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LE VALLI DEL CESANO E DEL MISAI

più recenti rinvenimenti nella valle del Cesano mostrano chiaramente come il popolamento dell'interno sembra seguisse la rete delle direttrici vallive e dei relativi percorsi trasversali.

● Montedoro di Scapezzano: abitato su altura lungo il corso del Cesano, probabile scalo sul fiume (i materiali rinvenuti in quest'area sono di VIII sec a.C.). Le attestazioni riguardano l'abitato, un fossato difensivo e la necropoli (IX-VII fino al V sec a.C.). Sono state rinvenute delle fornaci (in fase di scavo) con piano forato.

● San Constanzo: la maggior parte delle 45 sepolture finora indagate hanno una datazione compresa tra l'VIII e il VII secolo a.C. Solamente 3 sepolture sembrano, per ora, potersi ascrivere certamente al pieno VI secolo a.C. L'insediamento è affine a Novilara.

● Miralbello: abitato protostorico con struttura difensiva individuato tramite remote sensing.

● Acquaviva di Cagli: complessa serie di circoli

individuati tramite fotografia aerea. Il Circolo A harestituito materiale IX-VII sec. a.C. , il Circolo B di VI-V sec. a.C.

Nevola: lungo il corso di questo fiume è stato possibile intercettare tre circoli.Tomba 100 della Nevola, presso Corinaldo presenta un ricco corredo tra cui un elmo a calottacomposita, frammenti di una grande olla protodaunia e altro vasellame. La sepoltura è di unpersonaggio appartenente all'elitè.

LEZ 14 – 9/12/2020 L'ORIENTALIZZANTE NEL SETTORE MEDIO-ADRIATICO:2 TRA ESINO E TRONTO

Si tratta di una zona di divisione tra la cultura picena a nord e i Pretuzi a sud. Il promontorio del Conero sipone come importante snodo dell'Adriatico, con la città di Ancona nella parte settentrionale, sia per le rottedi cabotaggio lungo la costa che verso l'altra sponda del mare.Sono molti i centri primari che si andranno a sviluppare tra la Prima età del ferro e l'Orientalizzante di cuiperò conosciamo

Relativamente poco. I più importanti sono Matelica, San Severino e Moje di Pollenza. Del primo insediamento abbiamo le maggiori attestazioni. Alcuni dati iniziano ad emergere dall'area di Ancora e Numana. Sicuramente più analizzate sono le numerose necropoli rinvenute.

MATELICA

Si sviluppa in un'ampia valle, in un'area ricca di insediamenti presenti già dall'Età del Bronzo. Le prime fasi sono ascrivibili al IX sec a.C. con un primo centro protostorico che continua fino all'età romana. Gli scavi hanno riguardato sia la parte dell'abitato che quella delle necropoli che sembrano essere divisi in nuclei tra di loro collegati.

I siti più antichi sono l'area di Le Brecce e Crocifisso. Si sono conservate le evidenze in negativo dei pali e dei fossatelli perimetrali delle abitazioni rettangolari o absidate scavate in un terreno ghiaioso.

PITINO

Si trova a poca distanza da Matelica. Conosciamo pochissimi dati relativi all'abitato.

Maggiori riferimenti sono per le necropoli, in particolare quella di località Monte Penna. Si tratta di un'altura posta a nord dell'insediamento (in posizione arroccata a differenza del precedente che si trova in una zona aperta).

Piceno I e II

La maggior parte dei dati deriva dall'analisi delle necropoli. Poche le incinerazioni, presenti anche a Ancona, Moje di Pollenza, Novilara e Matelica: sempre in sepolture maschili.

● Numana, tomba Quagliotti 52 → 900-850 a.C.

Il cinerario richiama per forma tipi dauni, mentre la decorazione realizzata a "falsa cordicella" rinvia al Caput Adriae (una delle anse è ritualmente spezzata). La cote e il rasoio (restaurato in antico) rinviano a modelli balcanici. Questa sepoltura eccezionale fa emergere un numero di contatti elevato con l'intero Adriatico.

