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L'ultimo ventennio del VI secolo è un periodo vivace, in cui diversi ceramografi sperimentano nuove possibilità
decorando sia vadi bilingui sia a figure nere o rosse, ma anche coral red ( a figure nere su fondo bianco e a pseudo-
figure rosse, cioè sovraddipinte sulla verniciatura nera in una tecnica detta “di Six” ). Continua senza flessioni, in
contemporanea, una copiosa produzione di serie nella tecnica a figure nere ( Pittore di Antimenes e il Gruppo di
Leagros ).
* I Pionieri: i primi a padroneggiare la nuova tecnica a figure rosse sono questo gruppo di ceramografi che
fissa i canoni della classe portandola a livelli di perfezione difficilmente raggiunti in seguito.
1 Euphronios ( 520-500 ): il più celebre tra loro, continua a firmare come ceramista fino al 470. Predilige vasi
grandi, crateri a calice, anfore e pelìkai su cui alterna temi mitici e scene di palestra, kòmos e musica. Del tutto inedita
al lotta tra Eracle e Anteo su un cratere a calice di Parigi; anche il trasporto del cadavere di Sarpedonte da parte di
Hypnos e Thanatos è sua creazione originale.
2 Euthymides: dipinge soprattutto anfore a profilo continuo e a collo distinto con anse tortili. Una da Vulci a
Monaco, con tre personaggi maschili impegnati in un kòmos con pose complesse, è un ottimo esempio della sua
attenzione al rendimento dell'anatomia e delle figure in movimento.
Nell'orbita di questi due gravitano anche gli altri Pionieri. È evidente che questi artisti formano un gruppo speciale
all'interno del Ceramico e sono legati da relazioni interpersonali strette, di amicizia o di bottega.
Il nerbo della produzione ateniese è sempre costituito dalle coppe, decorate spesso da ceramografi specializzati in tale
forma. Non è facile organizzare i decoratori di coppe in raggruppamenti stilistici, a causa della loro mobilità tra le
botteghe e della diffusa omogeneità dei soggetti ( scene di simposio, palestra, dionisiache ).
* Olpos ( 525-500 ): le sue opere giovanili sono prossime a quelle di Euphronios, forse per il comune
discepolato nella bottega di Andokydes. Le sue kylikes sono decorate anche da soggetti epici e mitici.
* Epikteots ( 520-490 ): mostra una decisa predilezione per le scene di genere e realizza raffinate composizioni
studiate per il campo circolare dei tondi interni.
* Pittore di Kleophrades ( 505-475 ): è ritenuto allievo di Euthymides, di cui ripropone gli schemi copositivi ma
in uno stile energico e originale.
* Pittore di Berlino ( 500-480 ): denominato dalla città che ospita una delle sue opere più famose. Si tratta di
un'anfora a profilo continuo da Vulci decorata da un gruppo con Hermes, un satiro e un cerbiatto, fluttuanti
sul fondo nero del vaso. Lo schema è invenzione di Euphronios, e diventa una cifra distintiva per il Pittore di
Berlino che la applica spesso.
*
Tra le altre esperienze regionali, tralasciando Atene, merita di essere ricordata Corinto, la cui produzione vascolare
arcaica si inserisce senza fratture nel solco di quella protocorinzia. Continua la presenza per lo stile animalistico
organizzato in registri orizzontali. Si generano inoltre botteghe da cui emergono personalità di spicco:
* Corinzio antico ( 615-590 ): l'autore del cratere del Louvre è il più importante, con il banchetto di Eracle.
* Corinzio medio ( 590-575 ) e tardo ( 575-550 ): le rappresentazioni figurate aumentano, certo anche sotto
l'influsso attico.
Alla fine del VII secolo anche le fabbriche laconiche adottarono da Corinto la tecnica a figure nere avviando una
produzione che fu largamente apprezzata ed esportata fino a quanto non venne surclassata dalle esportazioni attiche.
La superficie è in genere bianca, e la vernice nera e di buona qualità; le forme sono di importazione corinzia ( kylix,
piatto, pisside ) e la decorazione figurata si applica a poche di esse, come le kylikes e le hydrìai, con motivi floreali o
zoomorfi. Tra le figure più importanti spicca il Pittore di Arkesilas.
Anche nella Grecia orientale la percentuale delle ceramiche è molto minore rispetto a quelle a decorazione lineare,
molto esportate ed imitate nel Mediterraneo. A Samos pochi esemplari figurati sono realizzati nello stile dei 2Piccoli
Maestri”, una variante locale dello stile a figure nere.
Nella stessa tecnica sono realizzate le figure in vivace movimento dei casi dello stile di Fikellura, evoluzione stilistica
del Wild Goat Style orientalizzante.
È stato a lungo discusso il centro di produzione di una delle più interessanti classi di epoca arcaica, la ceramica
calcidese: più di 400 vasi realizzati nella tecnica a figure nere ravvivata da vistose suddipinture bianche e paonazze. Ad
oggi, questa produzione viene ricondotta all'attività di una bottega principale a Rhegion tra il secondo quarto e la fine
del VI secolo.
4.4 Il linguaggio delle immagini I temi e i contesti
A partire dal medio geometrico l'uso delle immagini sulla ceramica permette di usare i vasi anche come mezzo di
comunicazione sociale. Lo sviluppo della ceramografia corinzia prima e di quella attica poi si basa in manierap
articolare sulla presenza delle raffigurazioni, che arricchiscono in maniera notevole il repertori dei temi e le iconografie.
