Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 30
Archeologia medievale Pag. 1 Archeologia medievale Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Archeologia medievale Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Archeologia medievale Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Archeologia medievale Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Archeologia medievale Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Archeologia medievale Pag. 26
1 su 30
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

FONTI NARRATIVE

Testi di carattere storico. Nel passaggio dall'antichità al Medioevo il concetto di fare storia cambia. Prima gli storici avevano come scopo di realizzare una storia universale. Successivamente la storia diventa più particolaristica, si concentra su determinati momenti storici, diventa una storia di popoli di cui un esempio è sicuramente la Historia Longobardorum di Paolo Diacono.

Procopio di Cesareo, invece, era lo storico di Giustiniano, scrive il "De Bello Gotico" e il "De Bello Vandaleo", due opere in greco, sebbene il titolo sia latino, in cui parla della guerra greco-gotica del VI secolo e della guerra nel Nord Africa. Procopio, vivendo e lavorando per Giustiniano, è sicuramente di parte, anche quando realizza uno scritto riguardante le architetture fatte costruire da Giustiniano, come la ricostruzione della Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli.

Paolo Diacono scrive la Storia dei Longobardi ed era uno...

storico longobardo che scrive quest'opera dopo la loro sconfitta, è scritta in latino. Egli da conto del luogo in cui venivano, ovvero la foce del Reno, e del perché si chiamavano longobardi, ovvero per la loro lunga barba che non aveva mai visto un rasoio. Rerum Italicum Scriptores, Muratori trascrive tutti i documenti di età medievale. Liber Pontificalis, fonte redatta all'interno della Curia Romana che raccoglie le vite dei pontefici. L'attività del pontefice lo ha portato al contatto con molti popoli, a costruire edifici ecc. per questo è una fonte importante. Va da San Pietro a Martino V, quindi il 1400. Si tratta di biografie sintetiche, scarse, poiché i supporti erano molto pochi. Un mezzo importante furono le fonti epistolari, come nel caso di Gregorio Magno, il quale intratteneva rapporti epistolari con vescovi, personaggi importanti del tempo, ma anche Teodolinda. Fortunatamente il suo patrimonio epistolare si

èconservato.CARTULARI DELLE GRANDI ABBAZIE(benedettine), ormai quasi tutte edite. La tradizionemanoscritta si conserva principalmente nei luoghi ecclesiastici. Inizia una tradizione di scrittiriguardo la storia dei monasteri, poiché questi ultimi sono in una fase calante, nell’Altomedioevoerano luogo di agricoltura, lavoro del cibo con mulini ecc, a partire dal IX secolo però questosistema cambia, il monastero si trova, perciò, a dover ribadire il suo ruolo nel territorio. È unaforma di fonte scritta particolare poiché all’interno del racconto vi è la trascrizione di documentiche sostavano all’interno del monastero come documenti economici, concessioni ecc, che venivanousati per avvalorare il racconto. Queste fonti sono dette CARTUARIO, molti dei documenti ci sonoarrivati grazie a queste fonti.

Principali cartulari:

  • Cronaca del Monastero di Montecassino(XI/XII secolo), la narrazione va dalla fondazione, solitamente tra

VI e VII secolo, fino alla redazione. La narrazione è scandita dalla successione degli abati. È opera di Leone Marsicano, successivamente dal 1127 prima Guido e poi Pietro Diacono, fino al 1138. Sono opere redatte da archivisti, che quindi hanno conosciuto in maniera diretta i documenti.

Cronaca del Monastero di S.Maria di Farfa, l'autore è Gregorio di Catino, che redige anche un'organizzazione dei documenti nell'archivio divise in:

  • Regesto di Farfa
  • Liber Largitorius, affitti dei beni del monastero
  • Liber Floriger, elenco topografico, raccoglie in ordine alfabetico tutti i toponimi collegandoli ai beni che si trovano a Farfa e i riferimenti in cui il toponimo viene citato

Cronaca di S.Vincenzo al Volturno, Molise, redatta dal monaco Giovanni. Organizzazione simile alle altre. È il monastero archeologicamente meglio noto, vi è un rapporto stretto tra fonte scritta e dato archeologico: ad esempio, la distruzione del monastero nel IX secolo da

Parte dei saraceni non è un'esagerazione scritta, ma il dato archeologico ha confermato che è davvero accaduta. - Cronaca di S.Clemente a Casauria, opera di Giovanni di Berardo, alla fine del XII secolo sottol'abbaziato di Leonate.

Le diverse categorie di fonti possono aiutare a capire un contesto: CENCELLE, in corso di scavo da circa 20 anni. È un esempio di insieme di fonti scritte che trovano conferma nel dato archeologico. Oggi si presenta nella sua fase comunale. Si chiamava Leopoli, dal nome del fondatore, papa Leone IV.

Iscrizione di Leone IV, da un lato un suo monogramma, dall'altro un testo che fa riferimento alle vicende della città. Si tratta di un'iscrizione di apparato, ovvero si trovava sotto la porta urbica.

Il testo del Liber Pontificalis, raccolta delle biografie dei papi, e quindi anche quella di Leone IV che essendo del IX secolo ha una biografia dettagliata, probabilmente scritta da un contemporaneo. Viene descritta anche la

fondazione della città ed i motivi: nella costa tirrenica imperversavano isaraceni che avevano già distrutto il porto di Centum Celle e costretto la popolazione a fuggire, il papa sogna di dover ridare una città a questa popolazione, che sia ben difesa sia da mura che naturalmente. Viene poi descritta la cerimonia di inaugurazione. Il papa la dota di due chiese, quella di S.Pietro e quella di S.Leone suo predecessore di cui prende il nome. Gli scavi hanno confermato tutti questi dati, l'elemento in più è il fatto che l'analisi archeologica ha dimostrato che il luogo era stato abitato in passato, infatti vi era mure di età etrusca e materiali romani, la stessa Chiesa riutilizza un edificio precedente. Il Liber Pontificalis è una fonte soggettiva, ed il suo obiettivo è quello di evidenziare la nobiltà dell'opera di Leone IV.

