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I supporti hanno diverse strutture ed hanno dato vita ad autonome tipologie di
unità archivistiche.
Ci sono problemi legati all’organizzazione di documenti scritti su tavolette
d’argilla che venivano realizzate di dimensioni diverse. Poi con l’introduzione
della carta, che sostituiva altri supporti come l’argilla, papiro o la pergamena, fu
adottata a partire dal 1200 ed ha acconsentito di incrementare la produzione
della due principali attività archivistiche.
→ Quella che tende a realizzare unità che nascono legate come libri, codici, registri
ecc.
→ Quella rappresentata da complessi di carta sciolti come buste, cartolari ecc.
L’introduzione delle moderne tecnologie portarono ad una gestione migliore
degli archivi.
Il concetto di serie
Tra gli elementi qualificanti per la nascita dell’archivio il principio di organizzazione
occupa un posto di massimo rilievo ma altrettanto posto lo svolge il concetto di serie
il quale tende ad individuare, attraverso il criterio del raggruppamento una delle
metodologie utili per collocare in posizioni logiche le unità archivistiche.
La posizione logica può essere realizzate seguendo linee diverse che se non può
realizzare la struttura costitutiva del proprio archivio può stabilire l’organizzazione.
Ci sono elementi che stabiliscono tali posizioni e che presiedono alla formazione della
serie e posso essere rappresentati schematicamente da
• Il rispetto delle “materie”
• Il rispetto dell’ordine “cronologico”
• Il rispetto dell’articolazione delle attività
Il rispetto delle “materie”
La scelta dell’applicazione dell’ordine per materia comporta un deciso intervento di
volontà da parte di chi ha il compito organizzativo; poiché ogni archivio si distingue
per una molteplicità di materie e ne consegue un maggior numero di possibilità con la
creazione di serie per materia.
La dottrina archivistica, a partire dal 1800 si è orientata nei riguardi dell’adozione di
serie per materia e più ampiamente succederà con il principio di pertinenza
nell’attività del riordinamento archivistico ritenuto non naturale.
Nel momento dell’ordinamento la creazione di serie per materia può invece risultare
accettabile.
Il rispetto dell’ordine “cronologico”
L’ordine cronologico rappresenta uno dei metodi organizzativi della struttura
archivistica. Bisogna considerare che le attività di ogni soggetto si svolgono in un
contesto di spazio e tempo e che il rispetto dell’applicazione di tali elementi diviene
spesso irrinunciabili. Moltissimi sono in soggetti che nella gestione tradizionale
tendono a collocare la documentazione in serie cronologica.
Qualche problema si rileva con riguardo al livello di applicazione: le scelte dell’ordine
si basano sempre su strutture gerarchiche. Il soggetto potrebbe:
1) Individuare una prima suddivisione del materiale archivistico
2) Optare per una collocazione basata sopra distinzioni di carattere territoriale
3) Intervenire considerando i raggruppamenti che possono dipendere dalla
materia
4) Adottare una 4° ripartizione rispettando l’ordine dato dalle lettere
analfabetiche
5) Utilizzare il criterio cronologico impiegandolo sull’ultimo piano, nella
consapevolezza dell’impegno che esso potrebbe rappresentare se fosse
collocato in livelli precedenti.
Nella metodologia organizzativa della memoria non si hanno regole obbligatorie ma
c’è la consapevolezza che la primari età di alcune distinzioni può rappresentare un
blocco per delle altre.
X- ordine cronologico collegato con la effettiva indicazione cronologica presente sopra
la memoria scritta
Y- ordine cronologico che si riferisce alla indicazione cronologica del momento nel
quale un soggetto principale provvede alla registrazione nella propria memoria.
Le funzioni e il rispetto dell’articolazione delle attività
Tale criterio realizza una documentazione archivistica che costituisce la soluzione
naturale in quanto non si basa su determinazioni artificiose ma bensì segue quelle che
sono le strutture funzionali del soggetto produttore.
Ogni soggetto pubblico opera in uno o più settori che rappresentano lo scheletro della
loro attività.
Ogni soggetto per adempiere ai suoi compiti deve svolgere più attività e per ognuno di
esse deve individuare particolari “uffici” operativi questi uffici rappresentano il
braccio del soggetto e ognuno di loro per operare in maniera più corretta hanno la
necessità di avere più collaboratori o uffici di secondo livello.
→ La memoria archivistica che si forma a seguito dell’attività di soggetti che
operano attraverso diverse mani e braccia, deve rispettare lo schema
istituzionale che si attiene ad ogni soggetto produttore.
→ L’archivio dovrà organizzarsi le funzioni del soggetto produttore, ovvero quei
canoni di attività esplicative che contraddistinguono l’organizzazione del
soggetto stesso.
Capitolo VIII: Il Protocollo
Origini e strutture del protocollo
Il protocollo fu istituito in epoca napoleonica con lo scopo di snellire le procedure che
riguardavano la registrazione dei movimenti della documentazione che entrava e
usciva dai vari soggetti produttori.
