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ANTHEON=
conservato quasi completamente fino a noi, grazie al cambiamento
d’uso nel corso dei secoli (fu utilizzata come Chiesa); sorge su
CAMPO MARZIO, in un’ansa del Tevere, dove precedentemente
AGRIPPA aveva fatto costruire un altro Pantheon, caduto in rovina al
tempo di Adriano (doveva anche quello essere di forma circolare, anche
se alcuni dicono che fosse rettangolare); la CUPOLA è eccezionale, creata
con un’unica gettata, a coprire la cella, con oculo al centro; vi è un Pronao
con otto colonne Corinzie, e nicchie all’interno, circolari
L’interno ricorda una stanza della DOMUS AUREA, ma di dimensioni molto
più maggiori
Questo monumento rappresenta l’espressione maggiore dell’Architettura
Romana, per gli spazi interni, più strutturati degli esterni (concetto
contrario a quello Greco, che concentrava l’armonia e la bellezza di un
edificio all’esterno di esso)
Nel mondo greco esistevano già Panthea, dedicati alle dodici divinità dell'Olimpo; nel 2 sec, si diffuse il CULTO
DEGLI IMPERATORI, che venivano divinizzati dopo la morte, è probabile quindi che il Pantheon fosse anche sede
di culto imperiale
Questo monumento è raffigurato nella FORMA URBIS, una riproduzione, in scala, di Roma, eseguita agli inizi del 3
secolo, durante la DINASTIA DEI SEVERI, esposta poi nel Catasto: questa pianta è un'importante fonte per la
ricostruzione della città antica, non riportando però le situazioni precedenti a quel periodo
PANTHEON DI AGRIPPA= orientato anche questo a Nord, dopo gli
ultimi scavi, di pianta tonda o rettangolare; lo spazio interno era
articolato in nicchie, con un registro superiore con logge e finte
finestre. Si conserva ancora l'iscrizione con la dedica di Agrippa, in
quanto Adriano non la sostituì con il proprio nome.
XXVIII
PANTHEON DI ADRIANO= Il diametro della SALA ROTONDA è uguale alla sua altezza, divenendo così una sfera
perfetta; la VOLTA a gettata unica, in calcestruzzo, culmina in una grande apertura circolare, unica fonte di luce,
dove è collocato un POZZETTO sul pavimento, per scolare l'acqua; l'abside di fronte alla porta, crea un asse di
simmetria interno; era caratterizzato da una policromia molto intensa, con gli interni ed il pavimento rivestiti in
marmi colorati e gli stucchi realizzati in oro, posti sulla cupola; all'esterno, la cupola era rivestita in tegole di
bronzo, fuse da Bernini per realizzare il Baldacchino di san Pietro.
vi erano problemi statici, dovuti al peso della cupola, concentrato sulle pareti, che creava anche
Problemi:
incrinature, a cui si rimediò con dei contrafforti esterni; queste nuove SOLUZIONI STATICHE sono caratteristiche
dell'Architettura di Adriano, e derivano dalle sperimentazioni della Domus Aurea, o degli ambienti, poligonali o
circolari, delle Terme; la necessità di alleggerire la volta, portò all'uso di materiali diversi, come CEMENTA (pezzi
solidi, inseriti all'interno del calcestruzzo), nella parte più alta si usarono pietre vulcaniche leggere e vasi vuoti,
materiali poco pesanti ma comunque in grado di dare coesione
R alla fine del 2 sec, furono i Palazzi di Domiziano, dopo gli accorpamenti di Augusto e
ESIDENZE IMPERIALI=
la Domus Aurea di Nerone, ad occupare interamente il PALATINO, coprendo così la Reggia di Augusto;
erano suddivisi in due settori, uno pubblico, dove vi erano le Sale delle Udienze, e uno privato, usata come
dimora personale dell’Imperatore.
