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Passerella nello stabilimento dell'Italcementi (1963, Rezzato - Brescia)

È una struttura sulla quale scorre il tapis roulant che serviva per il trasporto dei materiali dalla montagna alla fabbrica. La trave orizzontale ha una luce di 32mt ed è sagomata a V, viene realizzata con cemento bianco precompresso. I pilastri assumono una forma ad "ago", attraverso la loro cruna passa la trave; essi sono sagomati in modo da resistere in modo perfetto alle sollecitazioni.

Ponte per la metropolitana A (1964-1972, Roma)

Il concorso viene indetto nel 1961, ma ci furono diversi problemi. Il primo era il fatto del come superare il Tevere, alcuni progettisti optarono per attraversare il Tevere in profondità, ma questo risultava senza dubbio molto più costoso del costruire un ponte da sponda a sponda. Il secondo problema era invece relativo all'estetica, poiché si pensa che in prossimità del centro storico un ponte sul Tevere possa deturpare la

città.6Alla fine, il progetto di Zorzi e Moretti vince l'appalto, anche se le polemiche continueranno fino alla fine dei lavori sulla metropolitana di Roma.Il ponte viene progettato con due appoggi per imitare i tipici ponti di Roma.Moretti ha lavorato sui bordi sia dell'impalcato che dei pilastri, sagomandoli e facendoli diventare il più possibile adatti alla città. Anche la struttura dei pilastri è stata studiata nel dettaglio: i pilastri, infatti, hanno due facce diverse perché a seconda di dove arriva l'acqua risulterà a punta o morbido per evitare i flussi perturbativi. In sommità hanno una forma biforcuta, dove le due biforcazioni sorreggono le due parti più resistenti dell'impalcato, mentre all'interno ci sta una soletta più leggera.La struttura è così composta: una trave continua poggia su quattro appoggi, due sulle sponde e due sulle pile in alveo; ha una lunghezza complessiva di

120mt con una luce intermedia 46 mt.

La soletta è sottilissima, diventa alta al massimo 1,30mt, anche se in corrispondenza delle piastre ortotrope capitello è leggermente maggiore.

Le due parti resistenti laterali, sono ossia hanno la stessa resistenza nelle due dimensioni, dovuto ad una doppia rete di cavi di precompressione che viaggiano sia longitudinalmente, cavi Tesit, che trasversalmente, cavi Dywidag, e una soletta sottile al centro.

Le due piastre esterne più resistenti sostengono il traffico automobilistico, mentre quella più sottile il traffico metropolitano.

Il ponte è realizzato con cemento bianco.

La costruzione è piuttosto complicata in quanto, essendo un ponte piccolo, non è pensabile utilizzare una macchina sospesa che cammina, quindi vengono fatti due appoggi provvisori in cemento su cui viene disposta una centina metallica composta da travate fatte di tubi. Viene poi disposto tutto l'apparato per fare il getto e una cassaforma.

in legno marino, in cui viene eseguito il getto a ciclo continuo (giorno e notte) per evitare giunti freddi, cambiamenti di colore o tutto ciò che poteva avvenire a modificare visivamente il ponte, doveva risultare il più omogeneo possibile.

Moretti disegna anche la balaustra anche se non la vedrà mai realizzata.

VIADOTTO SFALASSA' (1968-1972, Bagnara Calabra)

Viadotto sulla Salerno - Reggio Calabria.

Zorzi adotta la soluzione costruttiva in acciaio, benché egli progetti quasi sempre in cemento armato precompresso.

PONTE SUL VEILINO, AUTOSTRADA AZZURRA (1963-1967)

Genova-Rapallo

Il sistema di costruzione usato è quello a poco a poco, sistema comprato dalla Dywidag, ditta tedesca. Questo sistema consente la costruzione dell'impalcato di 3mt in 3mt; partendo dalla pila, si montano delle centine mobili e 3mt alla volta si procede in avanti.

Per evitare di far inclinare le mensole, a mano a mano che si avanza e ci si allontana dalla pila, si montano

dei cavi di precompressione che viaggiano all'interno della struttura e che serrano concio dopo concio la struttura alla fila ed evitano quindi che la pila si deformi. Per evitare anche ulteriori problemi statici, si procede costruendo simmetricamente a destra e sinistra contemporaneamente. Questi sono i primi ponti in Italia che verranno costruiti con questa tecnica; in questo ponte non lo vediamo chiaramente, al contrario del Ponte sul Tagliamento dove questa tecnica è chiarissima.

PONTE SUL TAGLIAMENTO (1969-1969, Pinzano)

La struttura è di 163mt di luce libera e si innesta sulle sponde del ponte precedente costruito da Vacchelli, poi demolito dopo una serie di problemi. Il telaio è a tre cerniere, incernierato-incernierato. La sezione è realizzata con due paretine laterali resistenti e il sistema a cassone, la sezione resistente è molto piccola e si porta un grande impalcato sopra. Viene realizzato per conci con il sistema Dywidag, quindi un concio.

alla volta a sbalzo dalle duesponde fino a quando si vanno a congiungere in centro. La sagoma è variabile, ossia il ponte inchiave è più sottile. La realizzazione è possibile poiché la macchina utilizzata aveva la parte inferiore che poteva essere sollevata per avere spessori diversi.

Quando si arriva in chiave, i tira fondi alle spalle del ponte vengono sganciati per iniziare a far funzionare le cerniere.

Qui è chiaro quanto Zorzi sia un Colonnettiano puro, pensa che le strutture vanno addestrare a comportarsi in un modo più prestazionale di quello che potrebbero.