Questa enciclopedia che viene restituita è molto spesso priva di didascalie e crea problemi di lettura del significato.
Il mondo messo in scena, comunque, è quello della pòlis, in particolare quella ateniese, con i suoi modelli di vita. La
prospettiva maschile predomina dal punto di vista del numero e della varietà ( guerra e caccia ). I personaggi vengono
indicati in maniera convenzionale per classi di età o ruolo:
* Ragazzi: dimensioni ridotte.
* Giovani: volto privo di barba e acconciature caratteristiche.
* Maturità: barba.
* Vecchiaia: calvizie.
L'uso di attributi permette di individuare divinità: il kàntharos per Dioniso, il tridente per Poseidone, lo scettro per Zeus,
l'egida e l'elmo per Atena...
Allo stesso modo anche il mondo reale viene rappresentato secondo un codice di gesti, pose e attributi dove la posizione
delle braccia e delle mani, come della testa, la presenza di abiti e schemi definiti acquistano un significato specifico. Ad
esempio, nel caso di una donna che solleva un lembo del velo sul capo ( apokàlypsis ) si intende segnalare il contesto
matrimoniale.
Il contesto ambientale è reso attraverso segni specifici, come alberi, colonne isolate, prospetto di un edificio, un tripode
su basamento.
La sfera del sacrificio costituisce uno degli ambiti più significativi; non viene rappresentata l'uccisione degli animali,
ma tutte le operazioni preliminari e successive.
Non meno frequente è il tema del banchetto aristocratico e l'esaltazione dell'eros improduttivo, alternativo a quello del
matrimonio, che mostra anche i comportamenti omoerotici. Le scene descrivono le coppie composte da un uomo
maturo ( erastès, l'amante ) e un giovane ( eròmenos, l'amato ) legati dal rapporto sentimentale, insieme sulla stessa
klìne, o rappresentati in scene di seduzione o di corteggiamento o comastiche.
Un ambito strettamente legato al precedente è quello del ginnasio, il luogo dell'educazione dove si crea il rapporto
sociale, si forma la conoscenza e si intessono le passioni sentimentali; il giovane e il cittadino come atleta costituisce
una forma espressiva altamente simbolica, in quanto ne riassume il ruolo e la condizione civica. Alle rappresentazioni di
efebi che si preparano, si lavano si ungono, si esercitano e competono, si uniscono le acclamazioni per i giovani e danze
armate come la pyrrhikè, una delle rappresentazioni più tipiche di questo mondo posto tra cultuta letteraria, atletica, e
militare.
Il mondo dele donne è invece visto attraverso una prospettiva più limitata, nella dimensione destinata al matrimonio. Un
ruolo diverso e una socialità più dichiarata vengono denunciati dalle rappresentazioni di donne entro i contesti cultuali:
il mondo dionisiaco in particolare viene inteso come espressione di alterità rispetto al ritmo normale della pòlis, ed è
l'occasione per mettere in scena donne in un ruolo pubblico; in questi contesti il ruolo maschile è assunto da sileni e
satiri.
Passioni, forme sociali e ruoli degli uomini riguardano anche la rappresentazione delle divinità e degli eroi, impiegata
sempre nel suo significato esemplare, etico, gentilizio, cultuale, in quanto archetipi di una serie di realtà umane. Eracle
rappresenta l'eroe per eccellenza e le sue fatiche assumono nel tempo un significato sempre più simbolico. Teseo, eroe
ateniese, articola le sue gesta sull'esempio di Eracle ma acquisisce un valore più civico e sociale.
Gli schemi
Se le immagini riflettono valori sociali e culturali largamente condivisi è possibile comprenderle mediante la corretta
decodificazione del vocabolario attraverso il quale sono espresse, e in particolare degli schemi iconografici impiegati.
Lo schema è ciò che rende riconoscibile un soggetto: un personaggio, ma anche un'azione, in quanto espressa attraverso
un modello iconografico a essa stabilmente associato, a tutti noto e quindi universalmente identificabile.
In molti casi si pone però, per i moderni, il problema dell'interpretazione delle scene generiche: un esempio tipico sono
le numerose partenze di guerrieri anonimi, che salgono su un carro, salutati da un numero variabile di persone tra cui
una donna e, spesso, un fanciullo. Si tratta dell'esemplificazione di uno schema usato nei primi decenne del VI secolo
nella ceramica corinzia e attica a figure nere per raffigurare Anfiarao in partenza per Tebe ma, nel caso in cui mancano
sia iscrizioni sia attributi specifici della storia è impossibile decidere se il protagonista sia l'eroe argivo o un comune
mortale.
4.4 Forme e funzioni
In epoca arcaica le forme si standardizzano: le molte varietà regionali di epoca geometrica e orientalizzante si
razionalizzano in un repertorio che è simile in gran parte del mondo greco.
* Anfora: le varianti principali adottate in epoca arcaica sono l'anfora a collo distinto e quella a profilo continuo.
In entrambi la decorazione è organizzata in metope risparmiate sul fondo nero del vaso. Una viariante della
forma dell'anfora è la pelìke, con corpo a sacco, inventata intorno al 520 a.C., che i Greci forse chiamavano
kàdos, il termine base per tutti i vasi dal iquidi.
* Cratere: grande recipiente per la miscela del vino con l'acqua, è il simbolo del simposio. Il tipo più diffuso
nella prima metà del VI secolo è la kalèbe corinzia, forma di grande successo in tutto il mediterraneo. Dalla
metà del secolo la produzione ateniese non è più subordinata a quella corinzia, e i rapporti si invertono: il
raffinato crat