ADRIANO fu, ancora una volta, un innovatore, perché creò una nuova residenza, nella CAMPAGNA ROMANA, a
Tivoli nello specifico. La sede ufficiale dell'imperatore rimase il palazzo di Domiziano, mentre quella di Tivoli era
un'abitazione estiva, come sembra attestare una lettera di Adriano ad una comunità greca, inviata proprio da
Tivoli in Agosto. Villa Adriana è la tipica villa extraurbana, tipica dell’Aristocrazia con proprietà terriere; queste
VILLA ADRIANA=
ville di campagna erano suddivise in due parti:
- una PARS URBANA, parte residenziale del proprietario e della sua famiglia
- una PARS RUSTICA, con magazzini, stalle ed alloggi degli schiavi
C'erano anche se le VILLE D'OTIUM, destinate solo allo svago ed alle attività culturali, come molte Ville, poste sul
mare.
STRUTTURA= la villa non è un complesso unitario, ma un insieme di PASIGLIONI, collegati da percorsi naturali, che
unisce l'artificio dell'architettura, al paesaggio; Il "cuore" del complesso, la parte più rappresentativa, è una VILLA
DI ETÀ REPUBBLICANA, secondo alcuni proprietà di SABINA, moglie di Adriano; i muri di questa fase sono in opera
incerta, mentre i successivi furono costruiti in laterizio ed opera reticolata mista
Secondo “Historia una sorta di seguito delle di SVETONIO (che arrivano ai Flavi),
Augusta”, Vite degli imperatori
scritto nel 4 secolo (da Traiano ai Severi), Adriano chiamava le parti della villa di Tivoli con i nomi di luoghi celebri:
ACCADEMIA, la VALLE DI TEMPE, il CANOPO (canale del Nilo ad Alessandria), il PECILE (dalla Stoà Poikile di Atene),
gli INFERI
La costruzione di questa villa durò dai primi anni del suo principato fin quasi alla sua morte, avvenuta vicino a
Napoli mentre tornava verso Roma. In seguito, la villa fu abbandonata, non coperta da altri edifici, ma depredata
di tutti gli oggetti artistici
Questa villa è citata in uno Scritto, opera degli SCRIPTORES HISTORIAE AUGUSTAE, l'unica fonte
Vita di Adriano,
scritta sulla villa, che lascia però una consistente testimonianza archeologici, dopo i numerosi saccheggi.
Un antiquario, Pirro Ligorio, ci ha lasciato una documentazione dei ritrovamenti di
Villa Adriana (decorazioni, marmi, rilievi), pur con ricostruzioni fantasiose e senza curarsi del contesto, quindi non
affidabili XXIX COSTRUZIONE= la costruzione iniziò
all'inizio degli anni 20, e proseguì per 15
anni. I padiglioni erano distribuiti nel
PAESAGGIO NATURALE, in stretto
rapporto con esso, perché acqua e
vegetazione avevano un ruolo
nell'organizzazione degli spazi: le parti
della villa sono, infatti, strettamente
collegate da percorsi e VASCHE D'ACQUA,
dando un senso di unitarietà.
Il Nucleo Centrale era una VILLA
REPUBBLICANA, con alcuni tratti coperti, e
altri ancora presenti; la struttura era
suddivisa in quattro parti, organizzate
intorno a quattro assi differenti:
- ASSE DELLA PIAZZA D'ORO, con orientazione Nord Ovest e Sud Est; comprende il complesso più antico ed
aveva funzione di residenza privata (il Palazzo vero e proprio, quindi vi si svolgeva anche il Ricevimento
pubblico; vi era anche uno degli INGRESSI alla Villa, che conduceva ad un grande peristilio; vi erano stanze
di piccole dimensioni, identificate come HOSPITALIA, cioè camere da letto per ospiti, ma questa
identificazione è discussa, più probabilmente erano alloggi per le guardie e i pretoriani)
- ASSE DEL PECILE, con orientazione Est Ovest; l'identificazione è in dubbio, ma ormai stratificata
- ASSE DEL CANOPO, con orientazione Nord Est e Sud Ovest; ha una forma allungata
- ASSE DI ROCCABRUNA; è la zona più saccheggiata e localizzata, in parte, in un terreno privato; prende il
nome dal toponimo moderno della località, e comprende forse l'Accademia
I diversi assi si innestano l'uno nell'altro, e le sperimentazioni in opera cementizia permettono la creazione di
coperture articolate, lasciate a giardino o a bosco, o a grandi invasi d'acqua.
