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60) ROMA: FORO DI AUGUSTO
Per commemorare l’uccisione del padre adottivo Augusto fece costruire un grande tempio
dedicato a Marte Ultore. L’opera fu compiuta intorno al 2 a.C. quando fu inaugurata la
nuova piazza chiamata il Forum Augusti. l’impianto non è molto diverso da quello del Foro
di Cesare: la piazza è rettangolare con una quadriga bronzea raffigurante Augusto nel
centro e sui due lati lunghi presenta portici corinzi sormontati da un alto attico nel cui
umbone c’è una testa di Ammone. Alle spalle dei portici con l’asse coincidente con la
facciata del tempio ci sono due grandi esedre e le pareti dei portici sono adorne di nicchie
inquadrate da semicolonne. Nell’esedra N-O figuravano la statua e l’elogium di Enea, e a
destra l’elogia dei Giulii. Nell’esedra opposta figurava la statua e l’elogium di Romolo.
L’intento ideologico è evidente con la trasparente allusione alla figura di Augusto che
riassume in sé le origini mitiche e la tradizione storica della citttà. Nel fondo del portico c’è
un aula decorata di marmi dedicata ad una colossale statua di Augusto e alle spalle di
quet’aula è presente un complesso di piccole stanze di servizio. In fondo alla piazza, su di
un altissimo podio c’è il tempio periptero sinepostico dalla cella con doppia fila di colonne
lungo le pareti interne conclusa nel fondo dell’apside nella quale sorge un altro piccolo
podio a scalini per le statue di culto di Marte Ultore, di Venere e del Divus Iulius. Da notare
è ancora una volta come ogni particolare riporti all’esaltazione della gens Iulia.
61) ROMA : TEATRO DI MARCELLO
Popolare è il diffondersi nella seconda metà del primo secolo a.C. degli edifici per l’editio
dei ludi. Esempio è il teatro di Marcello che venne progettato da Cesare il quale distrusse il
tempio delle Pietas per farvi posto. Venne completato da Augusto che lo dedicò al nipote
Marcello. Il teatro sostituiva l’antico Theatrum ad Apollinis, cavea taetrale del Tempio di
Apollo Sosiano. La costruzione del teatro portò ad un ingrandimento della cavea
arretrando le fronti del tempio di Apollo e del vicino tempio di Bellona. La fronte del teatro
ha un prospetto ad archi inquadrati da semi colonne su tre oridini : dorico, ionico e
corinzio. Dell’edificio scenico non si possiede nulla; alle spalle dell’edificio c’erano un largo
recinto e due costruzioni minori, mentre la fronte semi circolare della cavea è in parte
conservata come basamento del rinascimentale palazzo Orsini. Si tratta di una delle
architetture più classiciste dell’età augustea.
63) ROMA: PORTA MAGGIORE
Il grandde impulso dato alle opere pubbliche a Roma dalla dinastia Giulio Claudia aveva
reso insufficenti i vecchi acquedotti repubblicani e aveva indotto a potenziare le antiche
condutture. Claudio decise quindi di erigere per i suoi acquedotti un monumentale arco
d’ingresso nella città, arco che divemtò più tardi una della porte della cinta aureliana di
Roma, detta per la sua imponenza Maggiore. Costituita da due archi sormontati
daun’altissimo attico tripartito da semplici fasce in aggetto, dove ci sono le iscrizioni
commemoranti la costruzione; gli archi sono inquadrati a loro volta da archi minori entro
nicchie fra semi colonne corinzie concluse da timpani e poste su un forte basamento.
69) ROMA : MAUSOLEO DI CECILIA METELLA
La tradizione dei mausolei circolari ellenistici trova durante la restaurazione di Roma una
particolare diffusione per tutta l’età Giulio Claudia. Il più noto deoi moltissimi esempi
romani è quello di Cecilia Metella, mausoleo che sorge sulla via Appia. Si tratta di un
poderoso dado quadrato in opera cementizia rivestita di travertino, entro il quale è situato il
dromos e la camera sepolcrale circolare coperta a cupola. Il dado quadrato sostiene un
alto tamburo cilindrico rivestito in travertino con un bellissimo fregio e in alto c’è un
coronamento merlato del tumulo di copertura.
73) ROMA : RITRATTO DI OTTAVIANO
Conservato nel Museo Capitolino di Roma il ritratto si presenta con la testa piegata verso
sinistra e la caratteristica torsione del collo dei dinasti ellenistici. Sembra fissare con lo
sguardo avanti a sé e la sua chioma è trattata a ciocche dal movimento agitato in cui si
riconosce la ciocca a tenaglia sulla fronte. Si riconosce chiaramente in questa testa
l’intento di rifarsi ai modelli ellenistici ritraendo Ottaviano come un giovane con le guance
scavate, i tratti affilati e gli occhi infossati. Il prototipo è collegato al ritratto delle monete e
va attribuito ad un artista greco tra il 35 e il 30 a.C.
74) ROMA, VILLA DI PRIMA PORTA: STATUA DI AUGUSTO
La statua è conservata ai musei Vaticani ed è considerata il prototipo delle statue Ioricate
imperiali romane. La figura dell’imperatore è colta in atto di compiere il gesto di richiedere
il silenzio per un’ adlocutio ed è vestita di una corazza riccamente adorna, sotto la quale
c’è una corta tunica militare, mentre il paludamentum avvolge i fianchi di Augusto per
ricadere sul braccio ripiegato, la cui mano stringe una lancia. I rilievi della corazza hanno
particolare importanza per un elaborata simbologia che sarà sviluppata in opere di
propaganda. In alto alla corazza c’è uina personificazione del caelum ( cielo) mentre in
basso ai lati figurano Apollo e Diana. La parte centrale della corazza è occupata dalla
scena della restituzione delle insegne di Crasso da parte del Re di Parthia, mentre ai lati ci
sono due personificazioni di province vinte, la Germania e la Pannonia. La statua è un
manifesto dei consueti luoghi comuni di Augusto in sostegno di Tiberio del quale si
celebrano le imprese militari. In linea con il neoclassicismo, la statua deriva dal prototipo
policleteo del Doriforo.