● Ascoli Piceno, Campo Parignano 1/1884 → Corredo funerario maschile. Lancia, giavellotto, rasoio quadrangolare, fibula con staffa a disco in due

pezzi. Colle Cardeto, tomba 139 → Piceno I. Spillone e rasoio tipo Vulci. Matelica, loc. Brecce → Gruppi di tombe disposte ortogonalmente fra loro e alcune volte delimitate da fossati anulari. Sottorappresentazione di sub-adulti: accesso selettivo a formal burial. Adulti: 57% uomini, 43% donne. Piceno II Eccezionale presenza dello scudo in bronzo all’interno dei corredi. Nei pressi di Ascoli a Contrada Prato, rinvenimento del 1855. Resto di corredo funerario femminile: fibula con arco a molla e staffa a disco e fibula a quattro spirali. Matelica, loc. Brecce, Tomba 77 → 800-775 a.C. Tomba maschile con elementi di ornamento e armi (pilum e coltello di tipo sinuoso). Estremamente unica è la presenza dello scudo che rimanda all’Etruria meridionale (Veio in particolare) in lamina di bronzo. Piceno III Strutture monumentali che caratterizzano il periodo Orientalizzante delle Marche: Tombe a circolo con fossato anulare (Numana) Tombe a circolo confossato anulare e tumulo (Corinaldo, Cagli, Recanati, Matelica) Tombe a circolo di pietre (Moje di Pollenza) Tombe a circolo di pietre e tumulo di pietre (Pitino, Tolentino) Tombe con tumulo di pietre (Fabriano) Tombe a circolo con fossato anulare e tumulo: Matelica L'idea della struttura monumentale delle tombe prevede la sepoltura al centro e un fossato anulare che l'abbraccia. Con la terra eliminata dal fossato, è stato realizzato il tumulo. Si scava una fossa-deposito su cui viene adagiato il corpo. Non abbiamo, tuttavia, quasi mai i resti del defunto: si presuppone che questo sia stato asportato, insieme alla calotta di terra, facendo sì che rimanesse l'evidenza solo in negativo del fossato circolare e della fossa-deposito con il corredo. Attualmente possediamo solo quattro attestazioni di tombe collassate su se stesse che hanno restituito anche il corpo. Tuttavia, non è possibile supporre che tutte le tombe avessero questo tipo di struttura.

sistemazione.

● Matelica, loc. Brecce, tomba 53 → 675-650 a.C. circa

Rinvenimento della fossa deposito all’interno di un tumulo con fossato anulare di 16 m di diametro.

Presenta un corredo estremamente ricco e principesco. Gli oggetti sono un modello standard che si presenta in molte tombe di questo tipo; cerchioni di un currus, elmo a calotta composita, holmos e olla con protomi di grifo di ascendenza falisca (condivisione di modelli culturali) e cista a cordoni tipo Novilara.

Il carro a due ruote in Italia: si rinvengono sepolture con carri a due ruote comprese tra la metà dell’VIII fino al III sec. a.C. per un totale di oltre 280 attestazioni. Le aree maggiormente interessate sono l’Etruria, l’area laziale, il Piceno, la Daunia e la zona enotria, l’area golasecchiana e quella retica. La loro presenza in aree non caratterizzate da tombe a camera induce a ritenere che non ci sia una stretta corrispondenza fra la conservazione e l’ambiente funerario.

Il carro è un simbolo di status del principe come guerriero.
Matelica, Crocifisso, tomba 182 → 630-600 a.C.
Il rituale di sepoltura è l'inumazione, la struttura è a doppia fossa rettangolare con fossato anulare forse coperte da una calotta di terra. L'inumato è un maschio. La concezione eroica della guerra: sono stati rinvenuti due elmi, due dischi corazza, cinque spade, tre lance, due mazze. Un nucleo di armi è sul currus: spade con terminazione ad antenne, ascia a cannone di produzione medio-adriatica, due dischi-corazza tipo Mozzano, spada con terminazione a stami, due elmi a calotta appesi al timone. I modelli di riferimento delle armi sono di matrice greca e levantina.
Tombe di Pitino:
Pitino, loc. Monte Penna, Tomba 14 → fine VII-inizi VI a.C.
Rinvenuta a fianco della tomba 15 (fossa-deposito senza nessun defunto). Si tratta probabilmente di un' unica tomba distinta in due fosse-deposito appartenente ad una donna.