ALTRI SETTORI= vi è una SALA CENTRALE, con annessi ottagonali, identificati con la BIBLIOTECA Latina e Greca, ma
più probabilmente luoghi per ricevimenti e pranzi ufficiali estivi.
Un altro settore, tradizionalmente ritenuto quello di RICEVIMENTO PUBBLICO, era in realtà costituito, secondo
scavi più recenti, da spazi scoperti.
Un edificio di più piani, noto come la CASERMA DEI VIGILI, era forse un alloggio per il personale di servizio
C'è anche un Complesso Termale privato, ubicato nella Piazza D’Oro, che comprende una grande sala rotonda
riscaldata, ed una sala con esedra conosciuta come SALA DEI SETTE SAPIENTI (identificata come Biblioteca, ma
forse una Sala delle Udienze)
STRUTTURE PRINCIPALI:
PIAZZA D’ORO= è un cortile bordato da un DOPPIO PORTICO largo, con un CANALE al centro, un VESTIBOLO
esterno e vani sul lato opposto, caratterizzato da linee curve e linee rette, con una nuova planimetria, più
articolata, ripresa dalle volte a spicchio o a ombrello; il vestibolo, dotato di un grande fornice di ingresso, è fatto
in Opera Reticolata mista, alternata a laterizio, con un rivestimento in marmi policromi (Porfido Egiziano, giallo
antico o Numidico) e stucchi dorati; i vani si concludevano con un grande Ninfeo.
Non è certo se il cortile fosse coperto o scoperto: nel primo caso, però, ci sarebbe un problema statico per le
colonne esili, forse risolto con un'intelaiatura più leggera in legno e stucco
XXX
PECILE= il cosiddetto Pecile, è un
complesso, un giardino, con una
vasca centrale, che forse era una
NATATIO, dove esercitare il nuoto;
comprende un camminamento
coperto, diviso in due da un muro
centrale, che può ricordare una
Stoà Greca; la possibilità della
passeggiata (che i medici antichi
raccomandavano) e del nuoto,
richiama però piuttosto un
Ginnasio, suggerendo
un'identificazione con l'ACCADEMIA
o il Liceo. Troviamo due impianti termali, le PICCOLE TERME e le GRANDI TERME (nome derivante dall’importanza
dei destinatari delle Terme), con volte a botte ed a spicchio, oltre che mura in laterizio, in cui sono ancora visibili i
fori per i perni dei marmi di rivestimento
Questo complesso era collegato al CANOPO
TEATRO MARITTIMO= è l'innesto tra l'asse
della Piazza D'Oro e quello del Pecile, un
elemento di forma rotonda; il muro della
circonferenza esterna ha pochissime porte,
mentre sul lato interno c'è un portico
anulare, che circonda una grande VASCA:
all’interno, troviamo un isolotto rotondo, con
un peristilio centrale, decorato da FREGI che
richiamano la Mitologia Marina, ed una serie
di stanze coperte, tra cui un Triclinio ed un
piccolo IMPIANTO TERMALE.
Era, in sostanza, una piccola villa dentro la villa,
isolata dal resto della struttura da un ponte
levatoio; era uno spazio dedicato interamente
all’Imperatore, a lui privato, che richiama il
Palazzo del Tiranno DIONIGI IL VECCHIO, XXXI
a Siracusa, o lo Studio Privato di Augusto,
sul Palatino, chiamato appunto "Piccola Siracusa” ANTINOEION= è sul punto d’ ingresso dalla strada,
detto Vestibolo, e lungo l’asse del Canopo; è u