75) ROMA : ARA PACIS
Il Senato di Roma votò un altare alla Pax Augusta nel Campo Marzio per festeggiare il
ritorno di Augusto dalla Spagna e dalle Gallia. L’altare venne costriuto tra il 13 e il 9 a.C.
ed è composto di un recinto quasi quadrato scoperto con due porte aperte sui lati minori,
una verso la Via Flaminia e l’altra verso il Campo Marzio, e un’altare centrale per i sacrifici.
Il recinto poggia su un basso podio ed è reso accessibile da una rampa di 9 gradini; 4
pilastri angolari sostengono un architrave coronato di acroteri e il recinto è decorato
all’esterno da un fregio figurato in alto ed uno con girali d’acanto in basso separati da una
fascia a meandro. Uguale separazione c’è all’interno in cui ci sono motivi a festoni e
bucrani in alto mentre in basso c’è una riproduzione della palizzata eretta alla constitutio
dell’ara. Il fregio esterno si divide in 2 parti: i 4 pannelli con scene mitiche e allegoriche, e i
2 fregi sui lati lunghi con una scena di processione assemblea. Nei due pannelli sono
presenti a sinistra il Lupercale e a destra il sacrificio di Enea ai Penati; pochi sono i resti
del mito delle origini di Roma. Nel pannello di destra Enea con il figlio Ascanio sacrifica
primizie e la bianca scrofa di Laurento ai Penati; Enea, velato capite, veste un mantello e
reca nella mano lo sceptrum mentre Ascanio ha vestiti orientali e appoggia ad una lancia.
Nell’altro lato ci sono i retsi con la personificazione di Roma in abito amazzonico, mentre a
sinistra c’è la personificazione della Saturnia Tellus. Questo pannello presenta una grande
figura matronale seduta, ornata di diadema di frutti e fiancheggiata da due ninfe semi
nude; il paesaggio prevede a destra il mare, al centro la Terra e a sinistra un paesaggio
fliuviale. Questo ci può far pensare che possa trattarsi di una personificazione della
Venere Genitrice o di una personificazione dell’Italia, o ancora di una rappresentazione
allegorica della Pax. Nel fregio dei due lati lunghi è rappresentata una sorta di processione
divisibile in due parti: una ufficiale con i sacerdoti e una semi ufficiale con la famiglia di
Augusto: nel rappresentarla la processione è stata divisa in 4, le due ufficiali che sono
immaginate come una di seguito all’altra e le due semi ufficiali che vanno lette l’uno
accanto all’altra. Questo per motivi protocollari come testimonianza della successione al
trono concepita da Augusto. Il lato meridionale, che è il più importante, è quello che
rappresenta l’inizio della processione. La prima parte rappresenta un camillo con la
cassetta sacra del collegio pontificale che cammina all’indietro per non volgere le spalle al
magistrato e al sommo sacerdote; seguono dei togati in cui vanno riconosciuti i pontefici e
al centro come pontifex maximus Augusto. La parte ufficiale è chiusa da 4 personaggi con
il caratteristico copricapo ( il GALERUS). A questo punto si osserva uno stacco entto e
inizia la parte con la famiglia imperiale, aperta dall’imponente figura di Agrippa erede
principale nella linea dinastica. Alla toga di Agrippa si aggrappa un fanciullo Gaio Cesare
seguito a sua volta da Livia con il figlio Tiberio; è poi la volta di un’altra coppia il figlio di
Livia, Druso con la moglie Antonia Minore e il figlio Germanico; l’ultimo gruppetto è quello
giudato, probabilmete, da Antonia Maggiore con il marito Domizio Enobarbo e i due figli
Domizio e Domizia. Il personaggio che fa cenno di silenzio verso questi bambini è uno
degli Appulei. Sull’altro lato lungo la processione prosegue l’ordo sacerdotum
rappresentante gli auguri, che recavano dipinti e i ilitui in bronzo, insegne del loro potere
riconoscibili dal camillo che reca l’acerra con i simboli apollinei. A questo punto riprende la
sequenza dei familiari di Augusto, aperta dal piccolo Lucio Cesare e dalla madre Giulia.
Seguono Marcella Maggiore con il consorte Iulio Antonio e Giulia Minore; poi Marcella
minore con il figlio Sesto Appuleio. Ipersonaggi della casta imperiale sono quasi tutti quelli
a noi conservati e i rami della successione augustea appaiono accuratamente divisi per
metà sul lato sud e per metà sul lato nord c’è la successione diretta di Augusto, mentre sul
lato sud c’è la successione dell’imperatore Tiberio. La processione nel suo insieme è una
rappresentazione realistica ed obiettiva perché è una raffigurazione ideale della situazione
politica della dinastia in quegli anni.
77) ROMA, VIA LABICANA: RITRATTO DI AUGUSTO
Si tatta di una copia di età tiberiana di un ristratto di Auguto eseguito alla fine del primo
secolo a.C. e conservato a Roma nel Museo delle Terme. Augusto è rappresentato capite
velato, simile al pontefice massimo, rivestito di toga e in atto di effettuare un sacrificio. La
testa venne scolpita da uno specialista