VIADOTTO GORZEXIO (1972-1978, Savona)

Si può definire "Ponte Zorzi", in quanto è una sua invenzione.

Il viadotto è fatto con pile molto alte e l'impalcato viene fatto con sistema Dywidag simmetrico a poco a poco dal pilastro.

All'attacco tra pilone ed impalcato Zorzi svuota completamente il pilone, rimane come se fosse un diapason, ovvero due

lamelle sottilissime che arrivano fino a prendere l'impalcato. Questa è per Zorzi una soluzione particolarmente essenziale ed elegante, è chiara la sua idea di design strutturale. Considerazioni statiche secondo Zorzi: è molto meglio fare la travata di questi ponti continua su pile sottili, così da evitare i giunti di dilatazione, inoltre è meglio se le pile sono molto snelle, per esempio, a semplice lama o a doppia lama creando una configurazione di trave continua su appoggi semplici (semplice lama) o trave continua su incastri scorrevoli (doppia lama). Sul Gorzexio abbiamo una trave continua su incastri scorrevoli, la doppia lama consente tutte le dilatazioni, sia quelle termiche che quelle dell'azione frenante data dalle macchine che vi transitano, senza dover interrompere la travata, flessibilità data dalle due antenne. VIADOTTO TECCIO (1975) Savona-Torino La geometria è all'incirca la stessa del viadotto Gorzexio ma la

La macchina utilizzata è un'altra. Si tratta della centina autovarante.

VIADOTTO FICHERA (1970-1972, Sicilia)

Siamo sotto a Polizzi Generosa.

I pilastri sono ancorati al terreno con la precompressione visto il sito molto franoso.

Il viadotto è lungo 7km, i pilastri sono tutti uguali posti alla stessa distanza. Viene usata questa volta una macchina fissa, una centina autovarante. Questa centina, rispetto al sistema a poco apoco, è capace di viaggiare sui pilastri già realizzati, è capace appunto di autovararsi, ovvero di poggiarsi sul pilastro successivo. La centina sporge in avanti fino a poggiarsi sul pilastro successivo con un rostro. La centina autovarante viaggia di una campata a settimana.

I pilastri e i capitelli sono ottagonali.

SOPRAELEVATA DEI PARCHI, TANGENZIALE EST DI MILANO (1971, Milano)

La ditta è la Farsura che si ridisegnano le macchine.

La macchina è simile a quella siciliana, però è una centina autovarante a vie inferiore.

La cassaforma viene tenuta dalle travi radenti ai pilastri che però viaggia da sotto.

SERGIO MUSMECI (Roma, 2 giugno 1926 – Roma, 5 marzo 1981)

Musmeci si laurea in ingegneria civile nel 1948 all'università La Sapienza a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, comincia a fare praticantato nella Nervi & Bartoli e poi mette su uno studio con Antonio Nervi, laureatosi nello stesso tempo in architettura, il quale ha come supervisore Pierluigi Nervi.

Nel 1953 sposa Zenaide Zanini, architetto anch'essa, con la quale fonderà lo studio.

Nel 1956 collabora con il professore Tedone all'università di architettura de La Sapienza nel corso di meccanica razionale, del quale diventerà poi l'assistente in seguito alla vincita del concorso. Dal 1969 tenne l'insegnamento di Ponti e Grandi Strutture nella facoltà di architettura.

Durante la sua carriera Musmeci collabora con diversi ingegneri e architetti, tra questi ricordiamo: A. Vitellozzi,

U. Luccichenti, con lo studio di L. Calini ed E. Montuori, G. Vaccaro, A.Libera e C. Mollino.

I Fase: Disegno dei Ferri "Bello" / Volte Corrugate

MERCATO DEL PESCE (1950)

S. Bosiello, con la collaborazione di S. Musmeci per la realizzazione delle voltine cilindriche, articolo che cita la prima esperienza professionale da progettista.

PALESTRA CONI (1953, Formia)

A. Vitellozzi con la collaborazione di S. Musmeci per la realizzazione della copertura pieghettata con l'armatura molto sofisticata, complicatissime.

PALAZZO DELLA REGIONE (1955-1962, Trento)

A. Libera con la collaborazione di S. Musmeci per la realizzazione delle strutture.

STABILIMENTO RAFFO (1956, Pietrasanta)

Studio di L. Calini ed E. Montuori con la collaborazione di S.Musmeci per la copertura di uno stabilimento di marmo. Una copertura piegata in base all'andamento del diagramma del momento.

CINEMA PARROCCHIALE SAN PIETRO (1958, Montecchio Maggiore)

S. Ortolani ed A. Cattaneo con la collaborazione di S. Musmeci

Per la progettazione della copertura.

RISTORANTE DELLO STADIO DEL NUOTO (1958, Roma)

Fa parte dei progetti realizzati per le Olimpiadi. L'appalto viene vinto dalla ditta Loy Donà Brancaccio, con la consulenza di R. Morandi, il quale era un po' titubante sul progetto di Musmeci, da modificare poi il progetto, anche se non radicalmente.

TEATRO REGIO (1965-1973, Torino)

C. Mollino con la collaborazione di S. Musmeci per la realizzazione delle strutture. Ultimo progetto con questa logica delle coperture pieghettate.

II Fase: Reti di travi / Strutture Reticolari Spaziali

AUDIOTORIUM PER L'ATOMIC RESEARCH CENTRE (1960, Mumbai)

Studio di L. Calini ed E. Montuori con la collaborazione di S. Musmeci per la realizzazione della copertura. Musmeci realizza una copertura fatta di reti di travi, intreccia in un esagono una se

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
28 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/10 Architettura tecnica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rossella_25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Architettura Tecnica 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Iori Tullia.