classi (diplomatica, giudiziaria e amministrativa).

Archivio De Frari di Venezia -> collocare la documentazione in una dimensione lontada dal presente. La documentazione

pre repubblica non fu classificata per divisioni di poteri.

Archivio di Milano -> tutta la documentazione del periodo pre-napoleonico e napoleonico fu mescolata senza tener conto

dei contesti di produzione. Vennero introdotti metodi classificatori basati su titoli, subalterni (o particolari) -> documentazione

difforme per natura, contesto di produzione ecc. 2

Metodo peroniano: offriva ai governi la possibilità d’uso e schermi conoscitivi del sapere

documentario, funzionali alle loro esigenze di governo. I governi tendevano a rimodellare il passato in

funzione del presente e l’antico in funzione del moderno -> tradizione documentare che poteva

trasmettere un’immagine gloriosa del futuro.

Archivio di Firenze. Bonaini e Giusti. Divisione cronologica dei documenti. Rispettava la diversità delle

materie, forme governative, attenzione alla storia e alla cronologia.

Pratiche distruttive

1822. Firenze -> Istituzione della Deputazione per lo spurgo di carte. Norma per lo spurgo era

l’importanza delle materie. Furono distrutti documenti finanziari e quelli delle attività economiche dei

duchi di Urbino.

1829 – 1855. Regno delle 2 Sicilie. Scelta di eliminare documenti più vecchi di 40 anni e quelli della

polizia relativi a piccoli reati.

IL CONTROLLO DELLO STATO

La destra storica mise a punto progetti di conservazione dei documenti -> garanti del passato, memoria

immagine dello stato unitario. Studio della formazione dello Stato -> importanza del patrimonio

documentario.

1874. Ministro Cantelli scrive al Re per sottolineare l’importanza dei documenti. Entra in vigore, nel

1873 il decreto che regola la custodia e l’ordine dei documenti.

Per le leggi che tutelassero beni e belle arti si sono attesi oltre 40 anni -> governi preoccupasti di

rispettare la proprietà privata.

Per la documentazione archivistica era più facile distinguerla tra pubblico e privato.

Progetto conservativo del 1875/1902/1911 voleva coprire l’intera nazione. Istituzioni archivistiche

presenti in un limitato numero di città -> si intrecciavano aree diverse. Documenti spesso conservati in

biblioteche, archivi di Stato -> interi fondi archivistici conservati fuori dai luoghi di produzione.

Erano basati sulla presunzione dell’uniformità degli archivi. L’attenzione che si voleva dare al passato

ha evidenziato memorie locali che invece si volevano dissolvere.

Nesso tra passato e presente: passata è la documentazione pre-unitaria

Presente sono le carte prodotti da organi statali che non occorrono ai bisogni

ordinari del servizio.

Rottura del nesso produzione/uso/conservazione

Metodi di conservazione – trasmissione esercitati dagli archivi -> memoria fonte

Metodi di conservazione – trasmissione esercitati dagli uffici -> memoria documentazione

Problema sulla conservazione dei documenti all’interno dell’istituzione dove viene prodotta -> i rapporti

tra archivio e sogg. Produttore erano occasionali -> ci sono provvedimenti legislativi che fissano data

per versare documenti agli archivi -> passati da 5 a 40 anni proprio per non trasformare gli archivi in

depositi di documenti.

Il peso del passato documentario è meno forte in archivi di recente formazione e nell’archivio centrale

dello Stato.

Versamenti di carte agli archivi -> alcuni enti hanno rispettato le date, altri hanno accumulato

documenti nelle cantine o li hanno dispersi.

STRATEGIE DI CONSERVAZIONE E TRASMISSIONE

Metà 800: idea di una centralità dello Stato che fosse evidenziata anche dai suoi documenti.

Stato-nazione più forte quanto più lontane sarebbero stato le radici nel tempo.

Memoria locale che rafforzasse l’immagine di uno stato unitario -> tempo di uniformità e

accentramento.

“Documenti dei dicasteri centrali dei governi cessati” -> disposti secondo ordine storico degli affari, in 3

sezioni ossia atti giudiziari, atti amministrativi e atti notarili.

Metodo storico da seguire nell’ordine da dare ai complessi documentari.

Stato sempre più complesso, funzioni diversificate, l’immagine che lo Stato vorrebbe dare di se non può

più corrispondere a modelli ottocenteschi.

1883 “Relazione sugli archivi di Stato italiani” descrive aspetti organizzativi, usa vari termini come

“categoria, collocazione, serie” -> esigenza di trovare parametri classificatori -> la realtà documentaria

sfuggiva al tentativo di essere incasellata dentro standard uniformi. 3

Disegno conservativo proposto in ambito locale fu quello di Bonaini e applicato da Bongi del metodo

storico- “ai complessi documentari si da il posto che gli assegnano il tempo e la materia”.

1910 “Ordinamento delle Carte degli Archivi Italiani. Manuale storico archivistico” -> panorama

sull’ordinamento degli archivi italiani.

2 criteri per organizzare il panorama degli archivi: 1) basato su distinzioni cronologiche -> a seconda

delle vicende storiche che avevano interessato le singole realtà documentarie)

2) ripartizione per sezioni.

Tentativo di dare un’unità organica a realtà diverse -> difficile la ripartizione per sezioni per alcuni

istituti archivistici.

Napoli -> da 5 a 4 sezioni.

Palermo -> da 3 ad 8

Aderiscono alla ripartizione per sezioni anche Roma e Massa.

Altri istituti seguivano altre ripartizioni -> Venezia divideva in archivi antichi (1797) e moderni (dopo 1797).

Firenze, Lucca, Siena, Pisa -> ripartizione per eventi storico istituzionali

Milano era divisa in sezioni nelle quali la documentazione non aveva niente in comune.

Tra la Relazione del 1883 e il Manuale del 1910 sono stati compiuti grandi passi avanti.

Nella documentazione per sezioni il materiale viene spesso diviso in sottosezioni cronologiche,

viceversa, nella ripartizione cronologica vi sono sottosezioni implicite per materia.

1944 “Archivi di Stato italiani” panorama sui 19 archivi già esistenti (ripartizione cronologica e per

sezioni) mentre per i 4 archivi recenti si segue quella per sezioni.

1981 “Guida generale Archivi di Stato” -> aumentato il numero degli archivi -> ormai ne abbiamo uno

in ogni capoluogo di provincia + sezioni di archivi di stato.

Si segue il metodo storico secondo il quale la ripartizione da dare ai fascicoli segue l’ordine che

rispetta il modo in cui essa è stata prodotta o organizzata nel tempo come memoria auto

documentazione.

No alla ripartizione per sezioni.

Si alla ripartizione storico – cronologica considerata per descrivere l’insieme della documentazione nei

singoli archivi.

La ripartizione storico – cronologica tiene conto delle vicende istituzionali proprie dei contesti in cui i

singoli complessi documentari sono stati prodotti e sia delle vicende storico conservative che li hanno

interessati.

2 partizioni nella guida -> uno per periodizzazioni -> grande storia (a cui va subordinata la piccola

storia) e segue tendenzialmente: antichi regimi, periodo napoleonico e restaurazione.

Uno rinvia a ripartizione sistematiche, empiriche in quanto collegate a fatti

archivistici, situazioni storiche, peculiarità istituzionali.

Le periodizzazioni sono parametri di riferimento in quanto spesso scavalcano più period

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Publisher
A.A. 2013-2014
5 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher albascura87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archivistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Paoloni Giovanni.