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Nel corso dell’XI il modo di costruire cambia soprattutto
per i cambiamenti della società. Con l’aumento delle
conflittualità tra le varie città o all’interno della
stessa città, le grandi case si cominceranno a dotare di
torri, dapprima in legno e poi in muratura, dando luogo a
quello che è chiamato paesaggio turrino. Oltre ad una
funzione ,militare avevano anche una funzione simbolica:
chi aveva la torre più alta aveva maggior prestigio .
In questo periodo le classi elevate abitavano in grandi
complessi formati da varie unità abitative insieme dove
vivevano membri della stessa famiglia.
Nel XIII secolo le famiglie aristocratiche cominceranno a
vivere nei cosiddetti palatia, realizzati con materiali
provenienti da monumenti antichi. La maggiori parte della
popolazione viveva nella case a schiera, ovvero unità
abitative strette e lunghe che si affacciavano sulla
strada. Tipici elementi delle case medievali sono il
profferlo (scala esterna) e i portici. Questi elementi
nel corso del rinascimento verranno inglobati nelle case.
In epoca ottocentesca le strutture medievali, dopo essere
state inglobate, vengono ancora trasformate in strutture
tipiche del XIX secolo.
28/04/15 – I Fori Imperiali
In origine la zona dei Fori imperiali si presentava come
un fondovalle di orientamento trasversale rispetto
all’orientamento attuale. Li passava un torrente, Spinon,
che divenne poi la Cloaca Maxima. Le due colline che
delimitavano questo fondovalle vennero abbattute, una in
epoca antica da Traiano ed una con Mussolini.
I 5 complessi sono completamente indipendenti tra di
loro. Cosa che può sorprendere è la mancanza di un
accesso monumentale all’intero complesso, cosa in linea
però con le consuetudini architettoniche del tempo.
Foro di Cesare
Come ci dice Cicerone, Cesare aveva affidato a lui stesso
il compito di comprare le case che sorgevano in questo
zona (nell’antica Roma non c’era l’istituto
dell’esproprio) e nelle idee del dittatore c’era quello
solo di allargare il Foro romano.
Grazie ad una serie di scavi è emerso un abitato antico
in questa area forse andato distrutto dopo un incendio ma
le ipotesi sono ancora tante. Fatta sta che Cesare decise
di costruire una nuova struttura. Gli scavi hanno fatto
emergere quello che apparentemente sarebbe un muro senza
funzione, ma che in realtà doveva essere il limite del
Foro stesso, in origine più piccolo.
La struttura è una piazza circondata da 3 portici con in
fondo un tempio dedicato a Venere Genitrice, un chiaro
richiamo alla mitica discendenza della gens Iulia.
In età augustea il Foro venne ampliato verso nord
eliminando il muro di fondo di cui sopra, in modo da
mettere in diretto contatto la Curia Iulia con il Foro di
Cesare.
In epoca traianea vi sono altre trasformazioni con
l’allargamento della parte retrostante. Grandissima
trasformazione è in epoca tardoantica dopo un grave
incendio, il che comporta una ricostruzione quasi totale
dell’intero complesso, con una nuova pavimentazione, la
sostituzione delle colonne in marmo con colonne in
granito e la chiusura del secondo piano del portico. Nel
lato meridionale infine viene costruite un enorme muro
che ingloba le colonne del tempio.
04/05/15 - I Fori imperiali (continuazione)
Foro di Augusto
Nasce su iniziativa di Augusto subito dopo la battaglia
di Filippi, nel 43 a.C. e i lavori si protrassero fino al
2 a.C. Nella sua fase originaria esso prevedeva 4 absidi
invece delle 2 che ad oggi sono rimaste.
Nella sua realizzazione anche Augusto dovette far fronte
al problema dei proprietari di case che non volevano
vendere e le fonti infatti ci dicono che esso alla fine
fu più piccolo di quello che Augusto voleva.
Anche per questo Foro, la dedica del tempio di fondo ha
un forte carattere simbolico. Il tempio infatti è
dedicato a Marte Ultore (vendicatore) in quanto Augusto
ha appunto vendicato con Filippi la morte di Cesare. Oggi
si conserva un podio e due colonne; all’epoca era il più
grande tempio dopo quello di Giove Capitolino.
L’aspetto del tempio lo conosciamo anche grazie ad un
rilievo risalente all’impero di Claudio dove si trova
proprio il tempio in questione (ciò ha permesso di capire
anche la decorazione dell’unità frontonale). Da un altro
rilievo, proveniente da Algeri conosciamo le tre statue
che si trovavano all’interno: una di Marte, una di Venere
e la terza del Divo Giulio.
Ricchissima era la decorazione di tutto il monumento che
si caratterizzava nell’attico del Foro, da una
successione di cariatidi e clipei con la figura di Zeus
Ammone, tutti elementi di richiamo alla cultura
ellenistica.
Per quanto concerne la funzione del Foro, esso
probabilmente era sede di attività giudiziarie e in esso
si trovavano i tribunali dei pretori. Queste informazioni
le desumiamo sia dalle fonti che da alcune tavolette
lignee provenienti da Pompei che non erano altro che
convocazioni in tribunale. Un’altra struttura legata
all’attività giudiziaria è la cosiddetta Aula del
Colosso, caratterizzata da una ricca decorazione in marmi
colorati e da una colossale statua di Augusto.