Per tutto il 1700, la gestione delle carte sia in entrata che in uscita veniva effettuata
seguendo criteri molto macchinosi. La documentazione in partenza , dopo aver
percorso tragitti complicati e prima di raggiungere alla configurazione dell’originale
devono essere trascritti sopra a dei registri chiamati copialettere.
→ Il termine protocollo ha un significato molto ampio: da un lato si collega con
l’ufficio che gestisce la documentazione che entra a far parte della memoria.
Dall’altro si identifica con il registro che ha il compito di acquisire tutti gli
elementi necessari per sancire tale procedura.
L’Ufficio di Protocollo
L’Ufficio di Protocollo ha il compito di acquisire il materiale documentario che viene
gestito dal soggetto produttore. Questa funzione si articola in più momenti. Ogni
Ufficio di Protocollo dovrebbe essere dotato di un proprio specifico Regolamento.
La gestione del protocollo: il materiale in entrata
L’Ufficio di Protocollo rappresenta il centro di amministrazione della memoria di ogni
soggetto produttore ed è ad esso che si devono affidare tutte le operazioni che
attengono a tale compito.
Una delle prima operazioni che si effettuano nella catena di gestione è il ritiro e
l’apertura della posta. Il primo è un atto che può essere effettuato da qualsiasi
incaricato del soggetto produttore, il secondo non può essere affidata ad altri servizi.
1) Apertura della posta: Per quanto riguarda il materiale in entrata, a questo
Ufficio compete il compito della ricezione e dell’apertura della posta, anche
se tutt’oggi questo compito è assegnato ad altri settori, creando dei disguidi
formali e sostanziali. Questo atteggiamento causato dalla scarsa
considerazione che spesso si ha verso gli archivisti che operano nell’Archivio
corrente.
2) La registrazione del protocollo: La seconda operazione di questo Ufficio
consiste nella registrazione dei dati relativi alla documentazione in entrata
nell’apposito registro di protocollo e’ compito dell’Ufficio rispettare l’ordine
cronologico di ingresso del materiale.
La registrazione a protocollo deve fornire dati certi. Se viene eseguita
manualmente non deve presentare cancellature o correzioni, almeno che
non siano state rese effettive. La procedura di registrazione è seguita
dall’applicazione di un timbro.
3) La distribuzione della documentazione agli Uffici
Concluse queste attività, l’Ufficio è tenuto ad effettuare la distribuzione del
materiale ai singoli Uffici. Questa operazione deve essere svolta tenendo
presenti le norme stabilite dal D.P.R.
4) Il recupero della documentazione esaurita
Alla conclusione di ogni periodo protocollare, l’Ufficio di Protocollo ha il
compito di recuperare nei singoli Uffici incaricati, pratiche concluse e di
riunirle. Si tratta quindi di un operazione che può richiedere anche tempi più
lunghi di quelli indicati.
La gestione del protocollo: il materiale in uscita
I meccanicismi tecnici non sono dissimili da quelli indicati per la documentazione in
entrata, anche se ci sono delle differenze:
→ La ricezione e la protocollazione della documentazione da spedire:
All’Ufficio di Protocollo giunge da parte degli Uffici gestori delle pratiche , il
materiale da trasmettere all’esterno.
Solitamente gli estremi richiesti per la individuazione non sono effettuati con dei
timbri ma sono riportati direttamente sotto il documento in uno spazio previsto.
→ L’invio della documentazione all’esterno:
All’Ufficio di Protocollo spetta il compito di spedire all’esterno la
documentazione. Possono essere attribuite funzioni di controllo delle modalità di
invio.
I rapporti tra l’Ufficio di Protocollo e l’U.R.P:
L’Ufficio di Protocollo ha il compito di svolgere un importante servizio, ovvero, essendo
depositario della memoria del soggetto produttore ed essendo in possesso di tutti gli
strumenti per accedere a tale memoria, è in grado di fornire molte risposte alle
domande poste dagli uffici.
Il Registro di Protocollo e le valenze giuridiche
Il Registro di Protocollo e la Regola del Quattro:
il Registro di Protocollo deve ESSERE UNO ed UNO SOLO per ogni soggetto, dato che
ogni identità produttrice può avere una sola memoria. L’attività del protocollazione è
suddivisa in settori ed hanno una funzione cronologica annuale.
Bisogna però mettere in evidenzia il documento che entra e che esce dal soggetto:
1) Il numero progressivo: questo elemento non può mai mancare e lo stesso
numero di protocollo non può essere attribuito allo stesso documento
2) Il momento esatto dell’ingresso: si tratta di uno degli aspetti basilari del
protocollo, che consiste nell’attestare il limite cronologico di tale
avvenimento e di stabilire un ordine preciso di ingresso.
3) Il nome, il cognome e l’ubicazione del “mittente”: qualora si trattasse di un
documento che è stato ricevuto dal soggetto produttore dell’archivio ovvero
del destinatario.
4) Il contenuto del documento: spedito o ricevuto, descritto in forma sintetica
ma sufficientemente esauriente.
Questi quattro elementi devono essere registrati sotto forma non riscrivibile. Ogni
documento che entra nella memoria di un soggetto deve avere sul registro de