fossa-deposito 14 conteneva sei scudi, interpretati come simbologia del potere. Il vasellame bronzeo presenta oggetti significativi come la situla tipo Kurd coperto da un coperchio caratterizzato da una scena particolare per il mondo piceno: armati attorno ad una colonna, si tratterebbe di una danza armata fatta in circolo ad un elemento totemico. All'Etruria interna e in particolare a Chiusi, fa riferimento un anfora con coperchio (bronzo) e anse configurate a cavallo. Questi oggetti richiamano un contatto fortemente tirrenico, mentre altri si riferiscono a zone più distanti come una coppa ionica che trova corrispondenze a Rodi. Non si comprende se il suo arrivo sia mediato dagli Etruschi o si tratti di un arrivo diretto nel mondo Piceno. Altro oggetto eccezionale è l'oinochoe polimaterica, rielaborazione delle brocche fenicio-cipriote. Si presuppone una provenienza vulcente. La superficie è riccamente decorata con repertorio orientalizzante. Non si tratta

Dell'unico esemplare del mondo piceno, l'altra è stata rinvenuta in una tomba di Matelica. Dalla fossa-deposito 15 possediamo una pisside in avorio (riferimenti etruschi tra cui le pissidi della Pania) con immagini che fanno riferimento ad un "signore dei cavalli" e al mondo equestre in generale, ribadito da alcune parti di un trono configurate come cavalli.

Pitino, loc. Monte Penna, Tombe 16-17 → fine VII-inizi VI a.C. Rinvenuta a fianco della tomba 16. Si tratta probabilmente di un'unica tomba distinta in due fosse-deposito appartenente ad una donna di cui manca lo scheletro. Presenza di dischi che richiamano motivi decorativi dei dischi-corazza tipo Capena. Le due lamine fanno riferimento ad una stola che contraddistinguono l'abbigliamento femminile.

Pitino, loc. Monte Penna, tomba 31 → Si tratta di una tomba maschile, presenza del currus e di armi da offesa/difesa: elmo a calotta composita con decorazione a repoussé sotto

La tesa che richiama quelle delle situle, due mazze tra cui una in ferro con agemina in bronzo e l'altra totalmente in bronzo.

La tomba della Principessa di Numana (520-500 a.C.)

La ricca sepoltura (scavata nel 1989 in loc. I Pini presso Sirolo), all'interno di un tumulo di oltre 40 m di diametro e con un fossato largo circa 4 m e profondo 1,8 m, contava una fossa-deposizione con parte del corredo, una fossa con due equidi ed una pseudocamera centrale con la defunta inumata e due carri (uncurrus e un carpentum).

Lo studio archeozoologico ha portato ad ipotizzare che almeno uno dei due equidi fosse una mula. Lo scavo della fossa centrale ha portato ad intercettare due carri. Solo dopo il loro recupero fu possibile individuare la sepoltura della posizione rannicchiata.

LEZ 15 – 14/12/2020: L'ORIENTALIZZANTE NEL SETTORE MEDIO-ADRIATICO

3. IL PAESAGGIO FUNERARIO NELL'ORIENTALIZZANTE ABRUZZESE

I tumuli più antichi del Bronzo finale sono nell'area del Fucino.

occupati dai Romani, come la penisola italiana, la Gallia, la Britannia e l'Iberia. I Celti erano un popolo guerriero e organizzato in tribù, con una cultura ricca di miti e leggende. Erano abili artigiani, noti per la loro lavorazione del ferro e la produzione di gioielli e armi. La loro religione era basata sul culto della natura e dei suoi elementi, come il sole, la luna e gli alberi. I Celti sono anche famosi per la loro arte, caratterizzata da intricati motivi geometrici e animali stilizzati.
Dettagli
A.A. 2020-2021
18 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher confortimarialuisa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia italica e celtica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gaucci Andrea.