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ANFORE

ANFORE CANANEE Sono le prime che conosciamo. RELITTO DI ULUBURUN circa 10 km a sud-est di Kaş, in Turchia sudoccidentale. Scoperto nel 1982 e indagato dal 1984 al 1994 (Institute of Nautical Archaeology diretto da George Bass). Datazione dendrocronologica al 1305 a.C. in accordo con la datazione tipologica dei materiali. La nave era lunga 15-16 metri, trasportava un carico di oggetti provenienti da Sicilia, Sardegna, Mesopotamia, Egitto, tra cui anfore, pithoi, dolia, lingotti di metallo. L'anfora trasporta soltanto alcuni prodotti in questo periodo (vino, olio, carne/pesce, frutta secca e minerali) con destinazione probabile Cipro o Rodi.

ANFORE A OGIVA La forma ha un'evoluzione: ad ogiva con il puntale che segue la forma. Le più recenti arrivano fino all'VIII sec a.C. Il centro più tardo di produzione di questo tipo di anfore è Cartagine. Anche le anfore etrusche sono del tipo a ogiva, usate fino al VI sec a.C. Le anse

si impostano sulla spalla per risolvere problemi di stivaggio.

ANFORE DI PITHECUSA Le più antiche nell'occidente greco (VIII-VII sec a.C.): qui si produce l'anfora a ogiva, indistinguibile da quella etrusca. La forma ancora non è standardizzata, le più comuni solo il tipo A e il tipo B. Si produce un'imitazione dell'anfora attica dipinta e si diffonde in tutta la Campania.

ANFORE DI CORINTO La più comune di tutte, ha un'esportazione consistente. Viene copiata dalle città della Magna Grecia e Sicilia. Le caratteristiche sono: le dimensioni, orlo a tesa più o meno dritta, anse massicce di forma tubolare e puntale molto largo (le altre anfore hanno il puntale cavo). L'anfora di Corinto si distingue anche per l'impasto dal colore giallo al rosa, con molte impurità (in Grecia l'argilla è molto depurata). A Corinto aggiungevano delle pietre rosse per dare resistenza all'impasto,

le pareti sono solitamente molto sottili.

ANFORA LACONICA Prodotta non solo da Sparta ma anche da altri centri influenzati dalla città, caratterizzate dal fatto di essere dipinta e con il puntale cavo.

ANFORE GRECO-OCCIDENTALI tipo di anfora che viene prodotta a partire dal VI sec a.C. nelle colonie di nuova fondazione sia in Italia, che Francia e Spagna. L'anfora è un contenitore fatto per essere trasportato via mare, vuota ha un peso considerevole. Non utilizzata per commercio via terra. Caratteristica principale è la capienza e la forma, specifica per determinare il luogo di produzione. Tuttavia nelle anfore greco-occidentali questo non avviene in quando sono tutte uguali. C'è una standardizzazione delle caratteristiche formali: orlo, collo, 2 anse, corpo e puntale (alcune a fondo piatto). Ciò che cambia è solo l'impasto. Oggi si distinguono varie aree di produzione. La tipologia più usata è quella di SOURISSEAU,

Le anfore sono state trovate in due necropoli siciliane (Camarina e Megara Iblea). Le anfore si trovano maggiormente nei relitti (Gela e Cala San Vincent – Baleari).

Produzioni:

  1. Forma 1 alpha (prima metà del VI sec a.C.) – Molto grande, si pensa da vino. La forma 1 beta è di Corinto, probabile mix di anfora corinzia e laconica. Non sappiamo il luogo di produzione, forse da Sibari.
  2. Forma 2 (seconda metà del VI sec a.C.) – Anfora a trottola o ionico-adriatica/massaliota. Le prime conosciute sono prodotte a Marsiglia ed esportate in Etruria. L'orlo è cambiato, il listello è sotto di esso e il puntale più piccolo.
  3. Forma 3 (prima metà del V sec a.C.) – Forma allungata.
  4. Forma 4 (seconda metà del V sec a.C.) – Forma più slanciata, collo rigonfio, chiamata semi-chiota.
  5. Anfore frazionarie richiamano il tipo di anfora corinzia e quello greco-occidentale. Sono prodotte ovunque ma abbiamo la sicurezza di Marsiglia, Napoli, Poseidonia, Elea.
Sibari, Locri, Reggio, Himeia e Agrigento. AGRIGENTO

