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ARCHEOLOGIA DEI CIMITERI E DELLE SEPOLTURE
GLI SPAZI DEI MORTI
Dal V secolo in poi si inizia a seppellire in città (uguale anche nelle zone rurali); prima negli spazi lasciati liberi, in aree abbandonate, nelle piazze e vicino alle abitazioni. Cimiteri anche vicino alle chiese ma non si tratta della norma fino al VII sec. Spesso cimiteri in monumenti abbandonati di età romana, come all'interno delle ville. Esempi:
- Centallo, dalla villa romana alla chiesa. Qui chiesa con battistero nel V e un cimitero le nasce attorno nel VI.
- Garlate. Da villa romana a mausoleo (V) con più tombe; poi mausoleo diventa chiesa che attira attorno a sé un cimitero.
Rapporto tra ed. di culto e cimiteri: multiforme ma principalmente o la chiesa viene fondata in un'area prima non occupata da una necropoli e stimola col suo arrivo un'attività funeraria; oppure l'edificio di culto può essere preceduto da un mausoleo; oppure ancora la chiesa nasce
all'interno di una necropoli più antica. Il culto dei santi ha un ruolo determinante nell'evoluzione dei cimiteri, le loro sepolture vengono monumentalizzate e attraggono intorno a sé nuove tombe. La sepoltura ad sanctos permette al fedele di ricevere protezione e influsso dalla vicinanza del santo. Un esempio di ciò è San Severo a Classe. Il culto delle reliquie diventa importante a partire dall'VIII secolo, le chiese si affrettano a raccogliere le reliquie, che diventano una fonte di prestigio per le singole chiese. Le reliquie diventano un catalizzatore delle attività funerarie. A partire dall'XI secolo, le sepolture nelle campagne si concentrano presso le chiese, in particolare presso le pievi, che hanno il diritto di sepoltura come una delle loro prerogative. Gli abitanti del territorio di pertinenza devono recarsi lì per seppellire i loro familiari. Nel corso del tempo, le pievi perderanno il monopolio della pratica funeraria: con l'affermarsi delle signorie territoriali, i signori riservano il diritto di sepoltura alla parrocchia del proprio castello.basso medioevola situazione nelle campagne è dunque composita: moltiplicazione dei luoghi della morte, confermato dall'archeologia per le aree rurali. Come si organizzano i cimiteri? Quelli tardo-antichi non hanno standardizzazione; esistono almeno due modalità di articolazione interna:- i cimiteri "a righe" tombe allineate per file parallele. Ipotesi che fosse un tratto distintivo germanico ma smentita; più probabile che fosse segno delle élite locali dell'età merovingia. Es. necropoli di Frascaro, Piemonte. In Italia questo tipo di necropoli sono una minoranza.
- cimiteri per nuclei esito espansione progressiva per nuclei distinti. Es. Nocera Umbra.
Contesto geografico-culturale. Tipi:
- Fossa semplice con cadavere sul fondo
- Tomba a cassa: cassa foderata con lastre di pietra o con mattoni o ancora con muretti.
- Alla cappuccina: cadavere dentro fossa coperta con struttura a doppio spiovente realizzato con tegole o mattoni.
- Scavate nella roccia, tipiche di lacune determinate aree.
- Sarcofagi.
- Cassa lignea.
SEGNACOLI
Segnacoli che indicano la presenza della tomba: soprattutto pali in legno ma si trovano anche lastre in pietra infisse nel terreno. Rare sono le iscrizioni dal VI in poi; ritorneranno in uso solo nel pieno medioevo e per la fascia alta della popolazione.
CORREDO
Consuetudine viva e diffusa in modalità differenti. Deposizione sia di singoli oggetti, spesso di scarso valore, che, soprattutto dal VI in poi, con i Longobardi, corrediricchi e articolati. Le tombe longobarde differenziano il corredo in base al sesso, con armi per gli uomini e gioielli per le donne. Dal VII – VIII sec. le tombe con corredo diventano sporadiche.
