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Riassunto esame Archivistica generale, prof. Bologna, libro consigliato Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Carucci Pag. 1
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Estratto del documento

1. Gli utenti degli archivi

Gli archivi sono istituti di valorizzazione e conservazione di beni culturali. I documenti sono un

fatto culturale solo attraverso la mediazione di chi li interpreta, dopo che gli archivisti hanno

provveduto a ordinarli e catalogarli. Il documento non ordinato o inventariato non ha alcuna

possibilità di fruizione.

2. Archivio e archivi

Esiste una connessione logica tra i documenti di un archivio che si chiama vincolo archivistico.

L'archivio corrente contiene i documenti utili per gli affari in corso, l'archivio di deposito quelli

usati per affari precedenti, l'archivio storico è destinato alla conservazione permanente: sono gli

stessi documenti in tre tempi diversi, non c'è altra differenza.

3. Documento e informazione

Diplomatistica: un documento è pubblico quando redatto da una cancelleria, privato quando redatto

da un amanuense. Un documento è pubblico quando l'autorità deriva da quella di chi lo ha emesso,

ed è privato quando per 'autorità si cerca una garanzia esterna.

4. Gli archivi come fonti per la storiografia

Archivi aperti al pubblico dopo le riforme napoleoniche. L'archivio è un monumento, esso stesso

una testimonianza di cui tenere conto, una fonte. È necessario conoscere la storia dell'ente che ha

prodotto l'archivio, delle istituzioni che operavano nel periodo analizzato. È ovviamente più difficile

trovare fonti documentarie scritte per le classi subalterne, non solo per l'alfabetizzazione ma anche

per la mancanza di una rappresentanza comune.

5. Selezione e conservazione delle fonti

Lo scarto non è dovuto solo a motivi di spazio, ma a un criterio di economicità: vengono tenuti i

documenti utili all'ente per questioni fattive oppure quelli che l'archivista ritiene utili per una

comprensione della documentazione totale. Un archivio senza scarto è inutilizzabile.

Gli Archivi di Stato vengono istituiti nel 1939 in tutte le Province, ma già dalle leggi borboniche

esistevano istituzioni simili.

6. Organizzazione dell'amministrazione archivistica

Consiglio nazionale per i beni culturali e ambientali: 91 membri + il ministro. Quattro archivisti, di

cui tre nel comitato di settore per i beni archivistici.

L'amministrazione archivistica deve conservare documenti e archivi appartenenti allo Stato e

vigilare sugli archivi non statali ma di riconosciuto valore storico mediante la soprintendenza. Fa

parte di questi compiti anche la redazione di mezzi di corredo che rendano gli archivi consultabili.

L'Archivio di Stato riceve i documenti dagli organi statali e periferici relativi ad affari esauritisi da

quarant'anni, oppure in mancanza di spazio (quindi non si hanno versamenti periodici nella realtà).

Prima del versamento un'apposita commissione si occupa delle operazioni di scarto.

I documenti possono essere non liberamente consultabili quando contengono informazioni riservate:

in questo caso, devono passare 50 anni per affari di Stato e 70 per affari personali. Gli studiosi

possono richiedere autorizzazioni specifiche che vengono vagliate da ogni istituto.

7. Archivi e singoli documenti conservati negli Archivi di Stato

Il Ministero degli Esteri e quello della Difesa non versano tutti i documenti agli Archivi di Stato (in

quello degli Esteri ci sono anche i documenti dell'Africa italiana). I documenti notarili vengono

tenuti per cento anni negli Archivi notarili prima di essere versati agli Archivi di Stato.

Dettagli
A.A. 2013-2014
2 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mercantediliquore di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archivistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Bologna Marco.