Parco archeologico di Agrigento. Luoghi di produzione diversi (ceramica, metalli, alimenti). Sito che va dal VI sec a.C. all'VIII sec d.C. Produzione in abitato ma anche esterna. Città vicina al mare su un'area composta da una serie di colline e terrazzi. Gli scavi si sono concentrati nell'area sacra intorno. La città è delimitata da due fiumi: Akragas e Ipsos con le aree produttive centrali. Sono state scavate solo 3 insulae in estensione, a sud la collina con i templi.

I luoghi di produzione ceramica: fascia sud a ridosso della cerchia muraria. Luogo privilegiato per l'impianto produttivo della ceramica è vicino ai corsi d'acqua, alle strutture sacre e in una fascia del suburbio fuori dalla città.

Area in rosso: scavi fine '800, vicino c'è la porta V, importante luogo di passaggio. Rinvenute fornaci: forno A con pianta circolare, forni B e C a sinistra.

D parziale. Inizialmente si studiava il quartiere ellenistico-romano, indagini preliminari non invasive con pre scavo. A Sud indagata un’altra area: anomalia interpretata come probabile presenza di fornace. Nei vecchi scavi il sistema di impianti è in relazione tra loro e comprendono varie fornaci. La campagna del 2019 ha portato alla scoperta dei forni ed . Le fornaci sono costituite da una camera di alimentazione e una camera di combustione. È la più diffusa del mondo antico. La roccia è calcarenite, molto tenera. Grande intercapedine in pani di argilla e all’interno materiale argilloso che serviva a mantenere il calore. Sopra la cupola, non conservata. Sotto il piano forato che spesso si conserva. Classificazione fornaci: FORNO A TIPO 1, FORNO TIPO 2B1) Fornace A: è stata ristretta a un certo punto, lunga vita d’uso. La camera interna è larga 3 m, il piano forato è stato tagliato. 2) Forni B-C:

forma allungata, più piccoli del forno A porse usati per terrecotte figurate.

Nuove indagini: definire area produttiva e limiti, scavo del forno D, verificare esistenza del forno E, discarichi di materiale mal cotto per avere dati cronologici e altre strutture o impianti di produzione ceramica attorno alla fornace. Possibili aree di carico del combustibile e possibile percorso.

  1. Forno D: forma quadrangolare, struttura fragile e piano forato lacunoso, corridoio centrale dellacamera di combustione con arco che passa sotto il praefurnio (poco conservato). In parte scavato nella roccia naturale e in parte costruito.

  2. Forno E: al momento solo individuato. Il riquadro è dato dalla geofisica, non segue le strutture. Parte sud: fossa di scarico con materiali di scarto. Parte nord: forno, fuori terra, costruzione di uno zoccolo fatti con pezzi di tegole e alzato in blocchi di argilla. Spesso strato di argilla rossa, forse pavimentazione. Il piano forato non è conservato.

Diversi materiali prodotti: terrecotte figurate e ceramica a bande/anfore.

Materiali: ceramica comune e anfore, divisi in 3 tipi

  1. materiali per la produzione come distanziatori anulari per allontanare i vasi e a cuneo per impilarli.
  2. materiali non prodotti ma usati da chi lavorava (fine VI-inizi V sec a.C.)
  3. materiali di scarto prodotti nella fornace, soprattutto ceramica comune con forme attestate anche nell'abitato.

materiali del santuario sopra l'area sono coerenti

anfore in frammenti.

