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Le ceramiche medievali d'importazione e d'influenza islamica a Salerno
Attraverso la complessiva valutazione dei dati desunti dall'analisi dei reperti ceramici rinvenuti in area salernitana è possibile qualificare, da un punto di vista tecnico e stilistico, le ceramiche in uso nel territorio della cittadina campana nei secoli centrali del medioevo. In un periodo, in cui si registra una relativa avarizia delle fonti scritte, la disamina dei materiali fittili costituisce una significativa fonte di informazioni, volte a chiarire aspetti relativi all'economia interna e, nel contempo, a suggerire l'ambito commerciale e culturale in cui si muoveva la città di Salerno già all'avviglia della conquista normanna.
All'interno del consistente numero di manufatti ceramici rinvenuti nel corso dell'ultimo ventennio in contesti urbani e in alcuni siti localizzati in ambito provinciale, è stato possibile identificare una significativa
< p>percentuale di reperti provenienti da territori islamici o islamizzati, realizzati utilizzando espedienti tecnici non ancora sperimentati localmente, quali l'impiego di ossidi metallici, usati per elaborare le decorazioni dipinte sotto un rivestimento vetroso a base piombifera. L'osservazione di tali elementi guida, in alcuni casi confortati dai risultati delle analisi archeometriche, ha confermato la provenienza, per la maggior parte dei reperti, dall'area nord-africana e siciliana, con una percentuale inferiore di testimonianze provenienti dal Vicino Oriente. L'importazione di ceramiche dall'area siculo-maghrebina ha inizio a Salerno fin dal principio dell'XI secolo, come si evince da alcuni esemplari individuati nella stratigrafia di S. Pietro a Corte, testimoniati da piccole ciotole con profilo carenato e piede ad anello, caratterizzate da un fondo che tende ad assottigliarsi al centro, creando una sorta di gradino. I due colori, il bruno e il< /p>verde, impiegati per delineare gli elementi decorativi di tipo geometrico e vegetale, sono spesso presenti anche all'esterno della superficie vascolare, che presenta una costante invetriatura. Decisamente più articolato si presenta il quadro delle importazioni registrate a Salerno tra la fine dell'XI secolo e tutto l'arco del XII secolo, quando la gamma morfologica dei manufatti provenienti da officine islamiche si arricchisce sensibilmente. Prevalenti risultano, ancora, gli esemplari di forma aperta, rappresentati più spesso da ciotole dal profilo emisferico, con orlo ingrossato o estroflesso e con piede ad anello. Tale forma è attestata soprattutto all'interno della ceramica con invetriatura piombifera monocroma di colore verde che si estende, più o meno regolarmente, anche sulla superficie vascolare esterna. All'interno del gruppo interessato dal solo rivestimento monocromo si è rilevata la presenza, in taluni casi, di uno o due.circoletti solcati al centro del cavetto di ciotole dal profilo non ricostruibile, che rimandano ad un ambito produttivo siculo-maghrebino, in un caso ascrivibile con certezza all'area compresa tra Palermo e Marsala, come è accertato dalle analisi di laboratorio cui è stato sottoposto un esemplare proveniente dal castello. Su alcuni reperti ai circoli solcati è associato un ulteriore arricchimento decorativo costituito da tratti paralleli dipinti in bruno sul bordo, riconducendoci ad una produzione siciliana o tunisina, che, più tardi, solleciterà una ripresa del motivo anche in ambito locale. Il repertorio delle importazioni include, inoltre, un rifornimento di morfologie particolari, che non trovano riscontro con le forme vascolari adottate localmente: di derivazione islamica risultano cinque lucerne invetriate a serbatoio chiuso, con foro centrale, corredate da un becco particolarmente allungato e da un'ansetta spiroidale. Tale tipologia trovaFrequente attestazione innumerosi contesti siciliani, dove le lucerne a serbatoio chiuso sono ascrivibili ad una produzione dell'XI - prima metà del XII secolo, da ritenersi più antiche rispetto alle pur diffuse lucerne avaschetta aperta.
Ad un uso specifico erano destinate le tazze, dal profilo subglobulare, con collo svasato e fondo apodo, munite di una piccola ansa sormontata da un'apicatura, generalmente decorate ad uno o due colori, sotto vetrina, rappresentate a Salerno da diversi esemplari provenienti sia dal castello sia da S. Pietro a Corte.