LE FONTI ARCHEOLOGICHE

L'archeologia non ha niente di misterioso da scoprire, non

è una scienza occulta. Da una serie di indizi risale alla realtà dei fatti. È una disciplina indiziaria e deduttiva, ovvero sulla base di indizi con un metodo deduttivo, cerca di capire come si sono formati questi ultimi. Risalire, attraverso il dato materiale, alla società che lo ha prodotto. L'archeologo deve attingere a tantissimi tipi di fonti, per questo deve conoscerle un po' tutte. Procedimento archeologico: - individuazione di indizi, raccoglierli ed analizzarli, lavoro di documentazione; - formulazione di un'ipotesi; - deduzione e verifica che può confermare, migliorare o confutare l'ipotesi; - individuazione di un modello d'interpretazione e successiva verifica definitiva, applicando il modello ad altri casi. Cosa fa l'archeologo? Scava, anche se oggi si tende a scavare il meno possibile poiché è un processo molto costoso, ma anche misura, disegna, classifica, spiega, insegna, interpreta.

restaura.L'elemento fondamentale è documentare, per conoscere meglio un dato e tramandarne il ricordo, permettono di restaurare meglio e di comunicare le conoscenze acquisite. Ci sono delle fonti che sono conosciute, alcune sono alla luce del Sole, non hanno bisogno di scavo perché magari si trovano già nei musei. Il fatto che siano sotto i nostri occhi non implica che siano stati sottoposti ad un processo conoscitivo. Spesso il materiale da museo è privo di un contesto, non si sa da dove venga né conosciamo il suo percorso, per questo si definiscono "oggetti archeologici muti".

TRACCE-elementi archeologici nella realtà odierna che vanno riconosciuti: torri del Castello di Montarrenti, in Toscana, sono quanto resta di qualcosa di più antico ma va riconosciuto.

RICOGNIZIONE-andare a vedere sul terreno quali tracce del passato sono rimaste:

  • sistematica, prendere una parte di territorio e camminarla per file parallele,

preferibilmente interreni agricoli dopo l'aratura. Ma non tutti i terreni sono adatti, ci vuole molto personale e molto tempo.

non sistematica, andare a vedere sul terreno ciò che è evidente, come ruderi ecc.

SISTEMI DI SCHEDATURA

moduli ufficiali che consentono una documentazione sistematica ed uguale per ogni elemento, con la definizione di un lessico comune ed uguale.

INTERPRETAZIONE DEL DATO

le ricognizioni, spesso, danno esiti diversi poiché i materiali subiscono cambiamenti, i frammenti ad esempio continuano a frammentarsi e spargersi in un determinato terreno. L'interpretazione del dato, perciò, deve tener conto di determinati processi.

INDAGINI GEOGNOSTICHE

realizzate con l'aiuto di geologi e strumenti di risonanza che permettono di individuare strutture sottostanti. Hanno il limite della datazione poiché la struttura potrebbe anche essere del secolo scorso, quindi si deve ricorrere sempre allo scavo. Possono essere d'aiuto.

anche le foto aeree, che mostrano tracce che dal basso non noteremmo.
CARTOGRAFIA - restituisce situazioni territoriali ed urbanistiche. Tutto ciò è finalizzato alla ricostruzione dei paesaggi antichi.
SCAVO - in realtà è l'ultima fase della ricerca. Operazione lunga, complessa e costosa. Gli scavi riguardano una parte minimale del territorio che viene adeguatamente approfondita. In alcuni casi lo scavo rivela che quel territorio era florido solo in un determinato periodo. In passato si toglieva terra in cerca di qualcosa di bello, l'intuizione cardine è stata l'importanza della STRATIGRAFIA, la terra non è tutta uguale, ma si accumula secondo principi che danno vita a degli strati. Gli inglesi seguivano inizialmente il "metodo Wheeler", prendere delle porzioni di terreno che venivano divise in 4 quadrati da 5mX5m dando vita a dei testimoni, utili a capire la stratigrafia, scendendo di 10cm in 10cm. Analizzando i vari

“pacchi” di terra e datandoli. Questo sistema aveva, però, due limiti: parcellizzava le situazioni; si creavano stratificazioni fittizie dividendo di 10 in 10, finivano nello stesso strato elementi incompatibili. Il metodo di oggi prevede di riconoscere ogni singolo strato che si è depositato e di scavare per ampie aree. Se sono stati antropizzati, ovvero c’è il passaggio dell’uomo, il terreno sarà contaminato di altri elementi. Bisogna trovare lo strato più recente, documentarlo ed asportarlo e poi troverà una situazione diversa. Lo scavo è distruttivo e perciò bisogna sempre documentare perché la documentazione, a posteriori, permette di ricostruire la situazione di partenza. La datazione dello strato è data dall’elemento più tardo che contiene, gli altri sono considerati residuali. La documentazione di scavo prevede: diario di scavo, schede, fotografie, rilievo, quote ed elenco

deimateriali.Rilievo:posizione nello spazio di ciò che vi si trova.Metodi di intervento:modi in cui si attiva uno scavo, sono dettati dalle varie contingenze, sistemadella trincea, cogliere ve

Dettagli
A.A. 2020-2021
30 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/08 Archeologia cristiana e medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinadesa99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Somma Maria Carla.