Foro della Pace
Fino a poco tempo fa, questa struttura era conosciuta
solo da alcuni frammenti della Forma Urbis. Scavi in
epoca moderna hanno permesso di ottenere varie
informazioni su questo Foro.
Esso fu costruito sotto Vespasiano e si chiama in questo
modo perché anche per Vespasiano, così come per Augusto,
la Pace era la base del suo regno (soprattutto dopo il
cosiddetto “anno dei 4 imperatori”).
Gli scavi hanno permesso di capire che esso era più
grande ed era di forma perfettamente quadrata. Gli strani
segni presenti sulla Forma Urbis sono i cosiddetti
euripi, ovvero canali in cui scorreva l’acqua. Al
contrario degli altri monumenti, il Foro della Pace non è
pavimentato.
Le fonti del tempo lo chiamano sempre Templum Pacis,
perché, nella sua vastità, tutta la sua area era
considerata area consacrata. Il termine stesso di
“templum” in latino sta ad indicare un’area consacrata,
mentre il tempio come lo concepiamo noi si chiama
“aedes”.
Il monumento si inserisce appieno nella politica di
Vespasiano di restituzione ai romani delle opere
privatizzate da Nerone, una sorta di grande museo, centro
culturale, dove doveva avere sede anche la Schola
Medicorum. La Forma Urbis era esposta proprio in un’aula
del Foro della Pace, forse con scopo catastale. L’aula di
culto non ha proprio l’aspetto di un tempio ed era
decorata in maniera ricchissima.
Foro di Nerva
Inaugurato da Nerva nel 98 d.C. fu però costruito quasi
totalmente da Domiziano, poi condannato alla damnatio
memoriae. Tra il Foro di Cesare/Augusto e quello della
Pace correva una strada dove sorgeva un quartiere, andato
poi distrutto con l’incendio del 64 d.C. Domiziano decise
di creare una nuova piazza e per guadagnare spazio
eliminò una delle absidi del Foro di Augusto ed una parte
del Foro della Pace. Tuttavia mancava ancora spazio per
realizzare i portici e per ovviare a questo problema gli
architetti realizzarono finti portici con colonne
aggettanti e architrave, dando l’impressione di un vero
portico. Stesso discorso vale per il tempio, incastonato
nella parete di fondo e di cui emerge solo il pronao. Il
tempio è dedicato a Minerva, divinità protettrice di
Domiziano, che era la divinità che accompagnava gli
uomini che volevano avvicinarsi al mondo degli dei:
Domiziano infatti fu il primo imperatore che si fece
tributare onori divini quando era ancora in vita.
Di questo complesso oggi rimangono la piazza ed una parte
del muro con le cosiddette “Colonnacce”. L’aspetto del
Foro lo conosciamo da vari disegni di età moderna in
quanto esso è stato distrutto solamente in epoca tarda,
verso il ‘600.
05/05/15 – I Fori imperiali (continuazione)
Foro di Traiano
Ultimo e più grande, è stato costruito da Traiano con lo
scopo soprattutto di esaltare la campagna contro la
Dacia. Era considerato in passato il monumento più bello
di tutta la città. L’architetto, Apollodoro di Damasco,
lavora sulla solita struttura a piazza inserendo però
alcune particolarità come la grande Basilica Ulpia. E’
proprio in quest’epoca che una delle due colline
dell’area viene distrutta. Il Foro comprendeva la grande
Colonna, contenuta però in un piccolo cortile. Tale
posizione impediva di vedere appieno il grande fregio che
la caratterizzava, ad oggi ritenuto come la trasposizione
figurativa dei Commentari della campagna dacica.
L’iscrizione alla base delle colonna reca due versi in
cui si afferma che la Colonna era alta quanto l’intera
collina che era stata sbancata. Altra funzione che ebbe
successivamente fu quella di raccoglie le ceneri di
Traiano e di sua moglie Plotina. Sulla cima ad oggi c’è
una statua di S. Pietro, ma in origine era collocata un
colossale statua dell’imperatore.
Altra particolarità è la presenza delle esedre, forse
anche qui con funzione giudiziaria. Oggi quello che
vediamo è il grande emiciclo dei mercati di Traiano.
Ai lati della Colonna abbiamo due ambienti, interpretati
come le due biblioteche del Foro.
Altro elemento importante è la grande Basilica Ulpia in
cui si svolgevano attività giudiziarie, processi. Essa si
sviluppava su tre livelli ed era decorata in modo
ricchissimo. Centro e fulcro del Foro era l’enorme statua
equestre di Traiano.
I portici laterali erano caratterizzati da una teoria di
busti clipeati di grandi personaggi romani, alternati da
figure di prigionieri daci. Sul coronamenti infine vi
erano le insegne di tutti i corpi militari dell’esercito
romano.
Molto discussa è l’aula meridionale che presenta forse la
decorazione più ricca di tutti i Fori e che forse
conteneva gli oggetti più preziosi del bottino dacico.
Quello che sembra mancare è il tempio di fondo: le fonti
solo parlano di un tempio a Traiano e Plotina divinizzati
fatto costruire da Adriano.
Età medievale e moderna
Segni di crisi iniziano in epoca molto precoce, già nel
IV secolo quando in una zona del Foro della Pace viene
installata una struttura articolata attorno ad un grande
cortile con al centro una fontana con altri ambienti
intorno. Si può identificare con un macellum e sarebbe
dovuto alla costruzione della Basilic