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"LARTHI CRACNEI LARISAL RIL ↑XXV"
dove:
- AL è la desinenza del genitivo (figlia di Larsial)
- Il femminile è espresso con la desinenza "i"
- Utilizzo del gamma semilunato
- RIL è legato al significato di "età" (qui, 75 anni)
Il sistema numerale etrusco è simile al latino:
- Iscrizioni didascaliche: si trovano soprattutto come decorazione in oggetti di uso femminile (specchi) o su monete, sulle quali veniva scritto il nome della città.
- Iscrizioni votive: rinvenute, per di più, in ambito religioso; in genere, sono scritte simili alle iscrizioni di dono, ma abbiamo esempi di donari:
- Chimera di Arezzo (400 – 350 a.C.): rinvenuta nel Cinquecento (simbolo della casata de' Medici), riporta l'iscrizione "Dono di Tinia".
- Statua Aule Meteli (cosiddetto "Arringatore") fine II – inizi I sec. a.C.: riporta, sulla toga, l'iscrizione a una
divinità cara. Il nome fa percepire la, ormai completa, romanizzazione.
5) Testi lunghi → si suddividono principalmente in due tipologie: i testi rituali e i testi giuridici.
- Tegola di Capua (V secolo a.C.): vi è iscritto un rituale in forma di calendario.
- “Liber linteus”, Zagabria: in Egitto per la preparazione della mummificazione veniva usato un tessuto di lino tagliato a strisce, in questo caso vi era scritto sopra un rito, forse risalente ai primi contatti con i romani, in scrittura etrusca settentrionale.
- Cippo di Perugia (III – II secolo a.C.): riporta un testo giuridico, un contratto di vendita di un terreno tra due famiglie.
- Tavola di Cortona (fine III secolo a.C.): oggetto in bronzo rinvenuto nel 1992; scritta su due lati (forse redatta da due mani diverse) che riporta la compravendita di una vigna, in cambio di un terreno pianeggiante, tra un uomo di nome Petus e una famiglia.
Figura 3 "Liber linteus"
Rachele
FavaliL'età ORIENTALIZZANTE in Etruria (ultimo ventennio dell'VIII - inizio VI secolo a.C.)
Il termine deriva dall'influenza greca (Siria settentrionale, Fenicia, Cipro) nei reperti archeologici sia materiali che culturali: si innesta una cultura su un'altra già formata, non si tratta, quindi, di innovazioni ma di un risultato dato dagli stretti contatti con il mondo del Vicino Oriente. Con l'emergere delle differenze sociali e dell'aristocrazia, quest'ultima per mostrare il proprio status richiede prodotti d'importazione che comporta il contatto anche con ideologie e tecniche diverse: gli artigiani si trasferirono e i locali acquisirono, integrandole al loro sapere, le maniere straniere.
L'età orientalizzante in Etruria si suddivide in tre periodi:
- Orientalizzante Antico 720 - 670
- Orientalizzante Medio 670 - 630
- Orientalizzante Recente 630 - 580
A questi periodi è da datare la
Nascita delle prime esperienze nella costruzione di palazzi e le prime tombe a tumulo. Necropoli della Banditaccia (Cerveteri), inizi VII secolo.
Qui rinveniamo tumuli con le più antiche tombe a camera: la tomba della Capanna, Tumolo III. Scavata nella roccia di tufo, troviamo il suo ingresso sulla sommità del tumulo in pietra.
Tomba Regolini – Galassi (metà VII secolo a.C.) – Necropoli del Sorbo, Cerveteri.
È uno degli esempi di monumenti funerari più eclatanti: scoperta nel 1800, le suppellettili vennero rinvenute nel 1836 nella necropoli del Sorbo a sud di Caere. Si tratta di strutture monumentali costituite da gruppetti di tumuli di diverse dimensioni, a seconda del grado di potere economico - politico: dal VI secolo si parla di "comunità allargata", da ciò le tipiche tombe a camera a dado di egual grandezza, ma prima la tomba era un parallelo dello status.
La fossa è lunga circa 7m, semi - scavata.
chiusa all'estremità superiore da blocchi.
L'ingresso ("dromos") era in origine scoperto, ma è stato coperto e forma l'anticamera con due vani (parallelo dell'evoluzione dell'abitazione, infatti la tomba vi richiama la forma).
Racchiusa dal tumulo con tamburo (cornice in pietra) con un notevole diametro (circa 28 metri).
Attribuita a una regina o ad una principessa (sesso femminile), sepolta nella parte posteriore. Le duenicchie laterali erano riservate ad altre sepolture e suppellettili.
La defunta appariva molto agghindata, deposta su un letto funebre a livello del pavimento; il vano abbondava di materiali preziosi e oggetti tipici aristocratici (vasellame, gioielli, etc.)