forse causa assunzione definitiva della chiesa della sfera funeraria. Ma probabilmente è perché la Chiesa non ha mai imposto regole coercitive nella sfera del rituale funerario, rimane privato; progressivamente invece si diffonde la pratica delle donazioni post obitum o pro anima, liste di beni da distribuire a parenti ed enti ecclesiastici dopo la morte. Nel basso medioevo è possibile trovare tombe con corredo: si tratta per lo più di elementi del vestiario, come fibbie o cinture. Piuttosto diffusa è poi la presenza di amuleti o oggetti devozionali, come le croci; anche le conchiglie, legate al pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Vi era poi il sudario: velo in cui si avvolgeva il corpo; il loro uso è testimoniato dalle fonti iconografiche. Es. il Sacramentario del vescovo Warmondo, da Ivrea, con le fasi della preparazione del corpo prima della deposizione, incluso l'avvolgimento nel sudario. Il sudario non è facilmente identificabile.livello archeologico perché facile alla decomposizione; alcuni indizine lasciano ipotizzare la presenza molto spesso: es. le crocette in lamina d'oro con fori alle estremità, per poterle cucire sul sudario; se no presenza intuibile dalla forma delle fosse o dalla giacitura delle ossa. CORPI Grazie alle analisi sulle ossa si possono conoscere età e sesso dei defunti, ma anche la loro dieta, le loro malattie e il loro aspetto fisico. Da un'indagine su 56 cimiteri italiani sono stati ricercati i tratti fondamentali dell'evoluzione della nostra popolazione: il tasso di sopravvivenza dell'alto medioevo era molto basso (età media 19 anni) e questo dipendenza fortemente dall'incidenza delle epidemie; fra IX - XIII secoli si registra aumento della popolazione, con crescita età media ai 25 anni. STRATEGIE DELLA MEMORIA Il rituale funebre, quindi il momento del funerale è uno dei momenti più importanti, in cui siutilizzando dei simboli per marcare il distacco dal defunto e per evidenziare i rapporti di forza ancora esistenti; i gesti e i simboli sono fondamentali. Secondo Heinrich Harke, le sepolture offrono riflessi distorti del passato. Uno dei punti di dibattito più accesi oggi è quello riguardo l'etnicità: i reperti all'interno della tomba indicano l'appartenenza etnica del defunto? Questo ragionamento è fondato sul presupposto che l'identità etnica sia ancorata alla cultura intesa come un fenomeno statico, immutabile nel tempo, definito sul piano materiale da una gamma prefissata di oggetti. Ma la cultura è invece un fenomeno dinamico e in continua evoluzione! Es. "dama di Rovigo": donna vissuta nel V secolo che in base agli oggetti del suo corredo sarebbe nata nel bacino dei Carpazi, si sarebbe poi trasferita a Basilea e poi sarebbe venuta a morire in Italia; non è più logico pensare che questa donnaabbia potuto acquistare o ricevere in dono degli oggetti lungo la suavita? Molti studiosi oggi dunque negano che i corredi possano far desumere in modo netto l'identità etnica di una persona; i corredi possono però indicare altri aspetti: il genere, l'età, il rango sociale, i legami familiari. Il rituale funerario è una sorta di riproduzione sociale, sono occasioni in cui viene enfatizzato soprattutto il ruolo sociale dell'individuo.
Esiste una terza ipotesi: la cultura è un processo, articolato nel tempo; elementi nati per indicare un'appartenenza etnica precisa col tempo possono mutare significato e diventare segni di status, indipendenti dall'origine di chi le adottava.
ARCHEOLOGIA DELLA PRODUZIONE E DEI COMMERCIVASAILa ceramica è uno dei principali campi d'indagine dell'archeologia; ben conservata, molto diffusa, ottimo indicatore cronologico e produttivo. Nella tarda antichità sono ancora vivi
i grandi commerci del mediterraneo, così circolano ancora le grandi anfore africane, egee, orientali insieme al vasellame da mensa e da cucina là prodotto; es. terra sigillata africana, dal colore rosso intenso. Accanto a queste ci sono produzioni locali:- in Italia centrale e meridionale ci sono produzioni di contenitori rivestiti in rosso, che imitano i corredi da mensa di importazione.
- Ceramica invetriata in zone centro – settentrionali; ceramica rivestita da vetrina ottenuta applicando direttamente l’ossido di piombo sul contenitore (IV – VII sec.)
- Dalla fine del VI alla metà del VII si ha anche ceramica longobarda: contenitori da mensa di colore scuro, in genere decorati a stampigliature o a stralucido. Ipotesi che sia stata importata con l’arrivo dei longobardi e viene presto prodotta anche in Italia.
presenti decorazioni, o alinee incise o ad unghiate impresse o a petali applicati. Compare sul mercato di Roma nel VIII sec. in poca quantità (probabilmente segno di distinzione sociale il possederla), ma dal IX la sua produzione si intensifica notevolmente e diventa oggetto di uso comune, grazie anche a fase carolingia della città, di particolare benessere.- In Romagna e a Salerno tra IX e X sec. produzione di CVP locale. Le fornaci usate in queste epoche hanno lasciato poche tracce: modello prevalente era l'officina isolata, con artigiano specializzato con clientela ristretta. Produzione sia in campagna che in città, senza esclusive. Possibili anche altri modelli di produzione: produzione domestica con bassi investimenti in campo tecnologico e attività piuttosto ristretta; industria domestica: attività produttiva più elevata. Basso medioevo.- A partire dalla seconda metà del X secolo la CVP si trasforma, la vetrina inizia ad essere meno
spessa e a non ricoprirepiù t