LEZ 9 - 20/02/2020

VERNICE NERA

Ceramica attica con decorazioni non figurate (meta VI-metà IV sec a.C.)

  1. Tecnica di Six prevede il corpo del vaso verniciato in nero e decorazione accessoria con sovradipintura rossa.
  2. Anfora di tipo nolano (Floral Nolans) figure rosse accessorie senza soggetto (motivi vegetali), si sviluppa nel V sec a.C., forma dell'anfora a collo distinto con anse bi/tri costolate.
  3. Vernice nera con decorazione impressa tramite piccole matrici

Vernice nera senza decorazione

Sono presenti produzioni specifiche e limitate nel tempo come le Bolsal Cup o altri vasi accessori di piccole dimensioni per simposio. (8-20 cm di diametro).

Stile di West Slope (delle Pendici Occidentali) di fine IV sec a.C. decorazione ridotta al minimo ed elementi significativi/simbolici sovradipinti. Tecnica che si sviluppa ad Atene ma si afferma anche in Magna Grecia, coste orientali dell'Adriatico e Ionio. Evoluzione delle forme precedenti ma che si avvicinano ai modelli ellenistici in cui muta il repertorio formale e decorativo. Utilizzato il bianco e la doratura o decorazioni a rilievo. Si avvicina ai coevi prototipi metallici.

CERAMICA DI GNATHIA IV sec - II sec a.C.

Produzione apula. Nella prima fase sono presenti maggiori decorazioni che si semplificano nelle fasi successive.

Per la fase più antica sono presenti vasi a vernice nera senza decorazioni. Come la coppa tipo C prodotta tra l'ultimo quarto del VI e il V sec a.C.

si data con precisione perché sono rivenute in contesti chiusi nell'agorà di Atene. Questa produzione ha grandissima diffusione. Fino a qualche tempo fa era messa in secondo piano rispetto a quella attica figurata. Seppur di minore qualità era importante a livello di analisi di evoluzione formale per la storia della produzione.

PITTURA E CERAMOGRAFIA IN MAGNA GRECIA E SICILIA

PITTURA PARIETALE IN MAGNA GRECIA

  • Tomba del tuffatore di Poseidonia (490-480 a.C.). Unica testimonianza greca.
  • La restante documentazione si riferisce a tombe delle élite italiche-campane (Capua, Cuma), lucane (Paestum), daunie e pucete (Monte Sannace, Ruvo, Egnazia, Canosa e Arpi) del IV-inizi III sec a.c.

La tradizione ceramografia magnogreca presenta una produzione molto antica che risale alla fine dell'VIII sec a.c., testimoniato da pochi ma significativi vasi. Il più famoso è un frammento da Pithekousa con firma (inos m' epoiese). Questa produzione

coloniale fa da terreno al successivo sviluppo delle figure rosse. La tradizione ceramografica è molto lunga e risale alle prime fondazioni, dove trovano spazio molti influssi (attico, greco-orientale, euboico) che portano un repertorio formale e iconografico. Gli studiosi hanno posto l'importanza di considerare la produzione magnogreca non come un fenomeno a sé ma inserito in un contesto più ampio. Nel VII e VI sec a.C. le officine producono vasi di imitazioni della Grecia (protocorinzi, corinzi e greco-orientali). Imitazioni locali di ceramiche corinzie da Saturo e greco-orientali da Metaponto. Sicilia tre produzioni figurate legati al repertorio orientalizzante e cicladico. - Crateri di Fusco a Siracusa (inizi VII sec. a.C.) motivo del cavallo che si sviluppa nelle Cicladi - Vasi policromi da Megara Iblea che riprendono produzioni corinzie - Vasi prodotti a Gela (VII sec a.C.) dal protocorinzio Dalla seconda metà del VI sec a.C. si
Dettagli
A.A. 2019-2020
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher confortimarialuisa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Baldoni Vincenzo.