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1. Archivi, archivisti, storici
1.1 IL RITORNO AGLI ARCHIVI
Moscati, 1948: la vita degli archivi è a una svolta, perchè non c'è più la storiografia idealistica che
non cerca il documento, ma neanche l'età aurea del documento, bensì la necessità di un confronto
diretto con le fonti.
C'è la necessità di una nuova storia, e gli archivi sono uno strumento fondamentale, pur non
avendone coscienza.
1.2 SVOLTE NELL'ATTIVITÀ CONSERVATIVA
L'Archivio Centrale di Stato è così denominato da un provvedimento del 1953. L'idea di
centralizzare tutti i documenti viene in realtà smentita dai fatti e da provvedimenti successivi.
1.3 CONFRONTI RAVVICINATI E A DISTANZA
La creazione alla fine del '74 del nuovo ministero per i Beni Culturali toglie l'amministrazione
dell'archivio al ministero dell'Interno. Dal '66 i documenti archivistici sono dichiarati beni culturali.
Nel '66 si dà il via alla Guida generale degli archivi di Stato italiani che, per necessità, riflette anche
sulla storia d'Italia, che è la causa della frammentazione e dei vari livelli sedimentari degli archivi.
1.4 FONTI E TENDENZE STORIOGRAFICHE
Le “nuove fonti” (orali, storia minima, digitali, foto, video) pongono nuovi problemi di
conservazione, e contemporaneamente gettano una nuova luce sui vecchi documenti (p.e., le
trascrizioni processuali che risentono del modus operandi della storia orale).
1.5 DOCUMENTI, RAPPRESENTAZIONI, DISCORSI
Il documento non raffigura nulla se non sé stesso.
2. Memorie, genealogie, identità
2.1 VECCHI STEREOTIPI E NUOVE SUGGESTIONI
Indagine sull'immagine dell'archivio in cinema e letteratura: è qualcosa di oscuro, che porta all'oblio
più che al ricordo, spesso equiparato a un cimitero. Nei polizieschi, è un campo di indagine che crea
suspance, perchè i documenti si perdono più spesso di quanto si trovino. Saramago rovescia il
paradigma in Tutti i nomi, partendo proprio dagli stereotipi. Nel paradigma invertito l'archivio
diventa strumento utile e fondamentale per l'indagine della vita di persone comuni, a volte
addirittura della propria (archivi della STASI).
2.2 PRATICHE DI MEMORIA
L'archivio è un luogo di identità, creata, ricostruita e conservata, spesso volontariamente (Kerouac,
Licio Gelli, partigiani...).
Gli archivi sono ormai utilizzati in larga parte per ricerche non scientifiche: va molto di moda la
genealogia o la storia di famiglia.
Nell'utilizzo ecclesiastico degli archivi c'è il rischio di sacralizzazione della memoria, che del resto
non è esclusivo della Chiesa.
2.3 INTRECCI E DISTINZIONI DI CONCETTI
L'archivio è una tecnologia della memoria, una sua esternalizzazione (Leroi-Gourhan).
Memoria-registrazione e memoria-deposito sono uno sforzo di oggettivazione, mentre la
memoria-identità è, al contrario, massima espressione (e costruzione) della soggettività.