Nell'anticamera sono stati ritrovati scudi (probabilmente affissi alle pareti perché riportano forellini) e un carro: recenti interpretazioni ipotizzano che essi siano espressione della potenza della famiglia della defunta.
negli anni '80/'90, si pensava che fossero presenti più deposizioni, anche di sesso maschile]. Sono state ritrovate, intorno al letto, anche 33 statuine in bucchero che rappresentano delle donne piangenti (si tengono le trecce in segno di cordoglio per la morte), simbolo di perpetuo compianto della defunta. Altri oggetti che testimoniano lo status aristocratico sono: coppe con vasca bassa lavorate a sbalzo a fasce concentriche con soggetti tipici orientali (caccia dei leoni, toro, palme) e altri utensili in argento provenienti dalla zona fenicia o cipriota. Vengono mostrate le fasi del rito funebre: il letto da esposizione, il carro che aveva trasportato la salma. Si tratta di una celebrazione simile a quella descritta nei poemi omerici e nei vasi ateniesi. Ritrovata una grande fibula in oro con staffa a disco piatto: essa riporta 60 figurine di oche protette da grifoni, due elementi tubolari, impreziositi da decorazioni, che fanno da gancio tra arco ed ago. È unprodotto etrusco risultato di insegnamenti orientali: le tecniche della lavorazione dell'oro (la granulazione e la filigrana) dono prese dal mondo orientale, i temi (leoni) non sono locali.
Altri oggetti facenti parte del corredo della nobile defunta sono: una brocca per versare vino in argento, un pettorale in oro decorato a sbalzo, una collana in oro e ambra, bracciali, fibule a "sanguisuga" con arco rigonfio e staffa allungata, calderoni in bronzo di matrice siriaca con protome di leone e di grifo, altri bracciali in filigrana (sottili fili) con figure femminili che alludono a divinità o animali (repertorio iconografico orientale).
La cella di destra = deposizione ad incinerazione in olla fittile, probabilmente di sesso maschile, accompagnata da oggetti da banchetto.
Tomba Bernardini, Palestrina
Si assiste all'evoluzione dalla tomba a fossa a quella a camera; è stata scavata nel '800. Le dimensioni sono circa 4 x 5,50 metri: si tratta di una
Figura 4 Avori fenici
Rachele Favali
Pontecagnano: le tombe "principesche" 928 e 926 (675-650 a.C.)
Presentano le ceneri dei relativi defunti avvolte in un panno chiuso con una spilla e messe dentro un calderone in bronzo. Tutto ciò che alluda alla vita del morto è fuori dalla tomba.
Nella tomba 928 sono stati rinvenuti due oggetti di pregio: kotyle e oinochoe d'argento databili intorno al 675 - 680 a.C.
I VETTORI DEL COMMERCIO ORIENTALIZZANTE
Il periodo orientalizzante, come abbiamo detto, porta la fioritura dell'aristocrazia: essa commissiona e crea contatti con il Vicino Oriente per dimostrare la
La tomba a camera è un esempio di agiatezza e lusso nel contesto funerario. Queste tombe sono molto grandi e sono decorate con oggetti di stampo orientale, sia importati che prodotti localmente sotto l'influenza dei modelli orientali.
Tra gli oggetti importati più comuni troviamo:
- Lebeti: calderoni in bronzo con teste leonine o di grifone provenienti dalla zona nord siriana. A sinistra: lebeti siriaci. A destra: calderone proveniente dalla Tomba Bernardini (Palestrina). Si tratta di vasche appoggiate su un sostegno a cono o tripode.
- Coppe con lavorazione a sbalzo decorate con animali fantastici, piante e anatre.
- I "sigilli del suonatore di lira" (Lyre Player Group), sempre provenienti dall'ambito nord-siriaco, chiamati così perché il primo studiato (e altri 10 elementi) raffigurava un intaglio di un suonatore di lira.
Tutti gli oggetti venivano trasportati attraverso il Mar Mediterraneo grazie a vettori. Abbiamo testimonianze di importazioni da parte della Siria di arredi regali con i...
calderoni (usati nei santuari nell'area greca)- Egeo- Eubea: versante occidentale del Mediterraneo e Tirreno, portava all'area del Medio Oriente. Sono state rivenute coppe databili tra VIII e VII secolo nella stratigrafia di Almira, emporio greco: ciò testimonia l'interesse per l'importazione da tempi più remoti.- Fenici: grandi navigatori arrivati in Spagna e dal IX secolo sulle coste tirreniche. Si pensa che il vettore principale sia greco perché alcuni oggetti non sono presenti in area fenicia. Si va a creare una zona di sovrapposizione tra vettore fenicio ed euboico: i primi dal IX secolo iniziano rapporti, i secondi con l'emporio di Almira si allargano fino alle coste tirreniche. La circolazione è complessa: il sud è approdo facile dei fenici, il nord dei greci e poi dai corinzi (nel corso del VII secolo a.C.). Insieme agli oggetti, spesso si trasferiscono anche gli artigiani (soprattutto in Etruria meridionale) che RacheleFavali 2vanno a formare i locali con nuove tecniche ed aprono botteghe in loco. Si riconoscono gli oggetti frutto della commistione, specialmente nel vasellame: la forma del "kotyle" è tipicamente protocorinzia, ma già presente in Etruria come ceramica, poi ripetuto in lamina d'oro con figurine sui manici con la tecnica della granulazione (sfere di 1 mm di diametro fuse sulla lamina). Anche i bronzi, come si evince dal trono della Tomba Barberini, sono di produzione locale con decorazioni orientali. Come i sopracitati, anche l'avorio fenicio viene lavorato alla maniera orientale in loco.
Per il settore delle ceramiche corinzie, dall'VIII - VII in ambito tirrenico, è da dire che esse hanno una forma particolare e caratterizzate da una decorazione calligrafica a fasce; vengono importate in ambito etrusco con l'acquisizione e la rielaborazione dei modelli. Cerveteri, il sito più antico, ci ha restituito il bucchero etrusco.